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SE C'E' TIMORE DI UNA FREGATURA, LA DILIGENZA DELLE BANCHE E DEI PROMOTORI FINANZIARI DEVE ESSERE DIMOSTRATA
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Comunicato 
9 maggio 2003 0:00
 

ISTRUZIONI PER L'USO
Firenze, 9 Maggio 2003. L'interesse dei risparmiatori e' sempre maggiore per i prodotti finanziari, e questo lo sa bene anche chi li propone, tant'e' che anche le offerte sono numerose e molto variegate. Ma a quest'affollamento per l'uscita dei risparmiatori dai soliti e alquanto immobili (pur nella loro sicurezza) Bot di Stato, non corrisponde trasparenza e sincerita' da parte dei proponenti.
La punta d'iceberg della situazione e' stato il comportamento dei promotori con i titoli argentini, i bond della Cirio e, "dulcis in fundo", il "4You" o "MyWay" della banca Monte dei paschi di Siena. Tutte questioni ancora aperte, su cui la relazione del presidente della Consob di alcuni giorni fa sui mercati finanziari italiani, ha solo fatto un lieve e anonimo accenno . che, ovviamente, non ha provocato alcun minimo scossone a chi ne e' stato direttamente responsabile.
E' evidente che dopo la figura dell'utente/suddito, del consumatore altrettanto suddito, il nuovo soggetto emergente, il risparmiatore che investe sui mercati finanziari, non poteva che essere altrimenti, cioe' suddito.
Non c'erano, non ci sono e sembra che, per il momento, non ci saranno prospettive diverse.
Quindi, non resta che tornare ai vecchi Bot o al materasso o agli immobili? Se si vuole stare in una botte di ferro, e' evidente che non restano che queste alternative (con una certa precauzione per il mercato immobiliare, dove gli assalti, le insidie e i mezzi finanziari di accesso, presentano spesso gli stessi problemi del mercato piu' ampio).
Ma quali sono gli spazi d'azione per difendersi e attaccare chi ci ha rifilato una fregatura? Il gioco vale la candela, cioe' il rischio di un'azione e i costi della stessa non saranno troppo onerosi rispetto al semplice leccarsi le ferite? E' ovvio che non esiste una risposta standard, e che le situazioni vanno affrontate caso per caso. Ma ci sono dei capisaldi che ci sono offerti dal Testo Unico della Finanza che, volutamente poco considerati e richiamati dagli addetti ai lavori, sono invece strumenti di contenzioso ed azione eventualmente giudiziale non indifferente.
Stiamo facendo riferimento all'art.23 del TUF, che recita: "Nei giudizi di risarcimento danni cagionati al cliente nello svolgimento dei servizi di investimento e di quelli accessori, spetta ai soggetti abilitati l'onere della prova di aver agito con la specifica diligenza richiesta". Cioe', se l'aver contratto un prodotto finanziario (per cui -come nel caso "4You"- sono stato iscritto a mia insaputa ad una centrale rischi) mi ha impedito di accedere ad altri crediti, per esempio, per acquistarmi una casa, non sono io a dover dimostrare il danno che potrei averne ricevuto, ma chi me lo ha venduto deve dimostrare che cio' non era possibile.
E' lo stesso principio che troviamo nella nuova legge sulla garanzia dei beni di consumo (24/2002), dove, per un oggetto difettoso, entro i primi sei mesi dall'acquisto spetta al venditore dimostrare che non lo sia.
Un principio che sta quindi trovando spazio nella normativa italiana, a tutela di quello che viene riconosciuto come la parte piu' debole di un contratto: il consumatore, risparmiatore nel nostro caso.
Se consideriamo questa opportunita' normativa, e' evidente che l'adire una qualunque azione giudiziaria in materia finanziaria, da' piu' possibilita' e non manterra' il consumatore nell'inutile ruolo di combattente contro i mulini a vento. Azione giudiziaria che -e' bene ricordarlo- fin dalle sue prime fasi, puo' essere avviata con un tentativo di conciliazione presso il giudice di pace (costi zero, senza avvocati e senza tetti economici di competenza). Siccome in moltissimi casi ("4You" fa scuola) si tratta di situazioni in cui la banca gioca quasi esclusivamente sull'ignoranza del risparmiatore, quando c'e' una manifesta dimostrazione che questa ignoranza e' voluta dalla banca stessa e che per far valer i propri diritti non si e' disposti a farsi mettere i piedi in testa, la controparte del risparmiatore -con le spalle al muro- cerca di tornare sui passi della legalita'.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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