Se quando si parla di finanza risparmi ed investimenti tutti
ragionano e pensano allo stesso modo ? Ache la Volkswagen
Golf nel suo segmento è la macchina di riferimento perchè
la più venduta in europa, se tutti la comprano sarà vero
!
Io prima di cambiare macchina ho verificato se questa
vettura la golf fosse la migliore, risultato : non ho mai
comprato una golf anche se tutti dicono che sia la migliore
perchè la più venduta in europa.
17 novembre 2016 0:29 - federico6198
Gentile dottore Giorgio Canella, concordo pienamente con lei
il fatto è che parlando con amici e conoscenti mi rendo
conto che non distinguono la differenza tra consulente ed un
promotore, tra investimento finalizzato al risparmio ed
investimento finalizzato alla speculazione ma se si cerca di
spieglielo dicono che sono tutti uguali e fanno i propri
interessi e non quelli dei clienti, Le faccio un'esempio :
un mio amico persona intelligente con moglie e due figlie mi
ha detto che lui non investe perchè non a soldi avendo il
mutuo e due figli da mandare a scuola però voleva fare una
forma di risparmio accantonando mensilmente una piccola
cifra con le poste che gli ha proposto poste vita e mi disse
cosa ne pensavo, io gli dissi che stava facendo uno sbaglio
perchè il prodotto che aveva sotoscritto gli avrebbe fatto
solo perdere soldi e gli mandai alcuni link di aduk,
fortunatamente lui li lesse assieme alla moglie e blocco
subito i versamenti perchè si era reso conto leggendo
questi articoli che stava sbagliando.Ma mediamente con chi
si può confrontare il risparmiatore medio ? Trovo che
internet ed i forum siano una cosa meravigliosa ma in quanti
sono in grado di sfruttarli ? La ringrazio per il commento
in cui mi trova daccordo.
16 novembre 2016 13:26 - savpg8801
Io credo, signori, che si stia tentando di friggere
l'aria.
Perchè queste discussioni, ragionamenti, opinioni (io in
non secundis) asserzioni, incolpamenti, presunzioni, analisi
non sull'oggetto/i ma sui soggetti?
Per soggetti credo di capire che si stia disquisendo sui
rapporti di capacità degli offerenti, con loro
differenziazioni operative più o meno tutelate dalle leggi
o dai rapporti di lavoro, appunto nell'offrire prodotti
alla domanda.
Quindi gli offerenti sono dei semplici venditori o dei
preparati professionisti o, anche dei consiglieri: amici,
parenti, colleghi, ecc. che analizzano(spesso in maniera
empirica o pilotata per evitare di far apparire il cliente
sotto determinati profili che potrebbero danneggiarlo- e qui
vedansi le molteplici interviste bancarie, assicurative
ecc.-) ribadisco, analizzano la situazione talchè risponda
a miglior resa sia del proponente(o suo istituto) che del
promotore o del consulente o altro(in proprio).
Fin qui forse ci siamo, a prescindere dalle infinite
situazioni persona-persona o da quelle persona-prodotto.
Molto da dire, invece, su chi si ostina a considerare il
risparmiatore(che può anche divenire investitore) come un
bue ignorante o un incallito presuntuoso fai da te.
Perchè questo? Chi si ritiene saputo o superiore di
conoscenze ed anche di capacità inquisitiva-informativa,
ritiene che, chiamiamolo anche cliente, il risparmiatore sia
impreparato, non sappia cosa vuole di prodotto o di
genericità, insistendo solo sulla resa netta e sull'assenza
di problemi.
Allora, conoscendo e sapendo che l'immenso popolo dei
"domandanti" non può e non potrà mai avere conoscenze,
capacità, informazioni reali e continue, percezioni,
intuizioni, e neppure il tempo per divenire "professore" e
neppure la voglia di farsi succhiare soldi di consulenza,,
operatività ecc. ritengo sia meglio non accanirsi su questa
parte debole e non riconducibile per svariati motivi ad una
formazione , (peraltro forzatamente minima quindi inutile
perchè carente e aleatoria) parziale.
Ritengo infine, che ogni polemica su questo sia sicuramente
"di parte".
Un consumatore che debba acq
16 novembre 2016 9:57 - giorgio canella
Gentile Federico198, il punto è che il cliente non è in
grado di sapere a quanto ammonta il costo dell'onere di
informarsi e, comunque, anche sapendolo, farebbe fatica ad
accorgersi degli errori comportamentali che fa se non ha
qualcuno con cui confrontarsi...io, piuttosto, mi chiederei:
ma in cosa consiste la consulenza ? se per consulenza
intendiamo la proposizione di prodotti è ovvio che il
cliente fa fatica a giustificarne il costo...ma come sempre
è solo una opinione personale
16 novembre 2016 9:38 - federico6198
Da un Articolo di Nicola Zanella :
In fondo, quando dobbiamo prendere decisioni in altri campi
cerchiamo di raccogliere le maggiori informazioni possibili.
