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24 settembre 2005 0:00 - Pasquale
Ma l'avete visto er FAZIO a Wasghinton alk momento della foto di gruppo lo hanno messo in un angolo e rimaqsto da solo anche dopo la foto e lui non si arrende,mi fa quasi pena,ma poi se penso che gran parte della colpa dei piani truffa MY WAY 4 YOU piazzati dal MONTE DEI PACCHI DI SIENA,come degli scandali sui bond PARMALAT E CIRIO passando per l'ARGENTINA
è stato possibile grazie alla totale mancanza di vigilanza dell'istituzione di cui è a capo Bankitalia,il senso di pena si tramuta in VOMITO.
23 settembre 2005 0:00 - Nicola
Quindi i signori banchieri invece di pretendere soldi dovrebbero restituirli,ma che razza di paese è il nostro come si può permettere ad una classe politica come quella attuale di gestire ed in modo anche
spudoratamente FAZIOSO una vicenda come quella di Bankitalia che vede il popolo italiano pagare due volte ciò che è suo.
I media cosa fanno perchè non denunciano un tale schifo,i signorotti della sinistra
oltre a difendere le coop ed i prodotti a perdere del MPS MY WAY 4 YOU dove sono.
23 settembre 2005 0:00 - Paolo Bianchi
Ho letto l’articolo dal titolo “bankitalia allo stato? Esproprio “ di Rossella Bocciarelli su “Il Sole 24 Ore” di oggi 22 settembre a commento delle esternazioni del presidente dell’ABI, Maurizio Sella, che segue quello intitolato “il valore dell’Istituto è 3,3 miliardi” del 9 settembre, sempre della Bocciarelli, riferito quest’ultimo alle stime di Goldman Sachs.

In entrambi gli articoli vengono riportate in maniera sostanzialmente neutra le dichiarazioni che gli “autorevoli” soggetti esprimono in merito alla valutazione del costo di “rientro” allo Stato della proprietà della Banca d’Italia.

E’ forse opportuno ricordare alcuni passi della vicenda:

- L’art. 3 dello Statuto della Banca d’Italia prevede che le quote di partecipazione siano detenute da società a maggioranza pubblica.

- Inizialmente (anni ’90) le banche che possedevano quote della Banca d’Italia erano tutte pubbliche (quindi il pubblico deteneva quote del pubblico)

- Quando sono state fatte le privatizzazioni delle banche (collocamenti in borsa) si sarebbe dovuto prima provvedere alla restituzione al Tesoro delle quote di partecipazione.

- Ciò non è stato fatto, contravvenendo quindi ad una norma dello Statuto.

ma c’è di più:

- Il valore di collocamento in Borsa delle Banche pubbliche è stato fatto senza tenere conto (come si pretende invece ora) la partecipazione della Banca d’Italia;

- Il Tesoro quindi, che ha incassato il corrispettivo della vendita ai privati, ha ceduto anche la partecipazione ad un valore irrisorio (300 milioni di lire);

- Ora, con la riforma, lo Stato dovrebbe “ricomprare” dalle banche private, pagando a seconda della versione, miliardi di euro!

perché oggi:

- Il bilancio 2005 delle Banche deve essere redatto secondo i nuovi principi contabili (IAS) adottati dalla Comunità Europea.

- Secondo tali principi contabili, le partecipazioni devono essere valutate al “fair value”, cioè al valore effettivo e non più a quello di libro.

- L’eventuale rivalutazione (differenza tra il valore precedente e quello rivalutato) deve essere portato a riserva (quindi in aumento del patrimonio).

- Tale riserva però non è distribuibile ai soci, sotto forma di utile, fino a quando la partecipazione non viene venduta (e quindi materialmente incassato il valore).

- La partecipazione nella Banca d’Italia non è un bene vendibile sul mercato.

- Di conseguenza, il valore della partecipazione della Banca d’Italia sarebbe rimasto, per sempre, un mero valore di libro.

- Con la riforma (curiosamente provvidenziale il caso Fazio che l’ha determinata) il Tesoro pagherebbe alle Banche quello che queste ultime non avrebbero mai potuto incassare e che adesso potranno invece distribuire ai soci privati.

In conclusione:

- quando il Tesoro ha deciso di privatizzare non si è posto il problema della valutazione della Banca d’Italia, e l’ha illegalmente “ceduta” a 300 milioni di lire;

- ora si scopre che è necessaria una riforma (guarda caso proprio nel 2005, in tempo utile per gli IAS) e si appresta a ricomprarla a 14 miliardi di euro (28.000 miliardi di vecchie lire) o più, a seconda delle versioni.

un investimento di 300.000.000 di lire che ne rende 28.000.000.000.000 e chi paga sono gli italiani.

C’è da aggiungere, inoltre, che in questi ultimi anni, questo investimento di 300 milioni di lire, ha ben fruttato ai “soci”, ora privati, dell’Istituto centrale.

Quanto? Ben 480 miliardi di lire.
Tanti sono infatti gli utili distribuiti da Fazio, in via “eccezionale” applicando la norma dell’art. 56 dello Statuto.

Quindi “legalmente”.

Legalmente si, ma a che titolo?

A che titolo vengono distribuite a “soci” privati le riserve dell’Istituto centrale? Riserve e patrimonio formati, nel corso di oltre un secolo, sulle spalle del popolo italiano, come giustamente ricorda il giurista Francesco Galgano (vedi articolo di Fabrizio Galimberti sempre su “Il Sole 24 Ore” del 17 settembre dal titolo “Una nazionalizzazione da 180mila euro”).

Come si permette, Maurizio Sella, presidente dell’ABI (non uno sprovveduto quindi) di pretendere per se ed i suoi soci privati, il patrimonio del popolo italiano?

Quando cominceremo a leggere sui giornali, che le valutazioni della Banca d’Italia sono solo fantasie morbose di avidi profittatori?

Forse, invece di porsi il problema di quanto vale la Banca d'Italia dovremmo porci quello della restituzione, da parte delle Banche, degli utili indebitamente introitati in questi ultimi anni!
22 settembre 2005 0:00 - Vincenzo
Il ragionamento non fa una piega,se poi vogliamo dirla tutta,penso che i milardi di lire che in negli ultimi anni le banche hanno realizzato grazie alla vendita di Bond Argentina Parmalat Cirio e MONNEZZA varia senza dimenticare i famosi prodotti a perdere del MONTE DEI PACCHI DI SIENA MY WAY 4 YOU con la totale latitanza della iena ridens alias Fazio lì abbia più che ricompensati di un eventuale quanto più che giusta cessione di bankitalia allo stato italiano.
Ultima considerazione su l'attuale governo fantoccio in balia dei vari calderoli e company e del signor lampadina alias UDC follini ed il ministro dimissionario Siniscalco,finalmente un ministro coerente
che ricordo a tutti è un tecnico non come gli attuali ministri che sono dei politici
di mestiere quindi incollati alla poltrona.
Sono riusciti per interessi elettorali e non negli interessi degli italiani a far dimettere una persona seria,sperando di mantenere la loro poltrona in parlamento alle prossime elezione,insomma il peggio del peggio ricordate la vecchia Dc questi non se li vedono proprio "POVERA ITALIA" che fine una classe politica inesistente un governatore di bankitalia da barzeletta
e per finire una continua figura di MERDA a livello planetario.
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