Il risparmio gestito ha subìto, negli ultimi tempi,
flessioni importanti.
Il risparmio non in titoli si articola in molti modi. Non ci
sono solo le decine di migliaia di fondi comuni, che ormai
saranno prerogativa di ogni edicola o sali e tabacchi che si
fa per dire emetteranno, basta che salti fuori un
emendamento.
Ci sono le forme assicurative di tipo vita gestite sia da
banche che da Compagnie assicurative, ci sono le linked, ci
sono hedge funds (e proprio essi in parte hanno contribuito
ai tonfi dei giorni scorsi giocando al ribasso), ci sono
forme previdenziali, ci sono fondi o polizze con pack o ad
unica soluzione, c'è una marea di tipi di investimenti e
una marea di variegazioni.
Difficile dire quale è meglio così su due piedi. Non lo sa
neppure il miglior analista del mondo.
Ogni forma ha le sue regole, le sue commissioni, chi in
entrata chi in uscita; chi ha le penali e chi no. Chi può
uscire anche dopo poco tempo mantenendo il rapporto e
ripartendo con pochi euro, insomma molto difficile,
Quasi certo è che in buona grandezza per esempio con i
fondi non hai l'immediatezza del ritiro o della vendita,
cioè non conosci le quotazioni a cui farai capo.
Con i titoli sì, cioè contratto la vendita( o l'acquisto)
a x e regolo dopo 3 giorni valuta, ma non cambia.
Con le polizze invece è molto diverso.
Ed anche con i pct (pronti contro termine) pago oggi tot e
so già che fra tre o sei mesi, cioè a scadenza definita
avrò indietro il pattuito sul c/c.
Le banche. Le banche hanno ovviamente dei compensi per il
collocamento dei risparmi gestiti o di altre forme, ci
mancherebbe!
Ma hanno anche una percentuale sulle emissioni nuove dei
titoli che figurano prive di commissioni di c/v come per le
transazioni sul mercato.
Poi la cosa finisce, di solito.
Hanno interesse a piazzare fondi, polizze, o altro piuttosto
che negoziare titoli?
Dipende dai casi. Un cliente che fa transazioni dare/avere
ogni due giorni è molto più appetibile di uno che ne fa
una al mese o ogni sei mesi.
Quindi, costui, si può applicare un canone deposito titoli
anche inferiore e, a conti fatti, anche regalargli il bollo
dello Stato (materia dei queste conversazioni).
--
Poi, se hai titoli, paghi il bollo sul deposito, se hai
altre forme no. Questo è basato sulla tipologia diversa e
forma giuridica diversa dell'operazione.
Non è mica detto che sia conveniente avere un fondo di 100
e non pagare bollo, piuttosto che fare trading conveniente e
pagarlo sul deposito! Bisogna tener conto di molte altre
cosine.
14 luglio 2011 15:18 - carlo2842
E' chiaro che ognuno esprime un parere, che è difficile da
far passare come verita' assoluta. Rimango dell'idea che con
questa riforma si vuole fare un regalo alle banche e si
vuole fare un passo indietro nella tutela del risparmio.
Domanda semplice, perchè se ho 60.000 euro in bot devo
pagare un bollo di 100 e passa euro mentre se ho solo fondi
non pago nulla? Non è una disparita' di trattamento?
Altra domanda, le banche faranno anche la lotta per
strapparsi depositi titoli ma meglio avere un deposito
titoli con 200 in titoli oppure avere 100 in risparmio
gestito? Dove guadagna di piu' la banca? Perchè ogni volta
che voglio acquistare titoli la banca o il promotore cerca
di convincermi nella bonta' del "proprio" risparmio gestito?
....
14 luglio 2011 13:30 - savpg8801
Da: 14 luglio 2011 0:32 - carlo2842
Forse tu non paghi o non lo sai, ma le banche applicano un
canone ad ogni deposito titoli che in gran parte verrebbe
meno.
