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CDS... parametro veramente affidabile?
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Articolo di Filippo Sgherri
13 maggio 2010 19:25
 
Il pacchetto di aiuti varato domenica sera ha contribuito a rilanciare i mercati azionari mondiali ed ha prodotto un effetto immediato anche sui CDS la percezione di un rischio default degli stati sovrani in misura significativa in appena due giorni.

I CDS, ormai in pochi sono rimasti a non saperlo, sono diventati, dopo l'inefficacia dei rating dimostrata nel caso Lehman Brothers, un parametro di riferimento molto importante per la misurazione del rischio d'insolvenza degli emittenti. Ma cosa sono i CDS?
 
I Credit Default Swap sono contratti derivati su crediti che consentono di trasferire il rischio di credito relativo a una determinata attività finanziaria sottostante da un soggetto che intende acquisire copertura dal suddetto rischio a un soggetto che intende prestarla; in buona sostanza rappresentano il costo di assicurazione per coprirsi dal rischio di default di uno Stato o di un'azienda.
 
Questi parametri possono veramente aiutarci per prendere decisioni di investimento sulle obbligazioni emesse da Stati Sovrani? Gli eventi dell'ultima settimana ci permettono di comprendere come si muovono questi parametri e per semplicità abbiamo riportato una tabella che evidenzia i prezzi dei CDS per una serie di Paesi nel mondo e per ognuno viene indicato: il valore attuale, il valore del CDS di venerdi' 7 maggio, il valore al 31 dicembre 2009 e quello ad inizio 2008.
 

Come possiamo vedere tutti i paesi dell'area euro hanno messo a segno una sensibile diminuzione dei loro CDS, soprattutto Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna (gli ormai noti Piigs), che venerdi' 7 maggio hanno visto un'impennata dei rispettivi valori. Oggi, i soliti noti riportano parametri ridotti del 30% o più e tutto questo in soli due giorni. Nello specifico il rischio di default per il Portogallo e la Grecia si è magicamente dimezzato in appena 48 ore.
 
Un parametro così variabile può essere utilizzato per compiere scelte d'investimento?

Ormai i Credit Default Swap hanno perso la loro funzione originaria; oggi assomigliano più ai numeri del tappeto verde di una roulette su cui scommettere per fare profitti che non a strumenti idonei a quantificare il reale costo di una copertura e quindi a definire il rischio di un paese sovrano.
 
La scarsa trasparenza e complessità di questi strumenti fa sì che siano utilizzati essenzialmente a fini speculativi, in particolare proprio da coloro che non hanno nulla da assicurare. Non vogliamo porre sul patibolo questi strumenti, ma riteniamo che una maggiore regolamentazione di questo mercato, al fine di renderlo più trasparente, stabile ed efficiente sarebbe utile. Ma questo, almeno per il momento, risulta praticamente improponibile, considerando che il 90% del mercato è in mano solamente ad alcune potenti banche mondiali.

Pensare che i CDS, come sono oggi strutturati e commercializzati, ci aiutino a fare scelte di portafoglio, senza portare a degli errori, è assai ingenuo. I fatti ormai verificatisi più volte sul mercato dimostrano come i CDS piacciano soprattutto agli speculatori, specialmente quando vogliono e riescono ad accordarsi su quale sarà la prossima vittima.
 
 
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