La moneta è un mezzo di pagamento tra scambi e che svolge
le funzioni di:
1) misura del valore (moneta come unità di conto);
2) mezzo di scambio nella compravendita di beni e servizi e
in genere nelle transazioni commerciali (moneta come
strumento di pagamento);
3) fondo di valore (moneta come riserva di valore).
Come ha ricordato il Nobel Sanuelson: ”la moneta, in
quanto moneta e non in quanto merce, è voluta non per il
suo valore intrinseco, ma per le cose che consente di
acquistare.”
Ricordo i tempi della bolla dot.com in cui le persone, con
stupida avidità, alla fine perdettero delle cifre ingenti
consigliate dall’amico che raccontava che bisogna
approfittarne, che basicnet era il futuro salvo poi scoprire
che c’era sì il “net”, ma operava nel settore
dell’abbigliamento. Poi ogni tanto qualcuno scriveva un
articolo in cui ricordava le varie bolle della storia; dai
Tulipani Olandesi, allo scandalo della South Sea ( una
società di navigazione che aveva diritti esclusivi verso il
Sud America), quella di Wall Street del '29. Se poi
Pinocchio, consigliato dal gatto e dalla volpe, decide di
seppellire gli zecchini nel campo dei miracoli… perchè
lui è furbo e tutti gli altri che si lasciano scappare le
occasioni stupidi, è libero di farlo, ma poi non si lamenti
di essere stato gabbato e di aver perso una vita di risparmi
(Banca Etruria docet).
8 gennaio 2018 17:31 - Alessandro Pedone
@solidgold87
Non è necessario eludere tecnicamente l'eventuale
"tentativo di controllo" della regolamentazione del bitcoin.
Il problema non è impedire lo scambio di bitcoin, il
problema è regolamentare il cambio di bitcoin con altre
valute a corso legale o lo scambio bitcoin contro beni/
servizi.
Una norma che vietasse il pagamento in bitcoin di beni e
servizi non dovrebbe occuparti si impedire tecnicamente lo
scambio dei bitcoin, basterebbe che dicesse che l'eventuale
pagamento in bitcoin è nullo e quindi l'acquirente del
bene/servizio dovrà provvedere -
in caso abbia pagato in bitcoin - a pagare, se richiesto,
ANCHE nella valuta avente corso legale.
Basterebbe una norma del genere per rendere marginale i
pagamenti in bitcoin.
Faccio osservare, inoltre, che i pagamenti in bitcoin sono
anonimi ma niente affatto NON TRACCIABILI. Anzi, tutta la
tecnologia del blackchain non è altro che un registro
pubblico distribuito. La tracciabilità degli scambi è
MASSIMA, a chi appartenga il wallet registrato è invece non
conosciuto. Nel momento in cui, però, vuoi cambiare il
contenuto di un wallet in valuta a corso legale l'anonimato
si perde e tutte le transazioni fatte con quel wallet
rimangono tracciate. Uno può dire che in quel momento non
era il proprietario del wallet... ma dipende - ancora una
volta - da come regoleranno la cosa.
@Toio68
Sostanzialmente concordo con il suo intervento.
3 gennaio 2018 16:53 - Toio68
@solidgold87 Serve un mezzo di pagamento che dia garanzie di
anonimato e di non tracciabilità, che sia in quantità
finita o difficilmente aumentabile? L'oro ha da sempre tutte
queste caratteristiche. Con una differenza fondamentale.
L'oro è anche una materia prima, ed estrarre oro aumenta la
ricchezza globale. Come mezzo di pagamento è stato
abbandonato principalmente perché l'economia mondiale
cresceva ad un ritmo più veloce dell'aumento della
quantità di oro. Questo produceva deflazione, che frenava
la crescita economica (se i prezzi sono in discesa, conviene
posticipare consumi, investimenti, assunzioni, ecc.). Per
questo si è passati alla moneta virtuale, che tuttavia
viene emessa in proporzione alla crescita economica. Nulla
di tutto questo si può dire delle criptovalute (o
perlomento del Bitcoin). Non solo l'emissione di Bitcoin non
è collegata all'aumento della ricchezza, ma consuma energia
e quindi ricchezza. Assomiglia più alle fiches che si
vedono nei casinò, che hanno la sola funzione di togliere
alla gente le remore a buttare via i soldi veri.
3 gennaio 2018 14:37 - solidgold87
Se lo stato dell'arte attuale della tecnologia che ne è
alla base, o una sua evoluzione, riuscirà ad eludere, cosa
tutt'altro che impossibile, magari avvalendosi di protocolli
mutuati da deep web, dark net et similia, il molto
prevedibile tentativo di controllo e regolamentazione da
parte delle banche centrali, il valore del bitcoin -che allo
stato attuale è certamente puro gambling- o comunque
dovesse chiamarsi una criptovaluta che ne sia il successore,
avrà un incremento esponenziale inimmaginabile. Si pensi
solo alle potenziali dimensioni della "domanda" globale di
un mezzo di pagamento che dia garanzie assolute di
anonimità e non tracciabilità, se non a patto di metter le
mani fisicamente sui dispositivi informatici di origine.
29 dicembre 2017 15:00 - savpg8801
Tante sono le idiozie nel tempo messe su da imprenditori che
sfruttano l'imbecillità della gente. Catene di S.Antonio,
imbonitori da piazza, operatori economici e finanziari che
poi scappano col malloppo, venditori di fumo e di qualsiasi
cosa desti interesse negli sciocchi.
La stessa borsa, oggidì, fa parte (e almeno è in qualche
modo, regolamentata) del sistema speculativo. Infatti chi
investe in borsa lo fa esclusivamente per avere dei profitti
in linea capitale, anche se dichiara di sperarli dagli utili
che verrebbero ripartiti dalle aziende ecc.
