Buongiorno,
come mai nell'articolo nella performance di GEM, la
percentuale di drawdown è molto diversa da quella riportata
da Gary Antonacci sul suo sito (-19,7%)
https://www.optimalmomentum.com/dual-momentum-proprietary-mo
dels/
Gary Antonacci riporta per il modello E-GEM una performance
di CAGR 15.9 e di massimo drawdown del -7,7%. Secondo voi
come è possibile ridurre la percentuale di drawdown fino al
-7,7% senza influire troppo sulla performance?
6 ottobre 2018 18:09 - giorgio1265
Strategia molto interessante e che ho approfondito
parecchio, anche se attualmente non ho chiaro come poterla
implementare per noi Europei (dato che ad es MSCI world
ex-us qui da noi non si trova).
Ha qualche suggerimento su come adattarla ?
17 aprile 2018 9:15 - Corrado Festa
Buongiorno, può sostituire il confronto con il rendimento
ad un anno dei T-Bill (o altro titolo di stato equivalente)
con il confronto con un indicatore che non risenta in modo
diretto delle politiche delle banche centrali. Ad esempio
può utilizzare la media mobile (tipicamente, a 200 giorni)
dei valori dell'indice azionario stesso. Spero sia chiaro,
ad esempio: confronta il valore di fine mese dell'indice
MSCI World (o qualunque altro lei utilizzi) con la media
mobile a 200 giorni dell'indice stesso.
3 aprile 2018 14:02 - curiosityfreethecat
Sto seguendo l'approccio del Dual Momentum da due anni. Ora
come ora sono preoccupato perché visto il livello
dell'obbligazionario, il segnale di uscita dell'azionario
scatterebbe solo a fronte di uno storno devastante. Che cosa
ne pensate?
15 dicembre 2017 11:55 - Corrado Festa
Gentile Signor Toio68, grazie per il suo apprezzamento.
Capisco bene la sua reazione, essendo anch'io convinto della
bontà dell'approccio value e dell'importanza di far
riferimento al livello delle quotazioni per le scelte di
investimento. Lei giustamente confronta la strategia
proposta da Antonacci con le statistiche sui rendimenti dei
fondi presentate da H. Marks (e non solo da lui peraltro) e
si chiede come le due cose possano coesistere. Provo ad
aiutarla su questo. Vedo due motivi: 1) i risparmiatori che
hanno ottenuto rendimenti più bassi dei fondi sui quali
avevano investito non avevano una strategia predefinita e
quindi finivano per prendere decisioni sbagliate, compro
alto e vendo basso. Questo però è valido in generale e non
avvalora la strategia Momentum, come invece il punto 2)
l'ottica di Marks è di lungo termine, mentre quella di
Antonacci è di breve termine. L'aspettativa di Marks è che
i titoli (o le asset class) con i livelli di quotazioni più
bassi avranno rendimenti più alti nel medio-lungo termine;
l'aspettativa di Antonacci è che i titoli (o le asset
class) con i rendimenti recenti più alti avranno rendimenti
a breve più alti. Non a caso la strategia proposta non è
di tenere i titoli sul lungo ma di verificarli mensilmente,
come andare alla ricerca dell'onda più forte del momento.
Sono due prospettive e due logiche operative diverse.
A me poi ha molto colpito l'osservazione di Antonacci che
spesso gli investitori, poiché non dispongono di una veloce
modalità di uscita (way out) predefinita dal mercato
azionario, finiscono per essere sovrappesati sulle
obbligazioni e sottopesati sulle azioni, asset class che ha
storicamente fornito i rendimenti più alti. La definizione
di un metodo per verificare quando stare o meno sul mercato
è la prima componente della sua strategia e resta valida
indipendentemente dalla prospettiva che si adotta, momentum
piuttosto che contrarian, value o altro.
11 dicembre 2017 10:27 - Toio68
Leggo sempre con interesse queste recensioni di libri del
bravissimo Corrado Festa. Come si dice, "non si smette mai
di imparare", e nel campo degli investimenti ancora di più.
Tuttavia, come ho già scritto in altri commenti, credo di
essere inguaribilmente "contrarian" approccio che sta a
quello momentum come il diavolo sta all'acqua santa (o
meglio il contrario). La filosofia contrarian è molto
semplice, e assomiglia a quella della buona massaia: compera
quando ci sono i saldi e i venditori si azzuffano per
vendere, vendi quando i compratori si azzuffano per
comperare. Cosa psicologicamente difficile anche se
tecnicamente facile. Come dice Warren Buffett, quando gli
hamburger calano di prezzo tutti sono contenti perché ne
possono comprare di più e non si capisce perché con gli
investimenti la gente ragiona al contrario. Quando un titolo
ha avuto un grosso ribasso comincio a curiosare nei suoi
fondamentali per vedere se il prezzo non è sceso oltre il
ragionevole ed è giunto il momento di comprarlo. Quando un
titolo che ho in portafoglio cresce molto, comincio a
chiedermi se non è arrivato il momento di venderlo. Sentire
che qualcuno consiglia di fare l'opposto ed investire solo
in quello che ha aumentato il prezzo costantemente negli
ultimi 12 mesi a me suona come una politica Kamikaze. Sono
matto io? Leggo sull'ottimo libro di H.Marks (recensito
anche qui) che il migliore fondo del primo decennio dei 2000
ha avuto una performance del 18% annuo mentre la media dei
suoi sottoscrittori ha perso l'8 percento. Come è
possibile? Anche quel fondo ha ovviamente avuto alti e
bassi, durante il periodo in cui batteva il mercato così
ampiamente. Se gli investitori mediamente entrano quando il
fondo ha avuto le performance migliori ed escono quando il
fondo cala (che è il succo dell'approccio momentum),
compreranno regolarmente sui massimi e venderanno sui
minimi. Che è il sistema migliore per perdere soldi sui
mercati finanziari. Detta in altre parole, l'eccellente
risultato di quel fondo value è stato vanificato
dall'approccio momentum dei suoi sottoscrittori. La mia
impressione è che l'approccio momentum funzioni bene solo
in backtesting, ma che nella pratica sia difficile da
implementare e potenzialmente catastrofico. La mia visione
è che o ce la si sente di seguire un approccio
contrarian/value sfruttando le pazzie di "Mr.Market" a
proprio vantaggio (sì, lo so: secondo la teoria dei mercati
efficienti questo non sarebbe possibile), oppure è meglio
investire ad indice cercando un rendimento medio e limando
sui costi di gestione. Ma lasciamo gli approcci "trend
following" ai lemmings e guardiamoli da lontano volare giù
dalla scogliera (la metafora non è mia ma di Aswath
Damodaran).