bravi bravi, strano che sia successo quel che è
successo malgrado il lavoro di super vigilantes come i
partecipanti a questo forum.... nessuno che mi dice
cosa devo fare con questi bonds? grazie
21 febbraio 2006 0:00 - Afef è racchia
Vino contro bond argentini: Consob vieta l'offerta
Anche questa volta ci avevamo visto giusto. La Consob,
dopo averla sospesa, ha definitivamente fatto decadere
l'offerta di vino in cambio di obbligazioni argentine
della societa' VinoNovo, offerta che immediatamente
segnalammo come illegittima, oltre che commercialmente molto
spregiudicata:
http://www.investire.aduc.it/php/mostra.php?id=127004
Il testo integrale della delibera a questo indirizzo
http://www.consob.it/main/documenti/bollettino2006/d15327.ht
m
30 novembre 2005 0:00 - Giuseppe D'Orta
Quando leggo queste risposte capisco che la mia attività è
utile...comunque non si preoccupi, queste sono cosucce da
poco rispetto a quello che normalmente faccio. Dopo un
minuto ero già ad occuparmi di altro...avanti il
prossimo! -----------------------------------------
Giuseppe D'Orta Consulente Aduc per gli
investimenti finanziari
29 novembre 2005 0:00 - pierluigi
vedo che il sig. d'orta sta avendo le sue piccole
erezioni....
investitore italiano, sei in una
botte di ferro!!
28 novembre 2005 0:00 - Giuseppe D'Orta
Cucù!
Sospesa in via cautelare per un periodo di
90 giorni, ai sensi dell'art. 102, comma 3, lettera a)
del d.lgs. n. 58/1998, l'offerta pubblica di acquisto
promossa da Vinonovo by Trading Up srl su bond argentini.
http://www.consob.it/main/documenti/bollettino2005/d15231.ht
m -----------------------------------------
Giuseppe D'Orta Consulente Aduc per gli
investimenti finanziari
13 novembre 2005 0:00 - franco
cari tutti,
forse io ne so parecchio di piu'
di voi tutti sulla debacle finanziaria argentina, ma non mi
interessa andare oltre, visti i toni poco civili utilizzati
da alcuni di voi.
di vino si' che vorrei
parlare. se qualcuno di voi legge la stampa specializzata
del settore , sa che " the next big thing " nel
vino è l' argentina; a metà anni ottanta io ero a
londra, e sono stati gli inglesi a scoprire e valorizzare
alcuni grandi nomi italiani di oggi, che allora si
compravano per poco ....oggi pare che lo stesso stia
succedendo per l' argentina ( la guerra non è certo
dimenticata, ma la vita va avanti)
nell'
ultimo wine spectator due vini di bousquet importati da
vinonovo ricevono i massimi punteggi per quanto riguarda il
rapporto qualità prezzo ( sotto i 10 dollari ).
suggerisco a voi di comprare vino argentino ( di qualità )
finchè costa così poco
buona sera a tutti
franco
13 novembre 2005 0:00 - tangotruffato
x franco
vedo che la mia analisi ti è entrata da
un orecchio e ti è uscita
dall'altro,peccato...chissà,si vede che non avrà
incontrato alcun ostacolo, pazienza.
p.s.il
veronelli che tanto ti urta è un burlone e/o uno
pseudonimo:l'autentico famoso enologo Luigi Veronelli è
morto l'anno scorso e il bello è che te l'hanno
pure scritto sotto,hai qualche difficoltà a leggere?
p.p.s.come si fa a parlare di giustizia e di politica con
gente così?
