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Relazione Consob: il solito inutile discorso...
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Editoriale di Alessandro Pedone
8 maggio 2013 17:22
 
Lunedì 6 maggio c'è stata l'annuale relazione del Presidente della Consob con il solito fiume di parole inutili. Da quando la presidenza della Consob è in mano a Giuseppe Vegas (già vice di Tremonti e rimasto famoso perché da indicato presidente della Consob non si fece problemi ad andare in Parlamento a dare il suo voto di fiducia all'allora Governo Berlusconi che rischiava di saltare...) i discorsi sono ancora più a sfondo politico ed ancora più inutili.
L'anno scorso Vegas parlava della “dittatura dello spread”, quest'anno si parla della necessità di non far chiudere le imprese e dare lavoro. Per carità, tutte cose giuste, ma stiamo parlando di un'autorità che – in primo luogo - dovrebbe tutelare i risparmiatori.
Sul fronte della tutela degli investitori, invece, ogni anno si continuano a ripetere, da parte dell'Autorità di Vigilanza, dei “cahiers de doléances” che sarebbero più che condivisibili se non provenissero da coloro che potrebbero fare molto per ridurre questi problemi e pochissimo hanno fatto in questi anni.
Prendiamo questo più che condivisibile passaggio della relazione di Vegas:
“In un contesto nel quale le scelte degli investitori retail non sono guidate dai servizi di consulenza e di gestione prestati dagli intermediari, è cruciale vigilare sui conflitti di interessi nella distribuzione dei prodotti finanziari.”
Ma guarda un po'? E chi dovrebbe vigilare sui conflitti d'interesse?

Il problema di fondo, dobbiamo dirlo chiaramente, è che fino ad oggi la gestione della Consob è sempre stata ampiamente al di sotto delle aspettative. Eppure ci sono ottime professionalità all'interno della Consob ma queste sono decisamente tarpate dall'indirizzo sostanzialmente politico che di volta in volta è stato espresso (si pensi ai tristi anni della presidenza Cardia, sotto la quale sono scoppiati i più gravi casi di risparmio tradito).

In linea di principio è più che condivisibile la proposta fatta dal presidente Giuseppe Vegas di anticipare a livello nazionale il potere di “product intervention” che dovrebbe essere prevista nella revisione della direttiva Mifid. Quando un'autorità locale si rende conto che un intermediario vuole collocare un prodotto chiaramente dannoso come sono stati in passato i tristemente famosi “MyWay” o “4You” del Monte dei Paschi di Siena o il più recente “Convertendo” della Banca Popolare di Milano dovrebbe avere il potere di dire: “No! Caro intermediario, questo prodotto è chiaramente lesivo degli interessi del cliente perché non c'è nessuna buona ragione per sottoscriverlo e tu non puoi collocarlo al dettaglio.”
La proposta è condivisibile e speriamo che venga approvata presto, ma fino a quando la gestione della Consob rimarrà questa, aumentarle i poteri non risolverà in modo sostanziale il problema della tutela dei risparmiatori.

 
 
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