@AleSeb
Comprendo che ciò che lei ha evidenziato possa apparire in
contraddizione.
Se riguarda il grafico può notare che anche negli ultimi 12
anni ci sono stati periodi di 5 anni con rendimenti negativi
nell'azionario.
In questo articolo non suggerisco affatto un portafoglio
buy&hold. Anzi, scrivo espressamente che lo sconsiglio. Un
portafoglio Buy&hold non è semplice, è stupido. Ho scritto
un concetto del genere in modo mi sembra abbastanza chiaro.
Quando ho scritto che a valle c'è il lavoro di gestione
delle emozioni e la disciplina mi riferivo anche a stabilire
ex-ante, strategie per gestire i momenti di discesa dei
prezzi.
L'approccio momentum o contrarian vanno bene entrambi (ed
anche con eventuali intelligenti combinazioni), la cosa
importante è prevedere una strategia ed avere la disciplina
per applicarla.
Mantenere la disciplina non significa stare fermi, significa
seguire una precisa strategia.
Potrebbe anche significa aumentare l'azionario mentre
scende. Ovviamente questo prevede che nei momenti "normali"
vi sia meno azionario e più parte difensiva, per poter poi
aumentare l'azionario nelle fasi difficili. Avendo più
parte volatile nei momenti "normali" è più sensato avere
una strategia di momentum, la quale però ha altri problemi
che bisogna conoscere e gestire, anche psicologicamente.
Spero di aver chiarito i suoi dubbi.
Grazie per l'utile precisazione che magari potrà essere
utile anche ai nostri quattro lettori.
8 aprile 2019 12:30 - Alessandro Pedone
@ GabrieleRu, alerosasco, gm da legnano. Grazie per gli
apprezzamenti che fanno sempre piacere. Talvolta sono
imbarazzanti e sicuramente immeritati in quelle proporzioni
(tra John Mauldin ed il sottoscritto non abbia dubbi nello
scegliere Mauldin).
Comunque sarei un falso se non ammettessi che mi fanno
piacere. Quantomeno perché fanno capire che non si predica
proprio completamente nel deserto, ma qualcuno che comprende
e - sopratutto - applica c'è.
Quindi non è proprio vano il lavoro di divulgazione di
certi concetti che da qualche anno, con le nostre modeste
forze e le mie modestissime capacità, cerchiamo di portare
avanti.
Ancora grazie.
5 aprile 2019 20:03 - AleSeb
Anche io desidero ringraziare l'autore per la chiara
esposizione e lo studio effettuato attraverso il confronto
dei dati storici su vari strumenti finanziari. Data la stima
che ho maturato attraverso i suoi articoli mi permetto una
critica,forse solo apparente e che spero stimolante di un
ulteriore dibattito. In un precedente articolo Lei
scrive:"In alcuni periodi storici (come gli ultimi 20 anni)
mantenendo l’investimento azionario per 5 anni di fila,
in un caso su due avremmo perso soldi!
Analizzando periodi più lunghi, non gestendo
l’investimento attraverso una qualche forma di strategia,
le probabilità di avere rendimenti negativi anche nel lungo
termine (cioè in un periodo di 10 anni) sono comunque
significative, nell’ordine di una probabilità su
quattro!
Il compito principale di una strategia d’investimento,
almeno per la grande maggioranza degli investitori, è
quello di ridurre questo parametro, ovvero le probabilità
di avere rendimenti negativi in archi temporali
ragionevolmente ampi (5/10 anni)".
Nello stesso articolo poi continua: "evitare di
essere investiti quando i mercati azionari subiscono grandi
oscillazioni negative"
"incrementare il capitale investito durante le fasi di
oscillazioni negative"
(...)"La prima strategia – in genere – si attua
attraverso l’uso di indicatori di momentum, nella
maggioranza dei casi medie mobili"
Questo ultimo assunto sembra in contraddizione con quanto
indicato nell'articolo del 2 aprile 2019 dove viene indicata
come vincente una strategia consistente nell'individuare a
monte le necessità finanziarie dell'investitore,poi il
rischio a cui può sottoporre i propri capitali, poi un
portafoglio adeguato e infine: "a valle il lavoro per
gestire le emozioni e mantenere la disciplina"
Potrebbe sembrare una contraddizione indicare come utili
degli indicatori di momentum allo scopo di movimentare il
portafoglio e al tempo stesso indicare come importante
mantenere la disciplina anche in periodi di perdita
prolungati. Insomma è meglio un portafoglio "permanente" o
da movimentare ?