12 novembre 2005 0:00 - franco
mi sembra una ricostruzione un po tirata.
per
quello che ne so, è un misto, dove però c'è una
componente importante di soldi facili fatti a danno di
piccoli inermi.
i mercati finanziari, come gran
parte dei mercati, non hanno logiche totalmente lineari: al
loro interno trovano spazio personaggi anche folkloristici
che in parte sono causa di danni ben al di là di quello che
loro stessi immaginano.
l' argentina ai
" bei tempi " in fondo era una bella storiella
facile facile; non è però solo colpa dei venditori! per
esperienza personale mi ricordo che il privato snobbava per
esempio il messico, reo di offrire ben il 2% in meno
dell' argentina
solo un commento e una
precisazione: i bond argentini non sono proprio carta
straccia, hanno invece un mercato, e i prezzi li potete
vedere per esempio dal sito del " buenos aires
herald" in inglese; penso che una seria associazione
consumatori dovrebbe cerare di evitare di avere sul proprio
sito personaggi come il mitico "veronelli", che
spara cagate che non stanno nè in cielo nè in terra.
buona serata. franco
12 novembre 2005 0:00 - tangotruffato
X franco ed altri ignoranti(nel senso che ignorano queste
cose,speriamo che vogliano fare uno sforzo per capirle,nel
loro stesso interesse) La truffa argentina è una
svolta epocale. La finanza non sarà più come prima:i
piccoli risparmiatori,la classe media diventano carne da
macello,prede inermi,animali da sacrificare.
Attacco globalizzato alla classe media Per la classe
media occidentale sembrerebbe iniziato un periodo di
disgrazie: negli ultimi due - tre anni si è verificata una
serie di rovesci finanziari di portata internazionale,
attribuiti alle più varie origini e motivazioni, che alla
fine sono sempre e tutti ricaduti - appunto come disgrazie -
sulle sue spalle, e solo sulle sue. Se si considerano però
attentamente quelle vicende, viene il sospetto che più che
disgrazie forse siano truffe: truffe belle e buone eseguite
premeditatamente sul ceto medio del cosiddetto “mondo
occidentale“. Consideriamo il clamoroso default del
debito obbligazionario estero dell’Argentina, dichiarato
il 1° gennaio 2002. Dai primi anni ’90,
l’Argentina è stata sotto la “ tutela“ del Fondo
Monetario Internazionale. Ci si poteva aspettare che esso
avrebbe messo in atto la solita truffa ai danni dei locali,
quella chiamata del “dittatore pazzo“. E' ciò che
ha fatto; questa volta però è stata aggiunta allo schema
una variante, una variante micidiale studiata su misura per
i ceti medi di alcuni Paesi europei. La “truffa del
dittatore pazzo“ consiste nel corrompere i responsabili
legali di un Paese, in modo che essi dichiarino di ricevere
a nome del Paese un prestito dal FMI da destinare allo
“sviluppo economico“. Il prestito in realtà non ha
luogo: il FMI versa solo le tangenti, ma poi chiede al Paese
il pagamento degli interessi annui pieni e il riconoscimento
di un debito finale pari all’intero capitale
“prestato“. Il gioco è banale quando il Paese è retto
da un dittatore, meglio se con la fama di megalomane,
perché si tratta con poche persone e la “ sparizione
“del prestito sembra cosa naturale: il dittatore era matto
e ladro. In effetti sinora la combine è avvenuta col
paravento di dittatori, cominciando da Perez Jimenez del
Venezuela, fuggito nel 1958 lasciando un “debito“ di 30
miliardi di dollari col FMI, continuando fra gli altri con
Marcos delle Filippine, fuggito nel 1986 (20 miliardi di
dollari) e chiudendo, per il momento, con Suharto
dell’Indonesia, fattosi da parte nel 1998 (70 miliardi di
dollari). Con l’Argentina l’obiettivo del FMI era
quello di girare la proprietà delle aziende pubbliche
locali erogatrici di servizi (e di fatture mensili) a grandi
istituti finanziari stranieri, destinati a essere - dopo la
eventuale e temporanea proprietà di terzi europei - tutti
angloamericani. Una preda gigantesca, ghiotta: era come se
l’Argentina fosse resa tributaria, e per sempre, di quelle
entità finanziarie angloamericane. Il meccanismo era quello
della privatizzazione delle medesime aziende, da
giustificare con la necessità di sanare un bilancio gravato
da un enorme debito estero. Ora, il debito estero poteva
essere finto, costituito col solito sistema del “dittatore
pazzo“, ma si imponeva appunto una variante, dovuta
sostanzialmente a due fatti : 1) che l’Argentina dal 1983
non ha un dittatore ma è una repubblica presidenziale, il
presidente essendo stato nei cruciali anni dal 1989 al 1999
il torbido Carlos Menem; i personaggi da corrompere e
tacitare quindi aumentavano, portando la cifra per le
tangenti in soldoni a valori molto superiori agli standard
del FMI; 2) che era intervenuta la necessità di colpire la
classe media di alcuni paesi europei. Così il FMI fece
qualche prestito secondario e “pulito“ all’Argentina,
per giustificare la sua presenza e le sue pressioni per le
privatizzazioni, ma il grosso dell’operazione, cioè il
prestito fasullo e le tangenti, veniva costruito al di fuori
del FMI, tramite le famose obbligazioni “Argentina“.
