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6 febbraio 2013 12:21 - Cepu
Buona la seconda, luki. I delinquenti non sono attivi soltanto in politica.

Sono "quasi" dappertutto.
2 febbraio 2013 12:29 - lucki
Si non v'è dubbio si comincia con De Bustis e la banca 121,una vera vergogna, una truffa legalizzata,ma non troppo,trasferita insieme all'ideatore da Lecce a Siena e si prosegue con Mussari,ma quello che più sconvolge e che dopo MPS diventa il boss di ABI.Ora se il dilemma è:èla politica che comanda in MPS o viceversa,si può riformulare lo stesso concetto in senso più ampio è la politica che mette Mussari all'ABI o sono le banche che lo mettono al vertice come campione di quel modo di fare banca lungamente sperimentato in MPS,potendo contare sulla connivenza del sistema politico.
30 gennaio 2013 13:02 - fabiotrezzi
http://ioamolitalia.it/editoriale/basta-soldi-degli-italiani -onesti-alle-banche-disoneste.html
27 gennaio 2013 20:52 - lucillafiaccola1796
è un poco lungo ma vale la pena di leggerlo:

http://www.altrainformazione.it/wp/2013/01/26/il-caso-monte- dei-paschi-di-siena-e-il-ruolo-delleuropaSunday January 27th, 2013

IN CASO MONTE DEI PASCHI DI SIENA E IL RUOLO DELL’EUROPA DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI Libero pensiero
“Coloro che non possono ricordare il passato, sono condannati a ripeterlo” George Santayana. 1930 A proposito di Monte dei Paschi di Siena.
Sono sempre stato un europeista convinto. Mi sento europeo e sono orgoglioso di esserlo. Sono un profondo sostenitore degli Stati Uniti d’Europa, perché considero l’Europa un continente che ha prodotto nei secoli una immensa tradizione evolutiva in campo economico, culturale, artistico, scientifico, che ha dato un enorme contributo al miglioramento delle condizioni esistenziali delle persone.
Non questa Europa, si intende. La grande truffa degli oligarchi reazionari consiste nell’aver inventato uno scontro tra europeisti e non europeisti, spingendo la gente –in maniera perversa e subliminale- a pensare che la BCE e il sistema bancario attuale “sia l’Europa”.
Non è così. C’è anche un’altra Europa. Ed è quella per la quale mi batto. Caduti nella trappola dell’Alzheimer sociale, ben rappresentato dalle trovate mediatiche di Silvio Berlusconi, gli italiani, oggi, sbigottiti, sono testimoni del terremoto finanziario prodotto dalle scelte amministrative del Monte dei Paschi di Siena, come se fosse una sorpresa, uno scandalo, qualcosa di cui stupirsi. Considero questo “scandalo” uno splendido simbolo della enorme possibilità che tutti noi europei abbiamo in questo momento per poter ritrovare il Senso di una nuova identità europea, che prima di tutto deve essere esistenziale e culturale, economica e politica e poi, di conseguenza, anche finanziaria.
Perché l’Europa, cioè la prima costituzione degli Stati Uniti d’Europa, è nata dalla finanza, e con il suo fallimento, si spera che gli europei ritrovino la ragione. E’ nata così l’Europa. E fu proprio il Monte dei Paschi di Siena a inventare tutto ciò, molto ma molto tempo fa.
Perché le speculazioni finanziarie sui derivati non sono affatto una invenzione tecnologica, ingegnosamente scoperta dagli analisti finanziari americani, bensì sono un’idea finanziaria del Monte dei Paschi di Siena, che si è espressa 375 anni fa e che allora portò l’Europa alla catastrofe, seminando miseria, povertà e fame. Se chiedete “quando è nata l’Europa?” vi sentirete dare risposte molto diverse. C’è chi sostiene con il Trattato di Lisbona, chi con quello di Maastricht, chi nel 2001 con il varo dell’euro, chi con il Trattato di Roma del 1957, chi con il manifesto di Ventotene del 1943 a firma Altiero Spinelli, chi con Napoleone Bonaparte, chi con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel 1789,.
