Ringrazio Alessandro Pedone per rendere pubbliche ed
accessibili informazioni come queste, che rappresentano a
mio dire un' ottimo punto di partenza per un risparmiatore.
Scelgo volutamente questa parola perchè mi considero tale,
l' errore poi è quello di cimentarsi nell' investimento
grazie a consulenze bancarie che ti fanno firmare contratti
che non comprendi e % di cui non ti rendi conto (in
particolare di gestione). In un' anno di lettura del sito
non posso di certo definirmi investitore, ma almeno so cosa
NON fare ed è già un' ottimo risulato.
Incoraggio la stesura di altri articoli del genere con
riferimenti a "papers" e libri consultabili per
approfondimenti.
9 novembre 2017 13:52 - federico6198
Ho letto con molto interesse questo articolo che
sostanzialmete sintetizza i concetti degli innumerevoli
articoli che sono stati pubblicati in tutti questi anni dai
consulenti indipendenti di aduc che spiegano l’aspetto
comportamentale, operativo concetti base su come dovrebbe
essere l’approccio agli investimenti e se posso aggiungere
un piccolo risparmiatore dovrebbe impegnarsi a migliorare la
propria cultura finanziaria per ottimizzare le risorse di
risparmio disponibili facendo delle scelte consapevoli ma
per fare questo bisogna dedicare del tempo a studiare. Per
prima cosa capire la differenza fra consulenza e promozione,
come funzionano gli strumenti d’investimento, la
differenza tra la singola obbligazione ed il fondo
obbligazionario e relazione inversa che non si può
applicare ai fondi obbligazionari, la differenza fra la
singola azione ed il fondo azionario e relazione inversa che
non è applicabile alla singola azione o ai fondi attivi,
differenza fra fondi attivi e passivi costi di gestione e
benchmark che viene applicato, differenza tra benchmark
reale e di categoria cosa si intende per rischio in finanza
come vengono applicate le commissioni sui vari strumenti
finanziari, l’aspetto fiscale ,come funzionano i mercati
la differenza fra piccoli risparmiatori nettisti e grossi
investitori istituzionali lordisti, differenza fra i vari
mercati d’investimento mta, mot ed mtf e loro
funzionamento questo per quanto riguarda l’aspetto
tecnico teorico, mentre per quanto riguarda l’aspetto
psicologico ed emotivo le nozioni non sono complicate ma
difficili da assimilare per la maggior parte dei
risparmiatori, a causa di un blocco basato su delle
convinzioni errate che sono molto radicate nella mente dei
piccoli risparmiatori fatte da luoghi comuni che fanno parte
della coscienza e cultura di tipo popolare, anche perché le
persone si aggregano per similitudine e si confrontano con
opinioni e teorie che sono comuni, in finanza vengono
definite distorsioni cognitive e ragionamenti logico emotivi
. Questo sito permette di confrontarsi con
persone che svolgono attività di consulenza indipendente
molto preparate sia dal punto di vista tecnico che emotivo e
forniscono un servizio d’informazione molto completo che
sarebbe difficile da reperire in banca ,assicurazione a
scuola al bar ecc… la rete ed i forum sotto questo aspetto
sono eccezionali.
9 novembre 2017 12:37 - Alessandro Pedone
@Toio68. In primo luogo grazie per il contributo
all'articolo. Fa piacere verificare che vi siano fra i
lettori anche persone molto preparate (sebbene l'articolo
fosse rivolto principalmente ad investitori poco esperti).
Anch'io, personalmente, sono tendenzialmente un investitore
contrarian, ma c'è da riconoscere che ci vuole una certa
psicologia per comprare quando "scorre il sangue per le
strade" come si dice con una metafora cruenta. Ci vuole
anche una certa capacità nel non investire per lunghi
periodi se non ci sono opportunità sufficientemente
eclatanti.
Apprezzo molto il lavoro di Domodaran che in passato ho
citato e di cui ho attinto a piene mani per la mia
formazione professionale.
Nel mio lavoro, però, privilegio prima di ogni altra cosa
l'aspetto psicologico. Una strategia d'investimento deve
essere prima di ogni altra cosa psicologicamente
sostenibile. L'approccio di momentum è - per la mia
esperienza professionale - in genere più facilmente
gestibile psicologicamente. Il non fare come i lemming è
fondamentale e per questo che ho sottolineato l'importanza
di prevedere in una strategia di momentum, in particolare in
questa fase (ma sempre), dei meccanismi di uscita che
proteggano contro le fasi di discesa più accanita dei
mercati Queste regole possono implicare falsi segnali, anzi
è certo che vi saranno dei falsi segnali, ma è anche certo
che la protezione che garantiscono le volte che i segnali
sono corretti ripaga abbondantemente delle situazioni
opposte.
Grazie ancora per i contributi.
9 novembre 2017 11:50 - Toio68
@CONTROLLO Le strategie short sono intrinsecamente
pericolose. Primo perché finché l'economia mondiale è in
crescita di lungo periodo (e lo è da oltre 200 anni, a
parte le ciclicità di medio-breve periodo), andare corti
vuol dire mettersi dalla parte statisticamente sbagliata del
mercato. Secondo, perché una posizione short ha un termine
piuttosto breve mentre una long può essere tenuta tutto il
tempo che si vuole e questo aumenta le possibilità di
successo. Terzo, perché una posizione short ha un costo che
va pagato anche se si è sbagliato a prenderla. Se un
vecchio marpione come Joel Greenblatt ricorda che ogni sette
od otto anni i fondi long/short "saltano", un motivo c'è.
Quindi, se su 20-30 posizioni uno vuole tenerne 1 o 2 short
"per divertimento" va bene. Ma mi guarderei bene
dall'impostare tutto il portafogli su una strategia del
genere.
