Io penso , pur avendo una formazione diversa da quella
puramenente economica , che sia giusto che gli stati paghino
gli interessi sul loro debito pubblico e che questi
interessi siano tanto + alti quanto peggio gli stati hanno
speso i soldi che hanno chiesto ai cittadini. E' un pò come
la democrazia che si è affermata negli ultimi secoli nel
mondo come forma di governo prevalente, difendendo gli
interessi di molte persone segue una strada che nella magior
parte dei casi tutela tutti.
Gli interessi sul debito e il valore del debito sul mercato
obbligazionario determina la bontà delle scelte economiche
e politiche di quello stato.
26 dicembre 2012 20:33 - lucillafiaccola1796
l'u-mano d'economia non ci capisce 1 ...hazzo!
l'unica sapienza è l'organizzazione, racchiusa nel concetto
"ottenere il massimo utile con il minimo sforzo" tutto il
resto è.... boia.....!
e v'ho sputazzato 1 altra sen tenza!!!!
buone feste !
28 novembre 2012 9:23 - LupoLarsen
@Alessandro Pedone
"C'è una quantità di disinformazione su internet relativo
a questo tema che si fa molta fatica a ragionare seriamente
poiché di solito la controparte ha una radicata idea che
molto spesso è figlia di informazioni parziali e cariche di
emotività"
Gentile Signore, le mie informazioni non sono tratte da
internet che, comunque, è un canale informativo come tutti
gli altri. Anzi, in esso v'è maggiore possibilità di
trovare l'informazione esatta, rispetto ai tradizionali
canali quali i mass media.
Inoltre, quanto da lei replicato non smentisce affatto
quanto da me esposto.
La osservazione che sono meglio i banchieri che i politici,
è il classico luogo comune che non spiega nulla e, spesso,
utilizzato dai neoliberisti alla Hayek e alla Friedman
(sembra come Lei), che tanto hano arriso a soggetti del tipo
Augusto Pinochet.
Perchè, se è vero che i politici ne possono approfittare
non vedo quale altra ragionevole motivazione ci possa essere
per escludere che anche i banchieri ne possano approfittare.
Anzi, i fatti, oggettivi e incontrovertibili odierni, mi
sembra che non depongano a favore della tesi da lei
semplicisticamente sventolata.
Il sistema da lei esposto è stato pure imposto ai popoli
tramite il paternalismo di personaggi influenti dei vari
stati.
Hanno nascosto ai popoli i costi economici che l'adozione
di tale sistema comporta ed invece ne hanno tessuto le lodi,
con argomentazioni che non trovano né trovavano al tempo
riscontro nella realtà dei fatti.
25 novembre 2012 15:05 - sergio8680
L'idea conclusiva di gravare di un costo l'accumulo di
denaro, concepita da Gesell (1862-1930) in epoca di standard
aureo quando inflazionare non si poteva, si è in seguito
ampiamente applicata semplicemente inflazionando e non ha
funzionato.
Perché si proponga come una novità per me è un
mistero.
Tra l'altro privare il denaro del ruolo di riserva di valore
vuol dire privare il risparmio, cioè le persone che
risparmiano, del ruolo di fonte di risorse per gli
investimenti.
Chi dovrebbe avere questo ruolo, il governo tramite le
banche centrali?
Anche questo è stato ampiamente sperimentato da Greenspan
in poi con il denaro allo 0% e non ha funzionato, ha
distrutto il ruolo dei fondi pensione che si sono rivolti ai
subprime per investire i risparmi degli americani ad un
tasso che permettesse loro di continuare a pagare le
pensioni, ha finanziarizzato l'economia, ha prodotto lo
strapotere delle finanza che oggi tutti lamentano e la
marginalizzazione dell'economia reale.
Insomma, non ha funzionato.
Perché continuare a riproporlo?
Inoltre svuotare di valore il risparmio vuol dire ridurre i
pensionati all'accattonaggio in quanto non più in grado di
risparmiare in età da lavoro, ridurli ad elemosinare dai
politici la sopravvivenza come favore dopo aver lavorato
tutta la vita.