Forse hanno ragione tutti, sono stati piccoli tasselli intersecantesi l’uno con l’altro. Ma il punto dolente rimane quello della “mancanza di memoria storica” a dimostrazione dell’autentica tragedia che noi tutti stiamo vivendo oggi in conseguenza dell’assassinio della Cultura e dell’Informazione.
Perché se fosse rimasta alta la bandiera della memoria storica collettiva, allora, i popoli avrebbero impedito a questi burocrati oligarchi criminali di fondare gli Stati Uniti d’Europa sulla finanza, dato che era stato già fatto quasi 400 anni fa portando il continente alla catastrofe.
C’era, quindi, un precedente storico poderoso, fulminante, sul quale interrogarsi, da analizzare, sondare, elaborare, per trarne una lezione utile.
Tutto è avvenuto grazie al Monte dei Paschi di Siena, nel cuore dell’Europa mercantile, nei primissimi anni del secolo XVII, quando la banca senese “inventa” i derivati e provoca, guida, determina, la più grande catastrofe economica che si sia mai realizzata nella Storia della Civiltà: il crollo della borsa di Amsterdam il 9 febbraio del 1637. Ecco come andò. Nei primi decenni del ‘600, grazie all’eccitazione mercantile dovuta alla scoperta dell’America e all’introduzione sui mercati europei di ingenti quantitativi di oro, argento e derrate alimentari, provenienti dal nuovo continente in via di espoliazione, gli europei creano “la borsa valori delle merci e dei preziosi” di cui Amsterdam diventa il centro propulsore. Il Monte dei Paschi di Siena, la più solida e antica banca europea (fondata nel 1472) diventa il più forte istituto di credito finanziario dell’epoca, luogo di incontro della finanza vaticana e delle rendite finanziarie delle oligarchie aristocratiche europee che lì si incontrano per scambiarsi i loro titoli e creare le grandi rendite patrimoniali europee. Nel 1593, il Monte dei Paschi di Siena finanzia Johannes Van Bommel, un grande mercante dell’epoca, il quale importa dalla Turchia i bulbi di tulipano, investendo nella loro coltivazione. Qualcosa di inspiegabile però accade. Anche se da allora sono trascorsi 400 anni, seguita a rimanere un mistero della mente umana. I tulipani diventano ben presto una specie di feticcio della neo-nata classe borghese mercantile, dando vita a una gigantesca febbre collettiva che invade tutta l’Europa. Gli storici e gli antropologi inglesi hanno addirittura coniato il termine “tulipomania” parola che, da qualche anno, indica una specie di malattia dello spirito che porta gli individui a speculare in borsa su “qualcosa di evanescente che non esiste”. Poco a poco, in tutto il continente si diffonde la mania dei tulipani che diventano ben presto un vero e proprio social status. Dovunque, da Lisbona fino a Roma, da Glasgow fino alla lontana Varsavia, gli europei si gettano nell’investimento di azioni dei bulbi di tulipano e in tutto il continente si aprono agenzie di cambio locale, gestite in appalto dal Monte dei Paschi di Siena. Al mattino si apre la contrattazione ad Amsterdam e alle 15 partono a cavallo i corrieri con i risultati del giorno, attraversando tutta l’Europa per andare a negoziare i titoli nelle diverse capitali. Ben presto, l’Europa comincia a diventare piccola e le capitali entrano in veloce contatto tra di loro, dando vita alle prime società di trasporto continentali. Nel 1605 la domanda di bulbo di tulipano raggiunge livelli vertiginosi di costo. Vengono attribuiti nomi curiosi e strani ai bulbi e le famiglie di possidenti investono ingenti quantità di denaro su questo fiore. Nel 1623, un certo bulbo di tulipano, di un colore magari raro, arriva a costare il corrispondente di oggi di circa 50/70 mila euro. Il record viene toccato dal “semper Augustus” che viene contraccambiato nel 1630 per la cifra vertiginosa di 100.000 fiorini, pari a 250.000 euro odierni. In quell’anno, un certo Messer Cucinotti, ragioniere plenipotenziario di Monte dei Paschi di Siena nella sede di Amsterdam ha un’idea che seduce l’intera Europa: “la speculazione sui derivati finanziari” che lui inventa e codifica, in uno splendido testo di follia delirante finanziaria (si trovano i testi dell’epoca nella “Biblioteca pelagia di parte guelfa” a Firenze) con il termine “commercio del vento” o altrimenti detto “commercio finanziario delle nuvole”. Il Monte dei Paschi di Siena stampa dei contratti di