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15 novembre 2017 20:07 - Ax90
Ringrazio Alessandro Pedone per rendere pubbliche ed accessibili informazioni come queste, che rappresentano a mio dire un' ottimo punto di partenza per un risparmiatore. Scelgo volutamente questa parola perchè mi considero tale, l' errore poi è quello di cimentarsi nell' investimento grazie a consulenze bancarie che ti fanno firmare contratti che non comprendi e % di cui non ti rendi conto (in particolare di gestione). In un' anno di lettura del sito non posso di certo definirmi investitore, ma almeno so cosa NON fare ed è già un' ottimo risulato.
Incoraggio la stesura di altri articoli del genere con riferimenti a "papers" e libri consultabili per approfondimenti.
9 novembre 2017 13:52 - federico6198
Ho letto con molto interesse questo articolo che sostanzialmete sintetizza i concetti degli innumerevoli articoli che sono stati pubblicati in tutti questi anni dai consulenti indipendenti di aduc che spiegano l’aspetto comportamentale, operativo concetti base su come dovrebbe essere l’approccio agli investimenti e se posso aggiungere un piccolo risparmiatore dovrebbe impegnarsi a migliorare la propria cultura finanziaria per ottimizzare le risorse di risparmio disponibili facendo delle scelte consapevoli ma per fare questo bisogna dedicare del tempo a studiare. Per prima cosa capire la differenza fra consulenza e promozione, come funzionano gli strumenti d’investimento, la differenza tra la singola obbligazione ed il fondo obbligazionario e relazione inversa che non si può applicare ai fondi obbligazionari, la differenza fra la singola azione ed il fondo azionario e relazione inversa che non è applicabile alla singola azione o ai fondi attivi, differenza fra fondi attivi e passivi costi di gestione e benchmark che viene applicato, differenza tra benchmark reale e di categoria cosa si intende per rischio in finanza come vengono applicate le commissioni sui vari strumenti finanziari, l’aspetto fiscale ,come funzionano i mercati la differenza fra piccoli risparmiatori nettisti e grossi investitori istituzionali lordisti, differenza fra i vari mercati d’investimento mta, mot ed mtf e loro funzionamento questo per quanto riguarda l’aspetto tecnico teorico, mentre per quanto riguarda l’aspetto psicologico ed emotivo le nozioni non sono complicate ma difficili da assimilare per la maggior parte dei risparmiatori, a causa di un blocco basato su delle convinzioni errate che sono molto radicate nella mente dei piccoli risparmiatori fatte da luoghi comuni che fanno parte della coscienza e cultura di tipo popolare, anche perché le persone si aggregano per similitudine e si confrontano con opinioni e teorie che sono comuni, in finanza vengono definite distorsioni cognitive e ragionamenti logico emotivi . Questo sito permette di confrontarsi con persone che svolgono attività di consulenza indipendente molto preparate sia dal punto di vista tecnico che emotivo e forniscono un servizio d’informazione molto completo che sarebbe difficile da reperire in banca ,assicurazione a scuola al bar ecc… la rete ed i forum sotto questo aspetto sono eccezionali.
9 novembre 2017 12:37 - Alessandro Pedone
@Toio68. In primo luogo grazie per il contributo all'articolo. Fa piacere verificare che vi siano fra i lettori anche persone molto preparate (sebbene l'articolo fosse rivolto principalmente ad investitori poco esperti).
Anch'io, personalmente, sono tendenzialmente un investitore contrarian, ma c'è da riconoscere che ci vuole una certa psicologia per comprare quando "scorre il sangue per le strade" come si dice con una metafora cruenta. Ci vuole anche una certa capacità nel non investire per lunghi periodi se non ci sono opportunità sufficientemente eclatanti.
Apprezzo molto il lavoro di Domodaran che in passato ho citato e di cui ho attinto a piene mani per la mia formazione professionale.
Nel mio lavoro, però, privilegio prima di ogni altra cosa l'aspetto psicologico. Una strategia d'investimento deve essere prima di ogni altra cosa psicologicamente sostenibile. L'approccio di momentum è - per la mia esperienza professionale - in genere più facilmente gestibile psicologicamente. Il non fare come i lemming è fondamentale e per questo che ho sottolineato l'importanza di prevedere in una strategia di momentum, in particolare in questa fase (ma sempre), dei meccanismi di uscita che proteggano contro le fasi di discesa più accanita dei mercati Queste regole possono implicare falsi segnali, anzi è certo che vi saranno dei falsi segnali, ma è anche certo che la protezione che garantiscono le volte che i segnali sono corretti ripaga abbondantemente delle situazioni opposte.
Grazie ancora per i contributi.
9 novembre 2017 11:50 - Toio68
@CONTROLLO Le strategie short sono intrinsecamente pericolose. Primo perché finché l'economia mondiale è in crescita di lungo periodo (e lo è da oltre 200 anni, a parte le ciclicità di medio-breve periodo), andare corti vuol dire mettersi dalla parte statisticamente sbagliata del mercato. Secondo, perché una posizione short ha un termine piuttosto breve mentre una long può essere tenuta tutto il tempo che si vuole e questo aumenta le possibilità di successo. Terzo, perché una posizione short ha un costo che va pagato anche se si è sbagliato a prenderla. Se un vecchio marpione come Joel Greenblatt ricorda che ogni sette od otto anni i fondi long/short "saltano", un motivo c'è. Quindi, se su 20-30 posizioni uno vuole tenerne 1 o 2 short "per divertimento" va bene. Ma mi guarderei bene dall'impostare tutto il portafogli su una strategia del genere.