La borsa non è più un risparmio dinamico che, facendo
divenire socio il possessore, ne autorizza la voce nelle
assemblee allo scopo di promuoverne attività redditizie
che, a scendere, possano arricchire l'azionista. Ovviamente
assumendosi anche rischi in caso contrario.
Bastano voci, negative o positive, per decretare assurde
alternanze di quotazioni che, spesso, non rispecchiano le
realtà fondamentali d'impresa. Quindi trattasi di manovre
da parte dei più "furbi" per pilotare e movimentare i
corsi. Ovviamente i più coglioni o i ritardatari ci
rimetteranno sempre. Lasciamo stare l'aggiotaggio che
interviene solo se scoperto chiaramente. Ma il danno(o la
speculazione) l'ha già provocato.
La borsa, tuttavia, non è sistema immediato di scambio come
la moneta corrente o suo equipollente. Si può solo vendere
o acquistare tramutando il corso in moneta almeno oggi in
prevalenza.
Il bitcoin non è l'unico sistema di "moneta" simile al
baratto.Altre monete sono apparse. Si perchè a monte e
dietro a questa virtualità non c'è nulla che si
sappia.
Ci sono solo delle operazioni di acquisto che presuppongono,
tuttavia, l'esborso di monete e valute "reali" ed ufficiali
che in effetti decurtano i capitali reali degli acquirenti.
Altrimenti non si possono acquistare con promesse o
noccioline.
Quando vai a spendere questi bitcoin, chi stabilisce il
compenso del baratto? Un tizio di quelli invasati
intervistato in una città dove va di moda il sistema, dice
che paga tutto con il proprio device pieno di "bitcoin"
Altra commessa dice che viene retribuita con bitcoin.
Allora, vado in un bar a prendere un cappuccino; chi
stabilisce il rapporto del compenso, del cambio, del valore
da monetizzarsi?
Se un bitcoin vale ventimila dollari che dò al barista per
il cappuccino? un ventimillesimo, un diciottomillesimo, un
accidente di scambio fra un device e l'altro? E poi come
faccio a sapere quanto vale il povero cappuccino? e se
compro una medicina o un ticket sanitario detraibile, se lo
pago(ammesso che sia possibile) in bitcoin altamente dal
valore ballerino, cosa farò, poi?
Non è, quindi, un mezzo di risparmio per investimento
perchè non è convertibile ufficialmente. Non ha a monte
riserve o parità. Non si capisce neppure chi o cosa di
assicurante ci sia dietro. Non ha regolamentazioni (e come
farle poi?) internazionali.
La settimana scorsa da 20000 in poche ore è andato a 10000.
Quei coglioni che lo hanno pagato, per es. 18000 lo hanno
speso con valore 10000. Ma si può essere più imbecilli di
così?
Questa Las Vegas speriamo che faccia rinsavire qualcuno.
Però con tanti polli in giro, sarà difficile.
E la invocata "educazione finanziaria" persino promossa per
le scuole? Ci sarà bisogno di nuovi professori.
La questione di fondo che mi spinge a stare
lontano dal Bitcoin e che la criptovaluta
e le transazioni fatte vengono registrate
su Infochain . Non ci sono Borse centrali
e un mercato regolamentato !
Poi , mi chiedo per curiosita ,
chi agisce da controparte quando si vendono
i propri Bitcoin ? Forse gli stessi
che li hanno creati ?
Se chi procura ai clienti la criptovaluta
e lo stesso che li aquista alla fine avremo
la stessa situazione delle azioni emesse
dalle banche venete , comprate dai clienti
che poi la banca non riaquistava al prezzo
pagato dai clienti !
20 dicembre 2017 12:53 - Alessandro Pedone
@jj2006
Ci sono tante cose rilevanti da dire su Bitcoin e l'aspetto
del così detto "proof of work" che richiede sempre di più
una quantità di energia veramente assurda è una di queste.
Nell'articolo, però, ho voluto specificatamente
concentrarmi sull'aspetto - a mio avviso - centrale.
Nella comunicazione moderna è necessario essere brevi.
Già sempre più persone hanno difficoltà con la
comunicazione scritta e tendono sempre di più a preferire
la comunicazione iconografica.
Fare articoli troppo lunghi e sfaccettati ottiene il
risultato di non farsi leggere dalla grande maggioranza
delle persone.
In sintesi, condivido con lei che il problema ecologico è
molto rilevante.
Non condivido il fatto che sarà quello (purtroppo!) a far
scoppiar la bolla, ma più facilmente potrebbe essere una
regolamentazione restrittiva, magari anche giustificata
dagli aspetti ecologici (aspetti, comunque, che potrebbero
essere risolti tecnicamente).
20 dicembre 2017 10:35 - jj2006
Analisi interessante, e piu' profonda di molte altre che ho
letto anche nei giornali specializzati. Non mi piace che
"(anche se alcuni aspetti la rendono problematica come
l'enorme consumo di energia che richiede)" sia nascosta in
una mezza frase: Già oggi, una sola transazione di bitcoin
consuma quanto il fabbisogno mensile di una famiglia
italiana. L'utilizzo di energia è assurdo, e mette in
imbarazzo i capi di stato che si riuniscono a Parigi ed
altrove per vertici sul cambiamento climatico. Prima o poi
non possono fare altro che mettere fine a questo spreco. Al
momento, il mining si concentra in luoghi come la Mongolia
dove centraline di carbone a basso prezzo, in parte
sovvenzionato (!), permette di "generare" nuovi bitcoin.
Mentre dietro l'Euro o il Dollaro c'è il valore generato
dall'economia, dietro il bitcoin c'è la distruzione
dell'ambiente. Alla fine questo "dettaglio" farà scoppiare
la bolla.