Buona la seconda, luki. I delinquenti non sono attivi
soltanto in politica.
Sono "quasi" dappertutto.
2 febbraio 2013 12:29 - lucki
Si non v'è dubbio si comincia con De Bustis e la banca
121,una vera vergogna, una truffa legalizzata,ma non
troppo,trasferita insieme all'ideatore da Lecce a Siena e si
prosegue con Mussari,ma quello che più sconvolge e che dopo
MPS diventa il boss di ABI.Ora se il dilemma è:èla
politica che comanda in MPS o viceversa,si può riformulare
lo stesso concetto in senso più ampio è la politica che
mette Mussari all'ABI o sono le banche che lo mettono al
vertice come campione di quel modo di fare banca lungamente
sperimentato in MPS,potendo contare sulla connivenza del
sistema politico.
http://www.altrainformazione.it/wp/2013/01/26/il-caso-monte-
dei-paschi-di-siena-e-il-ruolo-delleuropaSunday January
27th, 2013
IN CASO MONTE DEI PASCHI DI SIENA E IL RUOLO DELL’EUROPA
DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI Libero pensiero
“Coloro che non possono ricordare il passato, sono
condannati a ripeterlo” George Santayana. 1930 A
proposito di Monte dei Paschi di Siena.
Sono sempre stato un europeista convinto. Mi sento europeo
e sono orgoglioso di esserlo. Sono un profondo sostenitore
degli Stati Uniti d’Europa, perché considero l’Europa
un continente che ha prodotto nei secoli una immensa
tradizione evolutiva in campo economico, culturale,
artistico, scientifico, che ha dato un enorme contributo al
miglioramento delle condizioni esistenziali delle persone.
Non questa Europa, si intende. La grande truffa degli
oligarchi reazionari consiste nell’aver inventato uno
scontro tra europeisti e non europeisti, spingendo la gente
–in maniera perversa e subliminale- a pensare che la BCE e
il sistema bancario attuale “sia l’Europa”.
Non è così. C’è anche un’altra Europa. Ed è quella
per la quale mi batto. Caduti nella trappola
dell’Alzheimer sociale, ben rappresentato dalle trovate
mediatiche di Silvio Berlusconi, gli italiani, oggi,
sbigottiti, sono testimoni del terremoto finanziario
prodotto dalle scelte amministrative del Monte dei Paschi di
Siena, come se fosse una sorpresa, uno scandalo, qualcosa di
cui stupirsi. Considero questo “scandalo” uno splendido
simbolo della enorme possibilità che tutti noi europei
abbiamo in questo momento per poter ritrovare il Senso di
una nuova identità europea, che prima di tutto deve essere
esistenziale e culturale, economica e politica e poi, di
conseguenza, anche finanziaria.
Perché l’Europa, cioè la prima costituzione degli Stati
Uniti d’Europa, è nata dalla finanza, e con il suo
fallimento, si spera che gli europei ritrovino la ragione.
E’ nata così l’Europa. E fu proprio il Monte dei
Paschi di Siena a inventare tutto ciò, molto ma molto tempo
fa.
Perché le speculazioni finanziarie sui derivati non sono
affatto una invenzione tecnologica, ingegnosamente scoperta
dagli analisti finanziari americani, bensì sono un’idea
finanziaria del Monte dei Paschi di Siena, che si è
espressa 375 anni fa e che allora portò l’Europa alla
catastrofe, seminando miseria, povertà e fame. Se chiedete
“quando è nata l’Europa?” vi sentirete dare risposte
molto diverse. C’è chi sostiene con il Trattato di
Lisbona, chi con quello di Maastricht, chi nel 2001 con il
varo dell’euro, chi con il Trattato di Roma del 1957, chi
con il manifesto di Ventotene del 1943 a firma Altiero
Spinelli, chi con Napoleone Bonaparte, chi con la
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel 1789,.
Forse hanno ragione tutti, sono stati piccoli tasselli
intersecantesi l’uno con l’altro. Ma il punto dolente
rimane quello della “mancanza di memoria storica” a
dimostrazione dell’autentica tragedia che noi tutti stiamo
vivendo oggi in conseguenza dell’assassinio della Cultura
e dell’Informazione.
