Mi permetto di aggiungere dei pensieri alla sua risposta
sulla indipendenza economica da raggiungere con la
finanza.parafrasando il famoso paradosso di sharpe se il
rendimento del mercato e' la somma dei rendimenti dei
singoli operatori,se qualcuno guadagna qualcuno perde ,la
finanza e' un gioco troppo spesso senza valore aggiunto e
quasi sempre a somma zero.se produco un 'oggetto e lo vendo
,e soddisfo un bisogno allora guadagnammo in due ,il
compratore ed il produttore.purtroppo in finanza non è'
quasi mai così.le aspettative di guadagno facile
,alimentate ad arte ,determinano proprio l'inverno e cioè
delle molto probabili perdite ricorrenti.in effetti la unica
finanza sana che può esistere dovrebbe essere il debito
pubblico col quale lo stato finanzia i servizi
erogati.purtroppo esistono delle distorsioni anche li
.consideriamo comunque che proprio la ricerca di rendite
facili e' molto probabilmente una delle più' importanti
cause delle recenti crisi.quindi pensiamo un poco di più'
al sano lavoro produttivo e cerchiamo di riportare la
finanza sui vecchi binari del sano risparmio da trasferire
difeso nel futuro.
10 gennaio 2013 17:55 - Alessandro Pedone
@cypherinfo
L'"autosufficienza economica" attraverso gli investimenti
finanziari è un mito alimentato da coloro che guadagno
vendendo informazioni e servizi per coloro che ci provano.
I mercati finanziari servono in primo luogo a tentare di
proteggere il capitale dall'inflazione ed avere un MODESTO
rendimento aggiuntivo nell'ordine dell'1% sei i rischi che
si corrono sono modesti o 4% sei i rischi che si corrono
sono elevanti (quindi si accetta che alcuni anni si possa
anche perdere il capitale, mentre altri anni si possa anche
guadagnare molto di più).
I trader, specialmente in derivati, nella maggior parte dei
casi perdono tutti i soldi prima di arrivare a padroneggiare
tutti gli strumenti fra i quali, in particolare, la propria
emotività.
In primo luogo è neccessario avere le aspettative
ragionevoli.
Con "alcune migliaia di € da investire" come si può
pensare, ragionevolmente di viverci?
Significherebbe decuplicare gli investimenti.
Se vi fosse un modo per farlo, coloro che hanno centinaia di
migliaia di euro? E coloro che hanno milioni? Si rende conto
che è una cosa semplicemente folle?
Io mi sento un po' un consulente finanziario "senza
frontiere" nel senso che dedico una parte parte consistente
del mio tempo a fare consulenza gratuita, attraverso il sito
e di persona in sede all'Aduc, ai molti che non possono
permettersi le parcelle che faccio ai miei clienti
milionari.
In questa veste le consiglio spassionatamente di abbandonare
questa idea da subito. Ho conosciuto troppi tentati trader
che hanno perso i pochi soldi che avevano.
Ma poiché so già che questo consiglio non l'accetterà.
Le chiedo di ricordarsi, quando avrà capito che la cosa le
porta solo perdite (spero che lo capisca prima di perdere
tutto quello che), di riscriverci raccontando la sua storia
a beneficio dei prossimi tentati trader che - purtroppo -
sicuramente non mancheranno.
9 gennaio 2013 11:33 - cypherinfo
Salve, mi sono sempre chiesto se come per altre categorie:
informatici, medici, avvocati ci sono i consulenti
finanziari "senza frontiere" intendendo, per fare un
paragone in ambito informatico: il software open source
rispetto a quello commerciale!
Se così fosse chiederei: considereando una persona con la
propensione allo studio anche approfondito, con alcune ore
al giorno a disposizione, una connessione ad internet ed
alcune migliaia di € da investire quali sono gli strumenti
di investimento per raggiungere n tempi ragionevoli
l'autosufficienza economica? Come considera sotto questo
aspetto le opzioni binarie?
Grazie.
7 gennaio 2013 15:04 - Alessandro Pedone
@marindo
In primo luogo ringrazio lei (e gli altri utenti) per i
complimenti sempre graditi. Quando si fa un lavoro come
volontario, leggere spesso commenti dequalificanti (per il
sito, per chi legge, ed anche per chi li scrive) è
abbastanza demotivante.