9 novembre 2017 11:25 - Toio68
Articolo molto ben fatto, di cui condivido molte delle
conclusioni. In particolare, trovo assolutamente importante
scegliere una strategia che sia in armonia con il proprio
carattere e il gestirla con un approccio KISS. Nel mio caso
personale, confesso di essere inguaribilmente "contrarian" e
di trovare intrinsecamente pericoloso l'approccio
"momentum", almeno nella sua versione pura. Il professor
Aswath Damodaran dice che seguendo i trend di mercato senza
valutare il valore dei titoli su cui si investe si rischia
di far fare la fine dei lemming, i roditori artici che
seguono fiduciosi la massa e che si accorgono di essere sul
ciglio della scogliera solo quando è oramai troppo tardi
per evitare la caduta. L’immagine è molto efficace,
credo.
Non per polemica, ma per completezza e par condicio, posto
qui alcune letture che potranno essere utili a chi
preferisce l’approccio “controcorrente” di comprare i
titoli solo quando ci sono i saldi. Gli autori non sono
professori universitari ma gestori di fondi di straordinario
successo.
http://tweedy.com/resources/library_docs/papers/WhatHasWorke
dFundOct14Web.pdf
http://valuestocklplus2.googlepages.com/TheSuperinvestorsofG
raham-and-Doddsville-WarrenE.Buffett.pdf
Per chi non si fa spaventare da letture più impegnative
(almeno per il numero di pagine), stra-consiglio il
bellissimo libro di David Dreman
https://www.amazon.it/Contrarian-Investment-Strategies-Psych
ological-Edge/dp/0743297962/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=151022028
3&sr=8-1&keywords=david+dreman
9 novembre 2017 6:42 - Alessandro Pedone
@Filanto_051 Non comprendo bene il senso del suo
commento.
@CONTROLLO. Le pare possibile che una persona che da
vent'anni è nel mondo della finanza non abbia mai sentito
parlare di shortare? A volte un briciolo di umiltà può
essere utile... Se non ho scritto niente sulle vendite allo
scoperto ci sarà una ragione, no? In primo luogo la vendita
allo scoperto non è accessibile alla maggioranza degli
investitori perché presuppone un livello d'esperienza
finanziaria che il 99% degli investitori non ha. In secondo
luogo, se ragioniamo su orizzonti temporali mensili (non
stiamo parlando di trading, ma di investimento) lo short è
particolarmente rischioso perché i falsi segnali (che
qualunque indicatore si utilizzi per valutare l'inizio di un
bear market danno produce) implicano delle perdite notevoli.
E' molto più tranquillo stare fuori dall'azionario quando
il segnale arriva (ed al limite si perdono guadagni se si
tratta di un falso segnale) piuttosto che shortare il
mercato rischiand di prendere perdite significative. Se puoi
una persona è esperta è ovviamente possibile shortare, ma
non si tratta di una cosa alla portata di tutti.
8 novembre 2017 21:46 - CONTROLLO
Articolo interessante, condivisibile, tra le cose che non
capisco: bisogna evitare i crolli, le discese ecc.. ma avete
mai sentito parlare di vendere? di shortare?
se prossimamente come viene detto e scritto, ci sarà una
una discesa, un crollo dei mercati, sarò venditore pure io,
se non si possiedono i titoli, si vende allo scoperto,
finché si può e dove si può
8 novembre 2017 12:35 - Filanto_051
L'articolo è interessante...
tuttavia non mi pare consideri ad-hoc il fattore 'quantità'
nel senso della riduzione di rischio della stessa, nella
composìzione del portafoglio azionario, rispetto
all'obbligazionario;
8 novembre 2017 10:06 - Alessandro Pedone
@silver8
Tra qualche settimana verrà pubblicata una recensione di un
libro di Gary Antonacci dal titolo "Dual Momentum" in quel
libro si spiega in modo molto diffuso (attraverso le ultime
ricerca accademiche) come semplicemente applicando il
momentum assoluto (che significa, in pratica stare, fuori
dall'azionario quando rispetto ad un certo periodo il
rendimento è negativo, ad esempio rispetto a 10 o 12 mesi
fa) si riesca a non prendere le parti più "cattive" delle
forti discese dell'azionario. Non si eviterebbero i crolli
tipo ottobre '87, ma si eviterebbero situazioni tipo
2000/2001, 2008, 2011 ecc. E questo è già tantissimo. I
grandi crolli dell'azionario (quella da più del 30% di
discesa) in genere impiegano mesi per completarsi e la parte
finale è quella più forte. Se si evita quella parte si fa
già una cosa fondamentale per i risultati di lungo termine.
Il "costo" di questa semplice strategia è uscire
sbagliando qualche volta e dover rientrare a prezzi più
alti. Negli ultimi 20 anni questa strategia ha "sbagliato"
più volte, ma quando ha sbagliato ha prodotto minori
rendimenti molto inferiori ai guadagni (in termini di
perdite evitate) che ha generato nelle 3/4 occasioni in cui
è stata fuori per molti mesi mentre il mercato crollava.
Come scritto, nessuna strategia è perfetta. Tutte hanno
percentuali di errori. Si tratta di capire quale strategia
è più adatta al proprio profilo psicologico e quali
risultati si privilegiano.
7 novembre 2017 18:56 - silver8
Articolo veramente interessante.
Mi incuriosisce sapere qualcosa in più relativamente alle
strategie 'molto semplici' per evitare la maggiore parte
delle perdite relative ad un calo anomalo di un indice: a
cosa ci si riferisce?
Saluti
7 novembre 2017 16:18 - Alessandro Pedone
@brambilla.net Grazie!
7 novembre 2017 14:23 - brambilla.net
Molto ben scritto e molto chiaro nelle sue conclusioni.
Davvero utile.