@ tode90
Ciò che ritengo probabile o possibile io è del tutto
insignificante al pari di qualunque altro professionista
della finanza.
Il problema è che dalla sua domanda si evince che lei
ritenga che sia solo attraverso un rendimento del 3 o 4 per
cento del titoli di stato si possa pensare di "vivere grazie
al capitale".
Questo dimostra che a lei mancano alcuni concetti finanziari
basilari.
Astrattamente, in futuro, potrebbero anche arrivare
rendimenti dei BTP del 5%, ma se ci fosse un'inflazione del
5% quel rendimento non sarebbe comunque sufficiente.
Quello che conta non è il rendimento nominale, ma il
rendimento REALE (termine che in finanza significa
rendimento al netto dell'inflazione).
Per vivere di capitale, nella finanza contemporanea, ormai
da diversi decenni, è INDISPENSABILE abituarsi a gestire
l'incertezza finanziaria attraverso un portafoglio
diversificato ed un PIANO FINANZIARIO.
9 febbraio 2022 15:46 - Alessandro Pedone
@mauro2405
Grazie per il commento.
Ricordo che l'espressione "Nobel per l'economia" è una
semplificazione giornalistica perché i premi Nobel
originali (quelli voluto da Alfred Nobel a partire dal 1901)
sono:
- per la pace,
- per la letteratura,
- per la chimica,
- per la fisiologia o la medicina
- e per la fisica
Dal 1969 è istituito il "premio della Banca di Svezia per
le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel",
giornalisticamente chiamato "Premio Nobel per l'Economia".
Giusto per mettere i puntini sulle "i" :-D
9 febbraio 2022 15:40 - Alessandro Pedone
@luigi1954
La scelta fra prendere l'1% (avendo la garanzia di perdere
in conto capitale) o investire avendo l'incertezza come
continua compagna di viaggio ma anche ottime probabilità di
proteggere il capitale dall'inflazione e guadagnare qualcosa
in più in una prospettiva di medio/lungo termine non c'è
una scelta più saggia di un'altra. E' questione di
attitudine personale, obiettivi di vita, esperienze passate,
ecc.
La cosa importante è fare una scelta consapevole. Se fatto
in modo pienamente consapevole, ogni scelta è saggia.
7 febbraio 2022 8:59 - tode90
Buonasera Dottor Pedone, ritiene probabile o possibile un
ritorno a tassi di interesse pre 2012, con il btp decennale
al 3 o a volte anche il 4 oppure è la fine della
possibilita' di vivere grazie al "capitale"?
3 febbraio 2022 15:16 - mauro2405
Ottima sinossi
Anche perfetta la definizione di "scienza auto avverante"
Da persona da anni attiva nelle Hard Sciences ho sempre
sorriso al pensiero che si potessero definire scienze quelle
economiche con tutto il corollario di teorie e modelli
matematici al cui confronto Hawking parrebbe uno delle
elementari.
Infatti il Nobel è poco sensato ... ma del resto esiste
anche quello della letteratura per cui va bene così.
Il tutto fatto salvo per gli economisti per l'ottimo lavoro
(scientifico) degli economisti premiati per la teoria dei
giochi e per quelli coinvolti nell'ambito della
neuroeconomia.
3 febbraio 2022 9:51 - luigi1954
Dottor Pedone, la apprezzo e la stimo ma i suoi articoli
sono troppo lunghi e trattano di filosofia economica o
economia filosofica.
Sono convinto che provocare inflazione alta e tassi di
interessi bassi serve per far spendere le persone che vedono
i propri soldi in banca erosi dall inflazione e allo stesso
tempo infruttiferi. Questa è la maledizione di Draghi e
company anche se capisco che L’ occupazione è cresciuta
in questo modo e questo non può che essere un bene per i
nostri giovani.
Quanto al piano che un risparmiatore dovrebbe avere, come
lei caldamente consigliato, da uno che ha fatto sempre conto
di deposito sicuri al 99% e per quel 1% non mi risulta che
qualcuno abbia mai perso niente, le chiedo se sia meglio
investire in un piano per il quale bisogna firmare che nulla
è sicuro e che L investimento può essere soggetto a
perdite anche sul capitale, oltre all inflazione ( non mi
dica la prego che c’è investimento e investimento perché
nulla è sicuro) oppure è più saggio tenersi i soldi in
banca prendendo quel 1% per un vincolo a due anni, soffrir
l’inflazione, che poi è nei grossi investimenti ma non mi
pare nei beni di prima necessità, ed aspettare tempi
migliori.
La ringrazio e continuo a leggerla
Luigi Piga
3 febbraio 2022 8:39 - Alessandro Pedone
@Tobi8411
Grazie per gli apprezzamenti.
Sicuramente il QE ha causato una riduzione degli interessi
che ha creato un apprezzamento degli asset (in primis
finanziari ed indirettamente anche immobiliari). Certamente
le banche centrali hanno ben presente questo effetto
collaterale del loro operato.
Visto che ha collegato questo argomento con la mia frase sul
fatto che il QE non è direttamente inflazionistico,
aggiungo che indubbiamente i tassi possono avere un effetto
correlato negativamente con l'inflazione, ma non ciò che io
contestavo nell'articolo era l'affermazione che l'inflazione
fosse causata dalla grande quantità di moneta immessa nel
sistema finanziario. Le ragioni per le quali non è vero
sono un po' articolate da spiegare perché bisogna avere
delle nozioni di come funziona la contabilità del sistema
finanziario nel suo complesso.
1 febbraio 2022 16:39 - Tobi8411
Buongiorno Alessandro, leggo sempre con molto interesse i
tuoi articoli e verrei chiederti una ulteriore delucidazione
riguardo al tuo commento in questo articolo nel quale
scrivi:
[per anni si è scritto che il fatto che le banche centrali
“stampassero” denaro avrebbe provocato prima o poi
inflazione nei beni reali.
Questo è semplicemente falso.]
Il quatitative easing non ha causato una riduzione degli
interessi pagati da tutti i titoli obbligazionari con
conseguente "fuga" in altre asset class piu profittevoli?
Per esempio l'immobiliare che ha visto un apprezzamento con
picchi fino al 300% negli ultimi 15 anni nelle principali
città Europee non viene considerato dalla banca centrale
europea?