Queste sono state collocate in prima battuta presso la City
di Londra, la quale quindi ha presumibilmente pagato le
tangenti e ha “elargito“ il prestito, naturalmente le
prime in soldoni e il secondo virtuale. E qui parte la
truffa alla classe media anche italiana. Se la City avesse
tenuto in portafoglio quelle obbligazioni, che non le
costavano niente perché erano virtuali, sarebbe rimasta una
pura truffa “del dittatore pazzo“, senza conseguenze per
il risparmiatore occidentale. Arrivata la dichiarazione di
insolvenza dell’Argentina, la City avrebbe sparso finte
lacrime e tanti saluti: tanto i soldoni spesi per le
tangenti erano già stati recuperati con gli interessi annui
(10%) che l’Argentina nei primi anni aveva effettivamente
pagato. Ma la City di Londra ha fatto di più: altrimenti:
ha venduto le obbligazioni sul mercato, probabilmente, anzi
sicuramente, raccomandando di venderle ai piccoli
risparmiatori privati! Le ha vendute alle “Cities“ di
varie piazze europee, specialmente di Italia, Spagna e
Germania, le quali le hanno rivendute capillarmente alle
banche, banchette e crediti cooperativi, artigiani e rurali
dei loro paesi, che a loro volta le hanno affibbiate ai loro
clienti. La City di Londra però non ha smerciato le
“Argentina“ sul suo territorio, in Inghilterra !
Il risultato finale dell’operazione è stato questo: un
travaso di danaro dalle tasche del ceto medio di Italia,
Spagna e Germania verso la City di Londra, verso pochi
grandi capitalisti inglesi. E un travaso enorme: solo per
l’Italia si parla di 30.000 miliardi di lire, sfilati
dalle tasche di 450.000 risparmiatori; in totale si può
stimare che l’operazione abbia avuto il valore di 200.000
miliardi di lire, rastrellati a quasi 2 milioni di
individui. All’Argentina non è andato niente, anzi ha
perso le sue aziende pubbliche e ha fatto bancarotta e è
avvenuta una enorme depauperazione della popolazione. Ma
niente commiserazione: chi si lascia ingannare così dai
propri politici non la merita. Che si tratti di una
manovra non solo finanziaria, ma anche politica, è
dimostrato dal fatto che i governi di Italia, Spagna e
Germania non fanno nulla per difendere il credito dei loro
risparmiatori verso l’Argentina. Si tratta di un credito
verso un Paese estero e come sia stato ottenuto non è
competenza del piccolo risparmiatore, che doveva solo
"investire". Tale credito non può essere
reclamato da un piccolo privato, ma solo dal suo governo,
eppure i governi dei tre paesi non si muovono, abbandonano
questi cittadini, li tradiscono: si tratta chiaramente di
ordini superiori, del FMI e della City di Londra, dietro i
quali ci sono i soliti "noti". Non c’è
stata solo la vicenda dell’Argentina. Negli ultimi anni
negli USA c’è stata la dichiarazione di bancarotta
completa della Enron, della WorldCom e di altre gigantesche
aziende: i risparmiatori che avevano azioni o obbligazioni
di queste ditte si sono trovati carta straccia in mano, e
alcuni grandi fondi pensione statunitensi, che avevano in
portafoglio molte di quelle azioni, sono crollati sino a non
garantire più la pensione ai loro sottoscrittori. Un altro
salasso al ceto medio, questo negli USA. Poi sono crollate
le borse. Il Nasdaq ha perso i tre quarti, Wall Street ha
dimezzato, e così hanno fatto indistintamente tutte le