assicurazione sul titolo dei bulbi e poi li assicura presso una loro filiale a Londra, la quale ne rivende –a prezzo maggiorato- il potenziale profitto di lì a sei mesi. Chi acquista quel titolo, lo rivende a un altro prezzo maggiorato e così via dicendo, per cui uno stesso titolo di possesso di un bulbo tocca il record nel 1632 di 186 proprietari della stessa azione a prezzi completamente diversi: la stessa azione vale 1 oppure 8 oppure 75 a seconda di quando è stata acquistata e da chi. La banca senese dà prestiti per acquistare bulbi di tulipano e raccoglie in garanzia proprietà immobiliari e terre coltivate, creando una massa finanziaria speculativa che nel dicembre del 1635 raggiunge una cifra pari a 15 volte l’intera ricchezza reale europea. Finchè alla fine del 1636 alcuni aristocratici, bisognosi di danaro in contanti per finanziare spedizioni navali o costruirsi un castello cominciano a vendere e si arriva al 9 febbraio del 1637 quando l’ondata di vendite si abbatte sul mercato provocando la più gigantesca catastrofe finanziaria che sia mai stata registrata nella storia. Il tutto avviene a una velocità inusitata per quei tempi, in pochissime settimane. E il mercato dei tulipani crolla. Migliaia e migliaia di famiglie si trovano sul lastrico perché il Monte dei Paschi di Siena attraverso le guardie reali olandesi requisisce le loro proprietà immobiliari date in garanzia per titoli di bulbi di tulipano che sulla carta valgono milioni ma che in realtà si rivelano semplice carta straccia. Nel solo mese di giugno del 1637, nella città di Amsterdam 15.000 persone travolte dal dissesto. La città di Arnheim diventa un enorme cimitero e così la città di Hannover, di Besancon, la lontanissima L’vov al confine tra la Polonia e l’Ucraina. L’Europa è travolta dal crollo della finanza sui derivati. Le famiglie rovinate abbandonano le loro terre che rimangono incolte provocando penuria e carestia nella popolazione. Nasce così la immensa ricchezza patrimoniale del Monte dei Paschi di Siena, che riesce a non fallire grazie all’intervento del Vaticano che accordandosi con il re d’Inghilterra dichiara “diabolici” i contratti stipulati dagli aristocratici di mezza Europa e confisca i beni dati in garanzia, identificati come “oggetti del diavolo”, di cui la banca diventa legittima proprietaria.
L’Europa finisce in miseria. Nasce allora quella che con parole di oggi potremmo definire “la decrescita felice” e che gli storici chiamano “genesi dei movimenti pauperistici europei”, una miriade di movimenti autonomi dei cittadini che si contrappongono all’idea della finanza, del concetto di investimento di danaro, al consumo, agli status symbol ed esaltano l’austerità identificando nella povertà una scelta. Il Monte dei Paschi di Sien chiude tutte le sue filiali in Europa e rientra in Italia con un guadagno complessivo netto in 30 anni corrispondente alla cifra di oggi di circa 100 miliardi di euro che viene suddiviso tra le grandi famiglie aristocratiche delle signorie toscane e il Vaticano.
Il movimento pauperistico e la denuncia del lusso e del consumo viene capeggiato dal filosofo Baruch Spinoza, il quale aveva soltanto 5 anni quando c’era stato il crollo ma che era cresciuto in Olanda vivendo nell’atmosfera tragica del baratro finanziario nel quale era precipitata tutta l’Europa. Gli studiosi, i filosofi, gli intellettuali dell’epoca si confrontano e dibattono sulla follia collettiva che ha provocato la più grande tragedia sociale mai registrata nel nostro continente, e da questo humus intellettuale nasce l’Etica di Spinoza, colonna portante del pensiero libertario europeo, testo fondamentale che diventerà, di lì a breve, il pane quotidiano di Voltaire e dei grandi pensatori illuministi. Quando esplode “la più grande bolla finanziaria dell’ultimo millennio” viene travolta anche il Regno di Gran Bretagna, perché a Londra falliscono decine e decine di piccole società di assicurazioni (che stavano allora nascendo) gestite da famiglie aristocratiche in vista e sostenute da un parlamento corrotto. Per far fronte ai giganteschi ammanchi, il governo inglese aumentò la tassazione ai produttori agricoli del 30% provocando malumori e rivolte, che cominciarono a crescere e dilagare fino alla rivoluzione condotta da Oliver Cromwell nel 1648: la prima rivoluzione popolare europea.
