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Professionalita' nel risparmio gestito: per una volta Assogestioni ha ragione
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Comunicato 
28 marzo 2003 0:00
 

Firenze, 28 Marzo 2003 - Nell'intervista rilasciato oggi al quotidiano "ilSole24ore" dal presidente di Assoreti, Antonio Spallanzani, nel promettere che "Faremo autocritica per verificare se ci siano state cadute di professionalita' anche al nostro interno", difende gli interessi di bottega con affermazioni alquanto discutibili.

In primo luogo e' evidente a chiunque, salvo forse a Spallanzani, che l'anello di tutta la catena della gestione del risparmio dove la scarsa professionalita' fa piu' danno e' proprio la rete di vendita. Crediamo che ci sia ben poco da "verificare" e molto da "fare" per professionalizzare le persone che dovrebbero consigliare i risparmiatori ed invece sono costretti a fare mere azioni di vendita.

Spallanzani sostiene che la proposta di Assogestioni di rendere esplicite le commissioni che il cliente paga per il servizio di assistenza, e quelle che paga per il servizio di gestione non interesserebbero all'investitore e creerebbero solo tanta confusione.
Noi siamo invece convinti che questa proposta porterebbe un po' piu' di trasparenza e che permetterebbe all'investitore di valutare se il prezzo che paga per l'assistenza e' corrisposto da un adeguato servizio.

Il nodo della questione e' la mancanza di consulenza indipendente. La quasi totalita' della consulenza agli investimenti finanziari offerta oggi, e' strumentale all'attivita' di vendita.
Fino a quando non esistera' una figura professionale retribuita per l'esclusiva attivita' di consulenza, e totalmente slegata dagli intermediari finanziari, non si potra' parlare di professionalita'. Un buon venditore (anche colui che si preoccupa sinceramente degli interessi del cliente) non puo' mai essere un buon professionista.
Alessandro Pedone, consulente Aduc per gli investimenti finanziari
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