24 novembre 2012 13:56 - francescodeleo
Volendo chiarire la mia posizione al riguardo, sono
favorevole ad una tassazione delle transazione finanziarie.
Ma ad oggi non è dato sapere gli effetti sulle entrate di
questa tassa. Io per il momento sto qui ad aspettarla. Ma,
almeno per quanto mi riguarda, non avallerò mai la
speculazione solo perchè così si otterranno entrate
aggiuntive.
21 novembre 2012 16:50 - massimo1062
se lei vuole vivere in una economia non capitalista e'
libero di andarsene a cuba o nella corea del nord o in cina
.ma per favore la faccia finita con queste imbecillita' sul
costo di accumulare ricchezza in denaro.e' evidente che il
costo di accumulare ricchezza in denaro e' e sara'
l'inflazione monetaria.non in nessun modo bisogno di pensare
a nuove tasse oltre quelle che noi gia abbiamo e
sopportiamo.
21 novembre 2012 16:46 - massimo1062
le tasse signor pedone non devono essere non evadibili ma
devono essere basse e ben spese,lei e' uno statalista che
dovrebbe rendersi conto che uno prima di pensare a
redistribuire il reddito degli altri lo dovrebbe creare,il
reddito.le tasse devono essere abbassate facendo spendere
meno allo stato e dismettendo il patrimonio dello stato.con
la vostra mentalita' pericolosa ed invadente ,irrispettosa
della proprieta privata ci porterete ad eventi cruenti ed
irreversibili.
21 novembre 2012 16:38 - massimo1062
vi esorto a non discutere di aria fritta l'unico problema
italiano e' costituito dalle pretese di chi comanda.pretese
che fanno si che si allochino risorse imponenti in modo ed
in posti sbagliati ,e per interessi spudoratamente personali
e privati anziche pubblici.e' ridicolo continuare a
discutere su qualche nuova forma estrema di tassa.la spesa
pubblica segue da anni gli incassi.a maggiori entrate sono
corrisposte sempre maggiori spese e servizi sempre
peggiori.come non vi rendiate conto di questo e che questo
e' l'unico vero problema non lo capisco. la moneta
geselliana e' una pippa mentale degna di chi vive senza
sudarsi la pagnotta.fatela finita.
19 novembre 2012 15:56 - francescodeleo
Il discorso sulla moneta decrementale, come pure sulla
tasazione delle transazioni finanziarie, è molto bello a
livello teorico. Ma se teniamo conto della realtà, anche la
moneta incrementale non eviterebbe l'evasione, ci saranno
sempre coloro che esporteranno illegalmente i capitali: i
soliti "noti" riusciranno ancora ad evadere, e pagheranno
sempre i soliti "noti". Sarebbe necessario introdurre
qualche forma di controllo bancario, o la moneta
elettronica, senza per questo farmi grosse illusioni, ma noi
non siamo ancora capaci di andare a vedere nella vicina
svizzera chi sono gli italiani che hanno lì i soldi.
19 novembre 2012 12:23 - Alessandro Pedone
@francescodeleo
Nessuno ha mai pensato che la questione principale sia quale
altra "nuova tassa introdurre".
La moneta decrementale consentirebbe di ridurre (se non
eliminare completamente) l'imposta sui redditi e l'imposta
sul valore aggiunto (qui solo in linea teorica perché ci
sono dei vincoli europei). Non stiamo parlando di NUOVE
tasse, stiamo parlando di sostituire le tasse facilmente
evadibili con "tasse" che sono praticamente impossibili da
evadere e che pesano (proprio per questo) molto meno
percentualmente (semplicemente perché tutti sono obbligati
a pagarle).
Il lento declino dell'Italia è dovuto ANCHE al fatto che le
persone non sanno distinguere una proposta intelligente da
una stupidaggine.
Preferiscono di gran lunga il politico che sa parlare bene
da quello competente. Non c'è nessuna utilità per un
politico nello studiare e proporre proposte intelligenti
semplicemente perché la gente non le capirebbe. Dopo un
discorso di 3 minuti un minimo complesso in televisioni ti
tolgono la parola perché fai abbassare gli ascolti.