Perché se fosse rimasta alta la bandiera della memoria
storica collettiva, allora, i popoli avrebbero impedito a
questi burocrati oligarchi criminali di fondare gli Stati
Uniti d’Europa sulla finanza, dato che era stato già
fatto quasi 400 anni fa portando il continente alla
catastrofe.
C’era, quindi, un precedente storico poderoso, fulminante,
sul quale interrogarsi, da analizzare, sondare, elaborare,
per trarne una lezione utile.
Tutto è avvenuto grazie al Monte dei Paschi di Siena, nel
cuore dell’Europa mercantile, nei primissimi anni del
secolo XVII, quando la banca senese “inventa” i derivati
e provoca, guida, determina, la più grande catastrofe
economica che si sia mai realizzata nella Storia della
Civiltà: il crollo della borsa di Amsterdam il 9 febbraio
del 1637. Ecco come andò. Nei primi decenni del ‘600,
grazie all’eccitazione mercantile dovuta alla scoperta
dell’America e all’introduzione sui mercati europei di
ingenti quantitativi di oro, argento e derrate alimentari,
provenienti dal nuovo continente in via di espoliazione, gli
europei creano “la borsa valori delle merci e dei
preziosi” di cui Amsterdam diventa il centro propulsore.
Il Monte dei Paschi di Siena, la più solida e antica banca
europea (fondata nel 1472) diventa il più forte istituto di
credito finanziario dell’epoca, luogo di incontro della
finanza vaticana e delle rendite finanziarie delle
oligarchie aristocratiche europee che lì si incontrano per
scambiarsi i loro titoli e creare le grandi rendite
patrimoniali europee. Nel 1593, il Monte dei Paschi di
Siena finanzia Johannes Van Bommel, un grande mercante
dell’epoca, il quale importa dalla Turchia i bulbi di
tulipano, investendo nella loro coltivazione. Qualcosa di
inspiegabile però accade. Anche se da allora sono trascorsi
400 anni, seguita a rimanere un mistero della mente umana. I
tulipani diventano ben presto una specie di feticcio della
neo-nata classe borghese mercantile, dando vita a una
gigantesca febbre collettiva che invade tutta l’Europa.
Gli storici e gli antropologi inglesi hanno addirittura
coniato il termine “tulipomania” parola che, da qualche
anno, indica una specie di malattia dello spirito che porta
gli individui a speculare in borsa su “qualcosa di
evanescente che non esiste”. Poco a poco, in tutto il
continente si diffonde la mania dei tulipani che diventano
ben presto un vero e proprio social status. Dovunque, da
Lisbona fino a Roma, da Glasgow fino alla lontana Varsavia,
gli europei si gettano nell’investimento di azioni dei
bulbi di tulipano e in tutto il continente si aprono agenzie
di cambio locale, gestite in appalto dal Monte dei Paschi di
Siena. Al mattino si apre la contrattazione ad Amsterdam e
alle 15 partono a cavallo i corrieri con i risultati del
giorno, attraversando tutta l’Europa per andare a
negoziare i titoli nelle diverse capitali. Ben presto,
l’Europa comincia a diventare piccola e le capitali
entrano in veloce contatto tra di loro, dando vita alle
prime società di trasporto continentali. Nel 1605 la
domanda di bulbo di tulipano raggiunge livelli vertiginosi
di costo. Vengono attribuiti nomi curiosi e strani ai bulbi
e le famiglie di possidenti investono ingenti quantità di
denaro su questo fiore. Nel 1623, un certo bulbo di
tulipano, di un colore magari raro, arriva a costare il
corrispondente di oggi di circa 50/70 mila euro. Il record
viene toccato dal “semper Augustus” che viene
contraccambiato nel 1630 per la cifra vertiginosa di 100.000
fiorini, pari a 250.000 euro odierni. In quell’anno, un
certo Messer Cucinotti, ragioniere plenipotenziario di Monte
dei Paschi di Siena nella sede di Amsterdam ha un’idea che
seduce l’intera Europa: “la speculazione sui derivati
finanziari” che lui inventa e codifica, in uno splendido
testo di follia delirante finanziaria (si trovano i testi
dell’epoca nella “Biblioteca pelagia di parte guelfa”
a Firenze) con il termine “commercio del vento” o
altrimenti detto “commercio finanziario delle nuvole”.
