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ALBO MEDIATORI CREDITIZI
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Comunicato 
1 agosto 2000 0:00
 

UN NUOVO ORDINE CORPORATIVO CONTRO CONSUMATORI E UTENTI, E CONTRO IL MERCATO.

Firenze, 1 Agosto 2000. Il Consiglio dei ministri ha approvato l'istituzione dell'albo dei mediatori creditizi, con un registro, presso l'Ufficio italiano cambi, a cui dovranno iscriversi tutti quelli che operano in questo settore.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Meno male che un giorno si' e l'altro pure, il presidente del Consiglio dei ministri e diversi suoi ministri, ci ricordano che gli ordini professionali vanno riformati, aboliti, ridimensionati, perche', cosi' come sono sopravvivono solo a se stessi e rappresentano un notevole freno all'espandersi delle professioni che dovrebbero ordinare. Meno male, perche', cos'altro e' questo registro a cui e' obbligatorio iscriversi, se non una sorta di Ordine professionale dei poveri, ma pur sempre Ordine?
Forse il Governo si e' distratto o forse sono state fortissime le pressioni dell'Anama (associazione nazionale agenti e mediatori d'affari), che altro non e' che la Confesercenti?
Ovviamente veniamo informati che questo registro, mettendo in luce la dignita' della categoria dei mediatori, dovrebbe tutelare i consumatori. Ma ne dubitiamo, perche' ci sembra soltanto l'ingabbiamento e l'incensamento di un'attivita' professionale gia' sufficientemente tutelata dalle leggi e norme sulle mediazioni d'affari; e per quanto riguarda i consumatori, la tutela e' meglio che l'attingano direttamente dalle leggi dello Stato e dalle norme di trasparenza bancaria.
Non ci siamo mai accorti delle tutela dei consumatori da parte, per esempio, dell'Ordine degli avvocati, o dei medici, o dei giornalisti, ma ci siamo accorti di poteri forti che per l'interesse della loro corporazione calpestano i piu' elementari diritti degli utenti e consumatori: nella fattispecie quelli della difesa, della cura e dell'informazione. E ci siamo anche accorti di come questi Ordini e assimilati, siano il perpetuarsi del condizionamento del mercato, contrabbandando le esigenze della specifica corporazione per quelle della intera comunita'.
 
 
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