testata ADUC
Galleggiare sulla.......liquidita'
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Nicola Zanella
8 febbraio 2008 0:00
 
Si riporta un colloquio tra Marco, che e' il consulente d'investimento protagonista dei dialoghi pubblicati per Aduc ed Elena, sua amica e cliente, che ha ventinove anni, lavora come impiegata ed e' fidanzata.

-Elena. Ciao Marco. Devo chiederti un consiglio finanziario. Ti disturbo?
-Marco. Ciao Elena. Figurati, entra pure. Come stai?
-Elena. Bene bene. Sicuro che non sei impegnato?
-Marco. Ma no, non preoccuparti. Queste settimane sono frenetiche, i mercati fanno piu' bizze del solito, e quindi devo aumentare la dose di informazioni che mi sciroppo ogni giorno. Per te pero' ho sempre tempo. Sei una delle mie clienti piu' giovani e una delle poche che ha capito quanto importante sia dedicare un po' di tempo alla gestione dei propri soldi. Anche se non sono molti. Dimmi pure!
-Elena. Si infatti. Hai proprio ragione: sono pochi i soldi di cui preoccuparsi! Purtroppo non riesco a risparmiare molto ogni mese, anzi se non avessi quel denaro che mi ha lasciato mia nonna in eredita', non saprei come fare.
-Marco. Posso immaginare. Lavori da poco e le paghe sono veramente basse per i neoassunti come te.
-Elena. Non sai quanto! Volevo chiederti come gestire quei 35mila euro in eredita' di cui ti ho parlato. Per ora sono tutti nel mio conto corrente. Da due anni li tengo nel conto in effetti, ma ho paura ad investirli in azioni o in qualsiasi altro strumento che le banche mi hanno consigliato.
-Marco. Stai tranquilla. Direi che l'investimento in azioni non fa per te o meglio, questa somma di denaro a cui tu attingi spesso per integrare il tuo reddito, non conviene investirla in azioni. Le azioni sono titoli che oscillano molto nel breve periodo, proprio come sta succedendo ora, per cui non andrebbero comprate se non si e' certi di tenerle per un po' di tempo. E' vero che alcuni economisti direbbero che dato il tuo lavoro da dipendente e la tua eta', dovresti investire principalmente in attivita' rischiose, soprattutto per fini previdenziali. E in un certo senso potrebbero avere ragione, ma il fatto e' che tu attualmente non puoi permetterti tali scelte finanziarie.
-Elena. Infatti! Anche io penso che dovrei cominciare a preoccuparmi a come integrare la magra pensione che mi attendera' in futuro, ma ora proprio non posso rischiare di perdere nemmeno un euro di questi soldi che ho da parte. Speriamo bene!
-Marco. Io credo che tu dovresti investire in qualche strumento che ti permetta di ottenere rendimenti che coprano almeno l'inflazione, ma che si possa anche vendere con facilita' senza perderci dei soldi nel caso in cui ti servissero. Mi spiego meglio: anche le azioni o le obbligazioni si possono trasformare in moneta spendibile in pochi giorni, ma il problema di questi strumenti e' che si possono anche vendere in perdita. Capisci cosa voglio dire?
-Elena. Si. In banca sul conto corrente mi offrono un tasso ridicolo. Che cosa ci faccio?! Dato che ogni tanto ritiro qualche centinaia di euro per aiutarmi con le spese nei mesi un po' difficili, penso che una buona parte dell'eredita' la potrei destinare a qualche forma di investimento. Ma sicurissima pero', mi raccomando Marco. Questi soldi sono tutto quello che ho!
-Marco. Hai perfettamente ragione. Sei sicura di avere ventinove anni?! Magari altri lavoratori avessero la tua lungimiranza! Questa eredita' deve costituire per te una sorta di liquidita' che frutti qualcosa pero'.
-Elena. E come si fa?
-Marco. Allora direi di lasciare comunque una parte nel conto corrente tradizionale, ad esempio il 10-15%, se tu dici che questa somma ti dovrebbe bastare per gestire le emergenze, mentre il restante si puo' decidere di destinarlo ad una tipica forma d'investimento liquida, come i Buoni ordinari del tesoro (BOT), i buoni fruttiferi postali a 18 mesi, i conti correnti on-line, i conti di deposito ad alta remunerazione o i pronti contro termine.
