COMMENTI
  (Da 1 a 7 di 7)  
23 dicembre 2010 17:21 - francosimone494270
vi suggerisco di cominciare con una autoformazione finanziaria di base consultando il sito www.bancaditalia.it servizi al pubblico educazione finanziaria.conoscere per decidere.
4 novembre 2010 14:16 - alemor
Ovviamente non si può che convenire su tutte le problematiche sollevate dall'articolo di Aduc e, sucessivamente dai commenti dei lettori.
Paradossalmente...e tristemente...a render ancor più complicate le cose, assistiamo oggi, anche ad un assurdo ed ingiustificato proliferare di prodotti e tipologie di investimento sempre più complesse che non trova, dall'altra parte, una clientela..o comunque una controparte, in grado di comprenderne appieno il senso.
Sembra ,purtroppo, una tendenza inarrestabile quella di "impachettare" e strutturare strumenti di investimento sempre più incomprensibili (ma più che redditizzi per chi li propone), a fronte di una richiesta che privileggerebbe, piuttosto,la semplicità e la chiarezza...oltre che i risultati.
Gli effetti di questo trend sono sotto gli occhi di tutti : fondi di investimento che ,su periodi di tempo congrui,non riescono a tenere neanche il passo con i "vituperati" Bot...polize assicurative che , a stento riescono a ripagare le fee di ingresso e di gestione...ed un "oceano" di altre amenità finanziarie che sembrano solo render merito alla fantasia di chi le concepisce..anzichè al risparmiatore.
A far da contraltare a tutto ciò...una stampa che , ormai, sembra riuscire a far di tutto...tranne che il suo mestiere...cioè informare.
Eppure basterebbe cominciare con poco...anche soltanto dando voce al lavoro altrui...come..ad esempio...ai risultati annuali dell'ufficio studi di Mediobanca...diretto da Fulvio Coltorti..che, da anni, nero su bianco...confuta il tanto decantato "Risparmio gestito"...con dati capaci di far rabbrividire ed allontanarne , per sempre, chi avesse almeno la curiosità di leggere.
Spero di far cosa gradita lasciando qui il link a questo sito davvero illuminante...da cui poter scaricare gratuitamente molti dati.

http://www.mbres.it/ita/mb_pubblicazioni/fondi.htm
4 novembre 2010 14:15 - tassofisso
infatti ti ho detto, nella mia esperienza ho notato che se spieghi bene come stanno le cose, salta fuori che quasi nessuno ha voglia di rischiare (e qua forse salta fuori il coraggio del coniglio), ma ci sta, perchè mettere da parte il risparmio è fatica, rischiare di giocarselo per strappare quel mezzo punto in più, ha poco senso, specie con l'aria che tira oggi...

non sa diversificare, è altrettanto vero, questo glielo devi spiegare tu che sei un operatore, ma diversificare non significa per forza dare prodotti con componenti di rischio alte, basta fare una scelta fra prodotti a reddito fisso e variabile, con scadenze più o meno lunghe e hai già diversificato sufficientemente, sempre però mantenendo una certa garanzia sul capitale a scadenza per soddisfare l'esigenza di tranquillità che oggi sempre più spesso affiora...

se invece sei pieno di soldi, allora ti puoi permettere di investirne una parte in operazioni ad alto rischio sperando in un extra-rendimento, ma anche per qusto tipo di investitori c'è sempre dietro una fetta che hanno già sistemato in investimenti tranquilli...
4 novembre 2010 13:37 - lucki
Se è vero che la scuola è maestra divita,ha ragione konrad,la cultura in tutte le sue espressioni incomincia a scuola e prosegue nel divenire della vita.
Non sono d'accordo con tassofisso invece perchè il risparmatore ha gambe di lepre,memoria di elefante,e il coraggio di un coniglio "lo diceva Einaudi"non sa distinguere tra impiego e investimento, tra capitale di rischio e reddito fisso,non sa diversificare,è arroccato.
4 novembre 2010 11:11 - tassofisso
purtroppo è così konrad.
qualcuno vuole gente rincoglionita, facilmente manipolabile e che possibilmente rompa poco i coglioni, ma questo è sempre successo in tante altre culture nei secoli, diciamo che ultimamente le cose stanno prendendo una piega se possibile peggiore, con lo sprezzo delle Istituzioni, lo sberleffo continuo e la tendenza a disinteressarsi della situazione disastrosa in cui versa il paese, preoccupandosi invece di fare in maniera di salvare la propria poltrona e magari andare anche a puttane...

la cultura finanziaria sarebbe un'ottima cosa se tutti potessero accedervi, in alcune scuole comunque viene insegnato cos'è una cambiale, un bot, un cct, eccetera, parlo degli istituti tecnici commerciali dove si insegna ragioneria e tecnica bancaria, ma ovviamente è un indirizzo specifico, ovvio che al liceo classico si parli di altro, e va bene così intendiamoci, certo che un minimo di infarinatura generale su ciò che i nostri ragazzi dovranno affrontare in futuro, servirebbe in tutte le scuole.

il problema principale però, a mio avviso, è la tendenza all'avidità, connessa ovviamente all'ignoranza (intesa nel senso di non conoscenza finanziaria), mi spiego meglio: quando la gente viene in banca per investire e comincia a inveire contro la banca se gli propone prodotti garantiti ma che rendono il 2% perchè "è poco", hai un bel da dire... ecco che allora si ripiega su altri prodotti che rendono di più, ma con un rischio sottostante maggiore... ma al cliente, sul momento, poco importa... nel senso che, se ti metti a spiegare ai clienti i rischi connessi ad alcune operazioni finanziarie, noterai che il 90% di essi manifesterà una propensione al rischio pari quasi allo zero (ossia non vorrebbero rischiare i propri risparmi), poi però quando parli dei rendimenti connessi (bassi) connessi alle operazioni prive di rischio, storcono il naso e magari vanno via, salvo farsi infinocchiare dal promotore finanziario della tal banca di investimenti che gli piazza il solito fondo rischiosissimo che investe in azionario di paesi emergenti, eccetera...

