BISOGNA INFORMARE L´ITALIANO MEDIO CHE SI STRACCIA LE VESTI
PER IL MORTADELLA! FURBACCHIONE CATTO-COMUNISTA!CHE
PENSA AI CAZZI SUOI ALLA GRANDE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
22 novembre 2006 0:00 - Il Killer di Prodi
Prodi compare anche nella saga dei Tanzi, ovvero
l'affare Parmalat. Nell'inchiesta sui finanziamenti
di Tanzi ai politici, infatti, un capitolo è dedicato
proprio al professore di Bologna, all'epoca presidente
della Commissione europea. Il 27 gennaio 2004, Calisto Tanzi
dice di avere effettuato due versamenti da 150 milioni
ciascuno a Gianni Pecci, fedelissimo di Prodi al punto da
essere l'ispiratore del pullman elettorale. I versamenti
sarebbero stati effettuati da Piergiovanni Tanzi, segretario
del re del latte per le politiche del '96 e nel 2003.
Prodi, faccia a faccia con Vito Zincani, procuratore
reggente di Parma, nella procura di Bologna ridimensiona e
smentisce tutto in due pagine e mezzo di verbale nel quale
dice che con Pecci non ha da tempo più rapporti, afferma di
avere avuto sì due finanziamenti, ma di 5 e 4 milioni di
lire per il pullman elettorale versati all'associazione
"L'Italia che vogliamo" e poi transitati
nell'associazione "I democratici", e che le
somme erano regolari in quanto sotto i limiti della legge
sul sovvenzionamento ai partiti. Prodi ammette di conoscere
Tanzi visto che è stato ministro dell'Industria dal
1978 al 1979, presidente Iri dal 1982 al 1989 e dal 1994 al
1995, presidente del Consiglio dal 1996 al 1998 e presidente
del comitato scientifico di Nomisma. Quindi i suoi sono
stati rapporti di lavoro. E dice al magistrato di non
ricordare un presunto passaggio sull'aereo di Tanzi da
Roma a Bologna con D'Alema. La versione dei fatti
fornita da Prodi viene anche confermata dallo stesso Pecci.
A tutto ciò bisogna aggiungere un altro paio di questioni
"morali". Prodi intasca 13.750 euro ovvero 27
milioni di care e vecchie lire, come eredità di quando era
europresidente. Cioè, a Prodi fino al 2007 viene garantito
il 55% dello stipendio in quanto ex capo della commissione
europea grazie a una legge aggiornata dal Consiglio Ue nel
2004. E in qualità di candidato premier, riceve dalle casse
della sua coalizione un milione di euro l'anno.