-Elena. Potrebbe essere un'idea. Si spese quest'anno non ne ho, la macchina l'ho gia' comprata, per cui circa 3mila euro in conto dovrebbero bastare per un anno. Ma gli altri soldi non voglio investirli in obbligazioni o azioni! Potrei comunque doverli ritirare in qualunque momento, per cui non credo di avere un orizzonte temporale di lungo termine.
-Marco. Ma no, non preoccuparti. Le azioni e le obbligazioni a medio e lungo termine non fanno per te in questo momento.
-Elena. Ok ok. Mi raccomando. Non voglio correre alcun rischio, anche se dovessi ottenere appena piu' dell'inflazione.
-Marco. Elena fidati! Credo che gli strumenti che ti ho citato prima siano adatti a te.
-Elena. Ma dici di suddividere la parte di eredita' da investire in piu' prodotti finanziari?
-Marco. Direi di non esagerare, se non altro per non incorrere in eccessivi costi accessori. Credo che basti sceglierne uno o massimo due. Per esempio, sarebbe possibile investire in BOT. Sai come funzionano?
-Elena. Piu' o meno. Rinfrescami la memoria, per favore.
-Marco. I BOT o buoni ordinari del Tesoro sono le piu' famose obbligazioni emesse dallo stato italiano, perche' negli anni passati, quando i rendimenti erano a due cifre, riempivano i portafogli dei risparmiatori italiani, i cosi' detti "BOT people”, sicuramente nei hai sentito parlare. I BOT hanno scadenze a tre, sei e dodici mesi. Sono emessi a un valore inferiore di 100 e rimborsati alla pari, cioe' a 100.
-Elena. Quindi non si ricevono cedole durante la vita del titolo?
-Marco. Ricordati che il prezzo a cui viene scambiato il BOT e' un prezzo tel quel, ossia include anche il rateo d’interessi, anche se non sono previste cedole durante la vita del titolo. Il rateo d’interesse giornaliero si ottiene rapportando l’interesse che verra' concesso a scadenza, pari alla differenza tra 100 e prezzo di emissione, per il numero di giorni di vita del BOT. Il prezzo dei BOT e' determinato pero' anche dal mercato, ma in misura assai contenuta, essendo titoli di breve periodo. Per tale motivo teoricamente il prezzo dei BOT dovrebbe incrementare ogni giorno, dal prezzo di collocamento al prezzo nominale di rimborso (100), salendo quasi i gradini di una scala: l’andamento dei prezzi di questi titoli viene definito infatti gradino matematico.
-Elena. Ho capito! E come si acquistano queste obbligazioni?
-Marco. Il collocamento dei BOT trimestrali e annuali avviene a meta' mese, mentre quello dei titoli semestrali a fine mese. Per la sottoscrizione dei BOT le banche possono richiedere ai propri clienti delle commissioni massime fissate per legge: in particolare, non devono essere superiori allo 0,05% per i titoli con durata inferiore a 80 giorni, non possono superare il tetto dello 0,10% per i titoli con durata compresa tra 81 e 170 giorni, dello 0,20% per i BOT con durata tra i 171 e i 350 giorni e dello 0,30% per i titoli con vita residua superiore ai 350 giorni.
-Elena. Quindi non conviene comprarli nel mercato secondario?
-Marco. In generale conviene sempre comprare i BOT in asta, perche' commissioni richieste dagli intermediari superiori a quelle massime stabilite per le aste, deprimerebbero eccessivamente i gia' ridotti rendimenti di questi titoli. Per lo stesso motivo, non conviene vendere i BOT prima della scadenza, per non pagare le commissioni di negoziazione, di solito pari a 0,7% per i conti tradizionali, che la banca fa pagare per la vendita di queste obbligazioni.
-Elena. Ma come si calcola il rendimento dei BOT?
-Marco. Adesso te lo spiego. Ad esempio, per determinare il rendimento semplice lordo di un BOT acquistato in asta, il cui prezzo medio ponderato è di 98, prezzo di rimborso pari a 100 e che presenta una durata di 92 giorni, si deve calcolare: [(100 – 98)/ 98] × 360/92 × 100 = 7,99%. Per il rendimento netto semplice si deve prima calcolare l’imponibile lordo (100 – 98 = 2) e l’imposta su quest’ultimo (0,125 × 2 = 0,25); quindi il prezzo piu' la tassazione e' pari a (98 + 0,25 = 98,25) e il rendimento semplice netto e': [(100 – 98,25)/98,25] × 360/92 × 100 = 6,97%. Al contrario degli altri titoli di stato, quindi l’imposta sostitutiva del 12,5% viene applicata all’emissione.
