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Buoni postali di serie non più in vigore
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Lettera 
27 settembre 2012 0:00
 
Mio padre a settembre 1998 ha investito 50.000.000 di lire in un buono postale della serie AF sul cui retro era specificato che al nono anno sarebbe duplicato e al quattordicesimo triplicato. Ora che è giunto a scadenza ci siamo recati presso un ufficio postale per riscuoterlo ed abbiamo scoperto che questo buono a settembre 1998 non poteva più essere emesso e che vale molto meno di quanto ci aspettassimo, ovvero solo 48000 euro,quindi è come se fosse raddoppiato invece di triplicare. Chiaramente, c'è stato un errore dell'impiegato, cosa che,tra l'altro, è stata confermata anche dal direttore delle poste al quale ci siamo immediatamente rivolti. Premesso che sul buono non è stato cancellato niente da parte dell'impiegato al momento della compilazione, vorrei sapere se ci conviene o meno intraprendere un'azione legale contro poste italiane visto che è stato commesso da loro questo errore o se, secondo voi, non ne vale la pena.
Maria Rosaria, da Salerno (SA)

Risposta:
La sentenza della Cassazione, Sezioni Unite, n. 13979 del 15 giugno 2007 riguarda un caso analogo e ha dato ragione al cliente perché il buono è da considerarsi un titolo di credito e quindi la mancanza del timbro con le condizioni aggiornate fa sì che valga ciò che è riportato sul buono anche se quella serie non era più in vigore in quel momento. Stiamo seguendo casi analoghi, cui le Poste hanno risposto in maniera negativa al reclamo (oppure non hanno risposto del tutto) e per cui sono state intentate le relative azioni volte al recupero di quanto dovuto.
Specifichiamo, per gli interessati, che la sentenza citata non è invece applicabile al "fattaccio" del 1986, quando un decreto ministeriale modificò i tassi di tutti i buoni in circolazione in quel momento.
 
 
 
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