Il Monte dei Paschi di Siena stampa dei contratti di
assicurazione sul titolo dei bulbi e poi li assicura presso
una loro filiale a Londra, la quale ne rivende –a prezzo
maggiorato- il potenziale profitto di lì a sei mesi. Chi
acquista quel titolo, lo rivende a un altro prezzo
maggiorato e così via dicendo, per cui uno stesso titolo di
possesso di un bulbo tocca il record nel 1632 di 186
proprietari della stessa azione a prezzi completamente
diversi: la stessa azione vale 1 oppure 8 oppure 75 a
seconda di quando è stata acquistata e da chi. La banca
senese dà prestiti per acquistare bulbi di tulipano e
raccoglie in garanzia proprietà immobiliari e terre
coltivate, creando una massa finanziaria speculativa che nel
dicembre del 1635 raggiunge una cifra pari a 15 volte
l’intera ricchezza reale europea. Finchè alla fine del
1636 alcuni aristocratici, bisognosi di danaro in contanti
per finanziare spedizioni navali o costruirsi un castello
cominciano a vendere e si arriva al 9 febbraio del 1637
quando l’ondata di vendite si abbatte sul mercato
provocando la più gigantesca catastrofe finanziaria che sia
mai stata registrata nella storia. Il tutto avviene a una
velocità inusitata per quei tempi, in pochissime settimane.
E il mercato dei tulipani crolla. Migliaia e migliaia di
famiglie si trovano sul lastrico perché il Monte dei Paschi
di Siena attraverso le guardie reali olandesi requisisce le
loro proprietà immobiliari date in garanzia per titoli di
bulbi di tulipano che sulla carta valgono milioni ma che in
realtà si rivelano semplice carta straccia. Nel solo mese
di giugno del 1637, nella città di Amsterdam 15.000 persone
travolte dal dissesto. La città di Arnheim diventa un
enorme cimitero e così la città di Hannover, di Besancon,
la lontanissima L’vov al confine tra la Polonia e
l’Ucraina. L’Europa è travolta dal crollo della finanza
sui derivati. Le famiglie rovinate abbandonano le loro terre
che rimangono incolte provocando penuria e carestia nella
popolazione. Nasce così la immensa ricchezza patrimoniale
del Monte dei Paschi di Siena, che riesce a non fallire
grazie all’intervento del Vaticano che accordandosi con il
re d’Inghilterra dichiara “diabolici” i contratti
stipulati dagli aristocratici di mezza Europa e confisca i
beni dati in garanzia, identificati come “oggetti del
diavolo”, di cui la banca diventa legittima proprietaria.
L’Europa finisce in miseria. Nasce allora quella che con
parole di oggi potremmo definire “la decrescita felice”
e che gli storici chiamano “genesi dei movimenti
pauperistici europei”, una miriade di movimenti autonomi
dei cittadini che si contrappongono all’idea della
finanza, del concetto di investimento di danaro, al consumo,
agli status symbol ed esaltano l’austerità identificando
nella povertà una scelta. Il Monte dei Paschi di Sien
chiude tutte le sue filiali in Europa e rientra in Italia
con un guadagno complessivo netto in 30 anni corrispondente
alla cifra di oggi di circa 100 miliardi di euro che viene
suddiviso tra le grandi famiglie aristocratiche delle
signorie toscane e il Vaticano.
Il movimento pauperistico e la denuncia del lusso e del
consumo viene capeggiato dal filosofo Baruch Spinoza, il
quale aveva soltanto 5 anni quando c’era stato il crollo
ma che era cresciuto in Olanda vivendo nell’atmosfera
tragica del baratro finanziario nel quale era precipitata
tutta l’Europa. Gli studiosi, i filosofi, gli
intellettuali dell’epoca si confrontano e dibattono sulla
follia collettiva che ha provocato la più grande tragedia
sociale mai registrata nel nostro continente, e da questo
humus intellettuale nasce l’Etica di Spinoza, colonna
portante del pensiero libertario europeo, testo fondamentale
che diventerà, di lì a breve, il pane quotidiano di
Voltaire e dei grandi pensatori illuministi. Quando esplode
“la più grande bolla finanziaria dell’ultimo
millennio” viene travolta anche il Regno di Gran Bretagna,
perché a Londra falliscono decine e decine di piccole
società di assicurazioni (che stavano allora nascendo)
gestite da famiglie aristocratiche in vista e sostenute da
un parlamento corrotto. Per far fronte ai giganteschi
ammanchi, il governo inglese aumentò la tassazione ai
produttori agricoli del 30% provocando malumori e rivolte,
che cominciarono a crescere e dilagare fino alla rivoluzione
condotta da Oliver Cromwell nel 1648: la prima rivoluzione
popolare europea.