-Elena. Bene ho capito! Ma e' meglio che mi lasci il foglietto su cui hai appena scritto gli esempi!
-Marco. Aspetta, negli esempi di prima non ho tenuto conto delle commissioni bancarie , le che si aggiungono al prezzo netto di assegnazione (prezzo medio ponderato d’asta piu' ritenuta fiscale operata all’emissione), per ottenere il prezzo percentuale di acquisto. Aggiungendo dunque una commissione pari a 0,10% al prezzo netto di assegnazione si ottiene il prezzo di acquisto di 98,35. Se si decidesse di acquistare all’emissione 10.000 euro di valore nominale di BOT, si pagherebbero 9.835 euro.
-Elena. E per calcolare i ritorni dei BOT acquistati al MOT (mercato obbligazionario telematico -ndr)?
-Marco. Adesso ti spiego. Se, ad esempio, si acquistasse un BOT sul mercato secondario, cioe' non al momento dell’asta, al prezzo lordo di negoziazione di 97, quando restano 200 giorni alla scadenza, con durata all’emissione di 363 giorni, prezzo di emissione di 95 e prezzo di rimborso a 100, il rendimento semplice netto si ottiene attraverso le seguenti formule: prezzo netto di negoziazione: 97 + 0,125 × [(100 – 95)/363] × 200 = 97,3444. Rendimento semplice netto: [(100 – 97,3444)/97,3444] × 360/200 × 100 = 4,91%. Per calcolare il rendimento dei BOT occorre servirsi del calendario commerciale, per cui l’anno dura 360 giorni, in cui ogni mese comprende 30 giorni.
-Elena. Ma la banca mi fara' pagare altri soldi per detenere tali strumenti nel mio conto?
-Marco. Ricordati che per comprare i BOT e' necessario aprire un dossier titoli, che e' un deposito per la custodia e amministrazione dei titoli, che oggi sono dematerializzati presso la banca, da affiancare al proprio conto corrente e che se contiene solo titoli di stato, non puo' costare più di 10 euro a semestre. A questi 20 euro si devono poi aggiungere i 34,20 euro all'anno di imposta di bollo per il conto corrente.
-Elena E quanto rendono?
-Marco Allora, Elena, il BOT a 3 mesi con codice ISIN IT0004229511 rende il 3,75% lordo e il 3,24% netto, il BOT a 6 mesi con codice ISIN IT0004254030 rende il 3,57% lordo e il 3,06% netto e il BOT a circa 12 mesi con codice ISIN IT0004309172 rende il 3,55% lordo e il 3,04% netto.
-Elena. Mi ricordo che qualche mese fa il funzionario della mia banca mi aveva proposto i pronti contro termine di cui parlavi tu prima. Di cosa si tratta?
-Marco. I pronti contro termine sono strumenti da utilizzare come impiego di denaro a breve termine, dato che generalmente la loro durata e' di uno o tre mesi. Il risparmiatore attraverso un primo contratto compra dalla banca un determinato importo di titoli di stato (per la maggior parte si tratta di BTP e CCT) oppure di obbligazioni italiane a pronti, pagandolo cioe' subito in contanti. La banca si impegna a riacquistare entro una certa data futura e a un prezzo prefissato lo stesso titolo. Spesso i rendimenti sono simili a quelli dei BOT di pari durata.
-Elena. Aspetta un attimo. Spiegami nel dettaglio come funziona questa operazione.
-Marco. Per questi titoli sia il prezzo di acquisto che quello di vendita comprendono il rateo di interessi maturato sul titolo. Il prezzo a pronti pagato dal cliente e' dovuto ai prezzi di mercato dei titoli sottostanti l’operazione, mentre il prezzo a termine e' determinato dagli accordi tra cliente e banca, avendo come termine di paragone i tassi di mercato monetario. I controvalori di tali operazioni sono di solito di elevato ammontare, anche se si trovano banche che offrono tagli minimi di 15.000 euro. La tassazione e' del 12,5%, quindi hanno un'aliquota piu' bassa dei conti correnti, sia tradizionali che on-line, che e' del 27%.
