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7 agosto 2011 8:17 - francescodeleo
Purtroppo con il passare dei mesi viene messa in evidenza la reale situazione degli italiani e non è come dice il tremonti, ovvero che siamo un popolo poco indebitati individualmente. Secondo me qualcuno passa dal proprio punto di vista alla menzogna.
6 agosto 2011 11:42 - Killer in pensione
Mi pare, ogni giorno che passa, sempre più semplice la risposta a francescodeleo. I cittadini italiani, relativamente poco indebitati, possono essere spremuti di più per pagare il debito pubblico.
20 novembre 2010 9:50 - francescodeleo
E' diventata prassi consolidata somare il debito privato al debito pubblico. L'autore di questa semplice equazione matematica è il nostro ministro delle finanze "non pro tempore" tremonti. tremonti ha creato, o perlomeno l'ha resuscitata ma non lo so, tale formula quale soluzione al nostro problema della spesa pubblica. Per tremonti l'italia sta meglio degli altri, sebbene abbia un debito pubblico catastrofico, perchè siamo individualmente, relativamente al debito privato, meno debitati ma mai e nessuno ha spiegato perchè bisogna sommare il debito privato al debito pubblico. Si potrebbe avere una spiegazione?
19 novembre 2010 20:06 - lucki
In modo più esplicito,può descrivere il peggioramento a distanza di 5 mesi
19 novembre 2010 20:05 - lucki
Desidero,avere un parere del dott Pedone secondo lo stato dell'arte,grazie
3 giugno 2010 8:45 - Alessandro_Pedone
In riferimento a quanto scritto da savpg8801, ritengo che il progressivo spostamento verso il tasso fisso non sia una peggiore "programmazione". Tutt'altro!
Se è vero che non si è potuto approfittare dei tassi eccezionalmente bassi di questo periodo, è anche vero che abbiamo più stabilità.
E' un po' lo stesso ragionamento che deve fare chi acquista una casa con il mutuo. Meglio un tasso fisso pagando un po' di più o un tasso variabile con l'incertezza?
Chi gestisce il debito pubblico non deve fare scommesse tentando di sfruttare possibili (possibili! non certi) ribassi dei tassi.
Io preferisco di gran lunga la stabilità del debito.
Se avessimo oggi un 50% di tasso variabile saremmo molto, ma molto, più esposti alla speculazione.
L'aumento degli spread di rendimento con il TBUND si ripercuoterebbe immediatamente in un peggioramento delle condizioni di bilancio che creerebbe una spirale negativa.
Ben venga, quindi, il tasso fisso e possibilmente a lunga e lunghissima scadenza all'interno di un credibile progetto per portare il debito pubblico intorno al 60% del PIL.
2 giugno 2010 18:39 - savpg8801
La composizione del debito pubblico negli ultimi quindici anni ha subito trasformazioni sostanziali sistematicamente aumentando le emissioni di titoli a tasso fisso a scapito di quelle a tasso variabile. Per quanto concerne questi ultimi titoli, in regime di tassi bassissimi nell'ultimo biennio, e forse anche in immediato futuro, si è determinata un'impossibilità di riduzione del debito pubblico agendo sulla leva dell'utilizzo dei risparmi sul pagamento dei relativi interessi.
Il profano si chiede come mai dal tasso del 4-4,5% di due anni fa in pochi mesi si siano rilevati tassi dell' 1% sul TV e tutto ciò non sia servito a ridurre il debito.
Il citato spostamento, privilegiando il tasso fisso, si è rivelato controproducente, anche se non ci sono più i tassi dell'8-10-12 e passa % di 18-20 anni fa, ma mediamente ora del 3-5%.
Una migliore programmazione di differenziazione sarebbe stata auspicabile.
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