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I Buoni postali indicizzati all'inflazione
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Articolo di Nicola Zanella
29 gennaio 2009 0:00
 
I BTPei sono le obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse dallo Stato italiano. I Buoni fruttiferi indicizzati all’inflazione sono invece i prodotti finanziari che proteggono dall’inflazione emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. e collocati da Poste Italiane S.p.A. 
E’ davvero un peccato che non si senta spesso parlare di questa particolare tipologia di buoni, dato che si tratta di uno strumento finanziario tra i migliori in assoluto a disposizione dei risparmiatori italiani. 
Infatti, proprio come i bond reali emessi dallo Stato italiano, i buoni postali indicizzati all’inflazione hanno l’invidiabile caratteristica di proteggere chi li detiene sia dall’inflazione attesa, ma soprattutto da quella inattesa. 
Il rating dell’emittente e’ pari ad A+ secondo la classificazione di Standard & Poors e cio’ che e’ ancora piu’ importante e’ che il garante dei buoni postali e’ lo Stato Italiano (rating A+ per S&P), per cui l’investimento in buoni postali ha lo stesso grado di sicurezza di quello in titoli di Stato italiani. 
I buoni postali indicizzati all’inflazione sono dematerializzati e sono emessi alla pari, cioe’ al 100% del valore nominale sottoscritto. Questi buoni postali sono sempre rimborsabili almeno alla pari: nello specifico sono rimborsabili per importi di 250 euro e multipli del capitale sottoscritto. 
Non essendo quotati, i buoni postali indicizzati all’inflazione non soffrono del rischio di prezzo, per cui in ogni momento si puo’ decidere di ritirare il capitale nominale originariamente sottoscritto rivalutato piu’ gli interessi maturati. 
La loro durata massima e’ di 10 anni ma possono essere rimborsati in qualunque momento prima della scadenza: e’ utile ricordare pero’ che se non sono trascorsi 18 mesi, non viene riconosciuta la rivalutazione del capitale e non sono corrisposti gli interessi stabiliti al momento dell’emissione.
Questa particolare tipologia di buoni postali e’ stata emessa per la prima volta il 16 Febbraio 2006 con la serie I1. Da allora ogni mese le Poste hanno collocato una particolare emissione di buoni postali indicizzati all’inflazione e a gennaio 2009 sono stati emessi i buoni della serie I36. 
I buoni postali indicizzati all’inflazione hanno un tasso di interesse che cresce nel corso degli anni; gli interessi inoltre sono calcolati su base bimestrale in regime di capitalizzazione semplice e capitalizzati annualmente in regime composto. 
E’ bene ricordare che gli interessi e la rivalutazione del capitale sono tassati al 12,5%, come accade per i bond reali emessi dallo Stato Italiano. 
Un altro punto a favore dei buoni postali indicizzati all’inflazione rispetto alle obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse da molti Stati, oltre alla mancanza del rischio di prezzo, e’ che questi buoni sono indicizzati non all’inflazione europea, ma a quella italiana. 
Infatti il capitale sottoscritto si rivaluta in base all’indice FOI, ossia all’indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati esclusa la componente del tabacco. 
Questa chiaramente e’ una caratteristica molto importante per i risparmiatori italiani, soprattutto se vi e’ una differenza tra l’inflazione europea e quella italiana: a dicembre 2008, la differenza tra l’indice armonizzato dei prezzi al consumo escluso il tabacco per l’area dell’euro a 12 mesi e l’indice armonizzato dei prezzi al consumo escluso il tabacco per l’Italia e’ stata pari a -0,8% (valore non definitivo). 
Altro pregio di questi prodotti finanziari e’ rappresentato dal fatto che per la sottoscrizione e il loro rimborso non si e’ soggetti a spese e/o commissioni varie. Essendo pero’ dematerializzati, per poterli sottoscrivere e’ necessario disporre di un conto corrente postale o di un libretto di risparmio.  
Dato che in finanza si e’ soliti sostenere che non esistono pasti gratis (no free lunch), e’ facile immaginare come tutti questi fattori positivi precedentemente elencati abbiano un costo: questo e’ rappresentato dal minore rendimento offerto dai buoni postali indicizzati all’inflazione rispetto alle obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse dagli Stati, quali i BTPei. 
Infatti rilevando ogni mese il rendimento lordo con ipotesi di inflazione nulla di tutte le obbligazioni indicizzate all’inflazione statali dell’area dell’euro, risulta che da febbraio 2006 a gennaio 2009 il rendimento dei buoni postali indicizzati e’ stato inferiore per un valore di circa 1,4%. 
La tabella seguente elenca i rendimenti lordi a scadenza in caso di inflazione nulla di tutti i buoni indicizzati all’inflazione emessi da febbraio 2006.
 