borse europee, portando a picco tutti i fondi di
investimento azionari, nazionali e internazionali: centinaia
di migliaia di miliardi persi, anche dagli investitori
istituzionali, ma chi è stato toccato nella carne sono
stati i privati, la classe media. Nei vari Paesi sono
capitate disgrazie aggiuntive diverse; in Italia ad esempio
i Bond Cirio sono costati ai risparmiatori 9.000 miliardi e
molti di più la vicenda Parmalat. C’è un motivo per
tutto questo? Poco sopra si è detto infatti che il danno
portato dal FMI al ceto medio europeo era premeditato.
Purtroppo c’è. C’è un piano, una strategia. Da anni si
sapeva che la massa di danaro (di banconote) in circolazione
in Occidente era eccessiva e “dispersa“, cioè diffusa
fra molti detentori. Ciò è un problema per il grande
capitale, che vede ostacolate alcune sue politiche. Così si
è sfoltito - anzi si è cominciato a sfoltire - il danaro
in circolazione: il FMI ha preparato quel pacco in
Argentina, le Borse sono cadute improvvisamente, come a
comando, il governo USA ha lasciato fallire delle grandi
aziende che avrebbe potuto salvare con facilità, nei vari
Paesi è stata data via libera a truffe e truffette
finanziarie di vario genere. L’obiettivo è quello di
rastrellare contante e la vittima è chi il contante ce
l’ha: il ceto medio. Gli altri non sono toccati. Il
salariato e il pensionato pareggiano entrate e uscite ogni
mese, non hanno riserve. Il grande capitalista non si
preoccupa della sua riserva monetaria in assoluto, ma in
relazione a quella degli altri, ed ora anzi sta meglio di
prima: se prima i suoi liquidi erano 1.000 volte quelli
dell’uomo medio del ceto medio ora sono 1.500 volte: il
suo potere è aumentato. Ma il guaio è, come dicevo,
che la strage è appena cominciata.
12 novembre 2005 0:00 - franco
capisco che l' argentina è un argomento ancora molto
delicato.
mi dispiace, consiglio al comitato di
fare indagini presso quelli che erano " operatori
titoli " presso le banche italiane.una buona fetta di
responsabilità viene anche da lì; infatti in quegli anni
gli operatori titoli godevano ancora di una certa autonomia
nella scelta degli strumenti di investimento per i loro
clienti.
per quanto riguarda i vini argentini
comunque, oggi nell' herald tribune c' è una mezza
pagina che parla in modo piuttosto lusinghiero dell'
argentina ( vinicola).
infine, personalmente
penso che il caso parmalat sia più ben grave dell'
argentina
saluti franco
12 novembre 2005 0:00 - tangotruffato
12/11/2005 BERCI IL CRACK BANCARIO-ARGENTINO? NO
GRAZIE
Non si capisce veramente nulla
dell’enorme raggiro bancario concernente l’affaire
argentino, se non si osserva con attenzione il comportamento
della stampa italiana, tutta al servizio dello stesso potere
bancario che la controlla. Da quattro anni, la
cosiddetta stampa si occupa dei bonds argentini solo ed
esclusivamente con articoli minimalisti che vedono, quali
protagonisti, o il pensionato un po’ troppo fiducioso, o
lo speculatore incallito, fino a giungere, in questi giorni,
a puntare i riflettori su quell’azienda che vorrebbe
convertire i bonds in vino. La più grande truffa
economico-patrimoniale della storia, non solo italiana, non
è stata affrontata con un’inchiesta approfondita, che ne
avrebbe fatto emergere i contorni di vero legal thriller.
