Commenti interessanti. A me le poste hanno risposto che
hanno fatto le ricerche e non hanno trovato buoni del 1985
che ho smarrito senza avere neanche una fotocopia ne
ricordare la data precisa in cui li ho sottoscritti. Dovrò
fargli causa. Mi può essere utile però sapere cosa è il
registro "BS" nominato da AQUALIA BIANCA? E Le poste come
dimostrano di aver fatto le ricerche di questo buono e che
non lo hanno rinvenuto? AQUILA BIANCA che è un ex direttore
di ufficio postale, può dirmi qualcosa di più sia dal
punto di vista pratico e giuridico di come funzionano in
questo caso le cose all'interno di un ufficio postale e di
Poste Italiane? Grazie
10 maggio 2019 1:34 - AQUILA BIANCA
Buonasera,
Sono un ex direttore di ufficio postale in pensione dal 2
gennaio 2002.
Non è vero che non esistano ulteriori traccia dei buoni
emessi, perchè all'atto dell'emissione, non solo veniva
trascritto sul registro "BS", ma in contabilità veniva
allegata la relativa cedola trasmessa alla Ragioneria
provinciale.
Quindi,in archivio provinciale deve esistere tale documento
comprovante l'avvenuta emissione del B.P.F.
Le associazioni, si devono far carico presso il governo di
cancellare queste norme sulla prescrizione o dormienza dei
titoli non riscossi, poichè questo è un vero e proprio
scippo nei confronti di onesti lavoratori/ risparmiatori.
La norma dovrebbe prevedere l'obbligo di poste italiane di
avvisare della giacenza dei titoli non riscossi per vari e
giustificati motivi.
Non si dimentichi che essendo la controparte la CASSA
DEPOSITI E PRESTITI, quest'ultima assume la figura di
debitore nei confronti del cittadino che ha prestato i suoi
soldi allo Stato ovvero al"debito pubblico", per cui, il
debitore, alla scadenza ha l'obbligo di cercare il creditore
per saldare il duo debito. Questo prevede il codice civile
!
Albino
12 ottobre 2018 10:30 - Ivana Cirelli
Sono piu' di 4 anni che sto combattendo per poter essere
riconosciuta possessore ( e oltre me anche mio fratello e
mio padre )dei buoni Fruttiferi postali di cui eravamo in
possesso ( piu' di 20 ).
Purtroppo mio padre , malato di Alzehimer , li ha prelevati
dalla cassaforte in cui erano custoditi e li ha smarriti.
Noi siamo piu' che certi dell'esistenza e siamo pu' che
certi dell'ufficio postale presso cui sono stati emessi, ma
non ne abbiamo alcuna prova. In questi anni ho fatto sia
richiesta di duplicato che una ricerca per titoli, ma
purtroppo la cosa piu' assurda e' che non risultano
EMESSI!!! Mi chiedo, ma possibile che solo l'ufficio postale
di emissione sia in possesso di tale informazione e che se
la ricerca e' fatta male o loro sono responsabili dello
smarrimento dell'informazione originaria, non si possa fare
nulla? Possibile che la Cassa Depositi e prestiti se ne lavi
le mani? Qualcuno dia ascolto alla nostra voce, anche per
rispetto ai sacrifici fatti dai nostri genitori che
pensavano di mettere i loro preziosi risparmi in mani
sicure.
20 gennaio 2018 10:45 - maurizio6989
Credo che a partire dal Ministero, passando dalla Cassa
Depositi e Prestiti per finire all'ufficio postale, nessuno
abbia il minimo interesse a questa digitalizzazione. Per
loro dev'essere più conveniente usare il metodo
tradizionale: aspettare per vedere quanti sono interessati a
far valere i propri diritti. Tanto, come si dice
nell'articolo, almeno un 50% di quei buoni non verranno mai
reclamati. E se dovessero esserci davvero tante richieste,
si farà passare qualche anno, riducendo ancora la massa dei
richiedenti e come extrema ratio, un nuovo comma aggiunto
come emendamento magari in un decreto sulla castrazione dei
gatti randagi potrebbe, con poca spesa e nessun grattacapo,
risolvere definitivamente il problema... ;-)