E come scisse Marco Liera in questo articolo :
Il consulente finanziario non è un medico, ma per il 99%
degli italiani è necessario
Quando sono in aula di formazione con consulenti finanziari,
una delle domande che mi piace porre è: . Il risultato
ormai consolidato è che nessuno alza la mano. Questa è una
delle fondamentali differenze tra il lavoro del consulente
finanziario e quello di altri professionisti: un medico
ammalato tendenzialmente si rivolgerà a un altro medico (ad
esempio, uno specialista della patologia di cui soffre).
Curare una malattia richiede competenze rare, ottenibili con
un lungo percorso universitario.
Investire i risparmi e gestire saggiamente la propria vita
finanziaria non sono attività che richiedono competenze da
medici o da ingegneri aerospaziali. Possono essere
adeguatamente svolte da soli – come fanno tutti i
consulenti finanziari - dedicando un po’ di tempo alla
cura della finanza personale, alla propria capacità di
tollerare perdite e scegliendo soluzioni all’interno di un
universo di prodotti finanziari conosciuti. Ciononostante,
stimo che il 99% dei risparmiatori faccia bene a delegare a
dei soggetti professionali le decisioni sull’allocazione
del proprio portafoglio. La finanza personale è il regno
delle distorsioni cognitive, e prendere decisioni
finanziarie sagge da soli è – nei fatti - impresa molto
ardua. Pochi (meno di un italiano su 20 secondo il Rapporto
del Centro Einaudi) dedicano a questa attività il tempo
necessario. La gestione dei propri risparmi e dei rischi
della famiglia affascina e coinvolge assai meno della
gravidanza di Belèn o di Kate o delle canzoni di x-Factor.
Nel salotto televisivo di Barbara d’Urso alla domenica
pomeriggio tendenzialmente non si parla di questi argomenti,
e giustamente, perché l’audience crollerebbe. Questo
argomento crea frequentemente ansia e stress. Quanto è
accaduto nel sistema finanziario negli ultimi anni non ha
certo aiutato: i risparmiatori si sono sempre più convinti
che la finanza è il regno di pirati e che è molto più
complicata di quanto servirebbe (il che è in parte
condivisibile).
Solamente dei qualificati professionisti in un rapporto e
personalizzato ad alto valore aggiunto possono rimuovere
queste colossali distorsioni cognitive. Poiché i consulenti
finanziari non vivono d’aria e le organizzazioni alle
quali appartengono sostengono notevoli costi operativi, deve
essere prevista una remunerazione a loro favore. Le
polemiche sui costi del risparmio sono a volte fondate, ma
questi oneri non sono altro che il corrispettivo dei costi
informativi e psicologici che il risparmiatore non vuole (o
non può, perché nessuno gli ha insegnato nulla
sull’argomento) sostenere, disinteressandosi per lo più
della propria finanza personale. Si tratta di una scelta,
nella maggior parte dei casi libera. Mentre deve essere ben
chiaro che quando c’è di mezzo la salute non c’è
alternativa alla delega a un professionista, così non è
quando si tratta di risparmi.
Il vero tema è che a fronte della remunerazione pagata a
fronte della consulenza ricevuta, i risparmiatori ricevono
servizi di qualità non omogenea. In altri settori economici
questo porterebbe a una fuga dai fornitori meno competitivi,
ma nella finanza personale ciò non accade perché – come
detto – siamo nel regno delle distorsioni cognitive. Tra
queste, l’erronea percezione che le banche e i loro
consulenti siano tutti uguali. Ovviamente, ciò non è vero,
e lo si deduce banalmente dalla diversa attenzione che le
organizzazioni dedicano alla formazione delle persone
delegate alla consulenza.
