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11 gennaio 2019 13:42 - PaoloCh
Analisi interessante, sono le stesse tematiche su cui mi interrogo io, consulente finanziario e preposto di un team di gestori di portafoglio presso una delle principali banche italiane. Mio malgrado, aggiungerei. La consulenza finanziaria in Italia non esiste. L'intera struttura si regge su una budgettizzazione sempre più forsennata di "utili"... laddove a questi 'utili' non vi è alcuna utilità fornita a nessuno (o comunque un servizio ordini di grandezza più piccolo del vantaggio economico generato per chi lo presta). Io credo che il mondo 'dovrebbe sapere' cosa c'è dietro. Mi auguro di morire consulente indipendente, ma tutti gli istituti hanno fatto quadrato nell'escludere la consulenza indipendente e dall'arginarla. Comunque le situazioni anche umane, peggiori cui ho assistito (se non sfocianti in fattispecie criminose), le ho viste realizzare da promotori a provvigione e dalle reti che se ne servono. Il problema è che il cliente (e possibilmente anche il consulente, e spesso anche il manager commerciale al di sopra, se non a stretto giro per il piccolo settore che loro devono spingere al massimo) è stato fatto vivere nella voluta ignoranza per decenni, quando questo effetto esponenziale di approfittarsi dell'ignoranza ha iniziato a mostrare le sue crepe, come nel classico schema Ponzi, all'ignoranza è subentrata la cieca diffidenza. E purtroppo, visto che è mia opinione che non si può evitare di investire, in qualche forma (anche la liquidità, anche i consumi, lo stile di vita, l'indebitamento possono essere visti come forma d'investimento), credo che la diffidenza possa essere a sua volta manipolata a danno dell'utente finale. Apprezzo l'accenno alle logiche matematiche, ma conoscendo un po' di gestori di fondi e Sicav mi sono convinto che sono (salvo forse per qualche matematico messo lì a far calcoli senza una visione complessiva del contesto) strumentali esclusivamente a 'giustificare' costi. Ovvero produrre strategie e sistemi dei più disparati, apparentemente 'altamente ingegnerizzati' che poi non producono un reale valore aggiunto, se non accidentalmente o quasi, se non per chi, avendo venduto un prodotto 'complesso', può chiedere che tale 'servizio' venga retribuito.
7 gennaio 2019 16:23 - guardiano
Ok, tutto ok, ho cominciato in banca nel 1977 quando nemmeno esistevano i Bot, oggi la mia Mandante, improvvisamente e senza anticipo, sottrae dalla disclusure di una Unit, una sicav che da inizio ytd +30% e a 4 mesi +5%, la motivazione è che la sicav richiede dal 2 gennaio una commissione di ingresso maggiorata; ok tutto ok, a difesa della parte debole (....come costi di pro-distribuzione del 4%) e a mortificazione dell'autonomia professionale; ho sempre compbattuto per una consulenza professionale indipendente, ma oggi, visto le asimmetrie e gli ancoraggi, non sarebbe meglio un servizio "execution omly" con consulente personale (anche non iscritto all'albo)?
4 gennaio 2019 9:10 - neru
In estrema, ma proprio estrema sintesi mettiamola così: è come "fare" semplicemente il medico o "sentirsi" profondamente medico. E' troppo anche per il cf ambire ad una tale consapevolezza?
2 gennaio 2019 20:33 - Cristina Ciccarelli
Complimenti per l'editoriale

Sono d'accordo sull'olismo che si applica anche nelle eccellenze sanitarie, secondo me solo chi ha un 'idea pericolosa cd spartiacque' dimostra consapevolezza che è figlia della pianificazione della conoscenza (contestualizzare), conoscere (solo teorico) senza saper pianificare equivale a non conoscere quindi è come avere in mano un pugno di mosche / aria fritta, secondo me anche la propensione al rischio fornisce una marcia in più ovvero più è alta e maggiori saranno i risultati positivi
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