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Banca Popolare Milano. I nodi del 'convertendo' vengono al pettine: risparmiatori traditi per l'ennesima volta. Che fare?
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Comunicato di Alessandro Pedone
23 dicembre 2011 9:22
 
 Che sarebbe finita male si era capito fin dall'inizio, ma la Banca Popolare di Milano (BPM) ha veramente esagerato. Ricapitoliamo i fatti.
Nel 2009 la BPM ha collocato presso circa 15 mila suoi clienti un'obbligazione che sostanzialmente era un investimento azionario “mascherato” da obbligazione.
Si tratta del famigerato Convertendo BPM 2009/2013 6,75% codice ISIN IT0004504046.
Il prospetto informativo del collocamento riportava l'avvertenza che l'investimento aveva il 68,50% di probabilità di avere un rendimento negativo a scadenza.
Chi è quel masochista che scegliere di mettere i propri soldi in un investimento se gli si spiega che sette volte su dieci lo stesso è in perdita? Evidentemente nessuno ha spiegato -come era doveroso fare- le caratteristiche essenziali dell'investimento. La banca aveva troppo interesse a vendere le proprie obbligazioni, scaricando i suoi problemi sui clienti.
Al tempo, come rilevato dalla stessa Consob, per poter collocare l'obbligazione vennero modificati sistematicamente i profili di rischio dei clienti rendendoli artificiosamente adeguati ad uno strumento che ha il profilo di rischio di un'azione, quindi molto elevato. Il prospetto informativo riportava che l'obbligazione aveva un grado di rischio pari a 5 su una scala da 1 a 5, quindi il massimo grado di rischio! Dovevano essere tutti speculatori i 15.000 clienti della banca a cui è stato piazzato il bond.
Ma non è finita! La farsa del “convertendo” continua: ieri é stato modificato il del regolamento dell'obbligazione, anticipando la conversione al 29 dicembre e provocando agli investitori una perdita colossale superiore a quella avuta, sempre dagli investitori, con le obbligazioni Argentina.

Cosa fare adesso?
Naturalmente c'è già chi parla di class action e ci sono, ovviamente, i media pronti a rilanciare l'iniziativa senza fare un minimo (ma proprio un minimo!) di verifica sulla fattibilità. Facciamo una facile profezia: anche questa volta, la class action non si farà! La ragione è molto semplice la legge è progettata per essere sostanzialmente inapplicabile. La norma parla di diritti "identici" al ristoro. Cosa significa "identico"? Chi ha investito 5.000 euro ha lo stesso di diritto di chi ha investito 50.000 euro? Chi aveva un profilo di rischio "alto" già prima, ha lo stesso diritto di chi lo ha modificato poco prima? E' evidente che una class action su questo tema ha troppe probabilità di non essere accolta dal giudice.
La prima cosa che tutti i risparmiatori coinvolti devono fare è verificare la documentazione sottoscritta ed in particolare: il contratto di collocamento ed il profilo di rischio che avevano precedentemente al collocamento con tutte le eventuali modifiche intercorse dall'inizio del rapporto a prima del collocamento. Una volta verificato che il profilo di rischio era inadeguato allo strumento (o che l'eventuale modifica appare del tutto artificiosa) potranno esserci le condizioni per valutare un'azione legale individuale nei confronti della banca.

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