@JOKER
Da noi sembra che funzioni tutto al contrario, più fai
danni e più vieni premiato. Anzi, a volte è l'unico
requisito per fare carriera (avrei molti nomi da fare, ma
non posso, spero che mi capirete...).
11 dicembre 2011 23:02 - JOKER
Nel forum Dì La Tua, si usa spesso copia-incollare notizie,
se pertinenti all'oggetto del thread o dei commenti
postati.
In galera i banchieri: così l’Islanda esce dalla crisi
Roma – L’ultima notizia che arriva dalla fredda Islanda
riguarda i banchieri che nel 2008 hanno contribuito a far
precipitare la situazione finanziaria del Paese: nove alti
funzionari di banca ritenuti responsabili del crack di tre
anni fa sono finiti dietro le sbarre.
Come se non bastasse, dopo i lavori della Commissione
istituita nel 2010 proprio per indagare al riguardo, il
procuratore speciale Olafur Thor Hauksson ha ordinato una
serie di perquisizioni presso le maggiori istituzioni
bancarie islandesi, tra cui la Banca centrale, la Mp Bank e
la Almc Bank, controlli che lasciano presagire una nuova
serie di arresti nelle alte sfere della finanza.
Cosa significa questo? Che contrariamente a quanto avviene
nel resto del mondo – un esempio per tutti sono gli Stati
Uniti dove Goldman Sachs continua indisturbata a fare il
bello e il cattivo tempo influenzando i mercati finanziari
di tutto il mondo – in Islanda non si sono limitati ad
attribuire colpe e responsabilità, ma hanno scelto di far
pagare la crisi a chi l’ha provocata, senza far gravare i
costi sulle spalle dei cittadini.
I risultati della silenziosa rivoluzione in Islanda sono
tangibili: il popolo, attraverso un referendum, ha vietato
allo Stato di farsi carico dei debiti contratti dalle banche
a causa dei banchieri speculatori, definendo il debito
detestabile – cioè un debito contratto dallo Stato che
non porta al popolo nessun vantaggio, ma solo penalità –
e quindi non esigibile.
Assorbiti dalla riscrittura della Costituzione con un metodo
orizzontale e partecipativo, gli islandesi hanno
indirettamente deciso di liberarsi dall’ingerenza del
Fondo monetario internazionale: dopo la sesta revisione
dell’economia islandese il Fondo ha deciso di cessare
qualsiasi tipo di intervento – dal più invasivo al più
blando – nel Paese.
Gli islandesi sono tutt’altro che disperati dopo la
decisione del Fondo: il capo del Governo Johanna
Sigurðardóttir, il ministro delle Finanze Steingrimur J.
Sigfusson e il ministro dell’Economia e del Commercio Arni
Pall Arnason hanno parlato di una nuova stabilità economica
e monetaria che l’Islanda riuscirà a ristabilire in breve
tempo.
Nessun flusso di aiuti dal Fondo monetario internazionale o
dalla Banca centrale europea – il primo, oltretutto,
tentò di accollare ai cittadini non solo il debito
contratto dalle banche, ma anche un tasso di interesse del
5,5%, 3 mila e cinquecento milioni di euro da ripagare in
quindici anni – l’Islanda ha eliminato il problema alla
radice, liberandosi dalla politica economica monetarista
tipica dell’Occidente e rifiutando di pagare per le colpe
degli altri.
Perché allora nessuno parla della rivoluzione islandese?
Per un motivo molto semplice, la democrazia diretta e quella
che potremo definite “autodeterminazione finanziaria”
islandese mettono in crisi un sistema che governa e regola
tutto il mondo, quello delle grandi banche.
Passata dalla privatizzazione – nel 2003 tutti gli
istituti bancari del Paese erano privati, con il conseguente
enorme flusso di capitali stranieri – alla
nazionalizzazione e poi alla bancarotta, da un governo
monetarista a uno democratico e finanziariamente
“autarchico”, l’Islanda ha trovato la strada per
uscire dalla crisi.
Mentre gli islandesi aspettano che la nuova Costituzione
passi al vaglio del Parlamento e ristabiliscono la propria
situazione finanziaria senza intaccare i propri risparmi, il
resto del mondo aspetta immobile che cali la scure delle
grandi banche, incapace di reagire.
Forse, dicono alcuni, in Islanda ci sono riusciti a causa
dell’esiguo numero di abitanti. Forse, rispondono altri,
in Islanda ci sono riusciti perché ci hanno provato.
