Certamente,a 56 anni parlare di rendita è
prematuro,l'ideale sarebbe la rendita differita a 65 anni,ma
se il forumista la chiede da subito,un motivo ci
sarà,comunque la si giri il discorso non cambia in termini
di equivalenza,cambia molto invece la fungibilità
dell'investimento.
Mi preoccuperei più di questo aspetto rilevante.
1 marzo 2012 17:07 - Alessandro_Pedone
@lucki
non vi è alcun dubbio che la rendita ed i BTPei (che non
sono i btf come ha scritto) siano due cose molto diverse che
rispondono ad logiche diverse. Ciò non significa, però,
che non si debba fare delle valutazioni di convenienza.
Ad oggi, una persona che ha 56 anni e vuole convertire in
rendita vitalizia rivalutabile 100.000 euro spende questi
soldi per ottenere circa 3.500 euro all'anno.
Se invece di "spendere" 100.000 euro li investe per
acquistare un BTP-i 2041 oggi può acquistare 116.000 euro
di valore nominale che danno una cedola RIVALUTATA per
l'inflazione pari a 3.000 euro. Mi sembra che la differenza
sia ENORME.
In un caso si spendono i soldi, nell'altro si mantengono,
mantenendo anche il potere di acquisto e acquisendo una
rendita RIVALUTATA per l'inflazione!
1 marzo 2012 13:32 - lucki
Non bisogna discutere il merito,perchè mancano i dati
soggettivi.
D'altronde pensi che un fondo integrativo medio avrà
montanti maggiori?
1 marzo 2012 9:06 - tullio
direi che entrambe le precedenti considerazioni sono buone,
e non spaccherei il capello in 4... Resta il fatto che una
rendita vitalizia richiede somme di molto superiori...
29 febbraio 2012 20:36 - lucki
Trovo disomogeneo il confronto rendita/btp,perchè
matematicamente c'è una equivalenza fra il capitale e la
conversione in rendita immediata a seconda questa sia certa
o vitalizia.
Detto questo quella rendita resta ancorata ad una gestione
che prevede il miglior risultato fra un rendimento minimo e
il rendimento della gestione di riferimento.
Per le ragioni esposte parlare a priori di convenienza mi
sembra del tutto fuori luogo.
Le rendite soddisfano esigenze specifiche,i btf no.