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10 gennaio 2013 19:54 - massimo1062
Mi permetto di aggiungere dei pensieri alla sua risposta sulla indipendenza economica da raggiungere con la finanza.parafrasando il famoso paradosso di sharpe se il rendimento del mercato e' la somma dei rendimenti dei singoli operatori,se qualcuno guadagna qualcuno perde ,la finanza e' un gioco troppo spesso senza valore aggiunto e quasi sempre a somma zero.se produco un 'oggetto e lo vendo ,e soddisfo un bisogno allora guadagnammo in due ,il compratore ed il produttore.purtroppo in finanza non è' quasi mai così.le aspettative di guadagno facile ,alimentate ad arte ,determinano proprio l'inverno e cioè delle molto probabili perdite ricorrenti.in effetti la unica finanza sana che può esistere dovrebbe essere il debito pubblico col quale lo stato finanzia i servizi erogati.purtroppo esistono delle distorsioni anche li .consideriamo comunque che proprio la ricerca di rendite facili e' molto probabilmente una delle più' importanti cause delle recenti crisi.quindi pensiamo un poco di più' al sano lavoro produttivo e cerchiamo di riportare la finanza sui vecchi binari del sano risparmio da trasferire difeso nel futuro.
10 gennaio 2013 17:55 - Alessandro Pedone
@cypherinfo
L'"autosufficienza economica" attraverso gli investimenti finanziari è un mito alimentato da coloro che guadagno vendendo informazioni e servizi per coloro che ci provano.
I mercati finanziari servono in primo luogo a tentare di proteggere il capitale dall'inflazione ed avere un MODESTO rendimento aggiuntivo nell'ordine dell'1% sei i rischi che si corrono sono modesti o 4% sei i rischi che si corrono sono elevanti (quindi si accetta che alcuni anni si possa anche perdere il capitale, mentre altri anni si possa anche guadagnare molto di più).
I trader, specialmente in derivati, nella maggior parte dei casi perdono tutti i soldi prima di arrivare a padroneggiare tutti gli strumenti fra i quali, in particolare, la propria emotività.
In primo luogo è neccessario avere le aspettative ragionevoli.
Con "alcune migliaia di € da investire" come si può pensare, ragionevolmente di viverci?
Significherebbe decuplicare gli investimenti.
Se vi fosse un modo per farlo, coloro che hanno centinaia di migliaia di euro? E coloro che hanno milioni? Si rende conto che è una cosa semplicemente folle?
Io mi sento un po' un consulente finanziario "senza frontiere" nel senso che dedico una parte parte consistente del mio tempo a fare consulenza gratuita, attraverso il sito e di persona in sede all'Aduc, ai molti che non possono permettersi le parcelle che faccio ai miei clienti milionari.
In questa veste le consiglio spassionatamente di abbandonare questa idea da subito. Ho conosciuto troppi tentati trader che hanno perso i pochi soldi che avevano.
Ma poiché so già che questo consiglio non l'accetterà.
Le chiedo di ricordarsi, quando avrà capito che la cosa le porta solo perdite (spero che lo capisca prima di perdere tutto quello che), di riscriverci raccontando la sua storia a beneficio dei prossimi tentati trader che - purtroppo - sicuramente non mancheranno.
9 gennaio 2013 11:33 - cypherinfo
Salve, mi sono sempre chiesto se come per altre categorie: informatici, medici, avvocati ci sono i consulenti finanziari "senza frontiere" intendendo, per fare un paragone in ambito informatico: il software open source rispetto a quello commerciale!
Se così fosse chiederei: considereando una persona con la propensione allo studio anche approfondito, con alcune ore al giorno a disposizione, una connessione ad internet ed alcune migliaia di € da investire quali sono gli strumenti di investimento per raggiungere n tempi ragionevoli l'autosufficienza economica? Come considera sotto questo aspetto le opzioni binarie?
Grazie.
7 gennaio 2013 15:04 - Alessandro Pedone
@marindo
In primo luogo ringrazio lei (e gli altri utenti) per i complimenti sempre graditi. Quando si fa un lavoro come volontario, leggere spesso commenti dequalificanti (per il sito, per chi legge, ed anche per chi li scrive) è abbastanza demotivante.
Quest'anno sembrerebbe iniziato bene perché questo articolo ha ricevuto molti commenti pertinenti (positivi o negativi non è questa la cosa più importante, un commento negativo può essere anche estremamente stimolante ed utile, talvolta più di un complimento, ma ciò che conta è che siano pertinenti e ragionati).
Insieme a Lei, quindi, ringrazio federico6198, massimo1062 e gli altri che hanno commentato.

