Condivido. La Russia non è un attore così determinante sul
piano economico e sul piano finanziario. Anche se la
narrativa giornalista per ovvii motivi tende a ingigantirla.
L'astensione della Cina, vero pericolo economico e
finanziario in caso di discesa in campo, rende il futuro
meno fosco, con basso rischio di estensione della guerra. A
un certo punto Putin dovrà accettare una qualche forma di
mediazione che gli consenta però di restare in sella. A
quel punto i prezzi torneranno a salire anche molto
velocemente, mentre gas e petrolio scenderanno su prezzi
comunque remunerativi per lo shale oil (fracking) degli
americani. Come sempre il timing detta il risultato.
Personalmente non credo che la situazione si sblocchi in
pochi giorni, ma neanche che prosegua troppo a lungo perché
non conviene a nessuno, soprattutto a Putin. Ma nel caso si
prolungasse, credo che comunque tra qualche settimana non
sarà più in prima pagina, come ogni evento del mondo, con
conseguente ripartenza dei mercati finanziari. Ovviamente da
dilettante allo sbaraglio, mi aspetto di essere smentito dai
fatti. Ma spero vivamente di no.