@colephelps la sua considerazione è la conferma che nessuno
può prevedere il futuro e che le probabilità
(semplificando il concetto) possono aiutare a prendere certe
decisioni, ma se si è "sfortunatamente" dalla parte
sbagliata non si ottiene quello che si sperava. Certo se uno
considera l'ultimo decennio in cui non ci sono state crisi
finanziarie-economiche il "tutto insieme" avrebbe prodotto
un risultato maggiore (col senno di poi è facile fare
considerazioni). Nella vita reale, salvo eredità, vendita
di immobili senza doverne acquistare un altro o liquidazione
al termine dell'attività lavorativa, è più probabile
poter risparmiare periodicamente e quindi essere "costretti"
ad investire con il tipico PAC; quindi spesso non c'è
possibilità di scelta. Io credo che a monte di questa
scelta (dopo aver analizzato bene gli obiettivi di vita come
ben illustrato da Alessandro Pedone in altri articoli)
bisogna porsi una domanda "ritengo giusto e io credo di sì,
investire i miei soldi con una strategia ben definita o
lascio i miei soldi al caso ed incrocio le dita, sperando
che anche il prossimo decennio sarà sempre positivo ?
Penso che non ci sia bisogno di dare una risposta. Questo
non vuol dire cercare di fare "market timing", ma di
applicare una delle diverse strategie che sono più
confacenti agli obiettivi ed esigenze del risparmiatore
portandolo non tanto a massimizzare il rendimento, ma a
sapere cosa fare specialmente nei momenti bui e consentirgli
di vivere in tutta tranquillità la propria vita famigliare.
Roberto Anselmini
21 febbraio 2019 12:46 - colephelps
Pensavo che l'articolo si concludesse diversamente...
perché l'esempio dei tre pacchi mi ha ricordato un altro
studio (non mi si chieda di chi, di quando, relativamente a
quale preciso indice -anche se quest'ultimo dovrebbe essere
l'S&P500- perché mi è rimasto da una delle mie tante
letture), cioè che investendo una lump sum in qualunque
periodo storico passato, e tenendola ferma per 10 anni, in
due casi su tre alla fine dei 10 anni si aveva un rendimento
MAGGIORE rispetto al dollar cost averaging mensile della
stessa somma.
Insomma c'è un bias positivo verso l'investimento "tutto
assieme", secondo il detto "time in the market beats timing
the market".
Col senno di poi in questo 2018 mi sarebbe convenuto un
dollar cost averaging, ma non potevo sapere prima che
quest'anno avrebbe vinto l'ipotesi meno probabile.