5 aprile 2019 15:35 - gm da legnano
Prezioso Dr. Alessandro Pedone,
Mi unisco a GabrieleRU e Alerosasco per i complimenti e
ringraziamento, certo non siamo i soli a tenere in
considerazione i Suoi scritti.
Ho seguito quasi lo stesso percorso di Gabriele tranne che
nel riempire gli scaffali di libri, semplicemente ho tentato
di selezionare, in 15 anni di internet, le voci più serie
del settore; il fumo è tanto, accecante, di arrosto quasi
non ce n’è, mi sono al momento rimasti due nomi, e
relativi siti, Pedone e Frugnoli, sotto riserva John Mauldin
. Ma nel mio archivio di cose importanti, serie, oneste lo
spazio preponderante è occupato da Pedone cui rivolgo
ancora un grazie sentito mentre vado a rileggermi qualche
passaggio dei suoi articoli: “ semplici ma difficili” .
4 aprile 2019 21:03 - alerosasco
Non posso fare altro che complimentarmi per l'eccellente
articolo che ha scritto. La ringrazio anche per i libri di
finanza che segnala. Tra i molti che ho letto seguendo i
suoi consigli ritengo che il migliore sino ad ora sia
Unconventional Success di David Swensen dove ho trovato le
indicazioni che cercavo per impostare al meglio il
portafoglio di investimenti del patrimonio famigliare e la
sua gestione anche in relazione al rischo che sono disposto
a tollerare. Ciò che mi rammarica è che molta gente, anche
di livello culturale alto a cui ho consigliato di leggere il
libro mi dice che non lo fa perché ritengono che leggere
circa 300 pagine in inglese sia troppo gravoso mentre altri
a cui ho tentato di spiegare i concetti indicati nel libro
ascoltano ma poi non sono interessati a fare approfondimenti
personali sulla bontà dei concetti e delle indicazioni
date. Ritornando al suo articolo e del perché buona parte
delle persone non applicheranno mai i concetti espressi ho
l'esempio di un amico dipendente di un Private di una delle
più importati banche italiane il quale, nonostante ho
cercato di fargli capire parte dei concetti da lei espressi
in questo articolo, gli ho ampliamente spiegato le
indicazioni di Unconventional Success (su cui tra l'altro
concorda), continua ostinatamente ad investire cercando
l'azione "giusta"(ovviamente senza prefissarsi stop loss in
caso di perdita), facendo previsioni di mercato seguendo i
consigli degli analisti della banca medesima e investendo in
fondi bilanciati della banca medesima.... E' inutile dire
che negli anni migliori il rendimento del suo capitale si
avvicina allo zero, sorvoliamo sui peggiori.....
4 aprile 2019 10:27 - GabrieleRu
Se il 10% è arrivato in fondo a un grande Pedone, a leggere
me ci arriverà il 3%: per arrivare alla "inaccettabile"
semplicità suggerita c'ho messo una vita di studi e di
esperienze, da investitore privato, talvolta esaltanti ma
periodicamente frustranti.
Alla fine, dei 3 scaffali di libri che ho profondamente
studiato, tutti rigorosamente in lingua originale, l'unico
che oggi seguo nella pratica è "The intelligent asset
allocator" di William Bernstein. Lo stesso Bernstein di cui
il prezioso dott. Pedone ha consigliato altro libro. Quel
libro unito a uno sguardo al fondo più utile di sempre,
l'americano Vanguard, mi regalano oggi non solo serenità ma
anche prospettive relativamente fruttuose.
A chi è arrivato in fondo (lo 1% ?) consiglio di tenersi
stretto i 3-4 articoli d'oro che il dott. Pedone ci ha
regalato, che io conservo per farli leggere ai miei figli il
giorno che verranno da me a farsi consigliare sulla gestione
dei risparmi.