Se non offendi nessuno e non dici stupidaggini colossali non
hai spazio.
Alla fine un paese ha i politici che si merita e noi,
purtroppo, ci meritiamo questi perché da tempo abbiamo
abbandonato la cultura.
Lo si vede, purtroppo, anche da molti commenti su questo
sito.
17 novembre 2012 20:52 - francescodeleo
... almeno limitatamente a ciò che mi è capitato di
leggere finora.
17 novembre 2012 20:33 - francescodeleo
Io per il momento continuo a pensare che la questione
principale non è quale altra nuova tassa introdurre.
Limitatamente all'Italia, c'è ancora molto da fare per
razionalizzare la spesa, come pure c'è molto da fare sul
piano dell'evasione. Oggigiorno sembra che tutti sono
d'accordo che occorra un cambiamento, assare dalla
tassazione sul reddito a quella sulla proprietà, dalla
tassazione su chi ha alla tassazione sulla persona, pensando
così di risolvere problemi che andrebbero risolti in altro
modo. Del resto il lento declino dell'Italia è dovuto anche
dal fatto che chi ci comanda passa sempre meno tempo a
studiare i nostri problemi e passa sempre più tempo nei
salotti: televisioni, di amici durante i ricevimenti, ecc.
Ci vorrebbe qualcuno che scrivesse qualche teoria capace di
influenzare il nostro modo di vivere. A me il Keynes non mi
è mai servito.
17 novembre 2012 8:34 - Alessandro Pedone
@ gm da legnano
Un “Asino” non potrebbe pensare che basti introdurre la
Tobin Tax se non ci fosse stato un Keynes che circa 80 anni
fa ha teorizzato l'introduzione di una tassa sulle
transazioni finanziarie, idea che è stata ripresa poi da
Tobin per il settore delle transazioni valutarie (così che
adesso gli Asini – questi sì che lo sono, mediamente –
dei giornalisti la chiamano Tobin Tax quando se proprio gli
si vorrebbe dare un nome dovrebbe essere chiamata Keynes
Tax).
L'Asino di cui sopra, non potrebbe pensarlo se oltre a
Keynes che la concepì, non vi fossero state centinaia di
persone che hanno approfondito e rielaborato l'idea insieme
a qualche centinaia di miglia di “bischeri” come il
sottoscritto che l'hanno studiata e rilanciata nel loro
piccolissimo.
Nell'introduzione alla sua Teoria Generale Keynes ribadì la
superiorità, nel lungo termine, delle idee sul Potere.
Tentò a lungo di cambiare le cose influenzando il Potere e
non riuscì a fare quasi nulla, allora cambiò strategia e
cercò di influenzare le idee del tempo ed ebbe successo.
Similmente, riuscire a far passare il concetto che il denaro
deve avere un costo di conservazione può sembrare, oggi,
un'idea assurda. Chi non ha sufficiente apertura mentale la
ridicolizza, come tutte le idee nuove (prima ti ignorano,
poi ti ridicolizzano, poi ti combattono ed infine si
uniscono a te)
Piano piano se la cosa verrà analizzata da molte persone se
ne riconosceranno gli indubbi vantaggi per la società.
Spero di riuscire a vivere abbastanza affinché un giorno
qualche “Asino” mi scriva che “basterebbe”
introdurre una tassa sulla liquidità “senza tanta
ideologia”.
Per inciso, comunque, su questo sito abbiamo più volte
parlato della Tassa sulle Transazioni Finanziarie (anche
recentemente ho scritto un editoriale sul tema della sua
introduzione in Italia in un modo che rischia molto di
essere un flop). Personalmente io sono a favore di una tassa
su tutte le transazioni monetarie. Un tassa del genere,
insieme ad una patrimoniale, entrambe nell'ordine dell'1%
sarebbe in grado di eliminare tutte le tasse sui redditi e
l'IVA.
16 novembre 2012 14:47 - gm da legnano
Ma,tra tanta teoria, un Asino non potrebbe pensare: " il
giusto sta nell'usare di volta in volta l'una o l'altra
pratica a seconda delle necessità contingenti??"