Quest'anno sembrerebbe iniziato bene perché questo articolo
ha ricevuto molti commenti pertinenti (positivi o negativi
non è questa la cosa più importante, un commento negativo
può essere anche estremamente stimolante ed utile, talvolta
più di un complimento, ma ciò che conta è che siano
pertinenti e ragionati).
Insieme a Lei, quindi, ringrazio federico6198, massimo1062 e
gli altri che hanno commentato.
Detto questo, vengo alla sua domanda. I fondi comuni
d'investimento nel 90/95% dei casi sono pieni di costi
inutili. Fra gli strumenti proposti dalla così detta
"industria del risparmio gestito" sono forse i meno dannosi,
ma restano comunque pieni di costi del tutto inutili.
Il mito del "bravo gestore" ha fatto ingrassare le banche e
rimpicciolire di non poco i portafogli dei risparmiatori.
Se va sulle domande frequenti del sito potrà leggere una
sintesi del nostro pensiero alla risposta alla domande n. 10
e 11.
5 gennaio 2013 22:39 - marindo
gent.Alessandro Pedone, nel ringraziarla per i vari ed
interessanti articoli che seguo da molti anni, e nel
condividere la sua tesi che giustamente suggerisce di
investire con strategia in strumenti semplici, le chiedo
perchè annovera anche i fondi comuni tra gli strumenti di
investimento da evitare.
In attesa di un gradito riscontro, grazie di nuovo ed
auguri.
4 gennaio 2013 14:54 - federico6198
Caro Alessandro Pedone,per combattere il pregiudizio
popolare legato al mondo degli investimenti si potrebbe
ribattezzare ADUC RISPARMIARE ED INVESTIRE INFORMATI,in
quanto il nome INVESTIRE INFORMATI potrebbe fuorviare il
piccolo risparmiatore dando la sensazione che questo sito
sia rivolto ad un pubblico facoltoso.
Ancora grazie e complimenti per il lavoro che fate !
3 gennaio 2013 8:01 - massimo1062
dottor pedone complimenti per l'articolo,finalmente privo di
noiosi riferimenti politici,e nel quale lei esprime la sua
preparazione professionale.due cose un augurio di buon anno
e un formale invito a tutti per vincere la pigrizia nel
finanziare questo meraviglioso sito,pigrizia della quale
anche io sono fautore(come si dice anno nuovo vita
nuova),vedro' di farmi perdonare.buon anno e complimenti per
il sito.
3 gennaio 2013 7:53 - franco8442
Prima ancora di cercare una strategia d'investimento, il
risparmiatore deve sapere quali sono le sue necessità e
progetti per il futuro vicino e lontano (come l'Aduc ci ha
ricordato).
1 gennaio 2013 22:55 - MarcoDC
Sì anch'io la penso così ma i social network, sui quali io
non ho alcun account, hanno un appeal diverso dalla
discussione finanziaria (la scienza triste è chiamata); io
spero anche un pubblico diverso.
Buon anno.
1 gennaio 2013 16:28 - federico6198
Posso dirti anche un'altra cosa,che in questo momento in
italia siamo solo noi due a commentare questo articolo,metre
facebook sarà sicuramente intasato !
Se vuoi fare la prova del 9 prova ad incollare i link di
aduc su facebook per vedere il grado di interesse o un mi
piace,troverai solo il disinteresse più totale e sarai
deriso da tutti perchè per investire bisogna avere "tanti
soldi"
1 gennaio 2013 15:54 - federico6198
Ciao Marco,il meditate gente è rivolto in senso
provocatorio e non da professionista della finanza quale non
sono,è chiaro che non si può avere una buona preparazione
di massa in campo finaziario ma sarebbe ragionevole almeno
avere una preparazione di base,quando si parla di
alfabettizazione s'intende l'ABC che a mio avviso è
importante,ma che mediamente la gente non ha,per esempio non
sà quale sia la differenza tra un consulente indipendente o
un promotore oppure non sà neanche cosa sia il tasso
composto o come funziona una semplice obbligazione,però sa
perfettamente chi è il capocannoniere del campiomato di
calcio di serie A,oppure il gossip del momento, è chiaro
che le conoscienze di base che ho acquisito frequentando
questo sito sono dettate da due motivazioni : la passione e
la voglia di ottenere dei risultati migliori dai propri
risparmi,ma se una persona non vuole interessarsi in questo
campo perchè non gli interessa o non ha le
capacità,potrebbe almeno rivolgersi a dei profassionisti
che gli diano delle indicazioni giuste sul come tutelare i
propri interessi,ma questo mediamente non accade perchè per
farsi certe domande bisognerebbe almeno avere delle
conoscienze di base .
