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Inchiesta Garboli: c'e' un'opposizione all'archiviazione
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Articolo di Giuseppe D'Orta
24 settembre 2007 0:00
 
Pubblichiamo il testo di una risposta da me approntata per il settimanale "Il Mondo" dello scorso 22 giugno e di un successivo articolo del 20 luglio che comunica l'esistenza di un'opposizione alla richiesta di archiviazione dell'inchiesta sul falso in prospetto di opa sulle azioni Garboli. Nella sezione documenti pubblichiamo l'intero testo inviato al settimanale dallo studio legale Branchetti Dall'Argine.

La vicenda delle azioni Garboli annullate prende avvio dall'acquisto della maggioranza della societa' da parte del costruttore Paolo Pizzarotti. La conseguente opa, dal 16 agosto al 5 settembre 2005 al prezzo di 2,309, ando' deserta perche' il prezzo di mercato delle azioni era superiore. Immediatamente dopo, Pizzarotti annuncio' di aver trovato dei buchi nel bilancio. Un tempismo che fece nascere sospetti nella Consob (che il 5 dicembre 2005 impugno' il bilancio) e anche nella Procura di Parma cui pervennero esposti da parte di soci di minoranza e che apri' un fascicolo ipotizzando il reato di falso in prospetto di opa.

Il titolo fu sospeso il 14 settembre 2005 dalle negoziazioni, dapprima fino al 18 ottobre, poi fino al 22 novembre, dopodiche' a tempo indeterminato a seguito del rilascio della relazione semestrale al 30 giugno 2005 da cui risultava una perdita complessiva di 60,562 milioni. Di conseguenza, l'assemblea straordinaria del 27 dicembre 2005 delibero' a maggioranza di azzerare integralmente il capitale sociale (le vecchie azioni sono state annullate, quindi) e di ricostituirlo mediante un aumento di capitale che ebbe scarso successo sul mercato (fu sottoscritto solo il 3,24% delle azioni). A seguito della mancata ricostituzione del flottante minimo di legge (10%) la Consob ha fissato il 1 marzo scorso il prezzo di opa residuale a 2,55. L' offerta pubblica di acquisto si e' tenuta dal 7 al 25 maggio 2007 ma ha riguardato solo le 125 mila e 213 azioni sottoscritte dai soci nel corso dell'aumento di capitale.

Ai primi di maggio si e' parlato di una quasi certa archiviazione dell'inchiesta di Parma sul falso in prospetto, perche' i consulenti incaricati hanno verificato che "l'acquirente non ebbe il tempo per vedere i conti, pressato come era dalle offerte dei concorrenti, e anche questi ultimi non si erano accorti di niente". Da notare come il venditore avesse escluso la possibilita' di rilasciare fideiussioni, imponendo all'acquirente di non promuovere procedure concorsuali per almeno cinque anni: nonostante cio', e senza aver potuto controllare i conti "per la fretta", Pizzarotti compro' lo stesso. Per i consulenti del tribunale e' tutto in regola, pero'. Una decisione che sbarra la strada ai risarcimenti, a meno di non avviare un' azione civile individuale con tutto cio' che comporta in tempi e costi. La societa' ha di recente avviato un' azione di responsabilita' nei confronti dei precedenti amministratori.






Lo studio legale Branchetti Dall'Argine, nella persona dell'avvocato Roberta Dall'Argine, ha presentato opposizione per conto di un proprio cliente alla richiesta del pm di archiviazione dell'inchiesta, successiva alla perizia depositata dai consulenti incaricati dal Tribunale. L'opposizione e' basata sui contenuti della perizia stessa dalla quale si evincerebbe come la Pizzarotti e i suoi rappresentanti fossero perfettamente a conoscenza delle perdite di Garboli rinvenute molto prima della pubblicazione del prospetto di opa e le avrebbero comunicate al mercato solo al termine dell'offerta. Pizzarotti, cosi' sostiene lo studio legale, aveva effettuato una vera e propria due diligence sin da un anno prima, tramite la quale erano state effettuate diverse verifiche e presi contatti informativi con il precedente proprietario e con i suoi controllori e revisori dei conti. Tutto cio' e' confermato dalla Pwc, la quale ha effettuato la due diligence per conto di Pizzarotti e ha comunicato via e mail il 13 e 14 luglio 2004 che "la societa' vale ben poco e potrebbe essere foriera di numerose sorprese causate da un rilevante contenzioso con i committenti" e, ancora, "il bilancio appare guidato per avere un piccolo utile". Pizzarotti, spiega il legale, avrebbe proceduto all'acquisto di Garboli nella piena consapevolezza che fosse una societa' in piena crisi ma con lo scopo di incorporarla e godere di notevoli benefici fiscali, tramite i quali ripagarsi l'esborso effettuato. Tutto cio' in pieno disprezzo degli azionisti di minoranza, i quali si sono visti annullare le azioni possedute. La vicenda Pizzarotti Garboli, dunque, e' ancora aperta.

Abbiamo pubblicato l'intera risposta dell'Avvocato Roberta Dall'Argine, che ringraziamo per la concessione, al settimanale "Il Mondo" a questo indirizzo:
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