BUONI POSTALI INDICIZZATI ALL'INFLAZIONE REND. REALE LORDO A SCADENZA CON INFLAZIONE NULLA DIFF. IN % CON IL MESE PRIMA
EMISSIONE FEBBRAIO 2006 0,37%  
EMISSIONE MARZO 2006 0,45% 21,62%
EMISSIONE APRILE 2006 0,69% 53,33%
EMISSIONE MAGGIO 2006 0,82% 18,84%
EMISSIONE GIUGNO 2006 0,82% 0,00%
EMISSIONE LUGLIO 2006 0,82% 0,00%
EMISSIONE AGOSTO 2006 0,72% -12,20%
EMISSIONE SETTEMBRE 2006 0,59% -18,06%
EMISSIONE OTTOBRE 2006 0,59% 0,00%
EMISSIONE NOVEMBRE 2006 0,59% 0,00%
EMISSIONE DICEMBRE 2006 0,58% -1,69%
EMISSIONE GENNAIO 2007 0,66% 13,79%
EMISSIONE FEBBRAIO 2007 0,76% 15,15%
EMISSIONE MARZO 2007 0,76% 0,00%
EMISSIONE APRILE 2007 0,94% 23,68%
EMISSIONE MAGGIO 2007 1% 6,38%
EMISSIONE GIUGNO 2007 1,18% 18,00%
EMISSIONE LUGLIO 2007 1,23% 4,24%
EMISSIONE AGOSTO 2007 1,01% -17,89%
EMISSIONE SETTEMBRE 2007 0,86% -14,85%
EMISSIONE OTTOBRE 2007 0,87% 1,16%
EMISSIONE NOVEMBRE 2007 0,72% -17,24%
EMISSIONE DICEMBRE 2007 0,52% -27,78%
EMISSIONE GENNAIO 2008 0,72% 38,46%
EMISSIONE FEBBRAIO 2008 0,62% -13,89%
EMISSIONE MARZO 2008 0,44% -29,03%
EMISSIONE APRILE 2008 0,35% -20,45%
EMISSIONE MAGGIO 2008 0,45% 28,57%
EMISSIONE GIUGNO 2008 0,45% 0,00%
EMISSIONE LUGLIO 2008 0,56% 24,44%
EMISSIONE AGOSTO 2008 0,56% 0,00%
EMISSIONE SETTEMBRE 2008 0,48% -14,29%
EMISSIONE OTTOBRE 2008 0,42% -12,50%
EMISSIONE NOVEMBRE 2008 0,82% 95,24%
EMISSIONE DICEMBRE 2008 1,02% 24,39%
EMISSIONE GENNAIO 2009 0,82% -19,61%
MEDIA 0,70% 4,80%