(*) Pubblicato sul Sole-24 Ore del 3 marzo 2013
16 maggio 2016 21:56 - federico6198
Come lei ha insegnato più volte l’obiettivo del piccolo
risparmiatore è quello di proteggere il capitale, una volta
impostato il portafoglio correttamente ed in quel senso
successivamente di crescerlo. Siccome il mercato è
condizionato fortemente dalle decisioni di grossi
investitori istituzionali lordisti ,al piccolo risparmiatore
nettista non gli rimangono molte scelte anche se, il
mercato è molto vasto e complesso, come diceva un grande
economista statunitense benjamin graham : non possiamo
prevedere ciò che faranno i mercati , ma possiamo reagire
intelligentemente a ciò che i mercati fanno, in questa
frase secondo me si esprime un concetto molto semplice ma di
difficile applicazione fra i piccoli risparmiatori. Tra i
diversi articoli che ho letto in questi anni su aduc
investire ce né qualcuno che mi è rimasto particolarmente
impresso per esempio : Investimenti obbligazionari: alcune
considerazioni generiche di Matteo Lombardo ,leggendo quel
articolo ho capito quanto è inefficiente il fondo
obbligazionario che agisce male per difetto in quanto la
gestione ed il funzionamento dei fondi obbligazionari sono
completamente diversi dalla singola obbligazione senza
contare i costi che vengono applicati a questi strumenti, se
non sbaglio lo stesso metodo di gestione viene applicata ai
fondi pensione, alle polizze vita, alle gestioni
patrimoniali per fondi, rendendo questi strumenti largamente
inefficienti, ma regalando lauti guadagni a chi li vende.
16 maggio 2016 15:06 - Furcio
@Alessandro
ho ragionato dalla parte dell'investitore. Io non credo
assolutamente che i gestori siano più fessi di me, anzi! Ma
hanno delle limitazioni intrinsiche nel loro modus operandi
che li portano a sottoperformare sistematicamente.
16 maggio 2016 15:04 - Furcio
@genna63
se posso permettermi e intromettermi, il problema non sta
nell'usare o meno i modelli, semplici o complessi che siano,
ma nel conoscerne i limiti, ed ad indagare proprio dove
questi limiti possono creare danni.
Se il modello mi dice che al 99% di probabilità non ci
sarò un crollo, io devo essere assolutamente certo che
tutte le ipotesi di base siano sotto controllo, e comunque
devo assicurarmi una protezione contro quel 1%.
La certezza non esiste purtroppo, ma esiste un metodo
corretto di pianificare e affrontare i problemi.
16 maggio 2016 15:00 - Furcio
@lucillafiaccola1796
finchè la gente pensa che investire in borsa sia un gioco,
non metterà nella questione la giusta attenzione e
competenza. Ho visto persone spendere tempo e denaro per
acquisatre banalità quali auto e telefonini, nonchè
vacanze e giacconi, ma affidarsi al caso o peggio a
venditori di pentole quando si tratta di prendersi cura dei
propri risparmi. Da una parte c'è chi vende obbligazioni
banca etruria, dall'altra c'è chi compra, senza leggere nè
informarsi su cosa firma. La colpa è da una parte di
pigrizia, dall'altra di approfittarne. Quale che sia il
demerito maggiore, non saprei.
16 maggio 2016 13:03 - genna63
@ Alessandro Pedone d'accordo, ma volendo fare l'avvocato
del diavolo, se i modelli complessi non esistono, allora
nemmeno il professionista indipendente ne può adottare, per
cui per quale motivo dovremmo sentirci particolarmente al
sicuro affidandoci a lui? Se, per quanto professionista e
indipendente, non avrà a disposizione altro che modelli
fallaci per supportare le sue decisioni?
Preciso che questa non vuole essere una critica rivolta
personalmente a lei, ma se vogliamo una provocazione in
senso più generale.
16 maggio 2016 12:32 - lucillafiaccola1796
Dimenticato.
La semplicità è più sicura. Il conto della Serva,
anziché la partita doppia impedisce di imbrogliare i conti.
Ho 100 €, faccio la spesa per 65 €. Mi devono rimanere
35 €. Se così non è, o mi sono persa i soldi, o me li
hanno fregati.
16 maggio 2016 12:28 - lucillafiaccola1796
i mercati finanziari detti "borse" sono col tempo diventati
solo speculazioni, anzi peggio: bische di bari. Col bail in
poi, si sono proprio sputtanatti rivelando la loro vera
natura di "predatori" dei risparmi altrui. Che fiducia si
può avere in questo "sistema"? Nessuno. Hanno anche
rovinato, rendendolo inutile, la professione di "informatore
e operatore finanziario". Santa banca etruria dei miracoli
di corte. Il materasso è più sicuro di una banca.
16 maggio 2016 12:10 - Alessandro Pedone
@ Furcio
mi sembra una buona sintesi :-) se applichiamo i concetti
che ho cercato di esprime nell'articolo solo alle scelte
individuali.
16 maggio 2016 11:56 - Furcio
quindi in conclusione si hanno due possibilità in caso di
dubbio e incertezza :
1) Non investire, e in ogni caso non seguendo chimere e pie
illusioni ben propinate dai soliti noti
2) Rivolgersi ad un professionista, possibilmente
indipendente (di nome e di fatto)