Ecco che cosa ha prodotto 375 anni fa l’Europa Unita della Finanza. Fine della storia. C’era quindi un precedente.
Noto a tutti coloro che hanno studiato la Storia d’Europa. Noto a tutti gli studiosi di Storia Economica. Noto a tutti coloro che hanno costruito, recentemente, l’Europa. La prima fondazione degli Stati Uniti d’Europa, quella realizzata attraverso la borsa valori delle merci di Amsterdam nei primi decenni del 1600 è fallita. E’ esplosa, perché fondata sulla finanza, sulle banche, sulla speculazione, sui derivati, sul monopolio delle grandi famiglie aristocratiche e del Vaticano. La Storia ci insegnava, quindi, che era l’ultima cosa da fare, l’ultima strada da seguire.
Possiamo dunque meravigliarci e stupirci che la stessa banca che ha provocato tale catastrofe nel 1637 provocando il suicidio (secondo gli storici) di circa 150 mila persone –una cifra allora immensa- il crollo di intere città e una depauperizzazione del territorio, che ha affamato l’Europa per circa 50 anni, abbia oggi fatto la stessa cosa? No.
Non mi stupisce. Perché lo statuto della Banca del Monte dei Paschi di Siena il 9 febbraio del 1637 è lo stesso del 25 gennaio 2013. Non è cambiato. Questa è la lezione che va appresa, oggi, e che serve (e ci serve) per interrogarci sulla necessità di ritornare a leggere la Storia, a praticare la Cultura ma, soprattutto, a riannodare le fila della memoria storica collettiva, sottraendosi all’Alzheimer sociale voluto, imposto, e ottenuto da Berlusconi e dal berlusconismo. Lo statuto è lo stesso. Una fondazione detiene il 39% delle azioni dell’istituto. Anche grazie a Mario Monti, tale fondazione non paga le tasse. Il suo governo ha scelto di esentarla “perché dedita alla beneficenza riconosciuta”.(decreto ministerial del 29 maggio 2012). La fondazione ha un consiglio di amministrazione. I membri del consiglio vengono scelti non sulla base di una competenza tecnica bancaria rigorosa bensì secondo i seguenti canoni, noti, conosciuti e accettati da tutti, compresi tutti gli impiegati che ci lavorano (e che adesso non si lamentino): 16 persone vengono elette dal sindaco di Siena, attualmente un burocrate funzionario del PD, nei 25 anni precedenti un burocrate del PDS e del PCI; 10 membri vengono scelti da un “consorzio locale di imprenditori” che altro non è che il gruppo di tre logge massoniche senesi, una delle quali molto nota per essere stata molto vicina a quella del grossetano Licio Gelli; infine 2 consiglieri che operano anche come arbitri interni, scelti ed eletti dal Vaticano, uno di provenienza Ior e l’altro di provenienza territoriale cattolica confessionale, cosiddetti “azionisti curiali”. Questo non è uno scoop, magari lo fosse! Questo è il segreto di Pulcinella. Ed è necessario, quindi, porsi delle domande. Perché mai una banca deve avere un consiglio di amministrazione dove i consiglieri sono eletti da un sindaco? Che cosa ne sa un sindaco di tecnica bancaria? Quali sono le responsabilità del consiglio comunale? La scelta dei candidati è pubblica? E’ votata dall’intero consiglio comunale? Perché la curia vaticana deve fornire dei consiglieri di amministrazione? Non è forse l’Italia uno stato laico? Perché mai viene dato per scontato –come se fossero stati eletti- che a Siena, nel cuore della regione Toscana, le logge massoniche locali hanno addirittura la posizione ufficiale e riconosciuta di veri e propri committenti che forniscono i nomi dei consiglieri per andare a occupare dei posti nell’amministrazione di una banca accanto a dei nominati dal sindaco? Quali sono i rapporti tra i consiglieri eletti e il territorio? Come è possibile che una fondazione di tal fatta non paghi tasse ma nel suo bilancio ufficiale, nella sezione relativa alla cosiddetta “beneficenza nel territorio” (da cui l’esenzione dalle tasse) si trovano sponsorizzazioni annuali a pioggia dell’ordine di centinaia