10 dicembre 2011 19:53 - francescodeleo
Per non parlare poi dell'idea ignobile di emettere eurobond.
Eurobond al posto dei bond nazionali? Teoricamente sarebbe
una buona idea anche per l'italia, fino a quando gli
speculatori non riusciranno a prendere di mira pure questi.
Eurobond oltre ai bond nazionali? Chi accetterà una
proposta del genere sarà soltanto una testa di cazzo.
10 dicembre 2011 19:48 - francescodeleo
Certo che ritenere cha la bce o chiunque altro possa in
ultima istanza intervenire per salvare tutti noi non mi fà
stare molto tranquillo, potrebbe nel frattempo non essere
rimasto nulla dell'europa e dell'italia. Non so cosa è
meglio per la generalità della popolazione, subire il
processo inflazionistico che teoricamente l'immissione di
liquidità potrebbe provocare o subire la vessazione
continua di nuove tasse e di nuovi tagli. Io non saprei
scegliere di che morte morire. Da quel che vedo sarebbe
meglio il processo inflazionistico perchè colpirebbe tutti
mentre, almeno con riferimento all'italia, le misure
restrittive colpiscono solo la parte meno fortunata della
popolazione.
I capi dei vari governi si sono riuniti e sembra che cantino
tutti lo stesso ritornello dal titolo: la politica fiscale
per uscire dalla crisi. Secondo me o non sanno cosa fare o
non vogliona affrontare il problema nella loro interezza
perchè significherebbe colpire - e non vedo altra soluzione
- soprattutto chi possiede di più. E' risaputo che il
potere va pari pari con la richhezza e chi è ricco ha tutti
gli strumenti per modificare l'opinione non soltanto
pubblica ma anche dei politici. Chi è ricco è anche sordo
ai vari problemi, forse non tutti ma molti sì. Mi ricordo
di un personaggio disney, paperon de' paperoni, che amava
solo fare incetta di monete d'oro per il gusto di
possederle. Mi ricordo della confindustria che fino a pochi
giorni fa era disposta anche ad accettare una patrimoniale
mentre ora non si ricorda nemmeno di averlo mai detto. Mi
ricordo del monti che non fà accordi con la svizzera sui
nomi degli italiani che portano i loro soldi lì. Ho la
mente piena di ricordi... e si sa che la storia spesso si
ripete.
7 dicembre 2011 20:13 - gcarbotti
Praticamente io non posso parlare in questo blog senza
rincorrere in qualche offesa a qualcuno che amministra la
cosa pubblica.
Posso dire però che sono indignato al massimo :se siamo
finiti tra i peggiori paesi del mando ,pur essendo uno dei
migliori paesi ,dove fin dal impero romano eravamo un paese
invidiato da tutti.
I più grandi uomini di cultura di scienza sono venuti a
studiare in italia ,fin dal medioevo .
Se siamo a questo punto è dovuto ai nostri rappresentanti
politici i quali ha fornita una certa classe di
amministratori pubblici che hanno pensato solo a sfruttare
lo stato muggendola come una vacca .Dovete sapere (ve lo
può confermare qualunque allevatore )che nel tempo le
mucche da latte diminuscono la produzione se non avviene una
nuova grvidanza e se non muore con il parto dopo la
gravidanza riparte con la produzione al massimo. Se il
popolo non si sveglia faremo una
fine peggiore .
Questi del nuovo governo ,saranno figli di banchieri
,saranno figli della bocconi ma mi ispirano fiducia
,sembrano persone fatte da se .
gcarbotti
4 dicembre 2011 0:22 - efraim
@Alessandro Pedone,
purtroppo è sparito l'articolo di Rampini, mi pare, dove
avevo letto la notizia, comunque Bloomberg ho letto
recentemente che la FED avrebbe addirittura speso 7700
miliardi per salvare le banche, fonte i giornalisti di
bloomberg (ritrovo qualcosa su siti come questo
http://www.cadoinpiedi.it/2011/11/30/e_se_invece_delle_banch
e_salvassimo_la_gente_-_video.html o questo
http://www.valori.it/finanza/prestiti-segreti-fed-banche-han
no-guadagnato-13-miliardi-4477.html ma avevo letto la
notizia su fonti più ufficiali, da dove è sparito). Vero o
falso che sia, anche stando ai QE ufficiali, se dici che non
è opinione comune e condivisa che fossero (siano) dovuti
alla crisi finanziaria, ne prendo atto, anche se non capisco
quali altre ragioni possano avere e sarei curioso di
conoscere voci discordanti, perché tutte quelle che ho
letto lo dicono (leggerò solo fonti ideologizzate,
probabilmente). Comunque, che i derivati e porcate del
genere siano fuori dagli occhi e solo per questo non crolli
il sistema ne sono più che convinto (e già che un'immagine
vale mille parole, mettiamola così: http://xkcd.com/980/ )
ma per come la vedo, quando dei megalomani paranoidi vanno a
imbottire di soldi del monopoli l'economia reale è ovvio
che si generino problemini del genere. Detto questo,
riformulo il mio timore così: se diventa facile prestar
dollari, non c'è il rischio che l'economia venga inondata
da controvalore senza valore?
