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9 settembre 2009 17:06 - carlobanti7988
Caro Alessandro, leggo sempre con grande piacere le tue riflessioni su questo mondo di "magnifici pazzi" e, anche in questo caso, condivido molte delle cose che dici.
Hai fatto bene a concludere il tuo editoriale con un richiamo alla norma UNI ISO 22222:2008 perché, a mio modestissimo parere, quella dovrebbe rappresentare la via maestra per chiunque voglia parlare di "Consulenza Finanziaria"
Peraltro, proprio la norma di qualità riesce, magicamente, a spazzare via lo sterile ed inutile teatrino animato dalla altrettanto inutile e sterile polemica tra consulenti "indipendenti" o meno: il punto centrale è la QUALITA' del servizio offerto e la QUALITA' ha, finalmente, degli standard internazionalmente riconosciuti e che, dallo scorso anno, sono stati recepiti anche in Italia e che prescindono dalla vera o presunta “indipendenza” di chi offre il servizio.
Rispetto a quanto hai scritto, mi permetto solo una piccola modifica: piccola, ma, a mio modo di vedere, molto importante.
Nell’editoriale tu sottolinei molto bene la differenza che esiste tra Analista Finanziario e Pianificatore Finanziario (differenza che viene ben evidenziata anche a questo indirizzo, non a caso citato nei lavori della UNI ISO: http://www.bls.gov/oco/ocos259.htm)
Tu parli di “obiettivi di investimento”, mentre, a mio giudizio, sarebbe più opportuno e utile iniziare a parlare di “obiettivi di vita”
Addirittura, senza temere la “scomunica”, dobbiamo iniziare a pensare alla "Pianificazione Finanziaria, Economica e Patrimoniale Personale" (che poi altro non è che un modo articolato, ma efficace per tradurre “Personal Financial Planning”) come un’attività che ha molto a che fare con l’economia, ma ha molto più a che fare con la sociologia ed il welfare, come dimostra molto bene l’esperienza dei Personal Financial Planners Australiani
A questo proposito, mi piace segnalare un interessantissimo progetto del quale hai sentito sicuramente parlare: Economic@mente
Nato da un’iniziativa Anasf e PROGeTICA, si ripropone di portare l’educazione finanziaria nelle scuole secondarie superiori già a partire da quest’anno scolastico con un approccio assolutamente innovativo e finalizzato, appunto, ad far iniziare a ragionare i ragazzi sulle abilità che possano consentire di raggiungere gli obiettivi di vita propri e della propria famiglia, definiti sull’intero ciclo di vita ed in funzione delle sue priorità: l’educazione finanziaria, quindi, come strumento essenziale nel delicato, ma inevitabile passaggio dal Welfare Collettivo a quello Individuale.
Con stima e simpatia
Carlo Banti - Pisa
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