Semplicemente, senza tanta ideologia.
Secondo l'Asino potrebbe essere sufficente l'adozione della
Tobin tax, opportunamente dosata, per limitare lo strapotere
della speculazione finanziaria; questa distrugge ricchezza
concentrando la stessa presso i ricchi che la congelano o la
investono in ulteriori attività speculative
improduttive.
Per chiunque, non solo per l'Asino, in questo momento è
palese che la finanza strozza la produzione di beni reali
(ricchezza) accaparrandosi l'intera disponibilità di moneta
esistente e stampabile!
I proventi della Tobin sanerebbero i debiti pubblici
rinnovando la capacità dello stato a finanziare attività
creatrici di ricchezza ( infrastrtture, industrie,
formazione, ricerca, giustizia ecc.)e la speculazione
sarebbe un pò frenata nel suo cinismo distruttivo e
deleterio per il civile convivere.
La distribuzione della ricchezza potebbe più facilmente
trovare un migliore equilibrio togliendo semplicemente ai
ricchi la goduria di essere, magari a breve, riconusciuti
per "il più ricco del cimitero"
15 novembre 2012 19:26 - francescodeleo
Certo, disincentivare il risparmio per il consumo può
portarci ad una economia non sosteniblile. Si potrebbe anche
affermare che il mantenimento un alto grado di
disuguaglianza sociale è la conseguenza dell'incapacità
del genere umano di sostenerci tutti in egual misura (teoria
a cui non posso appartenere). Inoltre, potrebbe essere
necessario ridurre ulteriormente i redditit da lavoro per
contrastarne gli effetti della disincetivazione.
15 novembre 2012 18:30 - Toio68
Quanto al voler separare la funzione del denaro come mezzo
di scambio da quella di funzione di accumulo della
ricchezza, mi sembra privo di senso. Sono due lati della
stessa medaglia. O si usa il baratto diretto, con tutte le
complicazioni del caso, oppure si utilizza una “moneta
neutra”. Che quest'ultima sia costituita da conchiglie, da
sale, da oro o da biglietti di banca, cambia abbastanza
poco. Sarà sia un mezzo di scambio che un mezzo di
accumulo.
Il mondo è diventato sempre più complicato, e a volte
perdiamo il senso delle cose. A volte tornare indietro nel
tempo chiarisce le cose.
Mettiamo che sono un cacciatore del neolitico e ho preso due
lepri. Riesco a mangiarne solo una prima che si guastino,
quindi bisogna che la scambi con qualcosa di diverso prima
che sia troppo tardi. Se non trovo qualcun altro che vuole
una lepre e ha qualcosa di interessante per me, sono nei
guai. L'alternativa è scambiarla con qualcosa che possa
scambiare POI con qualcos'altro. Ad esempio potrei
scambiarla con delle conchiglie, per poi scambiarle con
delle punte di freccia nuove. A me non interessano le
conchiglie in sé: semplicemente sono un mezzo di scambio
accettato sia dai cacciatori che dai cercatori di tuberi che
dagli artigiani della selce. Eppoi le posso prendere oggi e
scambiare con qualcos'altro domani o tra una settimana,
quando la mia lepre sarà oramai immangiabile. Nello stesso
tempo in cui le conchiglie diventano una merce di scambio,
diventano pure un mezzo per accumulare la mia ricchezza (la
lepre in più) e utilizzarla più tardi. Non è possibile
separare le due funzioni: conchiglia o banconota cambia
poco.
15 novembre 2012 18:28 - Toio68
Leggo molte cose che mi lasciano perplesso...
L'obiezione alla risposta di Cerutti (che condivido in
pieno) mi sembra che non regga. Mi spiego con una analogia
immobiliare.
Quando uno decide di concedere un appartamento in uso a
qualcun altro, lo fa a titolo gratuito solo se chi riceve
l'appartamento è un figlio, un amico, un fratello ecc.
Altrimenti di norma chiede in cambio un canone di locazione.