Come si puo’ osservare, il rendimento reale lordo a scadenza con inflazione nulla in media negli ultimi 36 mesi, ossia tre anni, e’ stato pari a 0,7%. Il rendimento minimo e’ stato toccato con l’emissione di aprile 2008, mentre il rendimento massimo e’ stato quello dell’emissione di luglio 2007. 
Riprendendo quanto detto in precedenza sul minore rendimento di questi buoni rispetto alle obbligazioni indicizzate all’inflazione statali, si puo’ fare l’esempio della differenza di montante utilizzando due tassi diversi: un tasso composto di 0,7% per 10 anni porta ad un valore finale per un investimento di 1000 euro a circa 1072 euro; un tasso composto pari a (0,7%+1,4%), ossia di 2,1%, crea un montante di circa 1231 euro. Investire quindi in buoni postali porterebbe secondo questo esempio alla rinuncia di159 euro, circa il 16% della cifra investita.
D’altronde investire in obbligazioni indicizzate all’inflazione di media o lunga scadenza espone chi le possiede al rischio di vedere il valore della quota investita oscillare nel tempo e il fatto di ritenersi dei cassettisti, ossia in grado di portare l’obbligazione a scadenza, non deve comunque far pensare che non si venga toccati dalle oscillazioni negative del prezzo, dato che in caso di rendimenti di mercato superiori a quelli del titolo in possesso, si paga eccome la scelta di aver investito in un titolo a lunga scadenza. 
Dalla tabella precedente si nota inoltre come in termini percentuali, da un mese all’altro il rendimento e’ aumentato al massimo del 95,24% (dall’emissione di ottobre 2008 all’emissione di novembre 2008) ed e’ diminuito al massimo del -29,03% (dall’emissione di febbraio 2008 all’emissione di marzo 2008). 
Nella tabella seguente si riportano i valori aggiornati al 24 gennaio 2009 dei buoni emessi negli ultimi tre anni accanto al valore rivalutato per l’indice dei prezzi al consumo FOI di 1000 euro investiti al momento dell’emissione.

DATI AGGIORNATI A GENNAIO 2009 1000 € IN VALORI NOMINALI VALORE DI RIMBORSO AL NETTO DELLE TASSE DIFF.
DA FEBBRAIO 2006 A DICEMBRE 2008 1059,9 1065,81 5,91
DA MARZO 2006 A DICEMBRE 2008 1058,2 1065,64 7,44
DA APRILE 2006 A DICEMBRE 2008 1055,7 1069,44 13,74
DA MAGGIO 2006 A DICEMBRE 2008 1052,4 1069,71 17,31
DA GIUGNO 2006 A DICEMBRE 2008 1051,6 1067,45 15,85
DA LUGLIO 2006 A DICEMBRE 2008 1049,1 1065,22 16,12
DA AGOSTO 2006 A DICEMBRE 2008 1047,5 1059,32 11,82
DA SETTEMBRE 2006 A DICEMBRE 2008 1047,5 1056,43 8,93
DA OTTOBRE 2006 A DICEMBRE 2008 1049,1 1053,79 4,69
DA NOVEMBRE 2006 A DICEMBRE 2008 1048,3 1052,34 4,04
DA DICEMBRE 2006 A DICEMBRE 2008 1047,5 1050,95 3,45
DA GENNAIO 2007 A DICEMBRE 2008 1046,7 1053,32 6,62
DA FEBBRAIO 2007 A DICEMBRE 2008 1044,3 1053,83 9,53
DA MARZO 2007 A DICEMBRE 2008 1042,6 1053,11 10,51
DA APRILE 2007 A DICEMBRE 2008 1041 1054,85 13,85
DA MAGGIO 2007 A DICEMBRE 2008 1037,8 1052,68 14,88
DA GIUGNO 2007 A DICEMBRE 2008 1035,4 1053,09 17,69
DA LUGLIO 2007 A DICEMBRE 2008 1033 1052,34 19,34
DA AGOSTO 2007 A DICEMBRE 2008 1031,4 1000 -31,4
DA SETTEMBRE 2007 A DICEMBRE 2008 1031,4 1000 -31,4
DA OTTOBRE 2007 A DICEMBRE 2008 1028,3 1000 -28,3
DA NOVEMBRE 2007 A DICEMBRE 2008 1024,4 1000 -24,4
DA DICEMBRE 2007 A DICEMBRE 2008 1020,5 1000 -20,5
DA GENNAIO 2008 A DICEMBRE 2008 1017,4 1000 -17,4
DA FEBBRAIO 2008 A DICEMBRE 2008 1015,1 1000 -15,1
DA MARZO 2008 A DICEMBRE 2008 1009,8 1000 -9,8
DA APRILE 2008 A DICEMBRE 2008 1007,5 1000 -7,5
DA MAGGIO 2008 A DICEMBRE 2008 1002,2 1000 -2,2
DA GIUGNO 2008 A DICEMBRE 2008 997,8 1000 2,2
DA LUGLIO 2008 A DICEMBRE 2008 993,4 1000 6,6
DA AGOSTO 2008 A DICEMBRE 2008 992,6 1000 7,4
DA SETTEMBRE 2008 A DICEMBRE 2008 994,8 1000 5,2
DA OTTOBRE 2008 A DICEMBRE 2008 994,8 1000 5,2
DA NOVEMBRE 2008 A DICEMBRE 2008 998,5 1000 1,5
DA DICEMBRE 2008 A DICEMBRE 2008 1000 1000 0
MEDIA     1,19
 