Forse tu non sai che le banche fanno a botte per portar via
(trasferimenti da una banca ad un'altra) pacchetti di titoli
pur di vantarne e gestirli, ovviamente ricavandone, da ciò,
profitti che non avrebbero da altre gestioni.
Forse tu non sai che ci sono banche che aprono c/c a costo
zero pur di gestire, ovviamente si parla anche di titoli, il
patrimonio del cliente.
Non è finita quì ma , come asserisci, ....""Ma per chi è
del settore e per chi ha un minimo di cultura finanziaria è
palese il quadro che si va delineando."..... beh, a meno che
non si sovvertano leggi e strategie ed equilibrii molto
importanti nella globalità finanziaria, fiscale ed
economico-bancaria, metto dei dubbi che possa andare così.
Qualcuno beccherà, ma poi, viste le batoste e le non RESE,
degli ultimi tempi, ci andrà molto piano.
Inoltre le banche hanno delle componenti di prestigio nei
loro scopi; prestigio che le pubblicizza per entrare nelle
graduatorie di vario genere, come, per esempio, impieghi,
depositi, numero di operazioni, numero e dislocazione di
agenzie, sportelli automatici, oltre a quantità di titoli
depositati, ecc.ecc.
Su queste statistiche (che non sono fini a se stesse) si
calcolano previsioni, aperture, costi, budget, assunzioni,
rapporti consortili o interni di centri elettronici,
rapporti con le pubbliche amministrazioni, e così via.
--
Ogni parere ben venga, ogni accusa altrettanto, purchè non
faccia perdere il senso globale a chi legge e metta in
cattiva luce qualcuno fuyorviando lo sprovveduto o il
semplice.
14 luglio 2011 0:32 - carlo2842
Scusate, ma questo non è un palese regalo a banche e
soprattutto promotori? Quindi anche (e non solo) Mediolanum
? E' chiaro che chi ha un portafoglio fino ai 100k, che è
il portafoglio medio, sara' cmq tentato ed aggiungo io,
"sollecitato" a passare alla tanto cara gestione.
Qui sembra che invece di andare si vada indietro. Ma per chi
è del settore e per chi ha un minimo di cultura finanziaria
è palese il quadro che si va delineando. Applicare una
patrimoniale secca diventa scomodo. Allora facciamo un
regalo alle banche, maggiori utili e quindi maggiori tasse.
Ma in questo modo, la "ladrata" è piu' digeribile non
trovate?
Ci sarannno meno depositi titoli? Banche preoccupate che
dovrebbero gridare allarmate? No!!! Le banche gongolano, non
attendono altro che tutti gli attuali depositi titoli si
trasformino in fondi, in modo da succhiare con le
commissioni di gestioone. Idem i promotori finanziari...e
chi li ferma piu' ora che hanno questa arma commerciale
aggiuntiva nella loro faretra? Gli ETF per i piccoli che
volevano ribellarsi dalle sanguisuga legalizzate? Nulla...e
chi ha 3mila mln di euro...paga come me che ho 40k!
Mitici!!!
13 luglio 2011 8:37 - savpg8801
Dopo le proteste, le incongruenze palesi e i guai provocati
da questa incredibile cazzata di cui non esiste precedente
così macroscopico, assisteremo, speriamo, ad una
rimodulazione delle regole sul bollo sui depositi titoli.
Non è detto che venga tolto, comunque, ma vedremo.
Su questa faccenda possono esserci delle banche che, per
conservare il cliente, si assumono l'onere del bollo, fino
ad ora relativamente contenuto. Se nel deposito non c'è
nulla si pagherebbe comunque. Infatti:
"L'imposta di bollo per legge non si applica sul deposito in
titoli ma sulle comunicazioni inviate dalle banche in base
agli obblighi di trasparenza previsti dal Testo unico delle
leggi in materia bancaria e creditizia. L'invio
dell'estratto conto è dunque un obbligo di legge a
prescindere dagli importi dei titoli posseduti".
Quindi, da non confondersi con le spese di invio estratti o
contabili che vengono addebitate come postali.