Quando qualcuno ebbe l'infelice idea di calmierare gli
affitti ad una soglia troppo bassa (il famigerato equo
canone), l'effetto fu che nessuno affittava più le case. E
questo nonostante il detenere case sfitte fosse oneroso: ci
si pagava sopra le tasse, nonché i costi di gestione e
manutenzione.
Allo stesso modo, chi detiene denaro è incentivato a
prestarlo se ottiene un interesse in cambio. Se non
l'ottiene o ne ottiene uno insufficiente, non lo presterà.
Se detenere il denaro è costoso, ad esempio perché viene
eroso dall'inflazione, la gente tenderà a cambiarlo con
qualcosa di non “deperibile” come immobili o materie
prime. Anche in questo caso comunque non avrà alcun
incentivo a prestare denaro. Con lo svantaggio di non
poterlo usare direttamente, ma di dover prima liquidare per
utilizzarlo. Quindi, si ottiene un doppio disincentivo alla
circolazione di denaro: da una parte un disincentivo al
prestito, dall'altra un disincentivo al consumo. Non vedo
come questo non possa causare una diminuzione della
ricchezza (siccome meno consumo vuole dire meno produzione e
quindi meno reddito) e una sua più diseguale distribuzione
(siccome senza prestiti, solo chi ha già denaro può
investire e creare nuova ricchezza).
Non mi sembra un gran bel risultato...
15 novembre 2012 17:48 - francescodeleo
Ho letto ciò che ha scritto questo krugman: ha terminato
l'articolo scrivendo esattamente il suo titolo ma usando
altre parole, nel mezzo il nulla. Stavo cestinando
l'articolo quando mi sono reso conto che era soltanto una
pagina web, per cui è bastato chiudere quella linguetta.
Poi vorrei sapere perchè il sig. pedona afferma che la
magior parte del debito pubblico è dovuto agli interessi
che si sono accumulati negli anni: in Italia assistemmo ad
un boom del debito pubblico negli anni 80, difficilmente
giustificabile dai soli interessi. E sinceramente io non
credo, volendo tornare ai giorni nostri, che la gestione
degli interessi è la strada principale per una corretta
gestione del bilancio statale. Essi rappresentano il 10/15%
di tutte le spese dello stato italiano. Sono tanti, lo so
(tanto è vero che litighiamo oramai sui singoli milioni di
euro), ma mentre si potrebbe, ad esempio, decidere da un
giorno all'altro di dimezzare lo stipendio degli impiegati
pubblici, non si può decidere di dimezzare il pagamento
degli interessi. Come si fà? Si potrebbe dimezzare il
debito pubblico vendendo beni, ma ne abbiamo a sufficienza?
Quello che voglio dire è che non possiamo manovrare i tassi
a nostro piacimento e che il loro livello dipende da fattori
anche esterni. Ciò che possiamo fare è gestire
correttamente lo stock del debito affinchè gli altri siamo
disposti ad accettare tassi più bassi, da cui una minor
spesa.
Io non credo nemmeno che la liquidità sia un male, poichè
la ricchezza non è distribuita uniformemente: una tassa
sulla liquidità colpirebbe chi ne ha di meno. Faccio anche
fatica ad abbinare ad essa una economia con poco stato: in
uno stato in cui solo poche funzioni sono ad esso demandate,
come è possibile che la maggioranza della popolazione possa
far fronte alle spese non più coperte dal sistema sociale?
Non mi si vorrà dire che aumenterà la busta paga degli
operai e degli impiegati, dato che in questi giorni si è
parlato solo di una riduzione degli oneri che gravano sule
imprese, in primis gli oneri sociali (necessari per la
pensione).
Questa la mia opinione in pochissime parole.
15 novembre 2012 12:05 - Alessandro Pedone
@Mechano,
conosco la MMT ma, francamente, non mi convince per niente.
Prima di tutto non mi convince il modo con il quale si
pongono.
Sembra che sia l'unica teoria economica vera al mondo.
Sembra che abbiano scoperto la salvezza dell'umanità.
Sembra che non vi siano controindicazioni.
Si spaccia per VERITA' scientifiche (sich!, l'economia non
è una scienza!) delle teorie discutibili e discusse.
