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15 luglio 2006 0:00 - Paolo 1
Gran parte delle teorie liberiste sono delle frottole campate in aria, che servono solo a creare delle illusioni: in particolare la concorrenza e i suoi benefici affetti. Avete mai visto gli iscritti a Confedilizia fare a gara nell'offrivi le case piu' belle ai prezzi piu' bassi? O le compagnie di assicurazione? Potrebbe anche verificarsi una limitata e apparente concorrenza in alcuni settori, ma magari con un livello di prezzi e di profitti decisamente alto. Di conseguenza si potrebbe lasciare al mercato la determinazione solo dei prezzi di cio' di cui si puo' fare a meno (gioielli, etc), ma non di beni e servizi indispensabili (alloggio, vitto, vestiario, assistenza medica, etc) o che sono resi indispensabili perche' imposti per legge, come l'assicurazione RCA, o per venire al nostro argomento, i costi bancari, visto che dal 1998 assieme alla smaterializzazione dei titoli di Stato la legge impone che per acquistarli si debba passare per le banche o le SIM, e si debba avere un deposito titoli, cui le banche di regola aggiungono l'imposizione di aprire un conto corrente. Le soluzioni possibili sono due: (1) rendere il risparmiatore libero di non servirsi (e non pagare) banche e SIM, acquistando e trattando direttamente con le filiali della Banca d'Italia (e in generale essere liberi di non avere e non pagare un c/c) (2) se rimane tale obbligo (obbligo, non libera scelta) che sia imposto un prezzo politico veramente minimo (lo stesso ADUC ha fatto notare come il trasferimento di un deposito titoli costa alla banca 0,30 euro e viene fatto pagare 100,00 euro per ogni singolo titolo!).
Paolo
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