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16 aprile 2014 9:35 - kinebarren
Un exchanger (cambia valute) come era MtGox e tanti altri esistenti, non sono la valuta "bitcoin" ma solamente un servizio di scambio e custodia. L'errore è quello di credere che tutti i servizi di custodia siano affidabili. Di affidabile c'è solo il paper wallet come www.bitkoin2014.com perchè la custodia è (paradossalmente) fisica, cioè bitcoin digitali restano concatenati nella chiave (QR-CODE) stampato appunto su carta.
13 marzo 2014 10:11 - federico3781
In termini molto semplicistici, il bitcoin è un nuovo tipo di moneta elettronica (al momento senza valore legale, ma sempre più adottata per acquisti online, e-commerce, ma anche da esercizi commerciali "reali"), che non viene emessa da un'autorità centrale come BCE, FED, ecc., ma tramite calcoli piuttosto complessi effettuati da migliaia di computer collegati in rete, con un meccanismo peer-to-peer (lo so che i puristi storcerebbero il naso per una descrizione così approssimativa, ma non mi sembra la sede per addentrarsi nei tecnicismi).

MtGox era un exchange, ovvero una piattaforma dedicata alla compravendita di bitcoin. In pratica l'utente poteva depositare bitcoin per rivenderli e prelevare il ricavato in Euro e/o acquistare bitcoin pagando in Euro (piuttosto che Dollari o altre valute fiat).
Di siti del genere ne esistono a decine, ma MtGox era tra i più noti in quanto storicamente il primo ad aprire nel 2010, e per lungo tempo ha dominato il mercato con una fetta che fino a un anno fa era dell'80% circa. Chi aveva fondi depositati lì non li aveva quindi affidati proprio all'ultimo arrivato.
La chiusura di MtGox rappresenta perciò qualcosa di clamoroso, che nel settore è paragonabile al fallimento di una banca del calibro di Lehman Brothers.
13 marzo 2014 9:38 - danielecr
bitcoin è stato concepito per rendere l'identità del portafoglio distinta da l'identità del possessore. Ergo: chi ha il portafoglio, ha i soldi.
Un bitcoin esiste solo se definito all'interno del portafoglio, e all'interno di tutti i portafogli che certificano le transazioni che ha subito quella moneta.
Ogni portafoglio sa esattamente a quale portafoglio appartiene un determinato bitcoin.
Rubare un portafoglio è rubare tutte le sue copie, o renderle non valevoli certificando trasferimenti verso altri portafogli.

A questo punto se il tipo della lettera ha depositato dei soldi presso una azienda che dovrebbe rispondere per cosa ha fatto con quei soldi, e il fatto che li abbia investiti in bitcoin facendosi fregare il portafoglio, o in merluzzi del baltico andando incontro alla deflazione, non dovrebbe cambiare nulla.

Mentre invece se ha depositato (trasferito? affidato?) il proprio portafoglio di bitcoin ad altri ... più che brutale io diventerei scurile, comunque per definizione questa si chiama cessione, e non documentabile perché non ne ha una copia, non è concepibile assolutamente fare un tale tipo di accordo, sulla base di cosa? Se avete un contratto fate valere questo contratto, ma avreste fatto diventare uno strumento anonimo riconoscibile. Non è previsto dalla piattaforma, come potreste?
13 marzo 2014 6:05 - Icio
Ma sapete almeno di cosa parla e cos'è un bitcoin?
O fate solo parte di quelle persone che parlano perchè hanno la lingua in bocca,sapienti e nolenti?
1 marzo 2014 20:45 - genna63
Più che la brutalità si nota la superficialità di un commento inutile e inopportuno come quello
28 febbraio 2014 21:41 - massimo3656
Scusate la brutalità ma mi viene spontaneo dire che la madre degli allocchi è sempre incinta.
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