Pensiamo banalmente all’acquisto di un’auto nuova.
Come ogni italiano che si rispetti, la scelta dell’auto è
un processo che richiede tempo, anche delle settimane, per
confrontare le auto delle diverse marche e scegliere la
concessionaria più conveniente. Nella maggioranza dei casi,
non ci si ferma alla prima concessionaria, né si prende
necessariamente per buono quanto riferito dal primo addetto
alla vendita che si incontra. Le riviste di auto consultate
sono numerose.
Invece, quando si tratta di investire i propri risparmi, per
un valore monetario anche molto maggiore di un’utilitaria,
questa attenzione svanisce di colpo e ci si affida alle cure
dell’amico «esperto» in materia, all’addetto bancario
che si conosce da tempo o al primo consulente indipendente
di turno.
Succede così che le persone si lamentino e giustamente si
spaventino quando vedono il proprio patrimonio calare di
diversi punti percentuali (anche decine!), come accaduto
drammaticamente a molti in questi ultimi due mesi.
Ma se gli si chiede in che cosa si è investito per subìre
tali perdite, la risposta tipica che si rischia di ricevere
è «non mi chiedere queste cose, se ne occupa il mio
consulente/la mia banca». Dopo una pausa (di sconforto),
aggiungono tristemente «forse non troppo bene»
la tipologia di costo che il cliente sopporta riguarda il
tempo necessario per informarsi, prima, e per monitorare i
propri investimenti nel tempo. L’articolo del Dr. Zanella
ricorda i risultati di alcune ricerche condotte negli Stati
Uniti che tentano di determinare il livello di costi
“informativi” responsabili dell’allontanamento degli
investitori “retail” dal mercato azionario.
Concordo pienamente sul fatto che la maggiore disponibilità
di informazioni attraverso la rete non abbia affatto ridotto
il costo “informativo” che si è a mio avviso
incrementato in relazione alla maggiore quantità di
prodotti finanziari disponibili per la clientela in un
contesto di apertura dei mercati internazionali.
La consulenza finanziaria, soprattutto se prestata secondo
modalità di indipendenza e di oggettività, può
contribuire a ridurre i costi sopportati dal cliente e
l’asimmetria informativa. In un certo senso si potrebbe
affermare che la domanda di consulenza dovrebbe essere
maggiore proprio da parte della clientela meno informata e
meno finanziariamente evoluta. Infatti questi risparmiatori,
sprovvisti del bagaglio e delle informazioni di base,
consumano più tempo e risorse per informarsi e decidere i
propri investimenti.
Non è così invece. Numerose ricerche hanno dimostrato che
il servizio di consulenza risulta maggiormente apprezzato
dalla clientela evoluta e con una decente preparazione ed
esperienza in materia finanziaria. Alcuni sostengono che
questa correlazione è dovuta al fatto che la clientela
maggiormente istruita normalmente detiene più capitali e
guadagna redditi maggiori. Ed è per questo che chiede più
facilmente un servizio di consulenza.
In ogni caso la consulenza ha un costo, dato dal tempo
necessario al consulente per analizzare la pianificazione
finanziaria del cliente, i suoi obiettivi, la propensione al
rischio ecc. e per formulare raccomandazioni di investimento
adeguate ai bisogni e alle caratteristiche del cliente. Se
questo costo supera l’onere che il cliente deve sopportare
per informarsi e decidere da solo, evidentemente la
consulenza non potrà svilupparsi presso la clientela
retail.
(*) Massimo Scolari
15 novembre 2016 16:54 - giorgio canella
Gent. savpg8801, grazie per il commento. capisco che le mie
risposte non"dicano niente o niente di nuovo" ad un addetto
ai lavori....non so se dicano qualcosa a chi addetto ai
lavori non è ma è proprio a queste Persone s che il mio
scritto è rivolto...magari sono cose che sanno già ma a
vedere ciò che succede tutti i giorni non direi che sia
proprio così...però potrei sbagliarmi.
15 novembre 2016 15:49 - savpg8801
Caro Giorgio Canella, per delle risposte del genere (e non
potevi fare nient'altro) non avrei nemmeno scritto
l'articolo.
Quando amici, conoscenti, parenti mi chiedono qualcosa
sull'argomento, faccio il muto e non il saputo.
Ho già scritto altrove che non esistono più linee guida
pratiche e concrete, neppure teoriche o sognate al
proposito. Ti immagini un paziente che cerchi di interrogare
i medici sulle sue patologie e fare domande alle quali
nessuno può dare risposte?