quindi, da te che gli spieghi tutto, non fanno niente perchè non vogliono rischiare ma non vogliono neanche il 2%, da un altro che non gli spiega nulla fanno robe assurde...

ecco dove deve intervenire la cultura finanziaria, cioè principalmente bisogna far capire alla gente che i miracoli non esistono, che i guadagni facili non esistono, che se in un mercato in cui l'operazione priva di rischio per eccellenza (il bot) rende l' 1% allora bisogna accontentarsi del 2%, magari sicuro però, invece che cercare il 5% col rischio di perdere il 50%

se la gente capisse questo semplice meccanismo (che non prevede nessuna conoscenza di strumenti finanziari ma solo la comprensione della situazione attuale data dal buon senso) e se non ci fosse questa tendenza all'avidità, sicuramente ci sarebbero meno problemi e meno investitori scontenti...
4 novembre 2010 9:53 - konrad367
La cultura finanziaria è fondamentale per l'educazione civica, cioè per la "Preparazione dei giovani alla vita collettiva".
Oggi l'insegnamento di tale disciplina è "affidata" ai docenti di Storia che... nulla sanno in proposito, nulla hanno studiato e... nulla insegnano!
Nelle scuole italiane si studia di tutto, anche le pseudoreligioni di competenza delle parrocchie, o l'educazione fisica di competenza delle palestre, o, se volete, la musica di competenza degli auditori, ma non si insegnano ai giovani i principi basilari per vivere nella "società" come la cambiale, il matrimonio, i contratti, il mutuo, il valore della moneta, gli scambi commerciali, le leggi del salario e della divisione del reddito prodotto o, nel caso de quo, le azioni, le obbligazioni, i BOT, i CCT, le assicurazioni, ecc.-
Insomma, posto che ogni cittadino è costretto a stipulare contratti (compravendita libri, pane, case, vestiti, ecc.) o compiere atti vitali (matrimonio, adozione, atti di produzione, eredità, ecc.) o atti economici (contratto di lavoro, salario, gestione dei risparmi, pagamento tributi, ecc.)..... i nostri Ministri Quaquaracqua ritengono che le ore scolastiche debbono riguardare le religione, la ginnastica o la musica, ma non ...... le regole ed i principi che condizionano la vita nella collettività statale.
E poi dicono di.... fare la Riforma della Scuola!
Per me costoro non sanno neanche quale è la "funzione istituzionale della Scuola" che, per non restare nel vago, credo sia:

-Tradizione alle nuove generazioni delle conoscenze acquisite dai nostri progenitori;
-Sviluppo delle capacità razionali dei giovani;
-Cooperazione con altri enti (famiglia, società, mass media, ecc.) all’educazione razionale.
La scuola italiana attuale svolge abbastanza bene la prima funzione, cioè quella di tramandare ai giovani le conoscenze acquisite dalle generazioni che ci hanno preceduto, ma non svolge affatto o svolge molto malamente le altre due funzioni, cioè lo sviluppo delle capacità intellettive e l’acquisizione razionale di una scala di valori comportamentali nella società.
Da ciò consegue la formazione di nuove generazioni incapaci di distinguere il vero da falso, l’utile dal dannoso o il bene dal male, sì da essere come dei pappagallini o delle scimmie che apprendono tutto ciò che vien loro detto o fatto vedere senza capirne lo scopo e la funzione, oltre, ovviamente, ad adottare comportamenti imitativi senza capirne lo scopo e/o la funzione.
In parole povere, oggi la scuola prepara i giovani ad essere dei buoni automi idonei ad essere etrodiretti dai mass media!
Ma... è quello che ci meritiamo.... visto che continuiamo ad usare il voto per farci governare da.... questa gente!
3 novembre 2010 20:57 - lucki
Posso osservare che la cultura finanziaria è una parte della cultura in senso lato e dice bene il commentatore che solo una minoranza possiede potenzialmente i mezzi per farsi una cultura finanziaria.
Il paradosso sta proprio nel fatto che gli italiani pur essendo un popolo di risparmiatori, a cui bisognerebbe dedicare una statua in ogni piazza di paese e città,non sono capaci di capire e fare scelte consapevoli.
Si spiega cosi il ripiegamento massiccio sui prodotti postali,sui buoni fruttiferi,sui certificati di deposito,sulla liquidità a portata di mano,sulle pietre al sole,e quando decidono di affidarsi agli esperti spesso ne diventano prede,parco buoi.
Avviene perciò una distonia fra gli interessi di risparmiatori e l'interesse del mercato,il circolo risparmio,mercato finanziario,economia reale non si chiude.
L'articolo poneva la domanda chi deve fare cultura finanziaria?, ed escludeva a priori il mercato finanziario ed il mondo delle imprese,francamente non sono d'accordo perchè se si vuole un mercato evoluto al di fuori delle mere rendite finanziarie dei titoli pubblici dovrebbero essere gli stessi soggetti interessati a farsene carico,e poi non vedo il conflitto di interessi,un mercato esiste se esistono flussi e scambi.Più grosso è un fiume più grande è la portata
Ultima considerazione la cultura finanziaria da sola non basta se chi detta le regole bara come spesso e capitato in questi anni.
  COMMENTI
  (Da 1 a 7 di 7)