Ribadisco che le associazioni e i consumatori, ma anche le
banche dovrebbero, anche se approvato definitivamente,
osteggiare questo decreto-anche se diverrà legge- in
maniera molto pesante.
Infatti sarà pesante anche per le banche perchè si
vedranno ridurre drasticamente il numero dei depositi (da
dire al proposito che oltre al "bollo" esiste anche un
canone che le banche applicano per la gestione e che non va
allo stato) da importi relativi e ancor di più derivanti
dall'accorpamento di chi ne ha più di uno, o alla effettiva
loro chiusura.
12 luglio 2011 11:20 - sonnerfeld
Gradirei sapere se in caso di deposito vuoto di qualunque
titolo , tenuto in piedi solo per eventuale futuro indirizzo
,la comunicazione d aparte di una Banca o di un ufficio
postale se presos le poste comporti il pesante bollo della
nuova finanziaria oppure no.
Grazie anticipate per la risposta
9 luglio 2011 18:14 - tiziana9343
Le associazioni dei consumatori sanno che ci sono centinaia
di migliaia di risparmiatori obbligati a tenere aperti
depositi di titoli per immondizia venduta loro dalle banche
in modo a dir poco scorretto, come hanno dimostrato molte
cause vinte dai risparmiatori.
Se non si fanno iniziative per queste palesi ingiustizia,
quando si fanno...?
8 luglio 2011 14:44 - savpg8801
Circa i depositi titoli sappiamo che i dieci euro mensili
sono già operativi e tutto il resto probabilmente sarà
confermato a scaglioni e in aumenti successivamente.
Ogni depositante ha solo possibilità personali di tutelarsi
mediante accordi o pugni sul tavolo con la/le banche di cui
si serve.
Se ha più depositi in più banche, può trasferire i titoli
ad una sola.
Se ha un solo deposito, tratti al fine di, quando possibile,
monetizzare se conviene e passare ad altre forme ora
possibili-per esempio di tipo assicurativo-vita che non
abbiano più i vincoli di un tempo, cioè sia possibile
renderle pressochè liquidabili agevolmente e queste non
sono, poi, tanto da meno come remunerazione e come capestro
dei titoli di stato.
Se ha più di 50000 euro, tratti sulle commissioni della
banca per limitare le perdite.
Se la banca non vuole saperne preferendo perdere il cliente,
sebntire altre banche disponibili in quanto, ben contente di
ricevere eventuali trasferimenti di un conto titoli alla
propria struttura. Da questo lato le banche sono sempre
disponibili.
Non è, comunque, chiaro se il limite dei 50000 sia da
conteggiarsi sui valori nominali o su quelli virtuali o di
mercato.
Infatti, se ho un deposito con dentro uno zero-coupon, ctz o
bot, che ho in V.N. a 100, ma pagato che so, a 50, non è
giusto che la tassa di bollo a 380 € colpisca annualmente
una rendita futura, mascherata per V.N. Infatti la
presunzione di realizzo, e quindi il valore del titolo sul
mercato non sarà di 100, ma di 50-60-70 e così via a
seconda della durata che mi garantisce il pieno rimborso
solo "n" anni.
7 luglio 2011 17:30 - annamaria8625
Oltre ad danno anche la beffa.
Ho un dossier titoli che non posso chiudere nonostante ci
siano soltanto obbligazioni CIRIO ed ogni anno pago i bolli
ed altre spese (banca SELLA).
Almeno in questo caso i bolli non dovrebbero essere
addebitati !!!
7 luglio 2011 14:05 - Cepu
Già, massacrare i depositi è ammazzare il risparmiatore,
mentre martellare sui bollati sarebbe stato utile per
disincentivare il compra e vendi ossessivo e speculativo dei
pescecani.
Non ne fanno mai una giusta, e non a caso.
7 luglio 2011 13:45 - savpg8801
Cambiare governo e destra con la sinistra? Utopie di chi non
si rende conto che può cadere, con la definizione che
quelli sono meglio di questi, dalla padella alla brace.