di milioni di euro a favore di onlus, cooperative, piccole società editoriali e mediatiche che in teoria si sarebbero dovute occupare della diffusione della cultura e che non hanno mai fornito uno straccio di fattura? Com’è possibile che una banca partitico-massonica-curiale (per statuto) abbia goduto, in extremis, lo scorso dicembre, di un ennesimo finanziamento da parte dello Stato dell’ordine di 3,9 miliardi di euro senza che sia stata richiesta nessuna garanzia? Queste sono le domande che i cittadini elettori dovrebbero porsi pretendendo delle risposte adeguate. E la stessa cosa per ciò che riguarda le fondazioni bancarie controllate dai leghisti e dai pidiellini nelle valli lombarde E’ su questo che si gioca la partita della campagna elettorale, non sui programmi. Per loro, per il PD PDL Udc FLI Lega Nord, ciò che conta è garantirsi un numero di deputati e senatori eletti che garantiranno la prosecuzione di un simile stato di cose.
Le forze politiche che dichiarano di rappresentare i cittadini (e non gli interessi di bassa clientela omertosa) devono impegnarsi a chiedere IMMEDIATAMENTE al nuovo governo l’abolizione delle fondazioni bancarie, la trasparenza dei bilanci e il divieto di investire i soldi dei correntisti in derivati finanziari senza prima averli informati per avere il loro consenso. La impietosa logica dei mercati li sta smascherando. Siamo ormai alla guerra per bande. I banditi ci hanno rubato il territorio impedendoci di fare impresa.
Riprendiamocelo. Nessuno è in grado di fornire inoppugnabile documentazione bancaria relativa alla reale quota di investimenti delle prime 100 banche italiane. Tradotto in termini sintetici vuol dire che in Italia le banche private non sono tenute a spiegare a nessuno come e dove e quando operano sul mercato e il loro management è composto da esponenti della politica e non da esperti tecnici in meccanismi finanziari bancari. Quando hanno bisogno di soldi in contanti li chiedono allo stato che paga passivamente. E così, Monte dei Paschi di Siena si è presa a Natale i soldi dell’Imu. Per investirli in bulbi di tulipani. E infine la domanda di tutte le domande: perché mai bisogna salvare la banca? Hanno un ammanco? Che falliscano. Come la stessa banca ha spinto a fare alle migliaia e migliaia di piccole e medie imprese alle quali ha negato credito per seguitare a ballare il consueto minuetto che va avanti dal 1472. Sono contro la nazionalizzazione di Monte dei Paschi di Siena, perché questa non è una nazione normale e non c’è quindi alcuna garanzia al riguardo. Basta con il medioevo in Italia. Il crollo finanziario dell’Europa nel 1637 provocò una nuova coscienza collettiva che ispirò il grande Spinoza a fondare la necessità dell’Etica come elemento unificante della cultura europea. Il comportamento del Monte dei Paschi di Siena è indice di una idea a-etica dell’esistenza, basata sul principio tale per cui se qualcosa riesce e va in porto (oppure funziona) allora è giusto. E’ la base strutturale della mancanza dello Stato di Diritto e della mancanza di valori e di principi ideali. L’atteggiamento etico, invece, comporta l’idea di muoversi per eventi, idee, azioni che si sa dentro di sé, con certezza, che sono giuste. E ci si batte per quelle. E’ su questa base che è stato abolito lo schiavismo: perché era giusto farlo. Queste sono le due europe. Il Monte dei paschi di Siena appartiene a un’Europa degradata che sta crollando. “Ce lo chiede l’Europa” è un mantra che va strappato dalla bocca di Mario Monti e noi abbiamo il dovere di riappropriarci di questo termine, coniugandolo con l’idea Etica che ha fatto grande questo continente L’Europa delle nazioni e degli uomini liberi. Quella vera. Quella che funziona in modo equo, che si occupa delle esistenze e dei diritti civili, del lavoro e dell’istruzione, della diffusione di cultura e dell’investimento produttivo.