Per esempio, avendo investito 1000 euro a febbraio 2006 ora a gennaio 2009 a causa dell’inflazione registrata in questi tre anni, per mantenere il medesimo potere d’acquisto, ossia per poter avere 1000 euro in termini reali, e’ necessario che quella somma sia diventata oggi 1059,9 euro. Il valore di rimborso al netto delle tasse a gennaio 2009 dell’emissione di febbraio 2006 e’ pari a 1065,81 euro. Il buono postale indicizzato all’inflazione e’ riuscito quindi a proteggere il potere d’acquisto della somma investita e l’ha addirittura aumentato.
Come per le obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse da molti Stati nel mondo, come detto in precedenza, anche gli interessi e la rivalutazione del capitale dei buoni postali sono tassati al 12,5%, senza fare alcuna distinzione tra rivalutazione reale e nominale. 
Esattamente come per i bond reali, questa tassazione, sulla cui esistenza e necessita’ nel mondo accademico vi sono differenti posizioni, riporta il rischio di inflazione anche in questa tipologia di strumenti finanziari. Infatti per tassi di inflazione elevati, il rendimento reale dopo le tasse diventa negativo. 
Nelle seguenti tabelle, si riporta la differenza tra il montante nominale netto di rimborso e il valore aggiustato per l’indice dei prezzi al consumo di 1000 euro alla scadenza del buono in base a differenti tassi di inflazione. La prima tabella si riferisce alla serie emessa nel gennaio del 2009 il cui rendimento lordo a scadenza con inflazione nulla e’ pari a 0,82%.
 
BUONI SERIE I36: 0,82% DIFF. TRA MONTANTE NOMINALE NETTO DI RIMBORSO E IL VALORE AGGIUSTATO PER L’INFLAZIONE DI 1000 € 
INFLAZIONE 0% 74
1% 69
2% 63
3% 57
4% 50
5% 43
6% 34
7% 25
8% 16
9% 5
10% -6
20% -188
30% -573
40% -1339
50% -2793
 
Come si nota, a partire da un tasso di inflazione di circa il 10%, il valore di rimborso al netto delle tasse e’ minore del valore di 1000 euro aggiustati per l’inflazione del periodo. 
Ovviamente minore e’ il rendimento offerto dal buono a scadenza e piu’ bassa e’ la protezione dall’inflazione. Infatti si osservi la tabella seguente che si riferisce all’emissione di aprile 2008 con il rendimento reale lordo con inflazione nulla pari a 0,35%.
 