Ecco che cosa ha prodotto 375 anni fa l’Europa Unita della
Finanza. Fine della storia. C’era quindi un precedente.
Noto a tutti coloro che hanno studiato la Storia d’Europa.
Noto a tutti gli studiosi di Storia Economica. Noto a tutti
coloro che hanno costruito, recentemente, l’Europa. La
prima fondazione degli Stati Uniti d’Europa, quella
realizzata attraverso la borsa valori delle merci di
Amsterdam nei primi decenni del 1600 è fallita. E’
esplosa, perché fondata sulla finanza, sulle banche, sulla
speculazione, sui derivati, sul monopolio delle grandi
famiglie aristocratiche e del Vaticano. La Storia ci
insegnava, quindi, che era l’ultima cosa da fare,
l’ultima strada da seguire.
Possiamo dunque meravigliarci e stupirci che la stessa banca
che ha provocato tale catastrofe nel 1637 provocando il
suicidio (secondo gli storici) di circa 150 mila persone
–una cifra allora immensa- il crollo di intere città e
una depauperizzazione del territorio, che ha affamato
l’Europa per circa 50 anni, abbia oggi fatto la stessa
cosa? No.
Non mi stupisce. Perché lo statuto della Banca del Monte
dei Paschi di Siena il 9 febbraio del 1637 è lo stesso del
25 gennaio 2013. Non è cambiato. Questa è la lezione che
va appresa, oggi, e che serve (e ci serve) per interrogarci
sulla necessità di ritornare a leggere la Storia, a
praticare la Cultura ma, soprattutto, a riannodare le fila
della memoria storica collettiva, sottraendosi
all’Alzheimer sociale voluto, imposto, e ottenuto da
Berlusconi e dal berlusconismo. Lo statuto è lo stesso.
Una fondazione detiene il 39% delle azioni dell’istituto.
Anche grazie a Mario Monti, tale fondazione non paga le
tasse. Il suo governo ha scelto di esentarla “perché
dedita alla beneficenza riconosciuta”.(decreto ministerial
del 29 maggio 2012). La fondazione ha un consiglio di
amministrazione. I membri del consiglio vengono scelti non
sulla base di una competenza tecnica bancaria rigorosa
bensì secondo i seguenti canoni, noti, conosciuti e
accettati da tutti, compresi tutti gli impiegati che ci
lavorano (e che adesso non si lamentino): 16 persone vengono
elette dal sindaco di Siena, attualmente un burocrate
funzionario del PD, nei 25 anni precedenti un burocrate del
PDS e del PCI; 10 membri vengono scelti da un “consorzio
locale di imprenditori” che altro non è che il gruppo di
tre logge massoniche senesi, una delle quali molto nota per
essere stata molto vicina a quella del grossetano Licio
Gelli; infine 2 consiglieri che operano anche come arbitri
interni, scelti ed eletti dal Vaticano, uno di provenienza
Ior e l’altro di provenienza territoriale cattolica
confessionale, cosiddetti “azionisti curiali”. Questo
non è uno scoop, magari lo fosse! Questo è il segreto di
Pulcinella. Ed è necessario, quindi, porsi delle domande.
Perché mai una banca deve avere un consiglio di
amministrazione dove i consiglieri sono eletti da un
sindaco? Che cosa ne sa un sindaco di tecnica bancaria?