La parte vera dell’Europa che nell’attuale parlamento italiano non ha voce.
Dipende da tutti noi fare in modo che la Storia svolti da una parte o dall’altra. Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/01/il-caso-m onte-dei-paschi-di-siena-e-il.html
27 gennaio 2013 18:26 - angelo2679
Chi potrà salvare l'Italia da questo mondo di ladri????
25 gennaio 2013 17:20 - Cepu
La soluzione non può essere la mano pubblica, sommamente corrotta e inefficiente.

Invece bisogna mettere rapidamente i delinquenti in galera, potenziando la magistratura le intercettazioni le indagini, basta con prescrizioni amnistie, rinvii. Serve la mano legislativa per mettere fine al ventennio dei delinquenti in colletto bianco.

La mano sta a noi, nel ridefinire il prossimo parlamento.
25 gennaio 2013 17:12 - massimo1062
e' inutile parlare di controlli processi ed altro tanto non cambiera' nulla .la banca di italia ,la consob l'isvap sono solo dei postifici dove perfino gli usceri guadagnano tre volte piu' di noi tutti senza fare assolutamente niente.altro che scontrini e redditometro sveglia gente non vi fate infinocchiare.....
25 gennaio 2013 17:08 - massimo1062
i processi di scelta del management nei sistemi mafiosi e clientelari come quello del monte portano al comando persone indegne sia moralmente che tecnicamente.la scelta viene fatta per favorire gli amici degli amici e questo e' il risultato finale.poi alla fine dei giochi il malfattore di turno viene anche premiato con questa o quella presidenza.siamo disperati non c'e' piu' un ca..o da fare.altro che moneta geselliana ,qui ci vuole proprio la rivoluzione perche e' l'unico modo per abbassare momentaneamente le pretese di questa oligarchia.
25 gennaio 2013 17:01 - massimo1062
il principio di base e che ho gia detto qui in questo forum e' che non puo essere che le banche che hanno peculiarita differenti dalle normali imprese non possono essere private specialmente quando sono troppo grandi ed importanti tanto piu' se sono controllate in modo autonomo da un ente privatistico come una fondazione .alla fine succede sempre che i guadagni se li spartiscono in pochi e le perdite le ripianiamo tutti.naturalmente tutto questo e' anche dovuto a chi sospese la separazione tra banche commerciali e banche d'affari e che poi viene celebrato come fosse un eroe
25 gennaio 2013 16:54 - massimo1062
bell'articolo ,c'e' da dire pero' che sicuramente non si tratta solo di incapacita perche' quando ci sono di mezzo cosi' tanti soldi hai voglia a credere che sono solo errori,e se invece qualcuno ha pensato che una bella cittadina toscana non avesse piu' il diritto di spartirsi nei vari modi possibili gli utili della banca ???ma che uno si compra una banca al doppio del valore di mercato cosi per errore .ma chissa dove sono stati girati tutti quei soldi.ilsistema era piu mafioso delle mafie siciliane ed ancora non e' che si sia fatto gran che per migliorare la governance della banca, so che lei dott.Pedone non e' daccordo ma secondo me l'unica soluzione e' la nazionalizzazione e il rinnovo di tutto il controllo della banca.d'altra parte prestare tutti questi soldi a un istituto privato senza un reale controllo della gestione futura e' da scemi .se i soldi fossero i miei glieli darei solo se fossi seduto nel consiglio con una ampia maggioranza sotto controllo.cosa che non e'.quindi alla fine ci fregheranno un'altra volta .
25 gennaio 2013 16:03 - Cepu
E anche alle verifiche dei sistemi di vigilanza che controllano le segnalazioni, ai sindaci, e agli ispettori Banca d'Italia, vada un bell'applauso.
