Concordo pienamente cone quello che il Dott:Pedone scrive su
questo articolo,il fatto è che la gente non vuole
interessarsi di finanza perchè è convinta che sia un mondo
fatto di numeri percentuali ,molto tempo da dedicare a
capire quale sia il momento giusto per entrare ed uscire,
questa crisi ha di fatto amplificato l'incertezza sul futuro
e sui mercati,molte persone si ritrovano senza lavoro e
dicono cosa vieni a parlarmi di risparmio e di investimenti
che non riesco a mettere via niente! Non sapendo che quanto
riportato su questo sito potrebbe migliorare notevolemtene
le capacità di risparmio e l'ottimizzazione delle proprie
risorse,quelli che hanno un reddito preferiscono vivere alla
giornata ed investire gran parte del proprio tempo libero a
cose più frivole,io ho letto e messo in pratica quanto
riportato su faq risposte alle domande più frequenti sulla
hompage di aduc,questo però mi ha richesto del tempo da
impiegare per leggere e capire quanto riportato mi ci sono
voluti alcuni mesi,poi ho rivisto le mie posizioni
riallocando i miei risparmi ed almeno una volta a settimana
seguo il buon Pedone e gli altri di Aduc, ritengo di avere
ricevuto una buona informazione che mi ha permesso di
scegliere e valutare gli strumenti d'investimento
autonomamente e cosapevolmente,ora riesco a sostenere un
colloquio con l'adetto bancario che non mi racconta più le
solite favolette,ritengo che questo sito sia una potenza che
la maggior parte della gente non sia in grado di comprendere
non perchè non abbia le capacità,ma perchè le profonde
convinzioni in materia finanziaria ed il pregiudizio fermino
anche le persone che abbiano un minimo di buona volontà,è
un mondo fatto di luoghi comuni che fanno parte della
coscienza e della cultura popolare.
14 novembre 2013 12:04 - Gabri65
Gent. dott. Pedone,
il suo articolo è molto importante ma non condivido
l'affermazione:
"In un mondo normale se ad un cliente di una banca fornisci,
per iscritto, tutte le informazioni corrette di un
determinato prodotto quest'ultimo sarà in grado di “fare
una scelta d'investimento consapevole”."
In un mondo normale non dovremo (non possiamo) sapere
"tutto" ma dovremo essere tutelati da chi si approfitta del
fatto che qualcuno sa meno di una cosa. Un esempio per
tutti, verificare se il tasso di interesse associato ad un
mutuo è usuraio o no. Mi ricordo che scaricai tutte le
tabelle dal sito della Banca di Italia e "fior fior" di
avvocati e commercialisti si rifiutarono di verificare se
avevo ragione liquidandomi con la risposta ... "figurarsi se
una banca rischia di metter un interesse usuraio su un
mutuo"
Io mi ero fatta dei conti e mi sembrava di si.
Penso che il problema potrebbe essere risolto non con la
documentazione informativa ma con la "dimostrazione
matematica (prove, conti)" che quello che viene proposto, a
parità di rischi, è il prodotto migliore.
Naturalmente queste informazioni le dovrebbe fornire lo
Stato che è in grado di averle. Le Banche , se vogliono
clienti, dovrebbero farsi concorrenza cercando di migliorare
le performance dei loro poco convenienti prodotti. In questo
modo, magari, anche un pò di corruzione verrebbe
eliminata,invece di scaricare sui cittadini ("la legge non
ammette ignoranza") la responsabilità di scelte
difficili.
Perchè i cittadini dovrebbero sapere di finanza e non di
"medicina" o di "agricoltura" o di "sartoria" o di "pittura"
e su quest'ultimo punto firme eccellenti sono cadute
miseramente ... sbagliando.
I cittadini, con le loro tasse, pagano per delegare ad
esperti i loro interessi e non per abbandonarli nella
giungla delle norme.