Non si sa ancora se il flusso di denaro, controllato,
come molti non sanno, da un trustee bancario internazionale,
sia mai pervenuto interamente nel Paese sudamericano. Non si
conoscono i canali effettivi di collocamento di questi
titoli, e nessun giornalista si appassiona ad approfondire i
contorni concreti del crac argentino. La stampa si
limita a concentrare l’attenzione sul dettaglio
insignificante, sul particolare irrilevante, sul profilo
folcloristico, evitando qualsiasi esame serio dei fatti
accaduti. Ripetiamo da anni che non si tratta di una
circostanza che si lega solo alla scarsa qualità del
giornalismo italiano. La congiura del silenzio sulla reale
situazione del collocamento dei bonds argentini è la
diretta conseguenza del controllo, da parte del potere
bancario, su tutta l’informazione. E’ nostra
intenzione, come comitato, rompere drasticamente con questo
modo di operare, che rappresenta l’ultimo tassello che
serva a consentire alle banche e ai corrotti governi
argentini di assicurarsi la refurtiva senza subire alcun
danno. Abbiamo creato un direttivo ristretto con il
compito specifico di riprendere l’iniziativa a tutto
campo, perché, a differenza di quello che vorrebbe certa
stampa, finalmente il crack argentino venga studiato ed
approfondito in tutte le sue complesse articolazioni e non
finisca a tarallucci e vino, come vorrebbe anche la stampa
italiana.
beh, io avrei solo detto che sto pensando di farmi una
cantinetta dibuon vino a 5 euro circa la bottiglia.
non mi pare ci siano messaggi che invitano all'
investimento in strumenti finanziari. vedo solo un marketing
certo aggressivo e criticabile, ma promozione di beni di
consumo è .
mi preoccupano invece interventi
come quelli di Veronelli: magari mi hanno fatto assaggiare
una cosa ma dentro le bottiglie ce n'è un'
altra.
grazie ranco
12 novembre 2005 0:00 - Giuseppe D'Orta
---sto quasi pensando di comprare dei bond argentini per
ottenere buon vino a basso costo.---
Un vero
affarone: li compra a 30 e li valutano 60...100% di guadagno
senza fare niente!
Poi non sarebbe
sollecitazione...
----------------------------------------- Giuseppe
D'Orta Consulente Aduc per gli investimenti
finanziari
11 novembre 2005 0:00 - franco
buona sera sono franco di portogruaro premetto che
non ho bond argentini, ma sono stato incuriosito da tutto
questo trambusto sulla faccenda.
desiderei sapere
dal sig. veronelli perchè sono stati dati quei drastici
giudizi sui prodotti importati da vinonovo: in particolare,
quali vini sono da evitare, o è tutto un disastro?
nel pomeriggio di oggi, dopo aver visto la pagina sul
venerdì di repubblica,sono andato a visitarli, ho anche
assaggiato alcuni vini, e mi sembra tutto a posto ( anzi, i
vini sono molto interessanti): sto quasi pensando di
comprare dei bond argentini per ottenere buon vino a basso
costo.
ho verificato anche in camera di
commercio e la società sembra a posto.
prima di
impegnarmi in transazioni di questo tipo, mi farebbe piacere
capire da qualcuno che sembra avere informazioni
privilegiate: forse non capisco bene.
grazie
franco
10 novembre 2005 0:00 - Giuseppe D'Orta
---mi sembra che è il sig. dell' Orta quello che è
intossicato---
Impossibile, bevo solo il
rosso che 'Zi Michele mi manda dal paese...tutta salute
e niente adulterazioni. Infatti non sbaglio mai i
cognomi altrui.....
