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4 ottobre 2016 16:54 - savpg8801
Gli interessi calcolati sui conti correnti con e sul saldo numeri a credito(del correntista) sono interessi passivi per la banca perchè li paga e questo di solito già annualmente giusti elementi di tecnica bancaria; eccezion fatta per le banche che hanno promosso contratti a liquidazione semestrale o trimestrale(atto di propaganda già in atto da qualche tempo, ma talmente poco efficaci che ognuno può rendersene conto. Poniamo il caso di un c/c tasso 1% liquidazione trimestrale; in tre mesi va su 1/4; il trim.successivo un altro 1/4 su quel precedente 1/4 - con tassi al 10% si sentirebbe il sapore di qualcosa, ma con tassi a zero....).
Peraltro da qualche tempo i tassi sono inesistenti, o quasi se non passivi(ma se continua così lo saranno per tutti.). Quindi la polemica e la nuova norma ragionano sull'aria cotta. Cioè cambia nulla o quasi. Anzi, per il correntista(in qualche caso risparmiatore che appoggia senza senso i risparmi su di un c/c) attivo la norma è peggiorativa per il fatto che i frazionamenti di anno più vantaggiosi perchè formanti(in questo caso) capitale, si dovranno rapportare come minimo all'anno; cioè perderanno la caratteristica di "montante", ancorchè di portata ridicola.
Invece gli interessi passivi(per il correntista debitore) ma attivi per la banca, non andavano a formare capitale(inteso come tale da parte del correntista e inteso come attivo deposito) come si dice nell'articolo ma debito in quanto aggiunti, appunto, al debito preesistente. Non va chiamato capitale, quindi, ma debito. Ammenochè non si sia formata una inversione nel frattempo, ovvero si sia formato un capitale e questi interessi passivi servano solo a decurtarlo.
La formula di calcolare interessi su debito formato da altri interessi passivi c'è sempre stata ed è stata sempre osteggiata dai clienti e dalle associazioni e recepita dalla giurisprudenza. Più che altro il max scoperto e altre componenti di chiusura che andavano a formare i bilanci periodici delle banche. E non so se giusto o errato e da quale principio (forse differenziale fra int.pass. e attivi applicati secondo periodi temporali diversi) questa denominazione di anatocismo sia stata attivata. Ma tant'è che ora dovrebbe sparire di fatto. Sempre che la periodazione minima di un anno non abbia v ariazioni(magari per periodi oltre l'anno) e non le dovrebbe avere perchè i bilanci finali si chiudono annualmente sia per le imprese bancarie che per quelle dei clienti.
Resta dubbio il fatto che la banca dovrà iscrivere a bilancio di competenza gli introiti derivanti da questi interessi attivi in quanto maturatisi, appunto, nell'anno di riferimento, ma non li potrà(dicesi) incassare che dopo due mesi,cioè illiquidi per la banca e materialmente a respiro per il cliente(almeno temporaneamente ma con vantaggio relativo) e si dovranno creare poste di ratei o risconti a bilancio da ripianarsi a raccordo poco dopo. Insomma tanto rumore per poco.
E a proposito di interessi sugli interessi, se non sarà più trimestrale, sarà comunque annuale perchè l'addebito degli oneri ci sarà comunque e vedremo se saranno riadeguati per il "maltolto". Se si chiama anatocismo quello frazionario, vedrete che inventeranno anche quello annuale in quanto un debitore costantemente a debito pagherà ancora gli interessi sugli interessi col vantaggio, però, di periodo annuale.
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