Detto questo, vengo alla sua domanda. I fondi comuni d'investimento nel 90/95% dei casi sono pieni di costi inutili. Fra gli strumenti proposti dalla così detta "industria del risparmio gestito" sono forse i meno dannosi, ma restano comunque pieni di costi del tutto inutili.
Il mito del "bravo gestore" ha fatto ingrassare le banche e rimpicciolire di non poco i portafogli dei risparmiatori.
Se va sulle domande frequenti del sito potrà leggere una sintesi del nostro pensiero alla risposta alla domande n. 10 e 11.
5 gennaio 2013 22:39 - marindo
gent.Alessandro Pedone, nel ringraziarla per i vari ed interessanti articoli che seguo da molti anni, e nel condividere la sua tesi che giustamente suggerisce di investire con strategia in strumenti semplici, le chiedo perchè annovera anche i fondi comuni tra gli strumenti di investimento da evitare.
In attesa di un gradito riscontro, grazie di nuovo ed auguri.
4 gennaio 2013 14:54 - federico6198
Caro Alessandro Pedone,per combattere il pregiudizio popolare legato al mondo degli investimenti si potrebbe ribattezzare ADUC RISPARMIARE ED INVESTIRE INFORMATI,in quanto il nome INVESTIRE INFORMATI potrebbe fuorviare il piccolo risparmiatore dando la sensazione che questo sito sia rivolto ad un pubblico facoltoso.
Ancora grazie e complimenti per il lavoro che fate !
3 gennaio 2013 8:01 - massimo1062
dottor pedone complimenti per l'articolo,finalmente privo di noiosi riferimenti politici,e nel quale lei esprime la sua preparazione professionale.due cose un augurio di buon anno e un formale invito a tutti per vincere la pigrizia nel finanziare questo meraviglioso sito,pigrizia della quale anche io sono fautore(come si dice anno nuovo vita nuova),vedro' di farmi perdonare.buon anno e complimenti per il sito.
3 gennaio 2013 7:53 - franco8442
Prima ancora di cercare una strategia d'investimento, il risparmiatore deve sapere quali sono le sue necessità e progetti per il futuro vicino e lontano (come l'Aduc ci ha ricordato).
1 gennaio 2013 22:55 - MarcoDC
Sì anch'io la penso così ma i social network, sui quali io non ho alcun account, hanno un appeal diverso dalla discussione finanziaria (la scienza triste è chiamata); io spero anche un pubblico diverso.

Buon anno.
1 gennaio 2013 16:28 - federico6198
Posso dirti anche un'altra cosa,che in questo momento in italia siamo solo noi due a commentare questo articolo,metre facebook sarà sicuramente intasato !
Se vuoi fare la prova del 9 prova ad incollare i link di aduc su facebook per vedere il grado di interesse o un mi piace,troverai solo il disinteresse più totale e sarai deriso da tutti perchè per investire bisogna avere "tanti soldi"
1 gennaio 2013 15:54 - federico6198
Ciao Marco,il meditate gente è rivolto in senso provocatorio e non da professionista della finanza quale non sono,è chiaro che non si può avere una buona preparazione di massa in campo finaziario ma sarebbe ragionevole almeno avere una preparazione di base,quando si parla di alfabettizazione s'intende l'ABC che a mio avviso è importante,ma che mediamente la gente non ha,per esempio non sà quale sia la differenza tra un consulente indipendente o un promotore oppure non sà neanche cosa sia il tasso composto o come funziona una semplice obbligazione,però sa perfettamente chi è il capocannoniere del campiomato di calcio di serie A,oppure il gossip del momento, è chiaro che le conoscienze di base che ho acquisito frequentando questo sito sono dettate da due motivazioni : la passione e la voglia di ottenere dei risultati migliori dai propri risparmi,ma se una persona non vuole interessarsi in questo campo perchè non gli interessa o non ha le capacità,potrebbe almeno rivolgersi a dei profassionisti che gli diano delle indicazioni giuste sul come tutelare i propri interessi,ma questo mediamente non accade perchè per farsi certe domande bisognerebbe almeno avere delle conoscienze di base .
1 gennaio 2013 11:37 - MarcoDC
Federico
lei ha ragione ma dipende da cosa mi aspetto e da quali obiettivi mi pongo.