Inoltre vi è un tono aggressivo tipico di chi pensa di
avere la verità in tasca e tutti gli altri o sono
pericolosi malfattori - e vanno eliminati (Monti sarebbe un
criminale, secondo il divulgatore della MMT in Italia) - o
sono cretini che non capisco.
Il tutto è farcito da teorie complottiste secondo la quale
il mondo sarebbe nella mani di gruppi di potere tipo
Bildergberg, Trilaterale, ecc. Questo modo di proporsi non
mi piace per niente.
Venendo al merito, il cuore della MMT, per come l'ho
compresa io, è il seguente: se lo stato ha una moneta
sovrana può spendere quanto vuole coprendo il deficit con
l'emissione di moneta e/o di titoli di stato (che, secondo
questi economisti sarebbe la stessa cosa). Secondo questa
teoria ciò non genererebbe inflazione perché lo stato può
tassare i cittadini per distruggere parte della moneta.
Modestamente, vedo tanti pericoli in un approccio di questo
tipo.
In primo luogo mi sembra che questo discorso trascuri
l'impatto del settore estero. Nessuno stato è un'isola e la
quantità di moneta impatta anche nei tassi di cambio e
quindi nelle esportazioni/importazioni e quindi
nell'inflazione importata.
Deve esserci un rapporto fra quantità di moneta in
circolazione e quantità di beni e prodotti scambiabili
nell'economia. Lo stato non può stampare quanta moneta
vuole.
Dire che attraverso la tassazione si distrugge moneta non mi
sembra che abbia molto senso perché se lo stato è in
deficit significa che spende più di quello che incassa,
quindi le tasse che incamera le immette nel sistema
economico attraverso le spese, non distrugge proprio niente.
Bisognerebbe che fosse in grande attivo e allora avrebbe
certamente un effetto deflattivo.
Il problema del debito pubblico, anche in una economia con
moneta sovrana è un grande problema perché divora una
parte di tasse che vengono redistribuite a chi ha di più (i
possessori di titoli di stato). Più cresce il debito
pubblico e minori spazi di manovra ha il governo.
Rispondere: tanto può stampare altra moneta non ha senso
perché, appunto, c'è un limite a quanta moneta possa
stampare e questo limite è l'inflazione.
Tante delle cose che dicono sono comunque vere (il fatto che
la moneta è - o meglio dovrebbe essere - solo una unità di
conto, il fatto che l'Euro è una anomalia perché non è
una moneta sovrana, ecc.), ma in mezzo a queste cose
corrette infilano teorie complottiste in base alla quale
tutto questo sistema sarebbe progettato da dei cattivoni che
vogliono affamare la gente per la loro ricchezza. In queste
cose io non le credo.
Dal punto di vista politico, poi si propone che sia lo stato
a far lavorare le persone fino a raggiungere la piena
occupazione. A me questa cosa, proprio per alcuni degli
insegnamenti di Hayek, mi fa venire i brividi. Io voglio
meno stato, non più stato.
Io non voglio che lo stato assuma le persone tanto per farle
lavorare. Io voglio del lavoro vero, utile, produttivo, che
sia soddisfacente per la persona che lavora e utile alla
società.
Ciò che ci serve non è l'intervento della politica per
regolare in continuazione l'economia, privandoci così di
libertà fondamentali, ma un'architettura economica che
consenta alle libertà individuali di agire per il bene
collettivo e non per il bene individuale. Il libero mercato
è fondamentale, ma deve avere regole che lo proiettino
verso il bene della comunità.
Lo stato deve servire a fare le cose che solo lo stato può
fare come la moneta, la difesa e la giustizia. Il resto deve
essere lasciato alla libertà individuale nell'ambito di
precise regole che servono a fare in modo che la libertà
individuale persegua l'interesse comune.
La moneta che abbiamo adesso è l'esatto opposto.
Serve un altro tipo di moneta, in questo concordiamo con la
MMT, ma non siamo d'accordo su altri punti ugualmente
fondamentali.
14 novembre 2012 14:59 - Mechano
@Alessandro.
Le Teorie Monetarie Moderne ed il post-keynesianismo dicono
che le banche centrali devono appartenere agli Stati ed ai
relativi Ministeri del Tesoro.
