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AGGRAVIO DEI COSTI DEI FONDI CHIUSI IMMOBILIARI. L'ADUC RICORRE AL TAR
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Comunicato 
6 maggio 2003 0:00
 

Firenze, 6 maggio 2003 - Deutsche Bank Fondi Immobiliari SGR un paio di mesi fa aveva comunicato che Banca d'Italia aveva approvato una modifica al regolamento dei suoi fondi chiusi immobiliari che prevede, fra l'altro, "l'indicazione tra le spese a carico dei fondi: a) delle spese inerenti la gestione e l'amministrazione degli immobili dello stesso, ancorche' tali attivita' siano effettuate internamente e/o delegate a soggetti esterni".

In pratica la societa' di gestione aveva cambiato le carte in tavola, in una materia cosi' delicata come quella dei costi, una volta che il fondo e' costitutivo, operante, ed il sottoscrittore non puo' neppure rimborsare le sue quote. Deutsche Bank Fondi Immobiliari si e' cosi' aumentata i suoi ricavi unilateralmente e Banca d'Italia ha approva tutto questo.

Mentre ci si avvicina al decennale del "regno" di Antonio Fazio alla Bankitalia, ci sembra un bel modo per ricordare cosa e come opera questo organismo di controllo e, soprattutto, di chi faccia gli interessi.

Ricordiamo che il regolamento emesso da Banca d'Italia il 1 Luglio 1998 dice esplicitamente:
"Per quanto concerne i fondi comuni di tipo chiuso, tenuto conto della particolare natura degli organismi della specie, nei quali il diritto al rimborso delle quote viene riconosciuto ai partecipanti solo a scadenze predeterminate, non sono di norma consentite modifiche regolamentari, se non strettamente necessarie per la tutela dell'interesse dei partecipanti."

A suo tempo avevamo chiesto formalmente alla Banca d'Italia per quale ragione l'aumento dei costi dei fondi chiusi immobiliari gestiti da Detusche Bank Fondi Immobiliari sarebbe stato strettamente necessario per tutelare l'interesse dei partecipanti. Ma non ci e' stato risposto, cosi' come non ci e' stata fornita alcuna documentazione specifica della delibera, di cui avevamo avuto notizia grazie ad un articolo del piu' conosciuto quotidiano economico italiano.

Abbiamo quindi presentato un ricorso al Tar del Lazio, con cui chiediamo l'annullamento della delibera di Bankitalia, previa sospensiva e conseguente condanna al risarcimento del danno ai consumatori che ne deriva (violazione e falsa applicazione degli articoli 36,37 e 39 del Tuf, del dlgs 58/98, del regolamento ministeriale 228/99 e del regolamento 1.7.98 della Bankitalia in materia di gestione del risparmio, contraddittorieta' manifesta, eccesso di potere per sviamento e disparita' di trattamento, violazione e falsa applicazione art.3 e 97 Costituzione, eccesso di potere per difetto di istruttoria, illogicita' e carenza di motivazione), grazie all'assistenza degli avvocati Carlo Carbone e Massimo F.Dotto.
 
 
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