Per fare un paragone calcistico, che ci sta sempre (:-) ), se ho come obiettivo quello di divertirmi giocando a calcio mi allenerò nella squadra della mia città, se voglio provare a diventare un semiprofessionista dedicherò più tempo ed energie trascurando altro, il compito sarà più difficile ma riuscendo il risultato più gratificante, se volessi diventare un campione dovrò dedicarmi completamente al calcio, trascurando il resto, rischio massimo ma massima resa dovessi riuscire.

Sul resto, sulla poca informazione, informatizzazione anche qui concordo con lei ma non sarei così drastico ("come si fa a non essere...").. le persone scelgono gli ambiti di interesse che maggiormente le attraggono... certo il buonsenso dice di non avventurarsi dove non si è adeguatamente preparati (anche a delegare). Su questo sono d'accordo.

Inoltre mi permetta un appunto, "meditate gente meditate" mi appare "professorale", io non penso lei abbia "la soluzione".
31 dicembre 2012 20:15 - federico6198
Penso che il mondo della finanza e degli investimenti non sia per niente complicato basta mettere in pratica quanto spiegato in : Faq domande frequenti nella homepage di investire informati,io personalmente l'ho fatto ed ho avuto buoni risultati e da quando frequento questo sito non ho sbagliato un colpo ! Il problema è un'altro : La testa ed i limiti della massa legati al mondo degli investimenti,ma non solo anche una bassa cultura informatica che non permette di sfruttare adeguatamente le informazioni che la rete offre,compreso questo sito,ma com'è possibile che nell'era dell'informazione ci sia così tanta gente disinformata ? Semplice la gente non è più abituata a pensare e a rgionare con la propria testa segue le mode basti vedere il successo dei social network che il sottoscritto ha sempre snobbato,ore ed ore perse a concludere il nulla assoluto,invito i lettori a leggere questo interessante articolo di Nicola Zanella meditate gente meditate.... :http://www.youinvest.org/ws_section_item.php?itemId=59§ ionId=4
31 dicembre 2012 17:02 - MarcoDC
Alessandro
aggiungerei che per avere una strategia bisogna sapere bene cosa si sta facendo e per ottenere questo bisogna fare fatica, purtroppo sbagliare spesso prima di "sapere cosa si sta facendo".

Inoltre per mantenere una strategia quando questa sembra non funzionare bisogna sapere esattamente su quali presupposti si basa e specialmente perchè e in quali scenari la strategia che si è utilizzato potrà funzionare.

Perchè dire che ci vuole un'exit strategy è facile, sapere quando è il caso di iniziarla è complesso e non può che dipendere dal fatto di rendersi conto che lo scenario sul quale ci si è basati non ha più la possibilità di avverarsi in un limite di tempo ragionevole.

Sembra complesso ? LO E'.

Direi inoltre che per chi non è un professionista, l'investimento diretto in azioni o è da evitarsi, in obbligazioni se si rimane su emissioni semplici è percorribile, differentemente è da evitarsi.

Io utilizzo fondi comuni, li seleziono su una piattaforma on line senza costi, pago le commissioni ai gestori naturalmente, ribilancio il mio portafoglio tra quota azionaria e obbligazionaria/liquida e per aree geografiche ogni volta che ritengo che lo scenario macro apra a condizioni diverse da quelle riflesse dal mio ptf, non sono un professionista, evito azioni, ho fatto errori in passato dai quali ho cercato di imparare, ora va molto meglio, misuro i miei risultati confrontandoli con benchmark ufficiali per capire come sto veramente andando.

Come si dice "non ci sono pasti gratis in finanza", bisogna perdere tempo e farsi una cultura finanziaria adeguata, mantenere il giusto equilibrio rispetto alla propria propensione al rischio e tolleranza alle perdite e... nessuna scorciatoia,
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