Quali sono le responsabilità del consiglio comunale? La
scelta dei candidati è pubblica? E’ votata dall’intero
consiglio comunale? Perché la curia vaticana deve fornire
dei consiglieri di amministrazione? Non è forse l’Italia
uno stato laico? Perché mai viene dato per scontato –come
se fossero stati eletti- che a Siena, nel cuore della
regione Toscana, le logge massoniche locali hanno
addirittura la posizione ufficiale e riconosciuta di veri e
propri committenti che forniscono i nomi dei consiglieri per
andare a occupare dei posti nell’amministrazione di una
banca accanto a dei nominati dal sindaco? Quali sono i
rapporti tra i consiglieri eletti e il territorio? Come è
possibile che una fondazione di tal fatta non paghi tasse ma
nel suo bilancio ufficiale, nella sezione relativa alla
cosiddetta “beneficenza nel territorio” (da cui
l’esenzione dalle tasse) si trovano sponsorizzazioni
annuali a pioggia dell’ordine di centinaia di milioni di
euro a favore di onlus, cooperative, piccole società
editoriali e mediatiche che in teoria si sarebbero dovute
occupare della diffusione della cultura e che non hanno mai
fornito uno straccio di fattura? Com’è possibile che una
banca partitico-massonica-curiale (per statuto) abbia
goduto, in extremis, lo scorso dicembre, di un ennesimo
finanziamento da parte dello Stato dell’ordine di 3,9
miliardi di euro senza che sia stata richiesta nessuna
garanzia? Queste sono le domande che i cittadini elettori
dovrebbero porsi pretendendo delle risposte adeguate. E la
stessa cosa per ciò che riguarda le fondazioni bancarie
controllate dai leghisti e dai pidiellini nelle valli
lombarde E’ su questo che si gioca la partita della
campagna elettorale, non sui programmi. Per loro, per il PD
PDL Udc FLI Lega Nord, ciò che conta è garantirsi un
numero di deputati e senatori eletti che garantiranno la
prosecuzione di un simile stato di cose.
Le forze politiche che dichiarano di rappresentare i
cittadini (e non gli interessi di bassa clientela omertosa)
devono impegnarsi a chiedere IMMEDIATAMENTE al nuovo governo
l’abolizione delle fondazioni bancarie, la trasparenza
dei bilanci e il divieto di investire i soldi dei
correntisti in derivati finanziari senza prima averli
informati per avere il loro consenso. La impietosa logica
dei mercati li sta smascherando. Siamo ormai alla guerra
per bande. I banditi ci hanno rubato il territorio
impedendoci di fare impresa.
Riprendiamocelo. Nessuno è in grado di fornire
inoppugnabile documentazione bancaria relativa alla reale
quota di investimenti delle prime 100 banche italiane.
Tradotto in termini sintetici vuol dire che in Italia le
banche private non sono tenute a spiegare a nessuno come e
dove e quando operano sul mercato e il loro management è
composto da esponenti della politica e non da esperti
tecnici in meccanismi finanziari bancari. Quando hanno
bisogno di soldi in contanti li chiedono allo stato che paga
passivamente. E così, Monte dei Paschi di Siena si è
presa a Natale i soldi dell’Imu. Per investirli in bulbi
di tulipani. E infine la domanda di tutte le domande:
perché mai bisogna salvare la banca? Hanno un ammanco? Che
falliscano. Come la stessa banca ha spinto a fare alle
migliaia e migliaia di piccole e medie imprese alle quali ha
negato credito per seguitare a ballare il consueto minuetto
che va avanti dal 1472. Sono contro la nazionalizzazione di
Monte dei Paschi di Siena, perché questa non è una nazione
normale e non c’è quindi alcuna garanzia al riguardo.
Basta con il medioevo in Italia. Il crollo finanziario
dell’Europa nel 1637 provocò una nuova coscienza
collettiva che ispirò il grande Spinoza a fondare la
necessità dell’Etica come elemento unificante della
cultura europea. Il comportamento del Monte dei Paschi di
Siena è indice di una idea a-etica dell’esistenza, basata
sul principio tale per cui se qualcosa riesce e va in porto
(oppure funziona) allora è giusto. E’ la base strutturale
della mancanza dello Stato di Diritto e della mancanza di
valori e di principi ideali. L’atteggiamento etico,
invece, comporta l’idea di muoversi per eventi, idee,
azioni che si sa dentro di sé, con certezza, che sono
giuste. E ci si batte per quelle. E’ su questa base che è
stato abolito lo schiavismo: perché era giusto farlo.