----------------------------------------- Giuseppe
D'Orta Consulente Aduc per gli investimenti
finanziari
10 novembre 2005 0:00 - pierluigi
il famoso esperto in materia di vini luigi veronelli è
morto a bergamo il 29 novembre 2004....
10 novembre 2005 0:00 - VERONELLI
HO ASSAGGIATO I VINI DELLA COSIDDETTA
"VINONOVO":SONO DI PESSIMA QUALITA',
ADULTERATI ED IMBEVIBILI.
DEL RESTO LO CAPISCE
ANCHE UN BAMBINO DEFICIENTE CHE SE LI OFFRONO IN CAMBIO DI
CARTA STRACCIA(TALI SONO I BOND ARGENTINI,VECCHI O NUOVI CHE
SIANO,RICORDIAMOCI CHE L'ARGENTINA E'ATTUALMENTE IL
3°PAESE PIU' INAFFIDABILE DEL MONDO,DOPO IRAQ E
ZIMBABWE)NON POSSONO ESSERE ALTRO CHE ACQUA SPORCA.
NESSUNO REGALA NIENTE,TANTOMENO I LADRONI ARGENTINI E
GLI OSTI DELLA MALORA DELLA "VINONOVO".
9 novembre 2005 0:00 - pierluigi
mi sembra che è il sig. dell' Orta quello che è
intossicato.....
badate, i vini sudamericani
della vinonovo sono eccellenti, li ho assaggiati piu
volte....
le sue osservazioni
"tecniche" sono patetiche, e riflettono ignoranza
e chissa cos' altro.......
conosciamo le
persone di vinonovo da anni e possiamo dire che sono
assolutamente corrette.......
infine, solo un
idiota da consigli in casi come questo senza verificare la
natura della merce in questione...
ignoranza,
provincialismo e desiderio di prtagonismo hanno fatto
abbastanza danni qui in italia......che soluzione concreta
si propone per i bond argentini????
e il canje,
che alternative REALI c' erano?????
7 novembre 2005 0:00 - Giuseppe D'Orta
Scendiamo un po' nel tecnico.
Oltre alla
possibile interpretazione estensiva della norma (*) che vede
la cosa come un'offerta di scambio, la Consob
potrebbe interpretare il contenuto della campagna
pubblicitaria sbilanciato sulla possibilità di trarre
un reddito (es: comunicazione 3033709). Si veda
"possibilità di recuperare fino al 70"
nella pagina web ma anche, nella mail di risposta a
chi chiede informazioni, "possibilità di riallocare il
vino".
Ancora: i vecchi bonds, non apportati
all'offerta di scambio, quotano verso 30. Qui si
legge che li valutano 60: come si paga uno strumento il
doppio del prezzo di mercato?
Soprattutto,
e qui si esula dalla questione tecnica, trovo davvero
squallido l'utilizzo di simili campagne pubblicitarie.
Tempo fa è stato creato un fondo comune (gestione, se
ricordo bene) che investiva in Argentina ed accettava
in pagamento i bonds argentini. Leve commerciali, mi si
dirà, ma io trovo la cosa di uno squallore
estremo.
(*): v) "offerta pubblica di
acquisto o di scambio": ogni offerta, invito a
offrire o messaggio promozionale, in qualsiasi forma
effettuati, finalizzati all'acquisto o allo
scambio di prodotti finanziari e rivolti a un numero di
soggetti superiore a quello indicato nel regolamento
previsto dall'articolo 100 nonché di ammontare
complessivo superiore a quello indicato nel medesimo
regolamento;
----------------------------------------- Giuseppe
D'Orta Consulente Aduc per gli investimenti
finanziari
7 novembre 2005 0:00 - xxx
A prima vista mi sembra che la vs. posizione sia
sbagliata.Non entro nel merito della validità della
proposta di vendita del vino ma sul mezzo di pagamento.Se il
venditore accetta contanti,carta di credito,assegni,cosa
c'è di illegale nell'accettare titoli di
credito/debito come i bond?Che centra la sollecitazione al
pubblico risparmio,qui stiamo parlando di mezzi di
pagamento.