-Elena. Ok, ma puoi farmi un esempio come hai fatto per i BOT?
-Marco. Se, ad esempio, una banca dovesse vendere a pronti ad un cliente 100.000 euro di valore nominale di CCT il cui prezzo comprensivo del rateo netto e' pari a 98, il controvalore addebitato al cliente sarebbe di 98.000 euro. Se la banca ha offerto al cliente il tasso del 4% per l’intera durata dell’operazione (181 giorni di calendario), alla scadenza il cliente vendera' alla banca i CCT e verra' accreditato sul suo conto il valore di 99.944 euro (98.000 × 4 × 181/36500 che e' pari a 1.944 euro che sono aggiunti ai 98.000 euro iniziali). Il corso tel quel pagato dalla banca al cliente ingloba il rateo d’interessi maturati dalla data di regolamento del titolo alla data di vendita.
-Elena. Ma si possono liquidare facilmente come i BOT?
-Marco. Ecco, a differenza dei BOT, e' difficile che venga permesso il disinvestimento prima della scadenza. Ci sono banche on-line pero' che offrono attraverso i loro conti correnti la possibilita' di compiere degli investimenti vincolati a scadenza, in cui i soldi depositati sono utilizzati per acquistare pronti contro termine e che si possono ritirare prima della scadenza in caso di emergenza, senza maturazione degli interessi. Questi depositi sono tassati al 12,5% e non al 27% come per i conti tradizionali e i conti correnti on-line. Vuoi degli esempi? Iwpower di IwBank e SuperSave di Fineco. Il primo offre un tasso lordo del 3,48% e netto del 3,04% con le operazioni a 30 giorni, mentre il secondo concede un tasso del 3,8% lordo e del 3,33% netto per giacenze fino a 50mila euro.
-Elena. E se aprissi un conto di deposito che tanto vengono pubblicizzati in televisione?
-Marco. Si', puo' essere un'opportunita' valida per te, dato che il denaro in essi depositato puo' essere smobilitato con molta velocita'. Ovviamente permettono solo di prelevare e ricevere i versamenti provenienti dal conto corrente tradizionale, ma i loro costi sono quasi nulli. Spesso nemmeno si paga l'imposta di bollo! E' necessario pero' controllare con una certa frequenza il tasso offerto, che spesso e' indicato lordo e cercare di sfruttare al massimo le promozioni che spesso offrono ai nuovi correntisti. A differenza pero' dei BOT e dei pronti contro termine, i conti di deposito sono tassati al 27%.
-Elena. Ma sono sicuri?
-Marco. Direi di si. Conviene pero' informarsi se l’istituto aderisce al fondo di tutela dei depositi bancari, che prevede il rimborso per i correntisti in caso di fallimento della banca per depositi fino a 103.291,98 euro. Quindi per te andrebbe bene per ora. Esempi di questi conti sono Santander time deposit di Santander Consumer Bank e Conto arancio di Ing Direct. Il primo offre il 4,5% lordo e il 3,21% netto, mentre il secondo concede il 3% lordo e il 2,19% netto.
-Elena. E se invece aprissi un conto corrente con quelle banche on-line?
-Marco. A differenza dei conti di deposito, i conti on-line offrono ottimi servizi e riconoscono tassi di interesse molto superiori ai conti correnti tradizionali e hanno costi decisamente inferiori. I servizi di investimento sono particolarmente vantaggiosi, dato che, ad esempio, diversi istituti non applicano commissioni di ingresso, uscita e di switch ai fondi di investimento comuni che distribuiscono tramite di essi e offrono sconti non previsti se ci si rivolge allo sportello bancario. Questi conti sono tassati ancora 27%. Esempi? Websella.it che ora offre il 3,75% lordo e il 2,74% netto, il Conto Profilo 5% che offre appunto il 5% lordo e il 3,65% netto per una soglia minimo d'investimento e il Conto "at-me" di Webank che offre il 3,9% lordo e il 2,85% netto.
-Elena. Mia madre ha un conto aperto presso alle Poste. Che pensi dei buoni fruttiferi postali a 18 mesi di cui mi accennavi prima?