Queste sono le due europe. Il Monte dei paschi di Siena
appartiene a un’Europa degradata che sta crollando. “Ce
lo chiede l’Europa” è un mantra che va strappato dalla
bocca di Mario Monti e noi abbiamo il dovere di
riappropriarci di questo termine, coniugandolo con l’idea
Etica che ha fatto grande questo continente L’Europa
delle nazioni e degli uomini liberi. Quella vera. Quella che
funziona in modo equo, che si occupa delle esistenze e dei
diritti civili, del lavoro e dell’istruzione, della
diffusione di cultura e dell’investimento produttivo.
La parte vera dell’Europa che nell’attuale parlamento
italiano non ha voce.
Dipende da tutti noi fare in modo che la Storia svolti da
una parte o dall’altra. Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
Link:
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/01/il-caso-m
onte-dei-paschi-di-siena-e-il.html
27 gennaio 2013 18:26 - angelo2679
Chi potrà salvare l'Italia da questo mondo di ladri????
25 gennaio 2013 17:20 - Cepu
La soluzione non può essere la mano pubblica, sommamente
corrotta e inefficiente.
Invece bisogna mettere rapidamente i delinquenti in galera,
potenziando la magistratura le intercettazioni le indagini,
basta con prescrizioni amnistie, rinvii. Serve la mano
legislativa per mettere fine al ventennio dei delinquenti in
colletto bianco.
La mano sta a noi, nel ridefinire il prossimo parlamento.
25 gennaio 2013 17:12 - massimo1062
e' inutile parlare di controlli processi ed altro tanto non
cambiera' nulla .la banca di italia ,la consob l'isvap sono
solo dei postifici dove perfino gli usceri guadagnano tre
volte piu' di noi tutti senza fare assolutamente
niente.altro che scontrini e redditometro sveglia gente non
vi fate infinocchiare.....
25 gennaio 2013 17:08 - massimo1062
i processi di scelta del management nei sistemi mafiosi e
clientelari come quello del monte portano al comando persone
indegne sia moralmente che tecnicamente.la scelta viene
fatta per favorire gli amici degli amici e questo e' il
risultato finale.poi alla fine dei giochi il malfattore di
turno viene anche premiato con questa o quella
presidenza.siamo disperati non c'e' piu' un ca..o da
fare.altro che moneta geselliana ,qui ci vuole proprio la
rivoluzione perche e' l'unico modo per abbassare
momentaneamente le pretese di questa oligarchia.
25 gennaio 2013 17:01 - massimo1062
il principio di base e che ho gia detto qui in questo forum
e' che non puo essere che le banche che hanno peculiarita
differenti dalle normali imprese non possono essere private
specialmente quando sono troppo grandi ed importanti tanto
piu' se sono controllate in modo autonomo da un ente
privatistico come una fondazione .alla fine succede sempre
che i guadagni se li spartiscono in pochi e le perdite le
ripianiamo tutti.naturalmente tutto questo e' anche dovuto a
chi sospese la separazione tra banche commerciali e banche
d'affari e che poi viene celebrato come fosse un eroe
25 gennaio 2013 16:54 - massimo1062
bell'articolo ,c'e' da dire pero' che sicuramente non si
tratta solo di incapacita perche' quando ci sono di mezzo
cosi' tanti soldi hai voglia a credere che sono solo
errori,e se invece qualcuno ha pensato che una bella
cittadina toscana non avesse piu' il diritto di spartirsi
nei vari modi possibili gli utili della banca ???ma che uno
si compra una banca al doppio del valore di mercato cosi per
errore .ma chissa dove sono stati girati tutti quei
soldi.ilsistema era piu mafioso delle mafie siciliane ed
ancora non e' che si sia fatto gran che per migliorare la
governance della banca, so che lei dott.Pedone non e'
daccordo ma secondo me l'unica soluzione e' la
nazionalizzazione e il rinnovo di tutto il controllo della
banca.d'altra parte prestare tutti questi soldi a un
istituto privato senza un reale controllo della gestione
futura e' da scemi .se i soldi fossero i miei glieli darei
solo se fossi seduto nel consiglio con una ampia maggioranza
sotto controllo.cosa che non e'.quindi alla fine ci
fregheranno un'altra volta .
25 gennaio 2013 16:03 - Cepu
E anche alle verifiche dei sistemi di vigilanza che
controllano le segnalazioni, ai sindaci, e agli ispettori
Banca d'Italia, vada un bell'applauso.
