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 ITALIA - ITALIA - Liberalizzazioni al 49%. Rapporto IBL
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20 settembre 2011 10:20
 
L'Indice delle liberalizzazioni 2011 e' pari al 49 per cento. E' questo il risultato del rapporto annuale dell'Istituto Bruno Leoni, che valuta il grado di apertura in 16 settori dell'economia italiana confrontandoli coi Paesi piu' liberalizzati d'Europa. Rispetto all'anno scorso, l'Indice guadagna un punto, tornando allo stesso livello del 2009.
Anche nel 2011, il settore piu' liberalizzato e' il mercato elettrico (72 per cento, in crescita di un punto sul 2010), seguito da servizi finanziari (69 per cento, in crescita di 5 punti principalmente per la contrazione delle attivita' finanziarie nel benchmark elvetico) e televisione (62 per cento, in calo di tre punti a causa del maggior dinamismo osservato nel benchmark spagnolo).
I settori peggiori sono i servizi idrici (19 per cento, due punti in piu' del 2010), autostrade (28 per cento, in calo rispetto all'anno scorso) e i trasporti ferroviari (36 per cento, in arretramento di 5 punti rispetto all'anno scorso a causa delle nuove restrizioni ai contratti nel trasporto regionale). In un'intervista al CORRIERE ECONOMIA proprio sul dossier diffuso da Ibl, il presidente dell'Antritrust, Antonio Catricala' sottolinea: Chiederemo l'abolizione della norma della manovra che prevede l'obbligatorieta' per le aziende ferroviarie di adottare il contratto di Fs. E ancora.Manca un'Authority dei trasporti che dovrebbe occuparsi di aeroporti, autostrade e treni: una vicenda come quella di Arenaways non si deve piu' verificare Per quel che riguarda gli altri settori - prosegue Ibl - , si segnalano i significativi passi avanti nel mercato del gas (62 per cento rispetto al 55 del 2010) e nelle poste (47 per cento contro il precedente 41, grazie soprattutto al recepimento, seppure di per se' insoddisfacente, della terza direttiva postale).
Modesti progressi si sono osservati nel fisco (56 per cento contro 54, dovuto soprattutto al peggioramento del benchmark britannico) e nel trasporto aereo (62 per cento, a fronte del 60 per cento l'anno precedente). Infine, hanno guadagnato un solo punto la pubblica amministrazione (39 per cento), trasporto pubblico locale (44 per cento), telecomunicazioni (42 per cento). Stabili, infine, i seguenti settori: mercato del lavoro (60 per cento), ordini professionail (47 per cento), mercato dell'arte (45 per cento).
Commenta Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell'IBL e curatore dell'Indice delle liberalizzazioni: "anche quest'anno il rapporto ci fornisce l'immagine di un Paese sostanzialmente immobile. I pochi cambiamenti, quando non sono dovuti a miglioramenti o peggioramenti nei Paesi di riferimento, dipendono o dal consueto 'pungolo esterno europeo', come nel caso del recepimento della terza direttiva postale, oppure da colpi di reni monopolistici, come per i trasporti ferroviari.
Il dato su cui dovremmo concentrarci, in un momento in cui la mancata crescita italiana e' in assoluto la questione piu' urgente da affrontare, non e' insomma il 49 per cento di liberalizzazione: e' il 51 per cento di non-liberalizzazione, cioe' la somma di ostacoli, rendite e mancate opportunita' che ingessano il Paese. E' assolutamente inderogabile un serio e ampio intervento di rimozione delle barriere all'ingresso sul mercato. Entro tale processo deve collocarsi un grande piano di privatizzazioni, per far venire meno lo status privilegiato di alcune imprese, tipicamente gli incumbent nei rispettivi mercati. Privatizzare e' prima di tutto uno strumento per creare concorrenza".
 
 
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