Solo in questo modo uno Stato emette moneta sovrana che
spende sì a deficit, ma il debito non è con nessuno se non
con se stesso.
Un sito italiano di spunto è quello ufficiale certificato
dalla scuola di economia dell'Università di Kansas City -
Missouri:
http://democraziammt.info
14 novembre 2012 14:53 - Mechano
La risposta a tutte queste domande esiste, sono le Teorie
Monetarie Moderne.
Nel febbraio e poi nell'ottobre di quest'anno 3500 persone
abbiamo raccolto oltre €100.000 per organizzare 3 summit
con i migliori professori mondiali di economia che ci
spiegassero bene questi concetti.
Sono anche quelli che hanno aiutato l'Argentina ad uscire
dal default del 2001.
La moneta deve essere sovrana, creata dallo Stato che la
spende a deficit quello che basta per creare piena
occupazione e pieno stato sociale.
La moneta smette di essere merce e diventa unità di misura
del lavoro umano. ossia lo Stato la crea per comprarsi il
lavoro di tutti quelli che devono insegnare, curare,
costruire strade, ecc.
E tassa per distruggere il denaro in surplus per regolare
l'inflazione.
Il denaro poi si può fare come si vuole! Il denaro è
un'invenzione umana.
14 novembre 2012 12:50 - Alessandro Pedone
@LupoLarsen
C'è una quantità di disinformazione su internet relativo a
questo tema che si fa molta fatica a ragionare seriamente
poiché di solito la controparte ha una radicata idea che
molto spesso è figlia di informazioni parziali e cariche di
emotività.
E' vero che il denaro viene creato essenzialmente dal
nulla.
Il denaro non è nient'altro, come ho scritto nell'articolo,
che una convenzione sociale e non rappresenta nulla.
La facoltà di gestire la quantità di denaro in
circolazione è affidata alle Banche Centrali.
Non vedo niente di scandaloso in questa scelta. Mi fiderei
molto meno se questa possibilità fosse lasciata alla
decisione dei politici di turno che hanno sempre dimostrato
di usare le leve di politica economia in funzione delle
convenienze politiche di breve e brevissimo termine.
Il problema sono le regole con le quali le banche centrali
devono operare. Oggi esiste il tasso d'interesse, appunto,
perché non riteniamo neppure concepibile che la pura
liquidità debba prevedere un costo.
E' solo un fatto di regole, di scelte.
Detto questo, l'articolo è sicuramente incompleto da molti
punti di vista.
Grazie per il suo intervento.
14 novembre 2012 12:25 - Alessandro Pedone
@Cerutti
L'"interesse" a prestare soldi senza TASSO d'interesse ci
sarebbe se l'alternativa, ovvero tenere i soldi liquidi,
fosse costosa così come è costoso accumulare beni e merci
di qualsiasi tipo.
Un tasso d'interesse positivo non è il solo modo affinché
si possano realizzare dei prestiti monetari.
E' il solo modo che abbiamo conosciuto fino ad oggi (sebbene
vi siano stati più casi nella storia, anche recente, di
obbligazioni emesse a tasso d'interesse pari a zero o
addirittura negativo, ma qui le ragioni sono completamente
diverse).
14 novembre 2012 10:29 - Cerutti
Si chiama interesse appunto perchè è l'unico motivo di
ottenere un prestito. Con il nulla si ottiene il nulla,
punto.
14 novembre 2012 9:13 - LupoLarsen
"Ma perché dobbiamo pagare gli interessi sul debito
pubblico ed in generale sui prestiti monetari?
Non è una legge della natura, è una regola che abbiamo
costruito."
Questa è la domanda che l'autore pone e la risposta che
egli dà.
Ritengo ch la risposta sia incompleta.
Già, perchè dobbiamo pagare interessi?
Ecco la risposta e sfido chiunque a smentirla (con i fatti e
la logica, però, non con l'aria fritta):
Perchè i soldi lo Stato li chiede alle banche che li
stampano creaùndoli così dal nulla! Oggi li stampa la BCE.