25 gennaio 2013 14:50 - Alessandro Pedone
@Efraim
Penso che questo parere di una persona che ci capisce si
riferisse, forse, a molto tempo fa, prima della questione
delle fondazioni bancarie.
Da decine e decine d'anni il controllo del monte dei paschi
di siena non è della "collettività" ma del potere locale.
Cose ben diverse.
Di fatto la Banca è controllata dal comune (8 membri su 16)
e dalla provincia (5 membri) che significa più o meno la
stessa cosa: PCI/DS/PD. Poi un membro spetta alla regione,
uno all'università ed uno alla diocesi (perché, comunque,
le banche - anche quelle rosse - sono sempre "timorate di
dio"....).
Sicuramente il potere locale ha sempre usato la banca per
comprare a vario titolo il consenso che le consentiva di
restare al potere. Il problema è che negli ultimi anni la
banca è stata messa in mano a gente incompetente e che - a
quanto risulterebbe dalle indagini, secondo i giornali - si
faceva gli affaracci propri.
Questo ha portato ad una cattiva gestione da manuale, su
tutti i fronti. Questo andazzo va avanti, come ho scritto,
almeno dal 1999.
24 gennaio 2013 20:13 - lucillafiaccola1796
Sono d'accordo con tororolo
stamattina sono andata in banca a prender qualcosa da
sperperare prima della catastrofe ed ho spronato gli
impiegati a darsi da fare protestando contro i loro
"dirigenti" del traffico illecito... l'hanno presa a
taralllucci e vino perché hanno detto che si tartta di
passato e non di presente...allora ho ripetuto, fatelo
sapere scritto bianco su nero, a qualche fonte
d'informazione perché non ci si spaventi noi
correntisti...l'avrei magari eseguito io il compito di
portare la smentita a qualche giornalettista...ma sono morti
e non se ne sono accorti pure loro...dove nasconto i
rissparmi? dove scapp/iamo?
c'era in verità ino strano profumo dim...
24 gennaio 2013 13:29 - efraim
Premetto che non ne so nulla ma chiedo un parere a chi ci
capisce riguardo a una cosa che mi fu detta da uno che ci
capiva parecchi anni fa. Ovvero - il MPS è la banca più
antica del mondo perché ha uno statuto speciale che la
connette a doppio filo al teritorio, lasciandone il
controllo alla collettività; tutto ciò si è pervertito
seguendo l'andazzo nel tempo, ma non abbastanza per via di
ciò che è immodificabile da secoli. Per cui la faranno
sparire. - Mi pareva una visione un po' troppo viziata da
complottismo ma i fatti qui riassunti sembrano darle credito
come unica interpretazione plausibile accettando non dico il
dogma della razionalità degli operatori ma l'ipotesi di un
minimo di raziocinio in chi riesce ad arrivare a certi
vertici. C'è qualche altra spiegazione palusibile? O forse
è infondata la premessa (non conosco lo statuto della banca
o qualunque cosa ne faccia le veci, vado sulla fiducia)?
24 gennaio 2013 12:43 - Fulvio
Molto chiaro ed apprezzabile per equilibrio l'articolo.
Lo stesso equilibrio sarebbe stato usato se la banca
anzichè al PD fosse stata legata a filo doppio magari al
PDL?
Bisogna prima che sia troppo tardi decidersi a dire che in
Italia semplicemente il partito degli onesti non esiste e
che sarebbe ora che la politica facesse un bel passo
indietro
24 gennaio 2013 10:35 - Alessandro Mancini
A questo punto la domanda è semplice. Io non ho i miei
risparmi in questa banca ma i miei genitori si, devo
consigliare loro di toglierne gran parte?
23 gennaio 2013 21:58 - tororolo
oltre che i clienti a farne le spese sono i dipendenti, che
devono riunirsi in una class action collettiva contro i
dirigenti per l'enorme danno aziendale creato, perchè è
inutile adesso licenziare dipendenti, esternalizzare
attività, prolungare orari, chiudere agenzie se non si
fissa prima la responsabilità del disastro. e basta pagare
parcelle stratosferiche a studi di consulenza ai quali tutti
si prostituiscono per non assumersi delle responsabilità
per le quali sono profumatamente pagati......