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28 gennaio 2017 17:17 - Corrado Festa
Gentile Toio68, grazie per le sue osservazioni. Nel libro di Malkiel, il rapporto tra casualità dei movimenti del mercato e sua efficienza è il seguente: il mercato reagisce in modo rapido ed efficiente alle nuove informazioni disponibili sui titoli, ma sono le modalità ed i tempi con cui tali informazioni diventano disponibili ad essere casuali (veda anche nel mio testo sopra).
Trova poi in me un estimatore dei libri di Joel Greenblatt. Il libro che lei cita a me sembrò (se ricordo bene) soprattutto una critica alla modalità di pesare gli indici sulla base della capitalizzazione di mercato dei componenti. Un libro molto interessante dello stesso Autore è "Il piccolo libro che batte il mercato azionario": è presentato, in modo semplice ma molto rigoroso, il metodo per investire su azioni sottoquotate. Si può naturalmente applicare o meno il metodo suggerito, ma il libro fa comunque comprendere molto bene la logica (quanto mai sensata) applicata. Probabilmente farò un Invito alla Lettura su di esso.
27 gennaio 2017 11:09 - Toio68
Confesso di non avere ancora letto il libro. Trovo però contraddittorio sostenere che i mercati finanziari siano casuali ma efficienti: per essere efficienti, i mercati non dovrebbero essere casuali. D’altra parte, se fossero efficienti come si spiegherebbero le bolle finanziarie? Recentemente mi è capitato di leggere l’ultimo libro di Joel Greenblatt, purtroppo non ancora tradotto in Italiano: The Big Secret For The Small Investor (Il grande segreto per il piccolo investitore). In questo testo, il simpatico professore americano sostiene che investire ad indice è inefficiente. Greenblatt parte dalla tesi opposta a quella dei mercati efficienti: sostiene al contrario che “Mr. Market” (per usare il termine coniato da Ben Graham quasi settanta anni fa) è dominato più dall’emotività che dal caso, e in ogni momento ci sono titoli sopravvalutati e altri titoli sottovalutati. In parole semplici, tutti si accalcano a investire sul titolo del momento, mentre i titoli di buone aziende finiscono per un certo tempo nel dimenticatoio. Finché poi i mercati non si accorgono dell’errore, e i corsi dei primi crollano e quelli dei secondi volano (spesso dandosi il cambio). Ora, investire ad indice vuole dire investire su un certo numero di titoli in proporzione alla loro capitalizzazione di mercato. Siccome i titoli sopravvalutati tendono a crescere come capitalizzazione rispetto a quelli sottovalutati, quello che si ottiene è di investire di più sui titoli sopravvalutati e di meno su quelli sottovalutati. Il professore consiglia quindi di investire in titoli dividendo in parti uguali il capitale sui titoli scelti: in questo modo, sostiene, si ottiene un portafoglio meno rischioso, più redditizio e meno volatile. Ovviamente il libro cita vari studi che dimostrano la validità di questa affermazione. Addirittura Greenblatt consiglia (e questo sarebbe il grande segreto) addirittura di investire di più nei titoli sottovalutati e di meno in quelli sopravvalutati. In altre parole, di investire di più sulle azioni che si possono comprare a prezzo di “saldo” e di meno quelle che vanno a ruba e il cui prezzo vola alto. Questo è il sistema che gli ha permesso di essere uno dei gestori di hedge fund di più grande successo di sempre. Ora, lungi da me consigliare al risparmiatore medio di investire come un fondo speculativo, cosa che richiederebbe oltretutto conoscenze finanziarie notevoli. Il suo ragionamento però secondo me non fa una piega.
25 gennaio 2017 11:30 - Corrado Festa
Gentile Federico6198, grazie, vedrò di dedicare un Invito alla Lettura al libro che ha segnalato.
20 gennaio 2017 19:02 - federico6198
Compreremo anche questo grazie per la sgnalazione, visto che siamo in tema di consigli sui libri finanziari consiglio anche : Entro Io E Il Mercato Scende: Come Diventare Un Investitore Libero.
Un ringraziamento a tutti i professionisti che collaborano con aduc investire ed un saluto a tutto il popolo di investire informati a quelli consapevoli e non sperando che lo diventino
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