2 dicembre 2011 20:30 - kozzu
scusate, ma voglio guardare alla cosa da un'altra
prospettiva: sicuramente queste discussioni ci aiutano a
capire meglio quel che sta sucedendo, ma dal mio punto di
vista ci stiamo allontanando da ciò che (per me) è
fondamentale: o sono i governi a decidere del nostro futuro,
dettando regole severe e precise alla finanza in generale,
altrimenti saranno le banche a dettare le regole a tutti
noi. L'impressione che ho è che le banche lo stiano gia
facendo. E poi se sono state loro la causa della crisi vi
sembra normale che si affidi a loro la risoluzione del
problema?
Qui ci vogliono spolpare totalmente, rendendoci sempre più
ricattabili in modo da renderci completamente passivi
rispetto alle scelte effettuate dall'alto. io ho paura...
2 dicembre 2011 15:02 - Alessandro_Pedone
@efraim
L'immensa liquidità immessa nel sistema bancari USA non è
servita DIRETTAMENTE a coprire gli enormi buchi. Dici che su
questo concordano tutti, ma non mi risulta.
Il problema è che le banche l'hanno in larga parte non
utilizzata ed in parte utilizzata per continuare a fare
utili con i mercati finanziari e non prestandoli.
Il problema delle banche USA è stato in larga parte messo
sotto il tappeto grazie alle nuove regole sui bilanci che
adesso sono completamente illeggibili.
I titoli di stato devono essere messi a bilancio al
mark-to-maket, ma la regola no vale per le "porcate" (scusa
il termine) dei derivati.
Al momento, negli USA, la liquidità non ha prodotto molta
inflazione perché il denaro non circola molto.
Al momento, fra l'altro, in USA, diversamente dall'Europa,
le grandi corporate hanno molta liquidità che scelgono di
non investire.
E' quel processo che in economia si descrive con la metafora
del cavallo. Tu puoi mettere tutta l'acqua che vuoi davanti
al cavallo, ma se questo non ha sete, non beve.
Lo stesso può accadere in Europa.
C'è poi da dire un'altra cosa. Queste immissioni di
liquidità sono reversibili. Non è certo facile ed il
processo rischia di sfuggire di mano, ma al momento il
rischio di inflazione è decisamente inferiore al rischio di
recessione.
Spero di averti risposto.
1 dicembre 2011 19:40 - lucillafiaccola1796
@ I terroristi hanno requisito i con tanti?
@ Congeliamo i nostri ris-parmi in conto
corrente ed u-$i-Amo esclusivamente il
Baratto. Scacco Jok-Her!
@ Le chiacchiere stanno a zero zero. Se volete
far saltare l’€ DEVE saltare anche
l’anglo$a$$one $-£. Col Baratto… lo
Siiiiiii!!! Può!!!!
1 dicembre 2011 18:22 - efraim
Sì, non direttamente, s'intende. Ma queste misure, per quel
poco che ne ho capito, dovrebbero facilitare il prestito di
dollari. Negli USA ci sono state enormi creazioni di valuta
che, a rigore, avrebbe dovuto creare enorme inflazione non
fosse che, almeno su questo concordano tutti, ciò non è
avvenuto perché questa enorme massa valutaria è rimasta
nelle pance delle banche che hanno così coperto gli enormi
buchi. Ora, se questa massa esce - e in vista di un QE3 da
tutti quelli che leggo previsto in primavera, ora mi pare
plausbilmente in modo più ingente di quanto finora
preventivato - non è possibile che si generi
quell'inflazione da questo lato dell'Atlantico, con
creditori dall'altro? Certo, i dollari sono già stati
emessi, mentre la BCE dovrebbe creare ex novo, ma questa
misura mi lascia davvero perplesso; non ci capisco molto,
anzi, ma non ne capisco le logiche e mi sembra fra le
opzioni la più pericolosa per dare liquidità
all'asfissiata economia, sistema bancario in primis,
europea. Non è una domanda trabocchetto, è che davvero non
capisco.
1 dicembre 2011 17:48 - Alessandro_Pedone
@efraim
Che significa "uscita dal sistema bancario dell'ingentissimo
quantitave easing"? Te lo chiedo perché non ho capito bene
la domanda.
Volevi sapere se secondo noi questa operazione della BCE
rischia di creare inflazione?
1 dicembre 2011 13:59 - efraim
Posso fare una domanda apparentemente non correlata, senza
pretesa di una risposta certa ma con la richiesta di un
parere?
La recentissima agevolazione a prestare dollari non può
facilitare l'uscita dal sistema bancario dell'ingentissimo
quantitative easing di dollari recentemente avvenuto e
tuttora programmato con le conseguenti logiche e per molti
versi temute conseguenze di una spirale inflazionistica?
Che conseguenze può avere su debiti, la recessione, la BCE,
la gravità per pensionati e mercato interno delle misure in
corso d'approvazione etc?
1 dicembre 2011 11:00 - Cepu
L'europa UNITA dà fastidio, sia agli orientali che agli
occidentali. Siamo sotto attacco per farci saltare. Divide
et impera !
La reazione può essere solo una: unirsi, anche a costo di
perdere pezzi di sovranità nazionale che sappiamo benissimo
essere usati malamente, in modo INEFFICIENTE per essere
delicati come dice domenico.
Ha ragione Draghi. I trattati possono cambiare, e anche in
fretta. I nemici dell'europa UNITA devono rientrare nelle
tane.
1 dicembre 2011 0:58 - Domenico Murrone
la penso come alessandro, e rifletto su tre cose. In Italia
abbiamo un governo che almeno mi darà la possibilità di
contestarlo con argomenti. Dal mio punto di vista, prima si
fanno reali riforme meglio è. La prima mossa è modificare
l'articolo 1 della costituzione sostanziale: l'Italia è una
Repubblica fondata sulla BALLA, sostituendo a BALLA,
trasparenza e diritto. Col precedente governo non riuscivo
neppure ad indignarmi: tutto era una barzelletta globale.
La caratura Merkel-Sarkozy e' bassa. La prima haa evitato il
salvataggio della grecia oltre un anno fa, perche' aveva le
elezioni in una regione tedesca (elezioni, che se non
ricordo male, comunque perse). Sul secondo basti dire che se
berlusca è un uomo di plastica, sarkozy è di 'plastique'.
ultimi punti, da dietrologo.
dopo la botta del 2008, i prospettavano una regolamentazione
piu' stringente sui derivati dei derivati dei derivati.
poi le agenzie di rating che prima avallavano bilanci fatti
di 'schedine del totocalcio' (i derivati non sono che
scommesse, no!) delle banche, hanno cominciato a fare le
pulci agli stati, che nel frattempo si erano indebitati.
così oggi di riportare i derivati alla sua funzione sana,
non se ne parla piu'. il debito pubblico sembra essere il
solo problema.
ultime cose. a me i mercati che si impennano quando lo stato
investe fondi pubblici, mi convince poco.
l'italia se passerà la nottata e si decide ad essere uno
stato serio, ha molte piu' possibilità di crescita di paesi
come la germania, dove i tasso di efficienza è gia' alto.
noi, inefficienti, abbiamo molto da recuperare.
30 novembre 2011 18:20 - francescomangascia
Cepu, lei sui politici ha ragione, ma sulla so
vranità nazionale attenzione, perchè in Europa, ci sono
nazioni che non hanno aderito all'euro, e pertanto cedere ai
burocrati di Bruxelles,
,tra cui ci sono pure i non aderenti all'euro, , ogni
decisione economicanazionale, sarebbe come mettere un
agnellino in unatana di lupi.
30 novembre 2011 13:53 - Cepu
"Si ha l'impressione che i politici non abbiano la più
pallida idea di come affrontare questa crisi."
Eh no. Sanno benissimo che è necessario cedere sovranità e
controllo nazionale a favore del parlamento e del governo
comunitario, e non lo vogliono fare. I politici non vogliono
smettere di fare i padroni assoluti in casa propria,
sottomettersi a regole comunitarie, per giuste o sbagliate
che siano.
Insomma, non vogliono più l'europa unita ma non possono
più uscirne.