BUONI SERIE I27: 0,35%  DIFF. TRA MONTANTE NOMINALE NETTO DI RIMBORSO E IL VALORE AGGIUSTATO PER L’INFLAZIONE DI 1000 €
INFLAZIONE 0% 31
1% 21
2% 11
3% -1
4% -14
5% -28
6% -43
7% -60
8% -78
9% -97
10% -199
20% -457
30% -1170
40% -2592
50% -5291
 
Quindi chi ha sottoscritto l’emissione di aprile 2008 ha implicitamente “sperato” che il tasso di inflazione dei successivi 10 anni sarebbe stato minore del 3%, un livello peraltro non cosi’ elevato. 
Come e’ facile intuire, all’aumentare del rendimento offerto all’emissione il rischio di inflazione diminuisce, come si nota osservando la seguente tabella che si riferisce all’emissione del luglio 2007 con un rendimento reale lordo con inflazione nulla pari a 1,23%. 
 
BUONI SERIE I18: 1,23% DIFF. TRA MONTANTE NOMINALE NETTO DI RIMBORSO E IL VALORE AGGIUSTATO PER L’INFLAZIONE DI 1000 €
INFLAZIONE 0% 114
1% 113
2% 111
3% 110
4% 108
5% 107
6% 105
7% 103
8% 101
9% 98
10% 96
20% 55
30% -31
40% -202
50% -526
 
Dato l’alto rendimento di questo buono all’emissione, il tasso di inflazione necessario per ottenere un rendimento reale negativo deve essere molto elevato. Chi ha sottoscritto i buoni postali indicizzati all’inflazione da maggio ad agosto 2007 ha fatto quindi un ottimo affare. Nel senso che solo un’inflazione davvero alta e che speriamo di non dover mai vedere in Italia in futuro, riuscira’ ad intaccare il valore reale dei loro risparmi.  
Nel sito www.bondreali.it nella sezione rendimenti e grafici e’ possibile trovare il rendimento reale dopo le tasse del buono indicizzato all’inflazione collocato a gennaio 2009 dalle Poste, in base a differenti ipotesi di inflazione futura. 
Ho deciso che dedichero’ a questi particolari buoni postali un ampio spazio nel sito, perche’ si tratta di prodotti finanziari efficienti e le cui caratteristiche sono fondamentali per raggiungere una corretta allocazione finanziaria. 
Inoltre i buoni postali sono molto conosciuti e apprezzati in Italia, per cui il fatto che una tipologia di essi sia un ottimo prodotto finanziario, mi fa pensare e sperare che con il tempo possano diventare sempre piu’ importanti all’interno dei portafogli delle famiglie italiane, anche di quelle che usano principalmente il canale bancario.  Purtroppo spesso si sente dire che, al pari dei BOT dello Stato italiano, i buoni postali rappresentano il rifugio sicuro dei risparmiatori con meno cultura finanziaria. Al contrario, come e piu’ dei tradizionali buoni postali a tasso nominale ventennali, ritengo che essi rappresentino una scelta finanziaria molto piu’ astuta ed intelligente di quanto molti addetti al settore non affermino, sia per convinzione personale, sia anche purtroppo per conflitti di interesse. 
 
Nicola Zanella, 26 anni, e’ un ricercatore finanziario. Ha fondato il sito www.bondreali.it. I suoi interessi di ricerca sono: la teoria dei mercati efficienti, la finanza comportamentale, l’equity premium e l’equity premium puzzle, la prevedibilita’ delle serie azionarie, l’effetto di diversificazione temporale delle azioni, l’asset allocation e le obbligazioni indicizzate all’inflazione. E’ autore dei papers pubblicati nel sito di Investire Informati di Aduc dal titolo “Le obbligazioni indicizzate all’inflazione, 2008”; “La distribuzione di probabilita’ dei ritorni azionari futuri sara’ la medesima del passato?, 2008”. Puo’ essere contattato all’indirizzo E-mail: n.zanella (c-h-i-o-c-c-i-o-l-a) aduc (p-u-n-t-o) it, oppure usando la form per le domande
 
 
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