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Obbligazioni: quanto rendono? Convengono?
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Articolo di Alessandro Pedone
2 febbraio 2011 17:42
 
Questo articolo è idealmente diviso in due parti. Nella prima, più semplice, mi rivolgo al tipico pubblico del nostro web, ovvero gli investitori non esperti. Nella seconda, mi rivolgo ad investitori un po' più smaliziati e desidero fornire uno strumento informativo sul mercato obbligazionario corporate che -personalmente- non ho mai trovato in Internet.
Le obbligazioni sono la tipologia di strumento finanziario più adatto agli investitori non esperti, ma la categoria delle obbligazioni è incredibilmente articolata e popolata di strumenti anche diversissimi fra loro. Il principio che li accomuna un po' tutte è il seguente: l'investitore presta dei soldi all'emittente dell'obbligazione, il quale si impegna a pagare degli interessi pattuiti ed a restituire il capitale alla scadenza fissata (salvo rare eccezioni).
All'interno di questo schema comune, limitandoci alle obbligazioni denominate nella nostra valuta, le tre variabili che fanno la differenza sono:
- chi è l'emittente? Uno Stato affidabile? Un'azienda? Che capacità ha di rimborsare il prestito?
- come vengono pattuiti gli interessi? Tasso fisso? Tasso variabile? Sono legati a qualche parametro difficilmente prevedibile?
- qual è la scadenza? come si quantifica il rimborso del capitale?

Come si può capire, si tratta di variabili che possono incidere drasticamente sul risultato dell'investimento. Per questa ragione, l'investitore non esperto dovrebbe evitare di sottoscrivere o acquistare sul mercato obbligazioni che hanno meccanismi non standard (in gergo tecnico si chiamano "plain vanilla" le obbligazioni che hanno una struttura standard ovvero un tasso d'interesse prefissato, o legato ad un tasso di mercato come l'Euribor più un differenziale nel caso delle obbligazioni a tasso variabile, e rimborso al valore nominale ad una scadenza prefissata).
Un secondo aspetto molto importante è l'emittente. Il consiglio da dare agli investitori non esperti è quello di limitarsi a sottoscrivere titoli di Stato oppure obbligazioni di aziende molto, ma molto grandi e affidabili come le grandi banche. Poiché anche le grandi aziende (come dimostra il caso Lehman) possono andare in default (cioè non adempiere alle obbligazioni assunte), nel caso di sottoscrizione di queste obbligazioni, una buona regola è di non investire mai più del 2/3% del proprio capitale su un singolo emittente (anche se è considerato molto affidabile).
Il concetto che vorrei fosse chiaro, per gli investitori non esperti, è che parlare di obbligazioni non significa, automaticamente, parlare di un investimento sicuro. Alcune obbligazioni sono fra gli investimenti finanziari più sicuri che si possano effettuare. Ma nella categoria delle obbligazioni, possono esserci anche strumenti il cui rischio è paragonabile a quelle delle azioni. Quindi: occhio!

Ma quali sono i rendimenti che ci possiamo aspettare dal mercato obbligazionario? Per rispondere a questa domanda voglio condividere con i lettori uno degli strumenti che utilizzo per avere, in una sola pagina, un quadro abbastanza articolato dei rendimenti del mercato delle obbligazioni corporate (cioè aziendali) denominate in euro.
Magari, se i lettori troveranno questo strumento utile ed interessante, potremo pubblicato a cadenze periodiche (chi vuole, può esprimersi in tal senso nei commenti).
Dunque, per comprendere la tabella pubblicata nel PDF allegato, è necessario conoscere il concetto di "curva dei tassi". Ne ho parlato in passato qui. Diamo per scontato che i lettori che continuano a leggere sappiano cosa sono le curve dei tassi.
La tabella allegata mostra i rendimenti di una trentina di diverse curve dei tassi per le duration di tre, cinque e dieci anni.
Per ciascun dato (ad esempio, il rendimento di mercato a tre anni delle obbligazioni bancarie con rating AA oggi, mercoledì 2 febbraio 2011, alle 10:34 era pari a 2,74%) viene indicato l'ASW, ovvero il rendimento aggiuntivo rispetto all'EuroSwap. Semplificando moltissimo, potremmo dire che l'EuroSwap si può considerare il tasso di riferimento nell'area Euro (ad esempio: le stesse obbligazioni bancarie doppia A con duration a tre anni rendevano lo 0,38% in più dell'EuroSwap a pari duration).
La colonna successiva indica qual'è l'ASW medio dei passati 10 anni. Questo inizia ad essere un dato di un qualche interesse e che difficilmente si trova in rete. I tassi di mercato variano molto durante i cicli economici/finanziari, ma sapere quale è il rendimento aggiuntivo di una categoria di obbligazioni rispetto ai tassi di riferimento ci può fornire un dato (si badi bene, non l'unico dato, ma un dato) per valutare se quella categoria di obbligazioni è - storicamente - molto cara oppure se il rischio aggiuntivo rispetto ai tassi di riferimento è pagato adeguatamente.
Dalla tabella allegata, ad esempio, si può vedere che, mediamente, le obbligazioni industriali, telefoniche ed energetiche non sono certo a buon mercato. Pagano, infatti, un interesse aggiuntivo rispetto ai tassi di riferimento che è mediamente in linea, quando, non più basso, della media degli ultimi 10 anni.
Le ultime tre colonne della tabella mostrano i rendimenti medi (assoluti, nominali) delle varie curve sempre nelle duration di tre, cinque e dieci anni. In queste colonne il "+" su sfondo rosso significa che il rendimento medio storico è superiore a quello attuale, mentre il "-" verde significa il contrario.
Ovviamente, il fatto che storicamente, su base decennale, una categoria di obbligazioni abbia avuto un rendimento inferiore a quello attuale non significa necessariamente che quelle obbligazioni siano un affarone. Le scelte d'investimento devono essere sempre ponderate sulla base di molte sfaccettature. Il confronto con il rendimento storico, assoluto e relativo rispetto ai tassi di riferimento, può essere sicuramente uno di questi elementi.
 
 
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