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Come la Consob tutela gli investitori... ma che belle paro-o-o-le-e-e...
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Editoriale di Alessandro Pedone
25 marzo 2010 7:33
 
Pochi giorni or sono il presidente della Consob, Lamberto Cardia, ha svolto un intervento su “La tutela del consumatore nei servizi finanziari” nell'ambito delle iniziative per il ventennale dell'Autorità Antitrust (qui il testo del quale consigliamo la lettura).
Cardia centra senza alcun dubbio tutti gli aspetti chiave che dovrebbero portare ad una sostanziale tutela degli investitori. In particolare, il cuore del problema consiste nel passaggio tra la logica della vendita di prodotto a quella di servizio.
Per usare le parole di CardiaLa logica di azione degli intermediari bancari e' rimasta in larga parte ancorata al “prodotto venduto”; ne' e' stata adeguatamente valorizzata la natura di “servizio” delle attivita' (in specie la consulenza).”
Interessante anche il passaggio nel quale il presidente della Consob parla della consulenza indipendente: “La comparsa sulla scena di operatori indipendenti specializzati nella consulenza (la Consob, con il parere di Banca d’Italia, ha autorizzato negli ultimi due anni 20 SIM “di consulenza”), remunerati esclusivamente dal cliente e non da emittenti di prodotti d’investimento, puo' essere un utile ausilio sia per potenziare l’efficacia delle norme regolamentari a tutela dell’investitore sia per contenere gli errori comportamentali piu' diffusi”.
Leggendo l'intero intervento, ricco di colte citazioni, torna alla mente l'espressione del conduttore televisivo Luciano Rispoli che solitamente chiosava gli interventi dei suoi ospiti con la celebre frase: “Ma che belle paro-o-o-le-e-e”.
Fino ad oggi, dobbiamo dire che nei fatti la Consob non ha certo brillato per gli sforzi compiuti a tutela degli investitori. Ci tornano alla mente la tiepidezza con la quale la Consob ha affrontato i più famosi episodi giornalisticamente ribattezzati di “risparmio tradito”. Nel 2002/2005, francamente, era difficile capire se la Consob fosse dalla parte delle banche o da quelle dei risparmiatori.
Nell'ultimo periodo, in particolare dopo la grande crisi finanziaria, ci sembra di percepire una nuova consapevolezza all'interno di queste autorità. Qualche intervento interessante c'è stato, ma siamo ancora molto lontani da quello che la gravità del problema (così ben chiaro all'autorità – come si percepisce anche dall'intervento che stiamo commentando) richiederebbe.
Visto che il vertice della Consob dovrebbe ormai essere prossimo a ricambio, non ci resta che sperare che il successore di Cardia possa segnare un cambio simile a quello che Draghi ha significato per la Banca d'Italia.
 
 
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