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L'ANTITRUST HA PIENAMENTE RAGIONE SU PROFESSIONI E BANCHE. MA QUALCUNO LO ASCOLTERA'?
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Comunicato 
12 giugno 2003 0:00
 

Firenze 12 giugno 2003. La relazione di Giuseppe Tesauro, fra le altre cose, ha toccato due punti focali sui quali nessuno ha evidenziato il nesso: gli ostacoli all'ingresso nelle professioni e la mancata di concorrenza nel sistema bancario.

Queste due forti lacune del sistema Italia comportano dei costi enormi ai risparmiatori Italiani.


Le banche, infatti, propongono servizi di investimento costosi ed inadeguati alle esigenze dei risparmiatori, non solo per scarsa competizione fra di loro (questo dato si sta attenuando grazie all'Ue), ma anche perche' mancano professionisti indipendenti in grado di affiancare i risparmiatori nella scelta dei servizi di investimento piu' adeguati alle loro necessita'. I consulenti per gli investimenti sono quasi sempre dipendenti o promotori delle stesse banche o istituti finanziari, per cui hanno come interesse primario quello di "piazzare" comunque il prodotto, piuttosto che capire se lo stesso e' adatto al profilo finanziario del risparmiatore. Per cui quest'ultimo e' considerato solo come un "pollo" da spennare.

Questa mancanza e' strettamente legata all'esistenza di ordini professionali burocratizzati e di stampo corporativista. Manca in Italia un concetto e una pratica di professione liberale che offra al contempo garanzie di professionalita' e meritocrazia.

La legge sulle nuove professioni che dovrebbe essere approvata tra non molto dal Parlamento sembra andare nella direzione opposta, c'e' qualcuno che ascolti il Garante Antitrust?
Alessandro Pedone, consulente Aduc per gli investimenti finanziari clicca qui
 
 
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