25 gennaio 2013 14:50 - Alessandro Pedone
@Efraim
Penso che questo parere di una persona che ci capisce si riferisse, forse, a molto tempo fa, prima della questione delle fondazioni bancarie.
Da decine e decine d'anni il controllo del monte dei paschi di siena non è della "collettività" ma del potere locale. Cose ben diverse.
Di fatto la Banca è controllata dal comune (8 membri su 16) e dalla provincia (5 membri) che significa più o meno la stessa cosa: PCI/DS/PD. Poi un membro spetta alla regione, uno all'università ed uno alla diocesi (perché, comunque, le banche - anche quelle rosse - sono sempre "timorate di dio"....).
Sicuramente il potere locale ha sempre usato la banca per comprare a vario titolo il consenso che le consentiva di restare al potere. Il problema è che negli ultimi anni la banca è stata messa in mano a gente incompetente e che - a quanto risulterebbe dalle indagini, secondo i giornali - si faceva gli affaracci propri.
Questo ha portato ad una cattiva gestione da manuale, su tutti i fronti. Questo andazzo va avanti, come ho scritto, almeno dal 1999.
24 gennaio 2013 20:13 - lucillafiaccola1796
Sono d'accordo con tororolo
stamattina sono andata in banca a prender qualcosa da sperperare prima della catastrofe ed ho spronato gli impiegati a darsi da fare protestando contro i loro "dirigenti" del traffico illecito... l'hanno presa a taralllucci e vino perché hanno detto che si tartta di passato e non di presente...allora ho ripetuto, fatelo sapere scritto bianco su nero, a qualche fonte d'informazione perché non ci si spaventi noi correntisti...l'avrei magari eseguito io il compito di portare la smentita a qualche giornalettista...ma sono morti e non se ne sono accorti pure loro...dove nasconto i rissparmi? dove scapp/iamo?
c'era in verità ino strano profumo dim...
24 gennaio 2013 13:29 - efraim
Premetto che non ne so nulla ma chiedo un parere a chi ci capisce riguardo a una cosa che mi fu detta da uno che ci capiva parecchi anni fa. Ovvero - il MPS è la banca più antica del mondo perché ha uno statuto speciale che la connette a doppio filo al teritorio, lasciandone il controllo alla collettività; tutto ciò si è pervertito seguendo l'andazzo nel tempo, ma non abbastanza per via di ciò che è immodificabile da secoli. Per cui la faranno sparire. - Mi pareva una visione un po' troppo viziata da complottismo ma i fatti qui riassunti sembrano darle credito come unica interpretazione plausibile accettando non dico il dogma della razionalità degli operatori ma l'ipotesi di un minimo di raziocinio in chi riesce ad arrivare a certi vertici. C'è qualche altra spiegazione palusibile? O forse è infondata la premessa (non conosco lo statuto della banca o qualunque cosa ne faccia le veci, vado sulla fiducia)?
24 gennaio 2013 12:43 - Fulvio
Molto chiaro ed apprezzabile per equilibrio l'articolo.
Lo stesso equilibrio sarebbe stato usato se la banca anzichè al PD fosse stata legata a filo doppio magari al PDL?
Bisogna prima che sia troppo tardi decidersi a dire che in Italia semplicemente il partito degli onesti non esiste e che sarebbe ora che la politica facesse un bel passo indietro
24 gennaio 2013 10:35 - Alessandro Mancini
A questo punto la domanda è semplice. Io non ho i miei risparmi in questa banca ma i miei genitori si, devo consigliare loro di toglierne gran parte?
23 gennaio 2013 21:58 - tororolo
oltre che i clienti a farne le spese sono i dipendenti, che devono riunirsi in una class action collettiva contro i dirigenti per l'enorme danno aziendale creato, perchè è inutile adesso licenziare dipendenti, esternalizzare attività, prolungare orari, chiudere agenzie se non si fissa prima la responsabilità del disastro. e basta pagare parcelle stratosferiche a studi di consulenza ai quali tutti si prostituiscono per non assumersi delle responsabilità per le quali sono profumatamente pagati......
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