14 novembre 2013 11:54 - savpg8801
Il mondo finanziario, facente parte del mondo economico in
senso lato, è altamente complicato.
Perlomeno dal come si considera ai nostri tempi attuali.
Ma cosa è complicato realmente?
Cos'è un minimo di cultura finanziaria?
Cosa si intende comprendere l'informazione finanziaria?
Come metterla in pratica?
Se consideriamo la finanza una scienza, come può esserlo la
medicina, l'ingegneria, la fisica, ecc.
chi mai si addentra in modo fattivo e sufficientemente
performante in tali mondi, a meno che non sia qualificato
nel ramo o un self-operating sfegatato e un po' capace di
districarsi per esperienze fatte o per aver operato in tali
settori.
Gli operatori finanziari, d'altro canto, dopo infinite
regole europee o bancarie che si susseguono a raffica e che
sono complicatissime, giocoforza inducono e rendono ancora
di più il comune cittadino diffidente ed ostico nelle
scelte.
Scelte che, appurato difficili e talvolta impossibili anche
da parte di chi un minimo "crede" di capirci, diventano
prerogativa forzata del cliente almeno retail.
L'operatore finanziario , dopo gli sbagli del passato in cui
si operava a ruota libera (firma qui...ne piazzo
tanti....non ci sono segnali....) ora ha l'obbligo di, in
qualche modo, responsabilizzare solo il
cliente-investitore.
La scelta non è più determinata dal consulente(fra le
righe perchè ormai nemmeno essi riescono più a capirci
niente o fanno finta) che dovrebbe poter essere parte
determinante delle scelte, ma, siccome chi investe non
investe nel passato, ma nel futuro, ecco che salta fuori la
solita frase o simili....non possiedo la sfera di
cristallo.....
Caro Pedone, non resta che accettare i suoi report
sull'ignoranza finanziaria(in questo tema proposto) ma
bisognerebbe anche vedere come sono messi per tutto il resto
i vari strati di popolazione.
Sicuramente saranno molto più informati sul calcio o sulle
pizzerie o sui posti in cui divertirsi, ma non si faccia lo
sbaglio di dire che, siccome poca gente o non capisce o non
si interessa di finanza, non abbia fondi o risparmi per
farlo causa crisi o storie varie.
14 novembre 2013 10:42 - Alessandro Pedone
@FilippoB
Le prime volte che leggevo questi dati, anch'io non volevo
crederci. Facevo il suo stesso ragionamento: se mi guarda
attorno fra la gente che conosco non riscontro queste
percentuali.
Il problema è che le persone si aggregano per similitudine.
Se lei è su questo sito a leggere un articolo come questo
significa che è una persona che rientra quasi certamente
nel 20% di persone che possiedono gli strumenti culturali
minimi per orientarsi nella vita della società
contemporanea.
E' normale che intorno a lei ci siano persone più o meno
simili.
Col tempo ho cercato un po' di osservare meglio la società,
in particolare le persone che non erano a me vicine. Mi sono
reso conto così che c'è veramente un numero di persone
elevatissimo che non leggono giornali e non esercitano più
le loro capacità di lettura scrittura e calcolo da anni ed
anni.
Queste ricerche vendono fatte ormai da moltissimo tempo e
dalle più importanti istituzioni internazionali. Ovviamente
non sono entrato nei dettagli operativi di come vengono
elaborati, ma tendo a ritenerle sufficientemente affidabili.
14 novembre 2013 9:57 - FilippoB
I dati sono realmente preoccupanti ma sarebbe interessante
capirne la distribuzione geografica.
Non mi pare che fra i miei conoscenti ci sia questa
situazione ma potrei sbagliarmi.
In ogni modo concordo sulla grossa difficoltà nel farsi una
cultura finanziaria: personalmente tempo fa volevo fare
degli investimenti ma dopo alcuni mesi di studio ho capito
bene i concetti chiave ed ho scoperto di non voler diventare
un investitore! :D