Apprezzo molto le finalità etiche di questo articolo, e
sono assolutamente d'accordo che la complessità di gestione
di alcuni strumenti finanziari sono finalizzate
esclusivamente ai motivi che dichiara lei. Un pò meno sui
portafogli dei consulenti: un consulente non necessariamente
'guadagna di più' o è più indispensabile con un
portafoglio di 30 fondi e polizze che con un portafoglio con
2 prodotti. Personalmente ho visto promotori finanziari far
concentrare per 10 anni investimenti di diverse centinaia di
migliaia di euro in 2 fondi di fondi ad elevatissimo
continuing (commissioni di gestioni composte fino al 3,5-5%
l'anno) e guadagnare solo mantenendo il cliente tranquillo
(ovviamente gli investimenti non sono andati granché, se
non per loro). Spesso l'esigenza di diversificare è anche
commerciale: banalmente se un mercato o prodotto va male ed
il cliente si spaventa a vedere un meno nel rendiconto
patrimoniale, far vedere che qualcun altro guadagna è un
elemento per far capire al cliente che non gli è stata
riservata una 'sòla', ma si sta realmente diversificando.
Detto questo secondo me purtroppo è tutto il sistema
finanziario che si è fatto più complesso, o meglio è
sempre stato più complesso di come fino a 30 anni fa veniva
presentato (ovvero: c'è il BOT, dà quell'interesse, è
sicuro, devi aspettare la scadenza) ed ora per i motivi
commerciali che dice lo fanno presente. Lei parla di due
strumenti a replica passiva, gli ETF. Sono semplici? Non
necessariamente, sono fondi di diritto estero scambiati sul
mercato, con quello che ne consegue tra operatori forti (che
ad esempio posso fare arbitraggi sul tracking error in OTC)
e operatori deboli (il risparmiatore) che indirettamente se
non in commissioni valorizzate (ma almeno visibili) lasciano
comunque sul mercato un significativo "fee". Sono prodotti
che alle volte utilizzano strumenti di replica sintetica
(es. i lyxor) e contengono quindi non titoli, bensì swap
(derivati!) sui quali lucrano indirettamente società
finanziarie specializzate senza comparire nel total expense
ratio (anzi, abbassandolo artificialmente), o, forse peggio,
possiedono titoli a replica fisica (es. ishares) che però
vengono 'affittati' a società che hanno bisogno di grande
masse di equities per operare short sui mercati tramite il
prestito titoli (un contratto molto poco 'semplice' perché
consente di prestare non solo il possesso, ma anche la
proprietà dei titoli, che possono essere quindi venduti dal
prestatario senza autorizzazione del prestatore). Tutti
questi prodotti finiscono per 'vendere' diversificazione, ma
poi magari concentrano altri rischi (rischio liquidità se
uno ci investe molto e poi ha difficoltà a vendere, rischio
credito visto che dentro ci sono prestiti titoli e swap di
specifici istituti). Come vede la semplicità è spesso
apparente, sicuramente utile dal punto di vista commerciale
per convincere della buona fede il cliente che così 'ci
capisce' anziché vedersi questa carrellata di nomi strani
in cui 'non si capisce niente'. Poi tutto dipende secondo me
dal profilo e dal modo di pensare del cliente e dalle sue
esigenze, nonché dai suoi obiettivi e da strategie che
devono essere condivise. Senz'altro, per fortuna, Mifid2 sta
facendo chiarezza in un mercato assolutamente
deregolamentato soprattutto nei costi (eccessivi!) scaricati
sul cliente-investitore.
7 dicembre 2018 12:12 - colephelps
Il classico articolo asettico e disinteressato che purtroppo
non abbastanza leggeranno.
"Non mi fido degli ETF", ma poi investono cifre a molteplici
zeri affidandosi a fondi Fideuram con costi del 3% se non di
più.
In disaccordo, ma dal bassissimo della mia conoscenza, solo
sulla ripartizione tra obbligazioni e azioni, nel mio caso
rispettivamente 0 e 100%. Se e quando sarò finalmente
andato in pensione prematuramente, qual è il mio obiettivo,
allora gradualmente ribilancerò a favore
dell'obbligazionario.
6 dicembre 2018 11:58 - michele6949
Giustissimo : condivido!
Nel libro di Agatha Christie "passeggero per
Francoforte" mister D , colui che rappresenta il denaro
afferma :"non investire in nulla che tu non sia
capace di spiegare a un bambino di 12 anni!" Le
banche , almeno fino a quando vivevo in Italia
hanno rifilato ai clienti tante obbligazioni strutturate
che offrivavano un rendimento calcolato con un
equazione lunga una riga!Roba da evitare.
5 dicembre 2018 18:36 - Cristina Ciccarelli
Bell'articolo
I/la vera consulente esperta spinge all'autonomia gestionale
ed usa un linguaggio comprensibile ovvero semplice che fa
focus sulle variabili e sugli intrecci del cd sistema
complesso e la tipologia dell'investimento è soggettiva
perché correlata agli obiettivi di chi vuole investire il
proprio denaro