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Debiti pubblici europei: la soluzione dovrà essere politica
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Editoriale di Alessandro Pedone
12 gennaio 2011 15:27
 
Con i primi giorni del 2011 si è nuovamente inasprita la speculazione dei mercati finanziari sui debiti pubblici, così detti, "periferici" dell'area euro.
Come scrisse Fugnoli qualche tempo fa, sembra proprio di assistere alla riproposizione finanziaria di una scena del famoso film "Kill Bill" di Quentin Tarantino. Il capolavoro di Tarantino, infatti, prende il via con il personaggio principale, Beatrix Kiddo (Uma Thurman), nota come Black Mamba, che apre un taccuino con i nomi dei 5 personaggi da uccidere, uno dopo l'altro:1) O-Ren Ishii, 2) Vernita Green, 3) Budd Gunn 4) Elle Driver,.5) Bill. Nel film Black Mamba, spietatamente e fantasiosamente, farà fuori tutti i suoi obiettivi annotando, meticolosamente, tutte le vittime nel suo taccuino.
Sembra che i mercati finanziari si siano messi in testa che i 5 della lista siano: Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna ed Italia. Grecia ed Irlanda sono "andati", adesso si punta al Portogallo. L'obbiettivo grosso, Bill, sarebbe l'Italia.
Non conoscendo bene il mondo finanziario, si può avere la tendenza a pensare che: "i mercati hanno sempre ragione"... che "quelli che muovono migliaia di miliardi hanno informazioni che noi non abbiamo"... che "la sanno lunga"... ecc. ecc. ecc. Non è così. Spesso la realtà è opposta.
I mercati finanziari procedono talvolta per esasperazioni, in una direzione e nell'altra. Nel 2000 tutti compravano titoli di aziende tecnologiche basandosi su presupposti completamente campati in aria. Recentemente, con lo scoppio della crisi finanziaria del 2008/2009 i mercati hanno palesemente esagerato nel senso opposto prezzando come carta straccia attività finanziarie che invece avevo basi solide. C'è una ragione, però, per la quale queste "tempeste speculative" non vanno mai sottovalutate, anche quando possono apparire infondate. Gli effetti della speculazione (ovvero il variare dei prezzi anche ben oltre il loro "valore teorico", in un senso o nell'altro) possono incidere nell'economia reale, rendendo - talvolta - sensato ciò che prima non era sensato. Cerco di spiegarmi, facendo l'esempio più recente dei titoli di stato. E' evidente che se il Portogallo fosse costretto a pagare il 10% di interessi sul proprio debito pubblico, ciò metterebbe in seria crisi economico-finanziaria il Paese (ciò varrebbe anche per gli USA, l'Inghilterra, ma anche la Germania e la Francia) e tale crisi potrebbe rendere sensata la richiesta del 10% di rendimento poiché il Paese diventerebbe (per effetto della speculazione) seriamente a rischio. In altre parole, talvolta i mercati finanziari possono generare "profezie auto-avveranti".
Nei casi di "profezie auto-avveranti" più gravi, ovvero dove il nesso fra il prezzo delle attività finanziarie ed il valore teorico delle stesse è più marcato, la soluzione al problema deve trovarsi fuori dai mercati finanziari e ed in questo caso, precisamente, nella politica.
Se la politica prende iniziative decise e chiare, è sempre più forte dei mercati finanziari, quando questi ultimi sono vittime di ondate speculative (all'opposto, se la politica vuole "frenare" il naturale andamento dei mercati finanziari, solitamente fallisce).
Nel caso specifico, il debito complessivo dell'area euro è un debito decisamente migliore di quello governativo delle altre principali valute (dollaro, yen, sterlina). Tolto il caso della Grecia e per ragioni diversissime dell'Irlanda (che comunque hanno un peso modesto), tutti gli altri Paesi avrebbero debiti gestibili (con maggiori o minori difficoltà). Se analizziamo la situazione oggettivamente, prescindendo per un attimo dalla spirale perversa che potrebbe generare la speculazione in atto, non c'è alcuna ragione per pretendere dai Paesi periferici dell'area euro interessi del 4/5% superiori a quelli della Germania.
E' evidente che questa situazione può diventare sensata solo nello scenario in cui l'Euro -così come lo conosciamo adesso- sparisca. Questo è uno scenario chiaramente masochistico per tutti i Paesi dell'area euro. Purtroppo, il principale tallone d'achille dell'euro risiede proprio nella politica. La necessità di concertare tutti i governi dell'area porta spesso ad una specie di immobilismo politico. Ciò nonostante è evidente che davanti allo spettro di un fallimento così colossale come sarebbe la fine dell'euro, la politica europea saprà trovare gli strumenti giusti così come ha fatto per l'ultima crisi finanziaria del 2008/2009. Che siano gli Eurobond (la soluzione che appare più sensata) o qualche altra iniziativa, sono convinto che entro pochi mesi il problema verrà definitivamente affrontato e risolto in sede politica.
Questa volta, diversamente dal capolavoro di Tarantino, Bill non morirà.
 
 
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