Vi scrivo per chiedervi un parere su questa scelta a mio avvio scellerata, che penalizza molto i risparmiatori, specie a chi (quasi tutti) sono usciti da un periodo di crisi e hanno perso molto in borsa.
Perchè chi ha venduto e quindi monetizzato la perdita deve essere più svantaggiato di chi lo farà dopo il 1° lugio? E' assurdo e ingiusto! E' solo un modo per arraffare più quattrini possibili nel caso si possano compensare le perdite con futuri guadagni, tutti guardano infatti l'aumento dal 20 al 26% ma ben pochi la riduzione delle minus al 76,92%. Si tratta in alcuni casi di alcune migliaia di euro visto che si parla di una riduzione del 23%!
Una cosa è essere avvertiti su un aumento di tasse e decidere di investire a posteriori, una cosa è "prelevare" soldi forzosamente e retroattivamente. Nel mio caso, ho deciso qualche mese fa di fare "pulizia" e liberarmi di titoli spazzatura, convinto che avrò 4 anni di tempo per recuperarli, oggi mi ritrovo beffato! Io non ci sto!
Cosa possiamo fare noi risparmiatori per tutelarci e impedire questo abuso?
Giovanni, da Reana Del Rojale (UD)

Risposta:
E' una tematica che si ripresenta ora a distanza di due anni e mezzo dal precedente aumento del capital gain dal 12,5% al 20%. Quando si consegue una minusvalenza, infatti, si ottiene un credito di imposta, e l'aumento dell'aliquota fa perdere valore alle minus precedenti.
Esempio:
- Minusvalenza di 10.000 euro nel 2011 = Credito di imposta di 1.250 euro.
- Plusvalenza da 10.000 euro nel 2012 = capital gain di 2.000 euro.
Il contribuente, pur pareggiando la perdita precedente, ha perso 750 euro che il fisco ha incamerato.
Stesso discorso ora col passaggio dal 20% al 26%, ed anzi le minusvalenze del 2010 e 2011, ancora valide per la compensazione, perdono ancora più valore.
Si tratta di una delle tante ingiustizie del sistema che andrebbero sanate, mentre in questi ultimi anni si è badato soltanto ad aumentare l'incasso per il fisco.