Ma non erano i sinistri, prima di questo Berlusconi che
smalettavano per aumentare la ritenuta sulle rendite
finanziarie? Non erano i sinistri che odiando chi ha qualche
euro da parte, maturato nel non andare a prendere il caffè
o il giornale o le sigarette, o a non andare a Bali, non
tenevano conto che definivano "rendite finanziarie", quasi
fossero speculazioni ed azioni redditizie senza fare niente
lavoro, i proventi derivanti da investimenti dei propri
risparmi di una vita, allo scopo di garantirsi una
indipendenza per la vecchiaia, una sorta di previdenza
aggiuntiva al NULLA che lo Stato ci garantisce?
Magari sottraendo alle spese quotidiane diversi tagli con
destinazione risparmio privandosi apesso anche oltre il
superfluo?
E non è affatto vero che i risparmi siano rendite
finanziarie da tassare! Essi sono frutto di diversa
destinazione di compensi (stipendi, pensioni, guadagni
aziendali, commerciali o di attività già largamente
tassati in altro modo. Sono effettivamente tagli volontari
effettuati a netti percepiti e da redditi già tassati e che
non dovrebbero dare adito a ulteriore tassazione.
Per di più l'investimento in obbligazioni o titoli di
stato, o altri strumenti sono un prestito che viene
effettuato allo Stato o ad aziende e che, se mancato e messo
nel materasso, non darebbe modo alle aziende stesse di
finanziarsi.
Ogni balzello in più, od ogni diminuzione dei tassi di
interesse (ultimi tre anni spesso inferiori all'1%) tolgono
la voglia di investire per tutelare il proprio risparmio.
Come ho detto in un mio thread su DI' LA TUA,
ci saranno anche ripercussioni sulle banche e sui loro
affari.
Come già spesso sostenuto, bene la tassazione o gli aumenti
dei bolli o dei fissati, ma solo per gli accertati
speculatori, quelli che fanno trading e che spesso non usano
neppure soldi propri.
Lasciate stare, destri o sinistri, il risparmiatore.
7 luglio 2011 12:29 - ennio4531
Gentile Alessandro_Pedone,
quando scrive ' Non è vero che da anni i titoli di stato
non coprono l'inflazione' , mi dispiace smentirla, almeno
parzialmente, sottoponendole la mia situazione.
Rendimento BOT annuale lordo
2009 1,40%
2010 1,42%
2011 2,06% I semestre
totale 4,88% lordo
netto tassazione 4,27%
Costo della vita: da gennaio 2009 a maggio 2011 :
4,9%
Perdita : 0,63%
Per chi avesse investito in CCT la perdita sarebbe stata
meno onerosa in quanto godono di un piccolo ... premio sui
BOT.
Riepilogo: esiste una parte consistente di titoli di stato
che in questi ultimi due anni e mezzo non hanno coperto
nemmeno il tasso inflattivo.
7 luglio 2011 10:55 - Cepu
Perchè la cricca è forte coi deboli e debole contro i
forti. Bisogna ricordarsi di cambiarli tutti alla prima
occasione.
Scegliere facce nuove, gente comune che decide di
intervenire. Non serve la laurea per fare di meglio.
7 luglio 2011 8:36 - zippo
Scusate.
... (e farebbe comunque aumentare il costo del riscorso al
credito delle aziende, con riflessi negativi sullo
sviluppo).
Ci sarebbero diversimodi per una tassazione equa sui
proventi finanziari, ma nessuno che il nostro governo avrà
mai l'nestà e il coraggio di varare.
7 luglio 2011 8:34 - zippo
L'aumento della tassazione dei titoli di stato non verrà
fatta in quanto non porta vantaggi allo stato stesso. Il
motivo:
- gli investitori valutano i titoli del debito pubblico e le
obbligazioni sulla base del loro rendimento netto;
- un aumento della tassazizone comporta un più o meno
corrispondente aumento del tasso di interesse lordo;
- ciò in quanto tale investimento è in competizione con
altre forme di investimento (a parità di rischio).
