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AUMENTO TASSI BCE
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Comunicato 
4 novembre 1999 0:00
 


I RISPARMIATORI DEVONO PAGARE L'INCAPACITA' DEI GOVERNI EUROPEI. LE BANCHE AUMENTERANNO I TASSI ATTIVI … LI ASPETTIAMO AL VARCO DELL'AUMENTO DI QUELLI PASSIVI. INTANTO E' PIU' CHE MAI CONVENIENTI CONTRARRE MUTUI A TASSO FISSO.

Firenze, 4 Novembre 1999. La Banca Centrale Europea ha deciso di aumentare i tassi di interesse, dal 2,5 al 3%. Sara' quindi piu' costoso un prestito o un mutuo.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Dopo la sbornia dei mesi passati, ecco che i nodi cominciano a venire al pettine: l'avventura dell'Euro, per la tasca dei risparmiatori, non rappresenta alcuna novita'. La solidita' granitica della BCE si e' sfaldata di fronte alle prime incapacita' dei Governi dei Paesi Ue di tenere il passo con la liberalizzazione dell'economia. Ognuno ha il suo merito e demerito. Per quanto riguarda l'Italia e' da considerare l'incapacita' del Governo di avviare un processo di privatizzazione insieme a quello di liberalizzazione, con l'aggravante di spacciare il primo per il secondo. E il denaro, quando non circola diventa un bene piu' prezioso.
I risparmiatori, senza alternative, pagano per questo corporativismo e difesa di posizione.
Quindi aumenteranno i tassi attivi (quelli dei prestiti e dei mutui), e -in teoria- dovrebbero aumentare anche quelli passivi (gli interessi sui depositi in conto corrente). Mentre siamo sicuri per la performance dei primi, ci si consenta di dubitare per i secondi: le banche non hanno mai dimostrato di aver accettato il gioco del mercato, e il loro appiattimento su politiche di cartello e' l'unica offerta che sono in grado di fare.
A nostro avviso ci sono temporali in arrivo e il consiglio che diamo ai risparmiatori che accendono un mutuo o un prestito, e' di farlo ad un tasso fisso, dopo aver letto con molta attenzione -come sempre- anche le virgole dei contratti che le banche propongono.
Il miraggio di un mercato in cui i tassi usurai fissati dal Tesoro trimestralmente scendono, e' confermato come tale. Gia' questi tassi non corrispondono al reale andamento del mercato rispetto ai mesi di riferimento (sono fissati rispetto a parametri gia vecchi di tre mesi rispetto alla loro pubblicazione), e se aggiungiamo questo temporale della presunta corazzata BCE, ci sembra che sia piu' conveniente avere punti fermi su cui programmare i propri risparmi, che non affidarsi ad un mercato che non risponde alle logiche di "vinca il migliore", ma a quelle di garantire il salvataggio dei buchi delle incapacita' economiche dei Governi.
 
 
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