Ciò che attira l’investitore PAC (non solo nel comparto
azionario) è l’esiguità della commissione e poi la
certezza di non averci più a che fare. Sarebbe poi
interessante che l’investitore potesse tenere una sorta di
scalare (per intenderci come un c/c) e evidenziando e
paragonando ogni ingresso ai relativi corsi, con parallele
operazioni tipo immediato o di stop-loss cosiddetto
effettuandole in modo virtuale, con evidenti commissioni
più alte, ma con la certezza di entrare ed uscire nei
momenti e nei tempi più opportuni e remunerativi anche
visti dal punto del contenimento di perdita.
Il PAC di prodotti non espressamente di trading azionari
(parlo di fondi, od altro) specie con caratteristiche di
misti, bilanciati o full, con qualche rischio di non
linearità dei corsi e dei rendimenti, a mio parere può
risultare controproducente perché conduce o conduce per
forza ad investire , date le scadenze fisse, in momenti
sbagliati alle quotazioni non ottimali. Può anche accadere
il contrario, ma la mia esperienza mi ha fatto rilevare
maggiori guai che benefici. Il lungo tempo raccomandato per
lasciare incontrollato o dimenticato l’investimento, non
permette di comprenderne le dinamiche di eventuale
rendimento e di valutazione positiva di buon investimento.
Da dire, poi, che per il PAC debbasi sempre costituire o
tenere costituita una adeguata maggior provvista in conto ,
a prescindere da altre operazioni che ne possano influenzare
la reale disponibilità con il rischio (per mancata
attenzione) di andare in rosso.