@ captainharlock
Forse l'articolo può apparire come una critica indistinta a
tutti i derivati e quindi ben venga la sua precisazione.
Concordo con l'ultima frase "non è che i derivati sono per
loro natura cattivi e da eliminare".
I derivati sono da REGOLAMENTARE molto meglio.
I famosi 707 trilioni di dollari di nozionale (lordo,
ovviamente! io lo davo per scontato, ma ottima la
precisazione) sono solo di derivati OTC. E' questa parte
quella più problematica.
Ci sono circa 600 trilioni di derivati negoziati nei mercati
regolamentati che avendo caratteristiche più trasparenti
sono meno problematici.
Che i CDS siano una parte residuale non mi trova concorde.
Si parla pur sempre di 32 trilioni di dollari. Una cifra
comunque astronomica e la cosa preoccupante è che solo il
9% di questi CDS sono compensati.
Insomma, i CDS continuano a rappresentare un ENORME
problema.
22 febbraio 2012 16:40 - captainharlock
Una piccola precisazione sull’articolo di Alessandro
Pedone, per altro dettagliato come sempre: il nozionale
riportato in queste analisi è sempre quello “lordo”
(gross, in inglese), non quello netto come sarebbe più
corretto.
Es: una banca ha con un cliente uno swap fisso vs. variabile
per €100, e verso un altro cliente uno swap variabile vs.
fisso per altri €100. Nelle tabelle sopra l’esposizione
dei derivati viene riportata come €200 (2 da €100),
mentre l’esposizione netta per la banca (assumendo per
semplicità che il tenore, il tasso sottostante, lo spread,
etc… siano gli stessi in entrambi i contratti) è
esattamente zero.
Altra considerazione: i due maggiori gruppi di derivati
riguardano tassi d’interesse e di cambio (i
“famigerati” CDS sono tutto sommato marginali). Per i
derivati su cambi, i maggiori utenti sono aziende non
finanziarie, essenzialmente per ridurre la volatilità di
costi e ricavi in valute non domestiche. Per i derivati sui
tassi, i maggiori utilizzatori sono invece le banche, che in
parte devono farlo per necessità: se tutti vogliono mutui a
tasso fisso a lungo termine e le banche ottengono i soldi
solo a tasso variabile e a breve (depositi o prestiti
interbancari), è necessario che facciano corrispondere i
profili di rischio delle posizioni attive e passive. Questo
stabilizza le banche, non le indebolisce.
Certo, che poi le banche abbiano speculato con i derivati o
li abbiano venduti truffaldinalmente a chi non li capiva, è
ormai palese: ma non è che i derivati sono per loro natura
cattivi e da eliminare…