Quindi, il maggior costo sostenuto dallo stato e il gettito
sulla maggior imposizione sui titoli pubblici annullano ogni
beneficio. Resterebbe il gettito delle maggior imposta sulle
obbligazioni di emittenti privati, il cui ammontare è di
molto inferiore a quello del debito pubblico (e farebbe
comun.
Un aumento della tassazione
7 luglio 2011 7:09 - Alessandro_Pedone
@PatrizioGraziosi
I giornali, spesso, fanno confusione ed i politici li
aiutano moltissimo in questo. Ho appena sentito alla
televisioni una carrellata di commenti di politici di destra
e sinistra che unisce le due cose. Nella realtà la riforma
fiscale è stata approvata dal consiglio dei ministri prima
della manovra correttiva dei conti ed ha la forma di un
disegno di legge delega. La manovra correttiva ha la forma
di un decreto legge. Le modalità ed i tempi di approvazione
dei due strumenti legislativi sono molto diverse. Non voglio
qui fare una lezioncina di diritto, ma con "san Google"
ognuno potrà capire che la riforma fiscale probabilmente
non vedrà la luce in questa legislatura. La mazzata sui
dossier titoli invece è attualmente in vigore,, ma deve
essere confermata dal parlamento. Nella legge di conversione
potrebbero esserci sorprese.
@Ennio4531
Un aspetto molto interessante nel suo commento riguarda
l'inflazione. Non è vero che da anni i titoli di stato non
coprono l'inflazione (a meno che non si faccia riferimento
alla messa in discussione dell'inflazione ufficiale), ma
sarebbe molto giusto tassare il rendimento al netto
dell'inflazione. Sarebbe ancora più giusto esprimere i
prezzi dei bene e servizi in termini di una unità di misura
pari al reddito medio. Pensi come sarebbe chiaro a tutti se
sul giornale, oltre alla scritta 1,2 euro ci fosse un numero
che esprime la percentuale del reddito medio mensile.
6 luglio 2011 19:15 - PatrizioGraziosi
Nel teso ricevuti ieri sera da Napolitano, e firmato oggi,
non compare nessun aumento delle aliquote al 20%, che
rimangono così al 12,5%.
Forse in futuro questa modifica verrà fatta, ma per ora non
è inserita nel testo.
6 luglio 2011 18:56 - ennio4531
Concordo con Pedone che la tassazione del risparmio sia ...
balzana ( vedi ETF ) e cervellotica ( interessi sul c/c 27%,
dividendi da fondi immobiliari 20%, capital gain e interessi
12,50%, tassazione effettiva sui dividendi 47% ..).
Affermare che la tassazione sulle rendite sia bassa
significa considerare solo un aspetto del problema.
Dal punto di vista pratico, sappiamo che la tassazione
effettiva sui dividendi azionari è di circa il 47% ( su un
utile di 100 la società ne paga 40% e sulla parte
distribuita altre 12,50% )e per quanto attiene i titoli di
stato ( Bot, CCT e BTP a breve durata) da anni il rendimento
non copre nemmeno il tasso inflattivo.
Se a questo aggiungiamo che da almeno tre anni la gran massa
dei risparmiatori si sta ancora leccando le ferite da
salassi del 2008 , per non parlare delle centinaia di
migliaia di soci delle banche popolari che hanno visto
polverizzati i corsi dei loro titoli,la situazione del
risparmio in Italia è sicuramente... triste.
Circa le banche, non credo che sorridano.
L'aumento della tassazione ha sempre avuto come effetto il
decremento dei rapporti bancari e la futura tassazione sulle
transazioni una caduta degli affari.
6 luglio 2011 15:59 - alessandro6950
l'imposta di bollo mangia tutto il dividendo del piccolo
azionista.
che differenza c'è tra conto titoli e conto d'appoggio in
termini di assoggettamento all'imposta di bollo?