1 gennaio 2013 11:37 - MarcoDC
Federico
lei ha ragione ma dipende da cosa mi aspetto e da quali
obiettivi mi pongo.
Per fare un paragone calcistico, che ci sta sempre (:-) ),
se ho come obiettivo quello di divertirmi giocando a calcio
mi allenerò nella squadra della mia città, se voglio
provare a diventare un semiprofessionista dedicherò più
tempo ed energie trascurando altro, il compito sarà più
difficile ma riuscendo il risultato più gratificante, se
volessi diventare un campione dovrò dedicarmi completamente
al calcio, trascurando il resto, rischio massimo ma massima
resa dovessi riuscire.
Sul resto, sulla poca informazione, informatizzazione anche
qui concordo con lei ma non sarei così drastico ("come si
fa a non essere...").. le persone scelgono gli ambiti di
interesse che maggiormente le attraggono... certo il
buonsenso dice di non avventurarsi dove non si è
adeguatamente preparati (anche a delegare). Su questo sono
d'accordo.
Inoltre mi permetta un appunto, "meditate gente meditate" mi
appare "professorale", io non penso lei abbia "la
soluzione".
31 dicembre 2012 20:15 - federico6198
Penso che il mondo della finanza e degli investimenti non
sia per niente complicato basta mettere in pratica quanto
spiegato in : Faq domande frequenti nella homepage di
investire informati,io personalmente l'ho fatto ed ho avuto
buoni risultati e da quando frequento questo sito non ho
sbagliato un colpo ! Il problema è un'altro : La testa ed i
limiti della massa legati al mondo degli investimenti,ma non
solo anche una bassa cultura informatica che non permette
di sfruttare adeguatamente le informazioni che la rete
offre,compreso questo sito,ma com'è possibile che nell'era
dell'informazione ci sia così tanta gente disinformata ?
Semplice la gente non è più abituata a pensare e a
rgionare con la propria testa segue le mode basti vedere il
successo dei social network che il sottoscritto ha sempre
snobbato,ore ed ore perse a concludere il nulla
assoluto,invito i lettori a leggere questo interessante
articolo di Nicola Zanella meditate gente meditate....
:http://www.youinvest.org/ws_section_item.php?itemId=59§
ionId=4
31 dicembre 2012 17:02 - MarcoDC
Alessandro
aggiungerei che per avere una strategia bisogna sapere bene
cosa si sta facendo e per ottenere questo bisogna fare
fatica, purtroppo sbagliare spesso prima di "sapere cosa si
sta facendo".
Inoltre per mantenere una strategia quando questa sembra non
funzionare bisogna sapere esattamente su quali presupposti
si basa e specialmente perchè e in quali scenari la
strategia che si è utilizzato potrà funzionare.
Perchè dire che ci vuole un'exit strategy è facile, sapere
quando è il caso di iniziarla è complesso e non può che
dipendere dal fatto di rendersi conto che lo scenario sul
quale ci si è basati non ha più la possibilità di
avverarsi in un limite di tempo ragionevole.
Sembra complesso ? LO E'.
Direi inoltre che per chi non è un professionista,
l'investimento diretto in azioni o è da evitarsi, in
obbligazioni se si rimane su emissioni semplici è
percorribile, differentemente è da evitarsi.
Io utilizzo fondi comuni, li seleziono su una piattaforma on
line senza costi, pago le commissioni ai gestori
naturalmente, ribilancio il mio portafoglio tra quota
azionaria e obbligazionaria/liquida e per aree geografiche
ogni volta che ritengo che lo scenario macro apra a
condizioni diverse da quelle riflesse dal mio ptf, non sono
un professionista, evito azioni, ho fatto errori in passato
dai quali ho cercato di imparare, ora va molto meglio,
misuro i miei risultati confrontandoli con benchmark
ufficiali per capire come sto veramente andando.
Come si dice "non ci sono pasti gratis in finanza", bisogna
perdere tempo e farsi una cultura finanziaria adeguata,
mantenere il giusto equilibrio rispetto alla propria
propensione al rischio e tolleranza alle perdite e...
nessuna scorciatoia,