9 novembre 2017 11:25 - Toio68
Articolo molto ben fatto, di cui condivido molte delle conclusioni. In particolare, trovo assolutamente importante scegliere una strategia che sia in armonia con il proprio carattere e il gestirla con un approccio KISS. Nel mio caso personale, confesso di essere inguaribilmente "contrarian" e di trovare intrinsecamente pericoloso l'approccio "momentum", almeno nella sua versione pura. Il professor Aswath Damodaran dice che seguendo i trend di mercato senza valutare il valore dei titoli su cui si investe si rischia di far fare la fine dei lemming, i roditori artici che seguono fiduciosi la massa e che si accorgono di essere sul ciglio della scogliera solo quando è oramai troppo tardi per evitare la caduta. L’immagine è molto efficace, credo.
Non per polemica, ma per completezza e par condicio, posto qui alcune letture che potranno essere utili a chi preferisce l’approccio “controcorrente” di comprare i titoli solo quando ci sono i saldi. Gli autori non sono professori universitari ma gestori di fondi di straordinario successo.
http://tweedy.com/resources/library_docs/papers/WhatHasWorke dFundOct14Web.pdf
http://valuestocklplus2.googlepages.com/TheSuperinvestorsofG raham-and-Doddsville-WarrenE.Buffett.pdf
Per chi non si fa spaventare da letture più impegnative (almeno per il numero di pagine), stra-consiglio il bellissimo libro di David Dreman
https://www.amazon.it/Contrarian-Investment-Strategies-Psych ological-Edge/dp/0743297962/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=151022028 3&sr=8-1&keywords=david+dreman
9 novembre 2017 6:42 - Alessandro Pedone
@Filanto_051 Non comprendo bene il senso del suo commento.

@CONTROLLO. Le pare possibile che una persona che da vent'anni è nel mondo della finanza non abbia mai sentito parlare di shortare? A volte un briciolo di umiltà può essere utile... Se non ho scritto niente sulle vendite allo scoperto ci sarà una ragione, no? In primo luogo la vendita allo scoperto non è accessibile alla maggioranza degli investitori perché presuppone un livello d'esperienza finanziaria che il 99% degli investitori non ha. In secondo luogo, se ragioniamo su orizzonti temporali mensili (non stiamo parlando di trading, ma di investimento) lo short è particolarmente rischioso perché i falsi segnali (che qualunque indicatore si utilizzi per valutare l'inizio di un bear market danno produce) implicano delle perdite notevoli. E' molto più tranquillo stare fuori dall'azionario quando il segnale arriva (ed al limite si perdono guadagni se si tratta di un falso segnale) piuttosto che shortare il mercato rischiand di prendere perdite significative. Se puoi una persona è esperta è ovviamente possibile shortare, ma non si tratta di una cosa alla portata di tutti.
8 novembre 2017 21:46 - CONTROLLO
Articolo interessante, condivisibile, tra le cose che non capisco: bisogna evitare i crolli, le discese ecc.. ma avete mai sentito parlare di vendere? di shortare?

se prossimamente come viene detto e scritto, ci sarà una una discesa, un crollo dei mercati, sarò venditore pure io, se non si possiedono i titoli, si vende allo scoperto, finché si può e dove si può
8 novembre 2017 12:35 - Filanto_051
L'articolo è interessante...
tuttavia non mi pare consideri ad-hoc il fattore 'quantità' nel senso della riduzione di rischio della stessa, nella composìzione del portafoglio azionario, rispetto all'obbligazionario;
8 novembre 2017 10:06 - Alessandro Pedone
@silver8
Tra qualche settimana verrà pubblicata una recensione di un libro di Gary Antonacci dal titolo "Dual Momentum" in quel libro si spiega in modo molto diffuso (attraverso le ultime ricerca accademiche) come semplicemente applicando il momentum assoluto (che significa, in pratica stare, fuori dall'azionario quando rispetto ad un certo periodo il rendimento è negativo, ad esempio rispetto a 10 o 12 mesi fa) si riesca a non prendere le parti più "cattive" delle forti discese dell'azionario. Non si eviterebbero i crolli tipo ottobre '87, ma si eviterebbero situazioni tipo 2000/2001, 2008, 2011 ecc. E questo è già tantissimo. I grandi crolli dell'azionario (quella da più del 30% di discesa) in genere impiegano mesi per completarsi e la parte finale è quella più forte. Se si evita quella parte si fa già una cosa fondamentale per i risultati di lungo termine. Il "costo" di questa semplice strategia è uscire sbagliando qualche volta e dover rientrare a prezzi più alti. Negli ultimi 20 anni questa strategia ha "sbagliato" più volte, ma quando ha sbagliato ha prodotto minori rendimenti molto inferiori ai guadagni (in termini di perdite evitate) che ha generato nelle 3/4 occasioni in cui è stata fuori per molti mesi mentre il mercato crollava. Come scritto, nessuna strategia è perfetta. Tutte hanno percentuali di errori. Si tratta di capire quale strategia è più adatta al proprio profilo psicologico e quali risultati si privilegiano.
7 novembre 2017 18:56 - silver8
Articolo veramente interessante.
Mi incuriosisce sapere qualcosa in più relativamente alle strategie 'molto semplici' per evitare la maggiore parte delle perdite relative ad un calo anomalo di un indice: a cosa ci si riferisce?
Saluti
7 novembre 2017 16:18 - Alessandro Pedone
@brambilla.net Grazie!
7 novembre 2017 14:23 - brambilla.net
Molto ben scritto e molto chiaro nelle sue conclusioni. Davvero utile.
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