-Marco. Questi strumenti non prevedono spese e commissioni per l'acquisto e il rimborso e questo fatto e' gia' molto importante, quando non si dispone di cifre elevate. Si possono ritirare sempre alla pari, ma non sono corrisposti interessi prima che siano trascorsi sei mesi dalla sottoscrizione. Purtroppo offrono dei tassi inferiori a quelli di altri prodotti, come i semplici BOT. Infatti il buono postale a 18 mesi della serie 1D8 se ritirato dopo 1 anno offre il 2,5% lordo e il 2,19% netto. La caratteristica piu' interessante di questi prodotti e' che il valore di rimborso non scende mai. Questo aspetto e' molto apprezzabile per gli investimenti a lunga scadenza, ma ne parleremo meglio quando sara' il momento, ok?
-Elena. Grazie. Sei sempre cosi' chiaro nelle tue spiegazioni che anche una non addetta ai lavori come me riesce a capirci qualcosa. Ti posso disturbare ancora due minuti?
-Marco Certo!
-Elena Ormai hai capito che la finanza mi sta appassionando, anche se ho quattro soldi e nessuna propensione al rischio. Il sabato compro un po' di giornali finanziari per tentare di capirci qualcosa e non fare troppo la figura della fessa quando parlo con te... Ho letto la pubblicita' di alcuni prodotti collegati al tasso Eonia e che dicono che sono buoni per la liquita', mi pare fossero ETF, so che tu parli sempre molto bene di questi ETF, mi convengono?
-Marco.Questi nuovi ETF effettivamente replicano la performance dell'indice Eonia (che semplificando e' una specie di Euribor ad un giorno). Hanno costi di gestione bassi, pari oggi allo 0,15% e non prevedono costi di ingresso, di uscita e di performance. Si devono pero' pagare le commissioni di negoziazione alla propria banca, visto che questi strumenti si comprano e vendono come le azioni. Se queste commissioni sono elevate e le somme da investire non ingenti, conviene probabilmente rivolgersi ad altri prodotti, per questo non te li ho neppure citati. Attualmente vi sono due ETF di questo tipo: il Lyxor ETF Euro Cash di Lyxor (codice ISIN FR0010510800) e il db x-trachers 2 Eonia Tr Index di Deutsche Bank (codice ISIN LU0290358497). . Infine, ci sono i certificati che replicano sempre l'indice Eonia.
-Elena. Cosa sono?
-Marco. Sono strumenti derivati che seguono il loro sottostante, in questo caso il tasso Eonia, A differenza degli ETF, hanno una scadenza, soffrono del rischio emittente e di una maggiore differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita. Sono sempre tassati al 12,5%. Un esempio di tale strumento e' il certificato Abn valuta plus Eonia di Abn Amro con scadenza nel 2010, il cui codice ISIN è NL0006061608. Ma non mi sento assolutamente di consigliarti tale acquisto. Possiamo ottenere di piu', con maggiore semplicita' e soprattutto con minori costi. A proposito di ottenere qualcosa in piu' in fatto di rendimenti, ti inviterei a riflettere su una cosa: sei proprio sicura che tu non possa ragionevolmente investire una somma intorno ai 5-6mila euro a medio termine, diciamo intorno ai 5 anni? Io ho l'impressione che tutta questa ricerca di sicurezza sia un fattore piu' psicologico che reale. Non possiamo fare una vera e propria pianificazione finanziaria, ma la mia esperienza mi dice che soggetti con il tuo profilo, difficilmente si trovano nella condizione di dar fondo a tutto il suo patrimonio. So' che attualmente le tue spese sono molte e le tue entrate poche, ma vedrai che fra tre o quattro anni – se la mia esperienza non mi inganna – sara' molto piu' probabile che il tuo patrimonio sia maggiore di oggi. Lo so che non ci credi, ma vedrai che sara' cosi'. Ad ogni modo, prova a riflettere se non sia il caso di iniziare ad investire un po', oltre a gestire in maniera efficiente la liquidita'. Pensaci, magari la prossima volta che ci vediamo parliamo un po' di strumenti d'investimento a medio termine, iniziando dalle obbligazioni semplici come i titoli di stato, ok? .
-Elena. Perfetto. Ti ringrazio!
-Marco. Figurati, lo sai che e' sempre un piacere
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS