Se non ci guadagnano abbastanza non ci guadagnano
abbastanza. La questione è quanto vogliono guadagnare.
L'attività bancaria è ormai da tempo segnata da
comportamenti fraudolenti. Non posso non scrivere di una
azienda di medie dimensioni, ma so anche che non è stata
l'unica in tutta l'Italia a subire questi comportamenti, che
operava nel proprio mercato con soddisfazione (leggi:
vendeva con profitto ciò che produceva); per alcuni motivi
si rivolse ad una banca per un prestito e di questo il
proprietario ne era sicuro fino a quando scoprì che aveva
firmato contratti aventi per oggetto derivati; a causa delle
perdite su questi derivati - volendo arrivare subito al
dunque - ha dovuto cessare la propria attività perchè nel
frattempo l'azienda era diventata di proprietà della banca.
A questo punto non riesco più a capire la differenza tra
l'atività dell'usuraio e quella della banca, ovvero, non
volendo generalizzare, di questa banca.
5 ottobre 2012 15:04 - Alessandro Pedone
@savpg8801 del 4 ottobre 2012
La critica, per me è sempre positiva.
Sono stato io il primo a scriverle "Liberissimo di pensare
che io faccia del "becero sinistrismo"". Ho semplicemente
precisato che alcune cose che lei attribuiva a me non erano
da me mai state dette, scritte né pensate.
Per il resto, francamente faccio una certa fatica a leggere
i suoi lunghi commenti. Sicuramente è colpa del
sottoscritto.
4 ottobre 2012 16:33 - savpg8801
Egr.Sig.Pedone, lungi da me metterla in ridicolo, ad ognuno
le proprie opinioni.
Ma quando si presenzia e si espongono teorie(forse anche
messe in pratica) in una Pubblica trasmissione, mi scusi, ma
ci si devono anche aspettare delle critiche, non solo del
plauso facile allorchè, appunto, si sostengono tesi a
favore di categorie già di per se incazzate (poi stabilire
se a torto o ragione non è dato se non dall'analisi dei
tempi che corrono) per il certo o presunto stato di vessati
sociali. Certo che prendere le difese di un disoccupato
cronico ed andare contro il padrone o lo stato o la società
causa di ogni suo problema, si ha terreno facile per
eventuali sondaggi e per sicuri apprezzamenti.
Lei e la conduttrice avete provocato risposte del
rappresentante ABI, peraltro molto urbane e contenute, con
alcuni, di quest'ultimo, significativi esordi e reiterate
puntualizzazioni, per esempio sulla calcolata(da parte dei
mutuanti) incapacità di alcuni soggetti aspiranti mutuatari
di restituire le rate, appunto di non possedere risorse
sufficienti ed inadeguate (vuoi dirette, vuoi supportate da
forme di garanzie reali o chirografarie, oppure da appoggi
assicurativi) al fine di ottemperare alle proprie
obbligazioni.
Sarebbe bastato questo per chiudere la partita.
Se poi vengono fuori motivi di altro genere(pur oggidì di
moda ed importanti) circa l'uguaglianza sociale dei diritti
(molto meno, chissà perchè, dei doveri) tipo che sono
giovane, voglio una casa, figli e moglie(anche se ormai di
tipo associativo per convenienza o principio), ho diritto ad
una vita decente(nel senso lato del lemma) fatta di nessun
sacrificio, di piaceri di ogni genere che mi spettano --e
perchè dovrei farne a meno -- non sono un eremita o neppure
di legno..... allora la cosa passa su di un altro piano.
Per quanto concerne le erogazioni a buoni e cattivi, sembra
essere d'accordo cioè di vederci dentro...ma allora è
corretto agire come agiscono adesso le banche, cioè
prescindendo!. Ma a proposito degli attacchi alle banche che
preferiscono (ma perchè preferiscono, quando è il loro
mestiere erogare finanziamenti e non per nulla sono "aziende
di credito") accumulare denaro(ma se mi dite che sono sempre
in stato di carenza di liquidità)? Oppure che le banche
perseguono solo il profitto e giocano con il sistema degli
interessi (ma con che cosa dovrebbero giocare, a palline?)
evocatamente da eliminare o da rivedere, non credo che
questi ragionamenti portino a considerazioni di favorevole
soluzione, almeno da certi punti di vista.
--
Da Pedone: ...scendendo di livello, abbiamo il problema che
le banche - da tempo - fanno i loro maggiori profitti non
più dal lavoro tradizionale (quello di prestare soldi)
bensì dalle commissioni e dalle attività di negoziazione
di strumenti finanziari. ...
E' un problema, nevvero? sono in parte d'accordo che sia
così. Ma se Lei fosse un imprenditore e non riuscisse a
formare il suo bilancio rischiando la perdita, vendendo
noccioline, non adotterebbe altre strategie al fine di
commerciare anche ceci, pur di stare a galla? Commetterebbe
illeciti o reati? Potrebbero impedirglielo i benpensanti che
hanno visto nel suo statuto e nelle sue tabelle che deve
vendere solo noccioline e mai ceci?
Prendo atto, tuttavia, ma con ragionamento a parte, che le
banche hanno spesso adottato tattiche diverse di lucro
perchè rispondono ai loro azionisti della realizzazione di
corrette e giuste costruzioni di formazione di bilanci,
s'intende in utile.
E nulla vieta, restando nelle correttezze di legge e di
statuto, che, in impossibilità (quì si farà sicuramente
critica) di erogare mutui o altri finanziamenti in carenza
di adeguate garanzie (peraltro volute ed imposte da leggi,
tecnica e statuti se non dal buon senso) , Queste
istituzioni creditizie, che devono operare minuto per minuto
sulle loro disponibilità operative giornaliere, non si
capisce proprio perchè non debbano investire parte delle
loro disponibilità fluttuanti ed infruttuosamente o
inoperosamente giacenti, ad investimenti di altro tipo.
Cosa che sempre le banche hanno normalmente(salvo alcune)
fatto modificando i loro conti titoli di proprietà, nel
rispetto delle regole e della normale amministrazione e,
come in tutte le cose, salvo scorrettezze.
Riferisce Pedone:...L'attuale sistema bancario genera un
finta scarsità di risorse che serve esclusivamente ad
arricchire pochi a scapito di altri....
Al solito, di ogni erba un fascio. Come se il mondo non
andasse tutto e da sempre ineluttabilmente avanti con questi
princìpi!
Se si procedesse alla redistribuzione periodica delle
ricchezze, dopo un mese, magari cambiando di nominativo,
tanti ricchi ritornerebbero ad esserlo e il resto,
stragrande maggioranza, di poveri altrettanto. A parte le
furberie, chi mai uguale all'altro, si renderebbe capace di
intraprendere avventure d'impresa con i rischi e i problemi
che ne derivano? E l'arricchimento è comunque la molla per
per intraprendere, molto meno la vocazione al volontariato
sociale.
4 ottobre 2012 11:09 - savpg8801
2029 - 2004 = 25 anni.
Chi ha età molto meno fresca di coloro che si accingono a
metter su casa, cioè ovviamente giovani, conosce diverse
generazioni di comportamenti, di richieste, di pretese, di
sempre meno capacità di sacrificio.
Le cose non sono cambiate molto nel divario tra salari di un
tempo e quelli di adesso in relazione ai costi della vita e
alle capacità di mantenimento, in proporzione. Addirittura
in proporzione sono dimezzate molte spese tipo auto,
elettronica (certo non mi si venga a dire che vuoi l'ultima
versione del tablet), telefonia, ecc. in proporzione alle
paghe esaminate tempo per tempo. Se ci si accontentava di un
tv adesso ne vogliamo due o tre, se si andava in pizzeria
due volte all'anno, adesso è d'obbligo due volte a
settimana sennò che vita è????
Giustamente detto sono i costi pubblici, della politica, e
di tutto l'indotto che sono lievitati enormemente,
sfacciatamente.
Quando quaranta-cinquanta- o anche solo trenta anni fa si
faceva un mutuo all'8-10-15% non ci si lamentava poi così
tanto come ora che si mandano invettive a banche e stato
babbo e mamma perchè non ti "regalano" il mutuetto, che
invece, dovresti guadagnartelo a seconda dello stato sociale
in cui ti trovi. Ma lo stato sociale assistenziale uguale
per tutti (col cavolo mai ci sarà) tipico dei sistemi
inventati (Cicero pro domo sua) dai "sinistri", è quanto di
peggio possa esserci e le prove sono il fallimento
ideologico e pratico di codesti regimi (salvo alcuni
disgraziati tipo Corea N.).
Filosofia del " se non possiedo, non spendo" se non me la
cavo, tiro la cinghia " se non posso andare in viaggio ai
Caraibi, vado in campagna a venti kilometri da casa, magari
in bicicletta sono formativi dell'esistenza di ognuno,
capacità di sopravvivenza, iniziazione alle intemperie
della vita capacità di sacrificio(vero) e rinuncie.
Quanto ai ladri e farabutti evasori e politici corrotti, sia
di stato che privati spetta all'Ordine pubblico trovarli e
impiccarli.
Cornetto e cappuccino, 3 € ; 1/2 pacchetto sigarette o due
caffè, 2 € ; 1 quotidiano, 1 € ;
e solo così, ma chi vuol bene intendere, intenda e cioè
che i metodi di risparmio incruenti sono
tantissimi..issimi...issimi. E non si muore per questo.
3+2+1 = 6 ; 6 x 365 = 2190€ ; 2190 x 25(anni) =
54.750 € cioè quasi tutti gli interessi del mutuo della
casa di giulylella.
Se poi risparmi anche poco su ogni cosa quasi inutile (dico
quasi perchè adesso non si fa più esistere la tipologia
delle cose superflue-ora sono tutte altamente necessarie) ti
ripaghi come minimo, metà del capitale. Ognuno ha
l'intelligenza di farsi i conticini da se, solo che lo
voglia.
4 ottobre 2012 11:01 - Alessandro Pedone
@savpg8801
Liberissimo, naturalmente, di pensare che io faccia del
"becero sinistrismo", un po' meno di fare una caricatura di
ciò che ho espresso nel mio articolo ed in trasmissione.
Io non ho mai né scritto, né detto e neppure mai pensato
che le banche debbano erogare prestiti a "bravi e belli,
cattivi e buoni tutto in modo identico", né tantomeno, ho
mai pensato a nazionalizzare tutte le banche.
Ci sono due ordini di problemi.
Il primo, quello più strutturale, è che il sistema
monetario basato sul tasso d'interesse e quindi sull'unico
scopo di accumulare altro denaro è un sistema non
sostenibile.
All'interno di questo sistema, che comunque non può
funzionare nel medio-lungo termine, scendendo di livello,
abbiamo il problema che le banche - da tempo - fanno i loro
maggiori profitti non più dal lavoro tradizionale (quello
di prestare soldi) bensì dalle commissioni e dalle
attività di negoziazione di strumenti finanziari.
Nel caso di specie, l'attività di erogazione dei mutui ai
giovani sarebbero profittevoli per le banche, grazie ai
fondi messi a disposizione del pubblico, ma non lo sono a
sufficienza per i criteri della maggioranza delle banche.
Questo esempio dei mutui ai giovani è una delle tante
evidenze del fatto che il sistema bancario-finanziario ha da
tempo abdicato al suo ruolo principale. Non possiamo certo
costringere delle banche private ad erogare mutui che non
vogliono erogare (io sarei il primo ad essere contrario) ma
abbiamo il dovere di prendere atto del fatto che la società
ha bisogno di UN ALTRO sistema finanziario.
Progettato in maniera radicalmente diversa. Basato sul
concetto che il denaro è un mezzo e non il fine.
Alla società serve un mezzo di scambio efficiente.
L'attuale sistema bancario genera un finta scarsità di
risorse che serve esclusivamente ad arricchire pochi a
scapito di altri. Questo è il concetto generale.
Lo chiami di sinistra, lo chiami anarchico, lo chiami
socialista-radicale, lo battezzi come vuole. Ma questo è.
4 ottobre 2012 9:12 - osvaldo2652
Se si applicassero alle Banche le regole economiche e
giuridiche delle imprese non bancarie, ci sono, in Italia,
almeno un paio di Istituti bancari che dovrebbero portare i
libri in Tribunale. Il " troppo grande per fallire" protegge
quindi i vertici delle Banche, in una sorta di immunità
personale, come bene ha stigmatizzato un ( trinariciuto?!)
Luigi Zingales: http://www.fermareildeclino.it/comment/2088
4 ottobre 2012 3:31 - giulylella
Io credo che il sistema così come è voluto dalla politica
ci ha resi schiavi delle banche e delle assicurazioni
semplicemente perchè lo stipendio di un operaio di 1200
euro al mese ti costringe anche se devi comprare i libri ai
tuoi figli di chiedere prestiti alle banche, ed una volta
entrato nel "TUNNEL dei PRESTITI" è difficile uscirne
fuori,peggio della droga.
Poi non ne parliamo di mutui!!!io ci sono dentro dal 2004 e
se Dio vuole ne uscirò nel2029.
Una casa di 120000euro mi costerà 200000 euro se tutto va
bene ad un tasso fisso del 5,5%.
Se l'europa mi prestava i soldi all'1% io avrei speso i
sooldi andando ad un ristorante,comprando più cose,invece
devo fare economia, e chi ci guadagna? sempre gli stessi.
Visto che questi operano in Italia perchè non cominciare ad
abbassare i loro stipendi portandoli ai livelli dei comuni
mortali?
Visto che siamo (giustamente) obbligati ad assicurarci sulle
auto e sui mutui, perchè non obbligare loro a percepire uno
stipendio normale?
Io che non sono comunista imporrei PER TUTTI uno stipendio
che non superi IL DOPPIO di quello di un operaio che lavora
in catena di montaggio,e con i profitti derivati investirei
in Ambiente,Acqua,Turismo,Trasporti,Connettività.
3 ottobre 2012 21:16 - savpg8801
Ripeto di non fare di ogni erba un fascio. Rivedere quella
trasmissione evidenzia ancor più di quanto avessi
ipotizzato che si tenta di sovvertire l'opinione pubblica
con calunnie e chiara disinformazione atta a screditare le
banche come se fossero più ladre loro della banda della
magliana e che gli affari della mafia siano acqua fresca al
confronto.
Mi fa specie, ma lo comprendo visto l'andamento
demagogizzante e accusatorio della trasmissione, che il
rappresentante dell'A.B.I. si sia trattenuto enormemente nel
cercare di spiegare anche con parole semplici, il
comportamento delle banche potenziali erogatrici dei mutui o
dei finanziamenti in genere a chiunque li richieda e che si
sia intelligentemente limitato nella spiegazione di come
stanno le cose (ripeto che non si può rispondere in
generale quando ogni caso è a se stante) dal momento che
aveva dinnanzi dei muri di gomma.
Ma vedo che il castello accusativo che oggi si rileva in
ogni trasmissione o altro sistema dell'"informazione" di
massa, su ogni cosa e fenomeno che non sia presupposto di
ventilati diritti e molto meno di doveri, va per la
maggiore.
Le pretese di chi vorrebbe ottenere tutto con questa ormai
consolidata smania di ottenimento anche a livelli pressochè
gratuiti o super agevolati stanno superando ogni limite.
E non è un caso che tutte queste assurde pretese provengano
da gente che non sembra aver la benchè minima conoscenza di
come si conduca un'impresa, ma sicuramente è chiaro che si
conduce una campagna accusatoria che non è semplice
disinformazione, ma molto di più, in quanto più che
semplicisticamente ritengono, o vogliono far ritenere, che
il guadagno della banca sia la semplice differenza tra ciò
che pagano sulla raccolta e quello che guadagnano
sull'erogazione del credito, come se la banca non avesse
fior di spese di gestione o potesse erogare tutta la
raccolta(cioè i soldi dei depositanti) pari pari.
E a chi mi viene a blaterare che le banche (quali e quante?)
vengono salvate da aiuti di stato, rispondo con un
altrettanto semplice pfui! Una banca ha avuto soldi per la
ricapitalizzazione, le altre no. E se così fosse, come per
alcune in america, non avremmo avuto i riconoscimenti
internazionali del buon comportamento delle banche stesse
ma italiane. Volete le banche assistenziali? Statalizziamole
tutte e pace; così potrete spillar soldi a profusione come
Regioni, provincie, comuni e compagnia bella e dove tutti
hanno tutto, basta che siano collusi. Amen.
3 ottobre 2012 18:09 - Cepu
Subito una multona ai ... capibanCa !!
3 ottobre 2012 12:56 - pfui!
@savpg8801
Quando però i governi salvano il culo alle banche col
denaro pubblico, quello non è "becero sinistrismo", eh?
I salvataggi sono tutti motivati dal "ruolo sociale" che
(INDUBBIAMENTE, dico io) il sistema creditizio svolge. E
allora, ratio vorrebbe che anche parte dei profitti bancari
venisse socializzata.
Ma a dirlo par d'essere marxisti-leninisti....
3 ottobre 2012 12:42 - savpg8801
Qui si fa del becero sinistrismo.
Stupirsi del come una impresa (non pubblica) fa il suo
lavoro a scopo di lucro (ma ovviamente regolato da leggi,
prassi, consuetudini, statuti, assemblee societarie,
tecniche bancarie, inserimenti sul territorio, difficoltà o
meno di finanziarsi, ecc.ecc.ecc.) e definirla "serena
arroganza", è come stupirsi delle regole del mercato (così
per altro canto "serenamente" accettate ed editorializzate)
mercato che definisce fallimentari che"devono" fallire,
quelle marginali.
Le strategie bancarie (escludiamo anche qui i malfattori e
quelle imprese che hanno rubato, malversato, provocato
crisi, ecc. e che vanno processate per alta reità), se non
lo si sa, sono imprenditoriali. Troppi saputi parziali
vedono solo alcune delle tipologie operative nel lavoro
delle banche, facendo sarcasmo e prodigandosi in accuse
proditorie di qualsiasi genere, volte a discreditarle e ad
accusarle dei guai economici delle nazioni facendone un
unico fascio di grassatori e paltonieri.
Forse per la mania di fare statistiche (fuori dei canoni
della scienza statistica vera) per demagogizzare fenomeni
allo scopo di riportarli a dinamiche terroristiche e
rivoltose.
Qualche bravo economista, interrogato, ne capisce finalmente
la portata, vedasi il numero dei disoccupati sul quale c'è
da scremare, vedasi sulle notizie tendenziose che pongono il
dito sulle imprese giovanili che (avuti contributi ed
agevolazioni) poco dopo chiudono (ma non ci si interroga su
chi le apre, su chi non ha avuto naso sulle scelte, su chi
ci ha marciato, su chi si è dimostrato incapace, su chi ha
scelto sempre il solito commercio già supersaturo, su chi
ha indotto ed invogliato ad aprire per farsi lustro, magari
come catene commerciali, ecc.)sostenendo correttamente che
non si può dare a tutti, tutto.
E questo vale anche per le banche. Valeva negli anni
cinquanta, sessanta, settanta, (ricostruzione e boom
economici di dopo guerra) quando un mutuo ipotecario si
erogava all'8,50% e, dopo, anche a tassi maggiori sino ad
arrivare anche, negli anni '90 a tassi del 20-25%.
Cosa lamentano adesso i mutuatari?
Si lamenterebbero anche del 2%, cosa che in qualche caso è
stato pure ottenuto con contributi, agevolazioni, accolli,
ecc.
Vogliamo dare al 2% mutui a tutti come in USA?
Vogliamo accusare le banche di non erogare a bravi e belli,
cattivi e buoni tutto in modo identico, prescindendo che le
banche hanno tutto l'interesse ad erogare; fa parte del loro
lavoro, checchè qui si dica!
O dobbiamo farle tutte governative, così si reinstaura il
becero sistema assistenziale che tanto piace a molti?